Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Con la Succà ci auto infliggiamo un piccolo esilio. Impariamo che quello che abbiamo è tutt'altro che scontato.
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
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“La
soluzione del problema più tormentoso dell’umanità non si troverà
rinunciando alla civiltà tecnica, ma conquistando un certo grado di
indipendenza da essa”. Così Abraham Joshua Heschel ne “Il sabato e il
suo significato per l’uomo moderno” (Garzanti lo ha ristampato in
queste settimane). Heschel lo scrisse nel 1951 fa quando l’idea che il
tempo fosse una risorsa sembrava bizzarra. Quel libro è una buona
chiave d’ingresso per muoversi nello spazio/tempo di “Jewish and
the City”. Leggerlo dopo, tuttavia, potrebbe anche essere più
intrigante per trovare suggestioni che non abbiamo catturato, allusioni
che non abbiamo capito, parole che ci sembravano astruse, persino
“vuote”. Non sempre bisogna arrivare preparati all’incontro con
qualcosa. Talvolta è meglio essere vuoti per poi riempirsi.
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Un anno per la libertà
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Gli auguri del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna in occasione dell'inizio del nuovo anno ebraico.
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Voci a confronto
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Interpellato
da un lettore, Sergio Romano si sofferma sulla breve stagione di
concordato tra fascismo ed ebraismo entrando nel merito del regime di
tassazione interno alle comunità ebraiche. Regime che, scrive Romano,
non differiva in modo significativo “dall’Otto per mille degli italiani
d’oggi e dalla Kirchensteuer prevista dalla legislazione fiscale della
Repubblica federale tedesca”. A partire da martedì il Mattino
pubblicherà una serie di otto fascicoli dedicate alle Quattro giornate
di Napoli. Fu quello, si ricorda, l’episodio che pose le basi per la
Resistenza al nazifascismo. Un nuovo tragico episodio dal Medio
Oriente: un soldato israeliano è stato infatti ucciso da un “amico”
palestinese, che voleva scambiarlo con un suo fratello, miliziano di
Al-Fatah, detenuto in prigione dal 2003 (Avvenire). Ancora la
minacciosa ombra di Al Qaeda in un attentato, quello di Nairobi, che
torna a scuotere l’opinione pubblica internazionale. Sulla Stampa
Maurizio Molinari spiega come dietro a quest’azione si celino dinamiche
di potere interne al gruppo terroristico. Si avvicina l’appuntamento
con Jewish and the city, il festival di cultura ebraica milanese
dedicato allo Shabbat. Se ne parla sulle pagine locali di Avvenire.
Sulle pagine del Sole 24 ore una recensione del libro che lo storico
Claudio Vercelli ha dedicato ai veleni del negazionismo mentre sul
Secolo XIX un lettore invita papa Francesco a pronunciarsi sulle
possibile connivenze tra curia genovese e nazismo denunciato dallo
stesso giornale cittadino negli scorsi giorni.
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Risorse e bilanci |
Un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
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QUI FIRENZE
Il Mondiale di Gino
Pronti,
via. In una Firenze colma di passione, è iniziata l'avventura dei
Mondiali di Ciclismo. Una settimana di corse ed eventi dedicata a Gino
Bartali, campione sulle ruote e nella vita.
“Un investimento sullo
sport e sui valori. Come ci insegna la vicenda
esemplare di Ginettaccio" ha affermato il sindaco Matteo Renzi
presentando
a Roma la kermesse. E Firenze ha risposto presente, a partire da una
mostra a Palazzo Medici Riccardi che, nel nome di Alfredo Martini,
ricorda non solo le grandi vittorie di cui è stato capace in corsa ma
anche l'impegno nel salvataggio di centinaia di ebrei e perseguitati
politici.
C'è aria di importanti novità e, allo stesso tempo, si lavora per
diffondere la memoria del campionissimo di Ponte a Ema nelle modalità
più adeguate. Ne hanno dato prova “Gli angeli del bello” che, alla
vigilia della manifestazione, si sono ritrovati nell'area del Giardino
dei Giusti dove dal 2006 ha
dimora una rigogliosa Lagerstroemia Indica per ricordare, a chi transita in
quei luoghi, quale fu la pasta di Bartali negli anni più bui. Al loro
fianco il figlio di Gino, Andrea, primo custode della memoria del padre
attraverso la fondazione a lui intitolata.
Anche
la Comunità ebraica fiorentina a guidare l’omaggio al campionissimo di
Ponte a Ema. In occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica,
che cade in concomitanza con la gara conclusiva dei Mondiali, ospiterà
infatti la performance teatrale “Quanta strada ha fatto Bartali” con
regia di Nicola Zavagli e musica dal vivo a cura della Balagan Cafè
Orkestar diretta da Enrico Fink.
Adam Smulevich
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MEMORIA
Qui Roma - Nel nome di Shlomo
"Ricordo
il suo aspetto apparentemente duro e roccioso. Conoscendolo emergeva
invece un'altra persona: affabile, gentile, sempre disponibile con i
tanti giovani che gli si rivolgevano. Shlomo è stato un uomo di grande
apertura. Soffriva molto a ricordare, ma non si è mai tirato indietro.
Sentiva di essere stato investito di una vera e propria missione”. Così
il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna nel ricordare Shlomo Venezia a un anno dalla scomparsa. Ieri
sera, nel Tempio di via Balbo, un limmud alla sua memoria alla presenza
di molte centinaia di persone. Dopo un breve cenno di halakhah da parte
di uno dei figli di Shlomo, Alessandro, la distribuzione di una nuova
versione del trattato di Sanhedrin con approfondimenti sul tema della
giustizia e sul funzionamento dei sinedri curata dal presidente
dell'Assemblea rabbinica italiana rav Elia Richetti. Un tema, quello
della giustizia, che è stato collegato alla figura di Venezia nelle tre
diverse relazioni rabbiniche (rav Riccardo Di Segni, rav Gianfranco Di
Segni, rav Benedetto Carucci Viterbi) che sono seguite. A ciascuno dei
maestri intervenuti è stato infatti affidato il compito di scavare
nell'opera e nell'azione del Testimone attraverso alcuni passi della
Mishnah. Foltissima la partecipazione e grande la commozione della
platea. "Una serata bellissima, una serata vera", commenta Mario Venezia. Con un pensiero che è andato anche
a Morris, fratello di Shlomo, da poco scomparso a Palm Springs.
Anch'egli Sonderkommando al pari di Shlomo e di loro cugino Dario
Gabbai.
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