Cultura politica

Si è appena concluso il procedimento di adesione a un bando europeo per la realizzazione di progetti intesi a valorizzare i Diritti, l’Eguaglianza la Cittadinanza. Fra le varie azioni finanziate spicca la ricerca di proposte per “prevenire e combattere il razzismo, la xenophobia, l’omofobia e altre forme di intolleranza nonché per monitorare, prevenire e combattere il linguaggio d’odio online”. Fra le forme di pregiudizio è naturalmente incluso esplicitamente l’antisemitismo. Milioni di euro vengono investiti dall’Europa in programmi educativi e in azioni di prevenzione. Si tratta di un’iniziativa che affonda le sue radici nella tradizione politica occidentale più profonda. Quel “Liberté, Egalité, Fraternité” che risuonava nella Francia rivoluzionaria e che ha contribuito a costruire l’Europa di oggi viene tradotto in strumenti educativi e in percorsi di concreto indirizzo verso una società aperta al dialogo e alla convivenza. Ma si tratta anche di un provvedimento che denuncia un timore manifesto. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato nel nostro continente un crescendo di razzismo e intolleranza, che fa da sponda al radicarsi di tradizioni politiche che si credevano sconfitte e che – al contrario – vanno sempre più affermandosi minando alle fondamenta la natura stessa dell’Unione Europea. Le forze che nei diversi parlamenti nazionali e all’assemblea europea spingono in quella direzione sono figlie di una cultura politica che ora si tenta di rintuzzare e frenare. Quei progetti europei vengono finanziati anche per istruire le giovani generazioni ai valori fondanti dell’Europa pacifica di cui la nostra generazione si è giovata. Una sfida da affrontare con serietà, nella consapevolezza che non c’è alternativa che non puzzi di sofferenza, oppressione e morte.

Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC