Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Circa
20 anni fa ho avuto modo di frequentare, per alcune notti del mese di
Elùl, le Selichòt condotte dal Rav Ovadià Yosèf z.l, precedute da una
sua lezione, in un Bet Hakeneset nel quartiere dei Bukharim a
Yerushalaim. L’atmosfera era particolarmente suggestiva. I suoi tanti
discepoli si affrettavano a servirgli tazze di te caldo che lui
sorseggiava molto lentamente. Un particolare che mi è rimasto molto
impresso e che mi ha aiutato a capire meglio il significato di
quell’insegnamento rabbinico per il quale il valore di una persona si
riconosce nel momento della sua ira, kaasò, della sua tasca, (dalla
attitudine di una persona a mettersi le mani in tasca per aiutare il
prossimo) kisò, e dal suo bicchiere (da come una persona beve), kosò.
C’e chi trangugia come Esàv e chi invece sa sorseggiare come ci insegna
la nostra matriarca Rivkà.
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Dario
Calimani,
anglista
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San
Siro chiuso per razzismo. Galliani, Presidente del Milan, si arrabbia e
vuole che siano cancellate le norme contro la ‘discriminazione
territoriale’. Non sono mai stato milanista, ma oggi meno che mai. Ci
si chiede, tuttavia: se il calcio produce discriminazionismo, o
semplicemente si presta a palcoscenico per manifestazioni di
discriminazione spesso razziale, perché non abolire il calcio assieme a
tutti coloro che lo sfruttano per tenere alte le tensioni, e non solo
quelle sportive?
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Cultura a porte aperte
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"Non
è una Natura senza cuore, non è una Creazione senza Giustizia, quella
che siamo venuti a celebrare qui oggi. Ci muove l’antico messaggio che
gli ebrei si tramandano nei millenni, secondo il quale tutta la
Creazione, e l’essere umano che vi sta al centro, devono essere
scrupolosamente tutelati e rispettati".
Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel
discorso pronunciato a Napoli in occasione della Giornata europea della
Cultura ebraica 2013 alla presenza del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano.
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Voci a confronto
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“Quei
ragazzi hanno riscattato l’onore dell’Italia”. Così il presidente della
Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici in occasione della
celebrazione alla Scuola Allievi in memoria dei 2500 carabinieri
deportati nei campi di concentramento il 7 ottobre 1943. Come riporta
il Corriere della Sera, la commemorazione si è svolta in presenza del
presidente UCEI Renzo Gattegna, del rabbino capo di Roma Riccardo Di
Segni e del comandante generale dell’Arma Leonardo Gallitelli. Sempre
sulle pagine del Corriere, l’intervista a Yuli-Yoel Edelstein, speaker
della Knesset. Il portavoce del Parlamento israeliano, in visita in
Italia (dove ha incontrato il ministro degli Esteri Emma Bonino), ha
sottolineato la preoccupazione di Israele di fronte al pericolo che
l’Iran si doti del nucleare. “Una violazione dell’integrità fisica dei
bambini” così il Consiglio d’Europa ha definito la circoncisione in una
risoluzione approvata lo scorso primo ottobre, arrivando a metterla
sullo stesso piano delle mutilazioni genitali femminili. Dura la
risposta del ministero degli Esteri israeliano (Avvenire) che in una
nota ha definito la decisione “una macchia morale sul Consiglio
d’Europa e alimenta l’odio e le tendenze razzistiche in Europa”,
chiedendo inoltre il ritiro della risoluzione. Spazio sui giornali
italiani e internazionali alla notizia della morte di rav Ovadia Yosef,
la figura centrale della rivincita del mondo sefardita in Israele,
scomparso all’età di 93 anni (Avvenire, Corriere, Foglio, Giornale e
Wall Street Journal).
Rimanendo in Israele, Elena Loewenthal sulla Stampa racconta il
significativo risultato portato a casa dal movimento delle Donne del
Muro. “D’ora in poi, infatti, a qualche decina di metri di distanza,
dall’altra parte del «Mughrabi Bridge» – scrive Loewenthal – le donne
potranno pregare come gli uomini, con lo scialle, il copricapo e i
filatteri. E leggere pubblicamente la Torah. Sarà uno spazio religioso
«egualitario» gestito da un comitato ebraico multi
confessionale”.
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Giornata della Cultura Ebraismo in piazza
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Tradizione,
cultura e valori dell’ebraismo. In decine di città italiane questo
inizio di autunno ha visto il mondo ebraico protagonista con la
celebrazione lo scorso 29 settembre della Giornata europea della
cultura ebraica. Da Napoli, città capofila dell’evento, salendo e
scendendo lunga la penisola migliaia di persone hanno avuto l’occasione
di conoscere e scoprire il legame tra ebraismo e natura, tema di
quest’anno dell’iniziativa. Sessantasei le località coinvolte per
questa 14esima edizione che ha visto coincidere l’inaugurazione di un
altro grande evento: il Festival di Milano Jewish and the city.
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iSRAELE
Gerusalemme, una folla immensa
per l'ultimo saluto a rav Yosef
“Un
grande e influente studioso, uno straordinario punto di
riferimento per gli ebrei di tutto il mondo a prescindere dalle singole
correnti e culture di appartenenza. Con la scomparsa di rav Ovadia
Yosef perdiamo un Maestro nel senso più autentico del termine”. Così il
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna
nell'esprimere il cordoglio di tutto l'ebraismo italiano per la
scomparsa del leader spirituale dell'ebraismo sefardita, salutato ieri
da una folla oceanica di 800mila persone, un decimo della popolazione
di Israele.
Numerose le testimonianze di vicinanza e di partecipazione al lutto giunte dal rabbinato italiano.
“Rav Ovadia Yosef ha dato forza anche politica alla rinascita
sefardita. Chiunque si occupi di halakhah oggi – ricorda Riccardo Di
Segni, rabbino capo di Roma – non può fare a meno delle sue opinioni
che si impongono per erudizione e spessore halakhico".
“Nella sua attività – afferma rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano
– ha espresso opinioni halakhiche coraggiose, a volte controcorrente.
Non credo che attualmente ci sia uno studioso di Torah che possa
prescindere da Ovadia Yosef, sefardita o ashkenazita che sia".
Commozione anche nelle parole del presidente dell'Assemblea rabbinica
italiana rav Elia Richetti (“un grande studioso dei nostri tempi”), del
suo presidente emerito rav Giuseppe Laras (“è mancato il grande della
generazione”) e del coordinatore del collegio rabbinico rav Gianfranco
di Segni (“grazie alla sua immensa saggezza ha restituito onore
all'ebraismo sefardita”).
Un ricordo anche dal direttore del dipartimento Educazione e Cultura
UCEI rav Roberto Della Rocca che, nel suo consueto aleftav del martedì,
racconta del suo incontro con rav Yosef in occasione di alcune selichot
svoltesi a Gerusalemme alcuni anni fa.
"Se ne va via un rav la cui visione della vita è stata fondante per lo
Stato di Israele e per tutti gli ebrei del mondo”, commenta l'assessore
al culto UCEI Settimio Pavoncello.
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Vajont
A
qualcuno sarà capitato di percorrere la vecchia strada statale che
dalle Dolomiti bellunesi porta all’autostrada. Si evita il traffico nei
giorni da bollino rosso. A un certo punto, sulla sinistra, si staglia
la diga del Vajont. Rispetto alle immagini televisive è molto più alta
e stretta, e non ci si immagina che dietro quel piccolo spicchio di
cemento potesse essere racchiuso un lago così ampio e profondo.
Tobia Zevi, Associazione
Hans Jonas
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Storie
- Giuseppe Bolgia
Quando
David Bidussa, nel suo acuto saggio Dopo l’ultimo testimone,
s’interrogò su quale sarebbe stato il futuro della Memoria dopo la
scomparsa di chi aveva vissuto in prima persona la Shoah, la
Resistenza, il fascismo, l’occupazione tedesca e la seconda guerra
mondiale, si riferiva certamente anche ai loro figli.
Mario Avagliano
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