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6 novembre 2013 - 3 Kislev 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

David
Sciunnach,
rabbino
“Ecco, una scala era poggiata a terra mentre la sua cima giungeva al cielo…” (Bereshìt 28, 13) I Maestri commentano questi versi paragonando la scala sognata da Yakòv all’uomo: se un uomo si sente piccolo ed umile, quindi “posato in terra”, allora “la sua cima giungerà in cielo” egli sarà veramente grande agli occhi del cielo. Così come è scritto nello Zohar: “colui che è piccolo è un grande” ed egli meriterà ciò che è scritto nel verso seguente: “Ed ecco che il Signore è sopra lui”  cioè che la Shechinà - la presenza di Dio, si poserà su di lui.
 
David
Assael,
ricercatore
In un editoriale di lunedì scorso, Angelo Panebianco, tra i più noti politologi italiani, adotta la solita tecnica del capro espiatorio, addossando alle élites politiche la colpa dell’ascesa di movimenti xenofobi ed euroscettici che si stanno presentando in tutta Europa, capitanati, vista l’importanza del Paese, dal FN di Marine Le Pen. Perché, dice Panebianco, “Gli elettori in democrazia non hanno mai torto”; anche nella Germania del ’33? Chiedo io. A me pare che non si voglia vedere la profondità della crisi che stiamo vivendo, che più che economica è morale e di coscienza pubblica. Negli ultimi vent’anni si è assistito ad una riduzione della politica a campagna elettorale permanente (In Italia, poi…), non capivano gli elettori europei che certe promesse erano una bieca ed esplicita presa per i fondelli? Chi può credere, nel 2000, a slogan come, “Meno tasse per tutti”? Eppure, così è stato. Se le classi dirigenti hanno responsabilità, bisogna ricordarsi che sono state elette dai popoli. E, allora, il problema non è nel vertice, ma nella base.
 

Cultura e istruzione
per difendere la Memoria
“L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha più volte ribadito che la Memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore privilegiando le armi della cultura e dell'istruzione, impegni perenni e prioritari che nessuno potrà mai porre in secondo piano anche perché le leggi stesse devono sempre trovare una solida base nella coscienza collettiva”. Lo scrive il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in un editoriale che apparso sul quotidiano La Stampa. Per questo Gattegna annuncia l'intenzione di coinvolgere le strutture dell'UCEI “nel rivolgere un pressante appello e invitare a un confronto e a una collaborazione diverse categorie che in un modo o nell'altro si trovano in prima linea nella diffusione di cultura e di informazione nella nostra società”. Educatori, docenti, intellettuali, giornalisti. Ma anche coloro, come i bibliotecari e gli addetti alla vendita di libri e di giornali, “che a contatto con la popolazione svolgono attività di diffusione e che inconsapevolmente si trovano spesso a essere strumento di chi pubblica appelli all'odio e all'ignoranza”. L'intervento del presidente UCEI arriva a seguito dell'articolo in cui il quotidiano torinese annunciava, in esclusiva, il ritiro del disegno di legge sul negazionismo e la sua trasformazione in aggravante di reati già esistenti.
 
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Voci a confronto
“Non mi pare una grande perdita, credo che nessuno piangerà dopo queste parole incoscienti e pericolose”. Così sul Corriere della Sera il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi sulla polemica scatenata da Moni Ovadia attraverso le pagine del Fatto Quotidiano, dichiarando di voler lasciare la comunità milanese diventata, a suo dire, “ufficio di propaganda” del governo israeliano. “L’intervista è piena di falsità, suona come una ripicca per il mancato ingaggio al festival (Jewish and the City). Noi rappresentiamo l’ebraismo milanese e non siamo l’agenzia di nessuno”, aveva dichiarato ieri al Portale dell’ebraismo italiano moked.it il consigliere comunitario Daniele Nahum, ripreso oggi dal Corriere. Tra le riflessioni riportate dal quotidiano di via Solferino, quella del direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale, “Non mi pare che nel mondo ebraico italiano manchi il confronto, quelli che se ne vanno sbattendo la porta hanno sempre torto. E non abbiamo bisogno di un nuovo Grillo, anche se più colto”.
A Roma, il sindaco Ignazio Marino ha visitato ieri la Comunità ebraica della Capitale (Corriere della Sera, Messaggero, Repubblica). Ad accoglierlo il rabbino capo rav Riccardo Di Segni e il presidente Riccardo Pacifici. Tra i temi trattati la difficoltà di rapporti con la realtà islamica cittadina e l’assenza di dialogo. Durante l’incontro il rav ha sollevato alcune problematiche, sottolineando con preoccupazione come “a Roma sono presenti delle persone con forte identità religiosa non cattolica che non dialogano con la città e bisogna evitare che avvenga il fenomeno francese, con sacche di territorio occupate e chiuse alla convivenza sociale”. “Abbiamo chiesto al sindaco Marino – annuncia il presidente Pacifici – la chiusura delle moschee a Roma che non sono case di vetro e che non si sa da chi siano finanziate, dove magari si predica contro i cristiani “crociati” e noi “infedeli”.
 
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci
Il dossier raccolto dalla redazione circa il denso dibattito a proposito dei provvedimenti antinegazionismo che vede protagonisti storici, intellettuali e giuristi.
 
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  davar
LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE UCEI
"Frasi Berlusconi offendono

l'Italia libera e la Memoria"
“L'Italia repubblicana è un paese democratico. La Germania nazista era una spietata dittatura governata da criminali che teorizzavano e commettevano i più gravi delitti contro l'umanità. Contro gli ebrei i nazisti si accanirono con spietata crudeltà tanto che, alla fine di quel tragico periodo, gli ebrei dovettero contare oltre sei milioni di morti.
La vita degli ebrei d'Europa sotto il nazismo fu segnata da un vortice nero di violenza, persecuzione, morte. Una catastrofe che non è soltanto del popolo ebraico ma dell'umanità intera. Ogni paragone con le vicende della famiglia Berlusconi è quindi non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa”.
Così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nel commentare l'anticipazione diffusa oggi del libro “Sale, zucchero e caffè” in uscita venerdì 8 novembre in cui Silvio Berlusconi, rispondendo a Bruno Vespa, racconta che i suoi figli dicono di sentirsi “come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler”.
Numerose le reazioni di incredulità e sdegno. "Rimango basito. E' un paragone alquanto fuori luogo. Il clima che si viveva in Germania sotto il nazismo era un clima di persecuzione di stampo razzista in cui l'unica soluzione era uscire come cenere dai camini di Auschwitz", afferma il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. "Siamo profondamente offesi dalla superficialità e dalla mancanza di rispetto che trapelano dalle parole di Berlusconi", scrive in una nota il presidente dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia Alessandra Ortona.  "E' una dichiarazione assurda. Sostenere una cosa del genere è anche antistorico",  commenta il direttore scientifico della Fondazione Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti. Durissimo Emanuele Fiano, parlamentare Pd: "Un insulto alla storia, a sei milioni di ebrei uccisi e a quanti, ogni giorno, tentano di impedire che la storia venga dimenticata o utilizzata in maniera strumentale, come oggi ha fatto Berlusconi che deve solo chiedere scusa".
ISRAELE
Assoluzione per Lieberman
Il Tribunale di Gerusalemme ha assolto Avigdor Lieberman dalle accuse di aver sfruttato la propria posizione per ottenere dall'ambasciatore israeliano in Bielorussia documenti sull'inchiesta a suo carico per presunto riciclaggio di denaro.
Il leader di Yisrael Beytenu, formazione di destra che alla Knesset forma un unico gruppo di trentuno deputati con il Likud del premier Netanyahu potrà ora tornare a ricoprire l'incarico di ministro degli Esteri. Al momento della formazione del nuovo governo la scorsa primavera la delega era stata trattenuta dallo stesso Netanyahu in attesa della sentenza sull'alleato che avrebbe potuto allontanarlo per molti anni dalla vita politica. Il leader di origine moldava aveva già servito come ministro degli Esteri nella scorsa amministrazione fino a quando era stato costretto a dimettersi per l'inchiesta a suo carico. Il suo ritorno sulla scena politica a pieno regime è considerato dagli analisti uno snodo fondamentale per gli equilibri dell'attuale coalizione di governo.

QUI LONDRA
Ye'ud, la sfida della formazione
Prosegue la sfida formativa del corso per giovani leader comunitari Ye'ud. Dopo vari incontri in Italia, tre giorni in trasferta a Londra segnati da importanti appuntamenti internazionali.
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QUI ROMA
Viaggio nell'ebraismo sefardita
Segni disseminati in tutta Europa, un’orma più o meno visibile di una realtà frantumatasi nel 1492. Data che, nella memoria ebraica, riporta alla dolorosa espulsione degli ebrei dalla Spagna e il loro esodo verso altri lidi, tra cui il vicino Portogallo, l’Italia, l’impero Ottomano. Da allora l’ebraismo sefardita si è diffuso in tutta Europa, portando con sé i propri riti, canzoni, costumi. Un impronta rimasta impressa nei secoli e arrivata nel presente attraverso diverse vicende e influenze. Occasione per approfondire le peculiarità della cultura sefardita, da Sfarad (Spagna in ebraico) è stato l’incontro organizzato dal Centro di cultura ebraica di Roma e dall’Istituto Cervantes. A discutere del tema il rabbino capo di Napoli Scialom Bahbout, la cantante Evelina Meghnagi, il direttore della Rassegna Mensile di Israel Giacomo Saban e la storica Myriam Silvera. Ad introdurre la serata Miriam Haniun, direttrice del Centro Ebraico.
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QUI ROMA
I destini di una famiglia europea
"Conoscevamo le storie contenute in questo libro, conoscevamo quegli orrori eppure leggerlo mi ha procurato comunque tanta angoscia. La stessa angoscia che spinse tanti di noi che si erano salvati, nel caso della mia famiglia abbastanza tranquillamente fuggendo in Argentina, ad andare a combattere in Israele nel 1948, con la terribile paura che qualcosa di simile potesse accedere anche lì". Così il giornalista Arrigo Levi alla presentazione di "Nel caso non ci rivedessimo" (Archinto) al Centro bibliografico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La serata, che ha visto la partecipazione anche dell’autore, il giurista e consigliere UCEI Giorgio Sacerdoti, e dello storico Lutz Klinkhammer, è stata introdotta da Gisele Levy. Sul numero di Pagine Ebraiche di novembre attualmente in distribuzione la recensione della storica Anna Foa.
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QUI FIRENZE
In marcia per la Memoria
A settant’anni dalle deportazioni degli ebrei da Firenze e Siena, tre appuntamenti per non dimenticare. Questo pomeriggio, con partenza alle 18 da Piazza del Duomo, una marcia per la Memoria organizzata dalla Comunità ebraica di Firenze insieme alla Comunità di Sant’Egidio. Con l’arrivo in via Farini sarà deposta una corona davanti alla lapide che comemora i deportati. Venerdì 8 novembre alle 10.30, al binario 16 della Stazione Santa Maria Novella, sarà invece inaugurato un monumento in ricordo delle vittime realizzato da Nicola Rossini, studente dell’Accademia delle Belle Arti. Domenica, con inizio alle 10.30, solenne commemorazione in sinagoga. In apertura i saluti del presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli e la lettura di un salmo da parte del rabbino capo rav Joseph Levi. Seguiranno una ricostruzione storica di Marta Baiardi, ricordi e testimonianze dei sopravvissuti e un kaddish recitato davanti alla lapide da parte del rabbino di Siena rav Crescenzo Piattelli.
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QUI ROMA
Un ricordo di rav Yosef
Una serata per ricordare la figura di rav Ovadia Yosef, punto di riferimento spirituale dell’ebraismo sefardita d’Israele. A partecipare all’evento, al Tempio di via Balbo a Roma, il rabbino capo della Capitale Riccardo Di Segni, rav Moshe Hacmun, di rav Amitai Sermoneta e di Gavriel Levi, in un incontro introdotto dal maskil e chazan Pino Arbib.
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iSRAELE
La fretta del premio Nobel
Potrei dirvi che l’apice della giornata passata al Technion di Haifa è stato il sorriso che mi ha rivolto il direttore delle relazioni pubbliche Danny Shapiro quando ha scoperto che siamo tutti e due cresciuti all’Hashomer Hatzair, lui a New York e io a Milano. Oppure il momento in cui ho conosciuto di persona il giovanissimo biologo molecolare Idan Yanai che ha scoperto un sistema di sequenziamento dei geni che sta cambiando il modo con cui guardiamo dentro le nostre cellule. Ma capisco che si tratta di gioie per iniziati.
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QUI TORINO 
Lo sport sotto il nazismo
Sotto il nazifascismo, ogni aspetto della vita collettiva fu stravolto. E lo sport fu utilizzato spesso come arma propagandistica, come momento di condivisione. Nel silenzio di molti anche in quello sportivo, ci furono, come in altri ambiti, espressioni di coraggio e resistenza. Altri come gli allenatori dell’Inter Arpad Weisz e del Torino Ernest Erbstein, subirono le persecuzioni e la deportazione nei campi di concentramento. A loro e altre figure è dedicata la mostra Lo sport europeo sotto il nazismo. Dai Giochi olimpici di Berlino ai Giochi olimpici di Londra (1936-1948), realizzata dal Mémorial de la Shoah di Parigi e inaugurata questa mattina al Museo Diffuso. L'iniziativa ha il patrocinio della Comunità ebraica torinese.
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QUI ROMA 
Il viaggio più lungo di Sami
L’affascinante e complessa storia di Birobidzhan, enclave ebraica nella Russia estrema; le memorie della Comunità ebraica di Rodi nel racconto dei suoi ultimi testimoni. Due appuntamenti ricchi di suggestione nella quarta giornata di proiezioni del Pitigliani Kolno’a Festival con la presentazione al pubblico accorso alla Casa del Cinema di due opere – “Birobidzhan. La musica dell’anima” (Svizzera) e “Il viaggio più lungo. Gli ebrei di Rodi” (Italia) – capaci di attrarre consenso ed emozioni in platea.

 

QUI ROMA
Libia, sogno infranto
“Non andate, non adesso”. Volendo riassumere in una frase una serata indimenticabile si potrebbe prendere in prestito l’ammonimento che Raffaele Luzon ha voluto rivolgere agli ebrei di Libia sparsi ai quattro angoli del mondo dopo l’espulsione forzata del ’67. Ebreo bengasino, romano d’adozione, Luzon è protagonista di un documentario della televisione israeliana (Game Over) che documenta, con immagini eccezionali, il “ritorno a casa” di uno dei tanti figli della diaspora libica.
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QUI TRIESTE, QUI VERONA
Il canto di Miriam
Un viaggio onirico attraverso letture e commenti, note ritmate e racconti che partono dal grande bacino del Mediterraneo per arrivare all’Europa orientale. Un dialogo con vari stili e tante lingue: ebraico, aramaico, arabo, yiddish, italiano, ladino, bajitto. Protagonista Miriam Meghnagi, interprete di canto e musiche ebraiche nota a livello internazionale.
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pilpul
Ticketless - Coincidenze
Coincidenze di treni, coincidenze di libri. In queste settimane ho avuto modo di leggere due libri legati fra loro per diverse ragioni. Sono scritti da due donne che dovrebbero avere circa la stessa età: entrambe hanno avuto o hanno il teatro al centro della propria esperienza professionale; non basta: i due libri hanno come sfondo cronologico la seconda guerra mondiale. Sono ambientati l’uno a Spalato, l’altro a Marsiglia: luoghi in cui gli italiani o come forza d’occupazione militare o come fuorusciti hanno ricoperto un ruolo centrale nel salvataggio di ebrei. Dalla Dalmazia si passa senza soluzione di continuità alla Marsiglia che è stato ultimo corridoio per la libertà di tanti profughi.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Querele
La vicenda della condanna di Peppino Caldarola a seguito della querela sporta contro di loro dal vignettista Vauro, per aver osato criticare il contenuto di una sua vignetta su Fiamma Nirenstein, ha, francamente, dell’incredibile, qualcosa degna di un teatro dell’assurdo.

Francesco Lucrezi, storico
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