Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Dal
testo della Torah e dal commento di Rashì sulla parashà di Kòrach non è
chiaro se la rivolta sia stata determinata da problemi ideologici
(tutto il popolo ebraico è santo e non ha bisogno di leader) o da
interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe ribellato dopo che
era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia
d'origine, un'altra persona). l popolo ebraico è santo e non ha bisogno
di leader) o da interessi personali (secondo Rashì Kòrach si sarebbe
ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat,
sua famiglia d'origine, un'altra persona).
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Dario
Calimani,
anglista
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Mi sia permesso uno spot pubblicitario:
consiglierei caldamente di leggere, sull'ultimo numero di Pagine
Ebraiche, l'opinione di Gadi Polacco, che è stato Consigliere
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sulla situazione della
kasherut in Italia e sull'impegno inesauribile - e silenzioso - profuso
dal nostro rabbinato per affrontare e risolvere i molti e variegati
aspetti del problema. Trenta e lode a Gady per la sempre pungente
ironia livornese con cui sa porre sul tavolo anche le situazioni più
drammatiche.
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Cultura a porte aperte
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"Non è una Natura senza cuore, non è una
Creazione senza Giustizia, quella che siamo venuti a celebrare qui
oggi. Ci muove l’antico messaggio che gli ebrei si tramandano nei
millenni, secondo il quale tutta la Creazione, e l’essere umano che vi
sta al centro, devono essere scrupolosamente tutelati e rispettati".
Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel
discorso pronunciato a Napoli in occasione della Giornata europea della
Cultura ebraica 2013 alla presenza del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano.
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Voci a confronto
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Arrestata a Milano una baby gang
responsabile, in questi ultimi mesi, di numerosi attacchi e violenze a
sfondo anche antisemita. La prima aggressione, diretta a un
omosessuale, in gennaio. (Quotidiano Nazionale). Come anticipato su
Pagine Ebraiche di ottobre, tra le novità della grande mostra che avrà
luogo al Vittoriano in occasione del 70esimo anniversario del 16
ottobre l’esposizione di centinaia di foto di deportati. “Vedere in
faccia i deportati forse servirà a toccare le coscienze”, spiega
Marcello Pezzetti a Francesca Nunberg (Messaggero). Al forum “Il
coraggio della speranza” l’intervento del presidente della Comunità
ebraica di Roma Riccardo Pacifici, che ha invitato a un maggiore
impegno a tutela della famiglia (Avvenire). Incontro a Washington tra
il premier israeliano Netanyahu e Obama. Tra i temi toccati le recenti
aperture di Rohani, presidente iraniano, al dialogo. Netanyahu, come
riporta Maurizio Molinari sulla Stampa, ha parlato allo storico alleato
di “finte aperture” ribadendo come l’obiettivo dell’Iran rimanga sempre
lo stesso: la distruzione di Israele. Sempre in Israele, è Betlehem il
film scelto per rappresentare il Paese ai prossimi oscar del cinema.
“Betlehem – si legge su Repubblica – racconta il dramma dei rapporti
umani dove tutti cercano di sopravvivere in una realtà impossibile”. Lo
Yad Vashem accoglie intanto tra i Giusti il primo arabo
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Giornata della Cultura
Ebraismo in piazza
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Tradizione, cultura e valori dell’ebraismo.
In decine di città italiane questo inizio di autunno ha visto il mondo
ebraico protagonista con la celebrazione lo scorso 29 settembre della
Giornata europea della cultura ebraica. Da Napoli, città capofila
dell’evento, salendo e scendendo lunga la penisola migliaia di persone
hanno avuto l’occasione di conoscere e scoprire il legame tra ebraismo
e natura, tema di quest’anno dell’iniziativa. Sessantasei le località
coinvolte per questa 14esima edizione che ha visto coincidere
l’inaugurazione di un altro grande evento: il Festival di Milano Jewish
and the city.
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festival
Jewish
and the City, un mondo
che in molti vogliono esplorare
Hanno
voglia di esplorare e sperimentare i cittadini italiani. L'altissimo
numero delle presenze al festival milanese di Jewish and the City,
andato oltre ogni aspettativa, fornisce una ulteriore prova di come sia
vasta e ricca di aspettative quella parte del paese che guarda con
interesse ai valori che la minoranza ebraica testimonia, una ulteriore
prova insieme al successo che riscuotono gli eventi a tema ebraico
nelle rassegne culturali sempre più numerose in Italia. Occasioni e
pubblico che Pagine Ebraiche segue con attenzione. A discutere di
questi temi assieme al direttore del giornale dell'ebraismo italiano
Guido Vitale, due professori universitari, esponenti di un mondo che
lavora sulla cultura in modo completamente diverso da quello dei
festival e che ne è, allo stesso tempo, spesso protagonista.
L’occasione è l’incontro Chiavi di ebraismo, in cui dopo oltre 48 ore
di momenti di riflessione legati alla cultura ebraica, ci si dedica
alla madre di tutte le domande “di cosa parliamo quando parliamo di
ebraismo?”. Così Alessandro Guetta, professore di Letteratura
Ebraica presso l’Institut national des langues et civilisations
orientales di Parigi e lo storico del Cristianesimo dell’Università di
Torino Giovanni Filoramo, hanno offerto alcune prospettive tra cultura,
etnia, tradizione, religione, intrecci identitari, e soprattutto
linguistici. A portare i saluti dell’Università degli Studi di Milano,
uno dei luoghi che hanno ospitato il festival Jewish and the City, il
professor Germano Maifreda.
E in attesa del trittico di grandi eventi a chiusura della
manifestazione nella seconda parte della giornata, scienza e tradizione
a confronto sul tema della Creazione. Spaziando da Darwin alla lettura
della complessità del rapporto che diede nei suoi scritti Primo Levi,
ne hanno discusso lo scrittore Domenico Scarpa, consulente del Centro
Internazionale di Studi che porta il nome del grande intellettuale
torinese, rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio rabbinico
italiano e membro del Consiglio nazionale delle ricerche, Giulio
Giorello, professore di Filosofia della Scienza all’Università degli
Studi di Milano, moderati dalla giornalista scientifica Daniela Ovadia.
A offrire al pubblico le parole di Primo Levi sul tema, dando lettura
di alcuni brani da lui firmati, Miriam Camerini, attrice e regista.
Nel pomeriggio l’appuntamento è al Memoriale della Shoah per un momento
dedicato alla resistenza spirituale. La serata sarà tutta per un
binomio di imprescindili alleati, il silenzio e la musica. Riflessioni
a proposito del silenzio in scena alla Sinagoga centrale: in programma
la conferenza-concerto con il priore Enzo Bianchi, lo scrittore Erri De
Luca, e il rabbino Benedetto Carucci Viterbi, introdotta dalla saggista
Gabriella Caramore, e accompagnata alla chitarra del maestro Emanuele
Segre con musiche di Weiss e Giuliani, prima della lectio magistralis
del talmudista francese Marc-Alain Ouaknin.
A salutare il festival e i milanesi saranno infine le note klezmer
balcaniche del Trio Nefesh in una grande festa alla Rotonda della
Besana.
Rossella Tercatin
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