David
Sciunnach,
rabbino
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“E sii una benedizione ...” (Bereshìt 12,
2). Solitamente le persone, quando crescono d’importanza e di
ricchezza, tendono a trascurare i propri parenti ed i propri conoscenti
poveri, quasi che non sia più dignitoso - per chi è salito in alto -
prestare attenzione a loro per aiutarli. Naturalmente da ciò deriva che
la persona divenuta importante, attira su di sé l’odio, l’invidia e gli
insulti di queste persone. E’ nel senso di evitare tutto ciò, che Dio
dice ad Avrahàm: “E sii una benedizione!”. Vale a dire: che anche
quando sarai divenuto un grande personaggio, sta attento a non renderti
inviso ai tuoi parenti e ai tuoi conoscenti più umili; ma continua a
essere per loro una vera e propria benedizione, proseguendo nelle tue
azioni meritorie di sostegno, così come hai sempre fatto!
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David
Assael,
ricercatore
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Calcio e razzismo: a domanda sul come uscire
dall’infame situazione degli stadi italiani più vicina alla
ex-Jugoslavia che alla NBA americana, il presidente della Lazio,
l’imprenditore Claudio Lotito, risponde: “Con l’intelligenza di capire
quali sono i veri problemi, con la capacità di applicare le norme
tenendo conto delle situazioni e con il buon senso di non
drammatizzare: in Italia non siamo razzisti, in Italia il razzismo
l’abbiamo solo subito.” Quando si dice la consapevolezza della propria
storia. E aggiungiamo che Lotito è stato candidato PDL alle ultime
elezioni.
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Cultura a porte aperte |
"Non è una Natura senza cuore, non è una
Creazione senza Giustizia, quella che siamo venuti a celebrare qui
oggi. Ci muove l’antico messaggio che gli ebrei si tramandano nei
millenni, secondo il quale tutta la Creazione, e l’essere umano che vi
sta al centro, devono essere scrupolosamente tutelati e rispettati".
Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel
discorso pronunciato a Napoli in occasione della Giornata europea della
Cultura ebraica 2013 alla presenza del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano.
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Voci a confronto
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“Roma ricorda: occupazione e deportazione,
resistenza e liberazione”. Tornano a Roma i viaggi della memoria,
progetto presentato ieri in Campidoglio, che vedrà protagoniste 24
scuole romane. Come riportano il Corriere della Sera e Repubblica, ad
accompagnare i ragazzi, assieme ai testimoni Sami Modiano e Piero
Terracina, sarà il sindaco Marino, il cui padre fu deportato in
Polonia. La presentazione del progetto è anche stata l’occasione per
l’avvio ufficiale della gara d’appalto per la costruzione del Museo
della Shoah di Roma (Corriere). Confermata inoltre, dal presidente
della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici la presenza del
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alle celebrazioni del 16
ottobre. Riguardo al 70esimo anniversario del rastrellamento del ghetto
ebraico della Capitale da parte dei nazifascisti, su l’Osservatore
Romano compare un brano tratto dall’ultimo libro di Anna Foa Portico
d’Ottavia n.13 in cui si ipotizza un intervento diplomatico segreto del
Vaticano per interrompere i rastrellamenti. “Se un patto davvero ci fu
– ricorda però la Foa – implicito o esplicito che fosse, i nazisti non
vi tennero fede che in parte”. Tra i temi caldi di questi giorni,
continua la polemica sugli stadi e le sanzioni dovute a cori razzisti.
Su Repubblica il presidente della Lazio Lotito afferma che “in Italia
non siamo razzisti, il razzismo l’abbiamo solo subito”. Parla di
maleducazione, Lotito, contro cui occorre intervenire con intelligenza
e sottolinea il suo impegno contro la parte dei tifosi più violenta.
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Giornata della Cultura Ebraismo in piazza
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Tradizione, cultura e valori dell’ebraismo.
In decine di città italiane questo inizio di autunno ha visto il mondo
ebraico protagonista con la celebrazione lo scorso 29 settembre della
Giornata europea della cultura ebraica. Da Napoli, città capofila
dell’evento, salendo e scendendo lunga la penisola migliaia di persone
hanno avuto l’occasione di conoscere e scoprire il legame tra ebraismo
e natura, tema di quest’anno dell’iniziativa. Sessantasei le località
coinvolte per questa 14esima edizione che ha visto coincidere
l’inaugurazione di un altro grande evento: il Festival di Milano Jewish
and the city.
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qui
roma
9
ottobre, nel nome di Stefano
“Capire
i fatti storici, comprendere la loro collocazione geografica e
temporale perché niente avviene per caso. Un compito cui non è
possibile sottrarsi relativamente a quanto avvenne il 9 ottobre 1982”.
Lo ha affermato rav Benedetto Carucci Viterbi, preside della scuola
ebraica di Roma, nel salutare gli studenti delle terze e quarte liceo
ritrovatisi oggi in aula magna per commemorare, nel 31esimo
anniversario, l'attentato alla sinagoga che costò la vita al piccolo
Stefano Gay Taché e di cui lo stesso rav Carucci fu vittima
(nell'immagine uno scatto al Portico d'Ottavia poco dopo l'attacco).
Studenti, insegnanti, molti sopravvissuti all'attacco in un'iniziativa
didattica fortemente voluta dalla famiglia Taché. Si commuove Gadiel,
fratello maggiore di Stefano, a lungo sospeso tra la vita e la morte.
Racconta delle sue paure, dei pensieri che lo avvolgono ogni volta che
esce dalla sinagoga, dell'idiosincrasia maturata nei confronti dei
botti di capodanno. Tocca, con dolore, il tema del mancato
riconoscimento ufficiale di Stefano tra le vittime del terrorismo in
Italia.
Prende la parola anche Sandro Di Castro, presidente del Bene Berith,
che fu vittima e testimone del dolore della madre, Daniela, una volta
appresa la notizia della morte di Stefano. Una frase ancora lo tormenta
ed è collocabile nei minuti immediatamente successivi all'attacco: “Per
questo bambino – scandisce in lacrime – non c'è niente da fare”.
E se il rabbino capo rav Riccardo Di Segni parla di “attentato che ha
scosso le coscienze”, il presidente della Comunità ebraica Riccardo
Pacifici il cui padre – Emanuele – riuscì miracolosamente a salvarsi
dopo essere stato dato per morto, si sofferma su come questa tragedia
abbia rappresentato un punto di svolta per tutto l'ebraismo italiano.
“Se prima l'abitudine era quella di camminare rasomuro – afferma
Pacifici – da quel momento abbiamo iniziato a presentarci per quello
che siamo senza paura di esporre le nostre specificità e diversità”.
L'evento odierno arriva a conclusione di un percorso pedagogico che ha
visto protagonisti i ragazzi della quarta liceo con l'ausilio, tra gli
altri, dell'assessore alla scuola Ruth Dureghello e della docente
universitaria Serena Di Nepi. In rassegna, con filmati e diapositive,
il clima d'odio e di rancore anti-israeliano che fu propagato
attraverso i media nei mesi che precedettero l'attacco e le reazioni
della stampa all'agguato mortale con errori e distorsioni di
significato non infrequenti. A gettare nuova luce su questa vicenda, è
stato ricordato, il libro di recente pubblicazione “Roma, 9 ottobre
1982” (ed. Viella) a cura degli storici Arturo Marzano e Guri Schwarz.
Adam Smulevich
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nobel
Arieh
Warshel per la Chimica
Israele
oggi conquista l’undicesimo premio Nobel nella sua storia di 65 anni. È
stato assegnato infatti questa mattina a Oslo quello per la Chimica
all’israeliano Arieh Warshel, adesso professore dichimica e
biochimica alla University of Southern California, all’austriaco
Martin Karplus (Università di Strasburgo) e al sudafricano Michael
Levitt (Stanford). I tre scienziati hanno vinto il premio per i loro
studi “sullo sviluppo di modelli multiscala per i sistemi chimici
complessi”.
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memoria
Yad
Vashem onora Gino Bartali accogliendo il figlio Andrea
Per
la grande cerimonia ufficiale che si svolgerà a Firenze, nella Firenze
in cui nacque e fu protagonista di memorabili imprese non solo
sportive, si dovrà attendere ancora qualche settimana. In attesa di
quel solenne momento lo Yad Vashem, che lo ha da poco proclamato Giusto
tra le Nazioni, accoglie per la prima volta nelle sue strutture il
figlio Andrea, tra i principali custodi della memoria del padre e
ospite in queste ore dell'organizzazione della Gran Fondo Giro d'Italia
in programma nel fine settimana a Gerusalemme.
L'appuntamento a Yad Vashem è per domani mattina alle 11.30.
Nell'occasione saranno ripercorsi i vari passaggi che hanno portato al
riconoscimento e sarà data voce, tra gli altri, proprio ad Andrea
Bartali. Ad accompagnarlo Giulia Donati Baquis, una delle testimoni
raggiunte da Pagine Ebraiche, l'ambasciatore italiano in Israele
Francesco Maria Talò, l'organizzatore della Gran Fondo Matteo Gerevini
e l'amministratrice della Fondazione Gino Bartali onlus Laura Morini.
“Sono molto emozionato, è la prima volta che visito Israele e lo Yad
Vashem. Un'occasione davvero speciale”, racconta Andrea.
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qui
milano
Il
grande disegno dimenticato
Aule,
corridoi, uffici, depositi. Nei decenni gli spazi del complesso
scolastico della Comunità ebraica di Milano, inaugurato nel 1962, sono
stati assegnati, riassegnati e modificati. Oggi il Consiglio
comunitario discute una riorganizzazione generale dell’edificio, per
accogliere il trasferimento dell’Ufficio rabbinico e l’ampliamento
dello spaccio di carne e prodotti kasher a prezzi calmierati, che
riscuote sempre maggiore successo tra gli iscritti, è rimasta nascosta
un’opera che rappresenta un pezzo di storia, della scuola e della
Comunità. Si tratta di metri e metri quadrati di pannelli di legno
dipinti che insieme formano un grande murales realizzato dagli alunni
della scuola cinquant’anni fa, nel periodo del trasferimento dal
vecchio istituto di via Eupili al nuovo in zona Bande Nere.
(Nelle immagini, il
murales dipinto da alcuni allievi della Scuola della Comunità ebraica
all’inizio degli anni ‘60: nella foto a sinistra una dei giovani
artisti, Sabina Schkolnik Saad, nella foto a destra il murales oggi)
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Rav
Ovadia
Piango
con il resto del popolo d’Israele, la scomparsa del Rabbino Capo
haRishon leZion Rav Ovadia Yosef z.tz.l. L’intelligenza acuta, la
straordinaria memoria, il grande cuore, hanno fatto del maestro Ovadia
Yoseph il rabbino unico di tutto il popolo, ha scritto Rav Lau oggi
sulla stampa israeliana.
Yoseph Levi, rabbino capo
di Frenze
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Ticketless
- Diversamente laici
Mentre
rileggevo, sull’ultima “Rassegna Mensile di Israel”, alcuni corsivi di
Guido Fubini, firmati con lo pseudonimo di Tewie il Lattaio, impazzava
sui quotidiani la notizia degli scambi epistolari fra Papi. Papi veri e
Papi laici. Prima Eugenio Scalfari e Papa Francesco, poi Papa Ratzinger
e Piergiorgio Odifreddi. Poi arriva la notizia di un’intervista di
Scalfari a Papa Francesco uscita su “Repubblica”.
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Le parole del papa
Non
vorrei correre il rischio di esagerare – avendo già rivolto al
Pontefice diversi pubblici elogi -, e di abbandonare una prudenza che
una bimillenaria storia di dolore dovrebbe imporre; ma ritengo che
l’intervista concessa da Bergoglio a Scalfari, su la Repubblica dello
scorso 1° ottobre, contenga degli elementi di grande novità, di
una portata che può decisamente essere definita ‘storica’.
Francesco Lucrezi, storico
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