Israele e l’origine di Hamas
Scrive Antonio Ferrari (Corriere, 23 maggio 2021) “Hamas, il movimento estremista palestinese, non è un frutto casuale della violenza più cieca, nella regione più delicata del mondo, ma una vera invenzione politica. Ne ho prove assolute e inconfutabili. Un giorno, durante un’intervista a quel gentiluomo che era il presidente egiziano di allora, Hosni Mubarak, scoprii un retroscena clamoroso. Mubarak, che evidentemente mi stimava, disse qualcosa di terribile, mentre il mio registratore era in funzione: “Mr. Ferrari, un giorno venne da me il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, che ammiravo per la sua determinazione. Era presente anche re Hussein di Giordania. Rabin, pochi mesi prima di essere ammazzato da un estremista ebreo, mi chiese: “Mr. President, che cosa faccio con Hamas?”. “Replicai di getto – fu la risposta di Mubarak -. Sento dire che siete stati voi ad aver inventato Hamas”. Rimasi di stucco. Poi Rabin, che era un galantuomo, guardò negli occhi il leader egiziano e disse: “Mr President, purtroppo è il più grave errore che Israele ha commesso”.
Israele preferiva Hamas, perché all’epoca non era un’entità terroristica, ma un movimento puramente religioso, che era in contrasto con l’OLP. Quando Hamas virò verso il terrorismo (non è semplicemente un “movimento estremista”), Israele ne prese atto e reagì di conseguenza.
Antonio Ferrari cita fonti autorevolissime, come Mubarak, e testimonianze personali, tutte sicuramente attendibili. Col massimo rispetto, preferisco invece la letteratura degli specialisti, dove Jean-Pierre Filiu scrive che “nemmeno la caricatura di Hamas come strumento di Israele dopo il 1967 è giustificata”, e prosegue spiegando che è vero, si sono staccati dal consenso nazionalista e sono rimasti vistosamente neutrali durante i quattro aspri anni di resistenza armata contro le forze di difesa israeliane nella Striscia dopo la guerra del 1967, ma questa era una strategia a lungo termine il cui scopo era stabilire una solida base di potere tra la popolazione locale, che nel 1987 che ha portato alla trasformazione di Mujamma in Hamas (The Origins of Hamas: Militant Legacy or Israeli Tool?, Journal of Palestine Studies, vol. 41, no. 3, 2012, pp. 54–70).
Israele favorì i religiosi contrapponendoli ai gruppi militari, perché pensava che chi si dedicava alla preghiera e alle attività caritatevoli fosse meno pericoloso delle bande armate. Ma è sbagliato sostenere che Israele abbia creato Hamas. È vero che lo sostengono giornali autorevoli ma, quando si studia, è preferibile consultare e citare la letteratura specialistica. Lo stato dell’arte è il seguente: è verosimile che Israele abbia finanziato Hamas quando non era un’entità terroristica, ma non è vero che addirittura l’abbia creata, anche perché. Hamas è una filiazione dei Fratelli musulmani, con risalenti radici nella Striscia di Gaza.
Andiamo, però, ad una vicenda parallela. Gli USA aiutarono militarmente i Talebani nella loro rivolta contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan, commettendo un grave errore, ma a nessuno passa per la mente di concludere che gli USA si siano cercati l’attacco dell’undici settembre 2001, con annessa demolizione violenta delle Twin Towers. Parimenti (figurarsi se Israele forniva armi a Hamas) ciò che fa Hamas non è imputabile a Israele.
La storia è una disciplina che ha una sua evoluzione, dalla mera narrazione all’analisi economica e sociologica. Quel che ha detto Mubarak, come tutti i segreti che si rispettino, è una versione che viene legittimamente dibattuta su tutti i giornali e su tutti gli studi specialistici, di tutte le posizioni politiche possibili. Preferisco questi ultimi, ma non c’è nulla di male nell’attingere ad altre fonti.
Emanuele Calò, giurista