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14 ottobre 2013 - 10 Cheshwan 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova
"E questi sono coloro che non avranno parte del mondo futuro ma saranno recisi, perduti e giudicati per la grandezza della loro malvagità e delle loro colpe per tutta l'eternità: …chi incute paura alla collettività senza ragione e chi versa sangue innocente…" (Rabbì Moshe ben Maimon - Rambam: Hilkhot Teshuvà 3:6).
 
Anna
Foa,
storica
“A egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti, o Pindemonte; e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta”, scriveva nei Sepolcri Ugo Foscolo. Ed è proprio per questo che è giusto negare alla salma di Priebke la sepoltura in questa città. Perché, lungi dall’essere forte, ha assassinato e fatto assassinare tanti uomini di questa città. Perché ha continuato fin oltre la morte a presentare la sua opera come giusta. Perché non deve essere un modello per nessuno degli abitanti di questa città. Perché la sepoltura nella città da lui ferita a morte settant’anni fa sarebbe un “pubblico scandalo”, e in quanto tale la Chiesa, con un gesto straordinariamente importante, gli ha vietato la sepoltura religiosa. Che il corpo di Priebke debba essere sepolto, è ovvio. Ma non qui, non in mezzo ai figli e nipoti delle sue vittime, non fra il clamore dei suoi ammiratori. In silenzio, senza chiasso e senza pubblicità, con il riserbo che dovrebbe circondare la morte di un criminale come lui. A cui fin troppo abbiamo consentito finchè era in vita di parlare, rilasciare interviste, muoversi nella città.
 
Priebke: Roma rifiuta
ogni offesa alla Memoria
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha espresso il proprio apprezzamento per la sensibilità che stanno dimostrando le autorità competenti – il sindaco di Roma Ignazio Marino, il questore Fulvio della Rocca, il prefetto Giuseppe Pecoraro e il Vicariato – per risparmiare alla città l’affronto di assistere a celebrazioni in onore di quell’Erich Priebke che dei romani è stato torturatore a Via Tasso e assassino alle Fosse Ardeatine. “Qualsiasi manifestazione di omaggio, civile o religioso, sarebbe un intollerabile affronto alla memoria di coloro che caddero nella lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo”.
 
Voci a confronto
“Per la prima volta si vedranno le foto di oltre trecento dei 1.022 deportati. Ma soprattutto le facce di chi andò a prenderli”. Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera presenta la mostra “La razzia degli ebrei di Roma”, che sarà inaugurata mercoledì prossimo al Vittoriano in occasione del settantesimo anniversario del rastrellamento degli ebrei romani da parte dei nazifascisti (16 ottobre 1943). “Immagini mai viste, un inedito assoluto – spiega Marcello Pezzetti, curatore della mostra e direttore scientifico della Fondazione del Museo della Shoah – ma io mi sento male a guardarle”.
In primo piano sui giornali di oggi, la questione legata ai funerali del criminale nazista Erich Priebke. “Anche il più malvagio ha diritto alla sepoltura” afferma rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, in un’intervista al Tempo che poi, alla domanda sulla decisione del Comune di non accordare la sepoltura di Priebke, sottolinea “lei mi chiama come rappresentante della comunità ebraica ma il lutto che ha colpito Roma per l’eccidio delle Fosse Ardeatine riguarda tutta la città, offe-sa dalla barbarie nazista. Il mondo della politica finalmente risponde adeguatamente, con una presa di posizione netta”. “Teniamo viva la memoria, non coltiviamo vendette”, sottolinea Liliana Segre, testimone della Shoah e sopravvissuta ad Auschwitz, sul Corriere della Sera commentando la morte del gerarca nazista. Diversi quotidiani nazionali raccolgono poi la reazione dei parenti delle vittime e di alcuni esponenti del mondo ebraico in merito ai funerali di Priebke (tra gli altri Corriere , Messaggero) mentre secondo il direttore del Centro Wiesenthal Efraim Wiesenthal – intervistato su La Stampa da Maurizio Molinari – spetterebbe alla Germania riprendersi la salma.
Sul Corriere l’ambasciatore Sergio Romano risponde alla lettera di Franco Cohen che rileva il silenzio caduto in questi anni sulla cacciate di migliaia di ebrei – a metà dello scorso secolo – da diversi paesi arabi.
“Ma quel rabbino era un cattivo maestro”, duro intervento di Abraham B. Yehoshua su La Stampa in merito alla figura d rav Ovadia Yosef, scomparso pochi giorni fa.
 
Giornata della Cultura Ebraismo in piazza
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha espresso il proprio apprezzamento per la sensibilità che stanno dimostrando le autorità competenti – il sindaco di Roma Ignazio Marino, il questore Fulvio della Rocca, il prefetto Giuseppe Pecoraro e il Vicariato – per risparmiare alla città l’affronto di assistere a celebrazioni in onore di quell’Erich Priebke che dei romani è stato torturatore a Via Tasso e assassino alle Fosse Ardeatine. “Qualsiasi manifestazione di omaggio, civile o religioso, sarebbe un intollerabile affronto alla memoria di coloro che caddero nella lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo”.
 
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  davar
memoria
Priebke: Roma resta unita
"Niente offese alla Memoria"

Tensione, attesa e stretta vigilanza a Roma all’indomani del decesso del criminale nazista Erich Priebke, mentre tutte le autorità civili e religiose oppongono un fermo diniego a ogni forma pubblica di celebrazione funebre per l’ex capitano delle SS che compilò le liste delle vittime della strage delle Fosse Ardeatine.
I leader delle istituzioni ebraiche, le autorità della Capitale, e italiane, i vertici della Chiesa cattolica, hanno parlato con voce chiara esprimendo l’idea che Roma non tollererà alcuna forma di cerimonia pubblica e nessun luogo di culto potrà lasciare spazio a quelle frange di nostalgici che sperano di tramutare la necessità di dare sepoltura al criminale in un’occasione di propaganda.
Il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna prosegue i costanti contatti con le autorità e aveva già sabato sera lanciato un chiaro messaggio, esprimendo “apprezzamento per la sensibilità che stanno dimostrando le autorità competenti – il sindaco di Roma Ignazio Marino, il questore Fulvio della Rocca, il prefetto Giuseppe Pecoraro e il Vicariato – per risparmiare alla città l’affronto di assistere a celebrazioni in onore di quell’Erich Priebke che dei romani è stato torturatore a Via Tasso e assassino alle Fosse Ardeatine”. Parole chiare che segnano per gli ebrei italiani un confine invalicabile. “Qualsiasi manifestazione di omaggio, civile o religioso – prosegue Gattegna – sarebbe un intollerabile affronto alla memoria di coloro che caddero nella lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo”.
Il concreto rischio che le esequie di Priebke si trasformino in una adunata nostalgica, è evocato anche dal presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, che aggiunge “un’eventuale tomba nella città teatro della tragedia delle Fosse Ardeatine sarebbe come uccidere una seconda volta quelle persone”, unendosi all’appello perché il capitano nazista venga sepolto in Germania, ipotesi approfondita oggi sul Corriere della Sera, ma anche in un’intervista al direttore del Centro Wiesenthal Efraim Zuroff, firmata da Maurizio Molinari per La Stampa “La cosa migliore è consegnare le spoglie alla Germania, affinché vengano cremate, per due motivi. Primo: Priebke era originario di una località prussiana. Secondo: la Germania ha le leggi più idonee per evitare che il funerale o la sepoltura di un ex nazista si trasformi in uno show di neonazisti”.
Alla vicenda è attribuito ancora molto spazio sui giornali di oggi.
Sconcerto e indignazione continua a suscitare la provocatoria prima pagina del quotidiano romano Il Tempo, che nell’edizione domenicale ha presentato a tutta pagina un’immagine del criminale in divisa da SS titolando: “Basta con l’odio, un funerale anche a Priebke”. La stessa rotta provocatoria è mantenuta ancora oggi, proponendo con grande evidenza il titolo “La danza macabra intorno a Priebke”. “Funerali. Chiese negate e giallo sulla sepoltura. L’avvocato: esequie in strada. Il rabbino: la terra non si nega a nessuno. Cervi: più feroce lui o un terrorista?” il sottotitolo dell’apertura. Il giornale della destra romana ha comunque rivolto alcune domande al rabbino capo della Capitale Riccardo Di Segni. “La sepoltura – afferma il rav – non si nega a nessuno, anche al più malvagio. Nella nostra tradizione, però, può essere onorevole o disonorevole. Quest’ultima forma non è prevista da nessun regolamento comunale. La questione è politica e amministrativa e, mi perdonerà, non entro nel merito”. “Anche una funzione in forma privata sarebbe un oltraggio alla città?” chiede ancora il giornalista. “L’offesa ci sarebbe – è la risposta – se venissero permesse manifestazioni filonaziste. Quella sarebbe una violenza intollerabile per la città. Un’eventualità che va assolutamente evitata”. Il rav Di Segni tiene anche a precisare “Lei mi chiama come rappresentante della comunità ebraica, ma il lutto che ha colpito Roma per l’eccidio delle Fosse Ardeatine riguarda tutta la città, offesa dalla barbarie nazista. Il mondo della politica finalmente risponde adeguatamente, con una presa di posizione netta”.
Provocazione tentata anche da altri giornali di destra (“Il balletto indecente sul cadavere di Priebke” titolava Libero, “Priebke scaricato da tutti. Anche la Chiesa gli dice no” la scelta del Giornale).
“Portare la Shoah nelle scuole, così si protegge la Memoria” è invece il messaggio che lancia Liliana Segre, 83 anni, deportata ad Auschwitz quando ne aveva soltanto 13 dal Binario 21 della Stazione centrale di Milano, che oggi è diventato il Memoriale della Shoah. Lo fa in un’intervista sulla prima pagina del Corriere della Sera, in cui il giornalista Paolo Conti le chiede la sua riflessione di fronte alle parole dal famoso cacciatore di nazisti Serge Klarsfeld, che ieri sullo stesso quotidiano di via Solferino, aveva spiegato “Dobbiamo essere in grado di fermarci, di non accanirci. I grandi colpevoli non ci sono più. Resta qualche pesce piccolo, e il problema con loro è accertarsi che abbiamo davvero commesso crimini contro l’umanità… la prospettiva di condannare un innocente mi spaventa tanto quanto quella di lasciare indisturbato un massacratore”. “Non si può parlare di chiusura di un’epoca, né mai si potrà farlo per ciò di cui stiamo parlando. Adesso è essenziale non dimenticare, preservare la memoria. Questo è il vero impegno – il monito di Liliana – Raccontare bene alle nuove generazioni cosa hanno fatto certi personaggi che sono arrivati a cent’anni d’età bevendo birra la sera e facendo belle gite, del tutto indisturbati, dopo aver ucciso gente innocente. Io ho molto ammirato Simon Wiesenthal per il suo lavoro. Così come ho ammirato lo stesso Klarsfeld. Quindi capisco il suo pensiero. Adesso bisogna aiutare a non far dimenticare chi è stato sterminato, e in che modo, semplicemente per la colpa di essere nato”.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
 
dialogo
Israele, il papa conferma la visita
L’invito a visitare Israele, come già i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI era arrivato già lo scorso aprile a poca distanza dalla sua elezione. A formularlo, durante un incontro con Jorge Bergoglio nel corso di una visita ufficiale a Roma, lo stesso presidente Shimon Peres. Oggi la volontà del papa di accettare quell’invito e di recarsi nello Stato ebraico, già espressa in più occasioni, come sul volo di ritorno dal Brasile dove si era recato per la Giornata mondiale della gioventù, assume contorni più concreti. Secondo il canale televisivo israeliano Channel 2 infatti, Francesco avrebbe fissato il suo viaggio per il prossimo marzo. Ad accompagnarlo sarà anche il rabbino conservative Abraham Skorka, amico personale di Jorge Bergoglio e autore con lui del libro “Il cielo e la terra", pubblicato in Italia da Mondadori.

memoria
Nel nome di Shlomo Venezia
“Portati via”. Questo il titolo dello speciale che il Tg1 Storia ha voluto dedicare all’imminente anniversario del rastrellamento nazista del 16 ottobre 1943 a Roma. L’occasione per toccare con mano la pagina più nera del Novecento romano e per approfondire, assieme ad alcuni sopravvissuti alla Shoah, il dramma della persecuzione, le dinamiche della salvezza, il coraggio della testimonianza alle nuove generazioni. Un lungo e denso omaggio alla figura di Shlomo Venezia, a un anno dalla scomparsa, che prende vita attraverso il ricordo dei suoi cari: la moglie Marika, i figli Alberto, Alessandro e Mario. Sul portale dell’ebraismo italiano la possibilità di visualizzare integralmente lo speciale curato dal giornalista Roberto Olla.
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qui firenze
 Le vetrate tornano a Brooklyn  
Hanno rischiato di scomparire, sparire per sempre dalla circolazione. Un destino evitato grazie alle amorevoli cure degli artigiani dell’Antica Ditta Pelloni e all’Opera del Tempio Ebraico di Firenze che ne ha patrocinato i lavori di restauro. Ultima vestigia di un Beth haKnesset di Brooklyn demolito negli anni Sessanta, due suggestive vetrate sinagogali – acquistate e donate dall’antiquario Giovanni Turchi – prendono adesso la strada dell’associazione ebraica statunitense Aipac, da anni impegnata a difesa delle ragioni di Israele.
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israele
Italkim, stagione di nuove sfide 
Celebrare Verdi a Gerusalemme, portarvi la sua musica, e riflettere anche sui rapporti tra l’opera del compositore di cui si festeggia quest’anno il bicentenario dalla nascita e il mondo ebraico attorno a lui. Non si è ferma per il rinnovo dei suoi vertici il lavoro della Hevrat Yehudei Italia, l’associazione che rappresenta la comunità italiana d’Israele, che nei prossimi giorni, in collaborazione con l’Ambasciata, l’Istituto di Cultura e la Società Dante Alighieri di Gerusalemme, organizza al Museo d’Arte Italiana U. Nahon una serie di iniziative dedicate alla ricorrenza.
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un premio per alessandro viterbo
Un grande cuore per i più deboli
Un premio ad Alessandro Viterbo per il suo impegno nell’associazione Tsad Kadima, che opera per l'integrazione dei bambini e ragazzi cerebrolesi, verrà consegnato mercoledì 16 ottobre alle 17 dalla Fondazione internazionale Don Luigi Di Liegro alla Pontificia Università Gregoriana in Piazza della Pilotta in occasione della V edizione del Premio Internazionale della Fondazione per il Giornalismo e la Ricerca Sociale.
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qui roma
Alla scoperta del Giardino
“E’ un film che ha fatto conoscere al mondo la realtà ebraica italiana del Novecento. Parliamo di una pellicola che ha vinto l’Oscar, dal respiro internazionale e dal indiscusso valore storico”. Da qui, spiega Ariela Piattelli, la scelta di dedicare al Giardino dei Finzi-Contini di Vittorio De Sica (tratto dall’omonimo e celebre libro di Giorgio Bassani) la prima mostra di una rassegna sul cinema, inaugurata ieri al Museo ebraico di Roma.
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adei-wizo
Dire no alla violenza sulle donne 
Una risata per dire no alla violenza contro le donne e sostenere i progetti che la combattono. Nel periodo in cui più di ogni altro in Italia è venuta alla luce la piaga del femminicidio e degli abusi domestici, l’Adei-Wizo (Associazione donne ebree d’Italia, ramo della Women’s International Zionist Organization) sceglie di dedicare proprio a questo dramma sociale il tradizionale appuntamento con l’Adeissima, stasera al Teatro Manzoni di Milano, Zelig per l’Adei.
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pilpul
Oltremare - Autunno
D'autunno qui a Tel Aviv non cadono le foglie. Davvero, non cadono, e in effetti non ci sono ippocastani e castagne matte, né alberi che prendono tutti i colori dal giallo al rosso e ritorno. Anche a questo ci si abitua, soprattutto se l'altro lato della medaglia è che si va in spiaggia fino a fine ottobre, a volte oltre.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Tea for two - Diari
“Ciao Hashem, ho una domanda da farti: anche se mi piace l’albero di Natale posso essere ebrea lo stesso? Lo so che Lo sai che so già la risposta”. Era il 15 dicembre 1999 ed iniziavo il mio primo diario segreto con una bella crisi mistica. Prima di ogni grande cambiamento, prima di ogni viaggio, prima di ogni separazione, recupero i miei numerosissimi diari segreti per appurare la mia eventuale evoluzione.

Rachel Silvera, studentessa
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