David
Sciunnach,
rabbino
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“Ecco,
una scala era poggiata a terra mentre la sua cima giungeva al cielo…”
(Bereshìt 28, 13) I Maestri commentano questi versi paragonando la
scala sognata da Yakòv all’uomo: se un uomo si sente piccolo ed umile,
quindi “posato in terra”, allora “la sua cima giungerà in cielo” egli
sarà veramente grande agli occhi del cielo. Così come è scritto nello
Zohar: “colui che è piccolo è un grande” ed egli meriterà ciò che è
scritto nel verso seguente: “Ed ecco che il Signore è sopra lui”
cioè che la Shechinà - la presenza di Dio, si poserà su di lui.
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David
Assael,
ricercatore
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In
un editoriale di lunedì scorso, Angelo Panebianco, tra i più noti
politologi italiani, adotta la solita tecnica del capro espiatorio,
addossando alle élites politiche la colpa dell’ascesa di movimenti
xenofobi ed euroscettici che si stanno presentando in tutta Europa,
capitanati, vista l’importanza del Paese, dal FN di Marine Le Pen.
Perché, dice Panebianco, “Gli elettori in democrazia non hanno mai
torto”; anche nella Germania del ’33? Chiedo io. A me pare che non si
voglia vedere la profondità della crisi che stiamo vivendo, che più che
economica è morale e di coscienza pubblica. Negli ultimi vent’anni si è
assistito ad una riduzione della politica a campagna elettorale
permanente (In Italia, poi…), non capivano gli elettori europei che
certe promesse erano una bieca ed esplicita presa per i fondelli? Chi
può credere, nel 2000, a slogan come, “Meno tasse per tutti”? Eppure,
così è stato. Se le classi dirigenti hanno responsabilità, bisogna
ricordarsi che sono state elette dai popoli. E, allora, il problema non
è nel vertice, ma nella base.
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Cultura e istruzione
per difendere la Memoria
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“L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane ha più volte ribadito che la Memoria
si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore
privilegiando le armi della cultura e dell'istruzione, impegni perenni
e prioritari che nessuno potrà mai porre in secondo piano anche perché
le leggi stesse devono sempre trovare una solida base nella coscienza
collettiva”. Lo scrive il presidente dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in un editoriale che apparso sul
quotidiano La Stampa. Per questo Gattegna annuncia l'intenzione di
coinvolgere le strutture dell'UCEI “nel rivolgere un pressante appello
e invitare a un confronto e a una collaborazione diverse categorie che
in un modo o nell'altro si trovano in prima linea nella diffusione di
cultura e di informazione nella nostra società”. Educatori, docenti,
intellettuali, giornalisti. Ma anche coloro, come i bibliotecari e gli
addetti alla vendita di libri e di giornali, “che a contatto con la
popolazione svolgono attività di diffusione e che inconsapevolmente si
trovano spesso a essere strumento di chi pubblica appelli all'odio e
all'ignoranza”. L'intervento del presidente UCEI arriva a seguito
dell'articolo in cui il quotidiano torinese annunciava, in esclusiva,
il ritiro del disegno di legge sul negazionismo e la sua trasformazione
in aggravante di reati già esistenti.
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Voci a confronto
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“Non
mi pare una grande perdita, credo che nessuno piangerà dopo queste
parole incoscienti e pericolose”. Così sul Corriere della Sera il
presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi sulla
polemica scatenata da Moni Ovadia attraverso le pagine del Fatto
Quotidiano, dichiarando di voler lasciare la comunità milanese
diventata, a suo dire, “ufficio di propaganda” del governo israeliano.
“L’intervista è piena di falsità, suona come una ripicca per il mancato
ingaggio al festival (Jewish and the City). Noi rappresentiamo
l’ebraismo milanese e non siamo l’agenzia di nessuno”, aveva dichiarato
ieri al Portale dell’ebraismo italiano moked.it il consigliere
comunitario Daniele Nahum, ripreso oggi dal Corriere. Tra le
riflessioni riportate dal quotidiano di via Solferino, quella del
direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale, “Non mi pare che nel mondo
ebraico italiano manchi il confronto, quelli che se ne vanno sbattendo
la porta hanno sempre torto. E non abbiamo bisogno di un nuovo Grillo,
anche se più colto”.
A Roma, il sindaco Ignazio Marino ha visitato ieri la Comunità ebraica
della Capitale (Corriere della Sera, Messaggero, Repubblica). Ad
accoglierlo il rabbino capo rav Riccardo Di Segni e il presidente
Riccardo Pacifici. Tra i temi trattati la difficoltà di rapporti con la
realtà islamica cittadina e l’assenza di dialogo. Durante l’incontro il
rav ha sollevato alcune problematiche, sottolineando con preoccupazione
come “a Roma sono presenti delle persone con forte identità religiosa
non cattolica che non dialogano con la città e bisogna evitare che
avvenga il fenomeno francese, con sacche di territorio occupate e
chiuse alla convivenza sociale”. “Abbiamo chiesto al sindaco Marino –
annuncia il presidente Pacifici – la chiusura delle moschee a Roma che
non sono case di vetro e che non si sa da chi siano finanziate, dove
magari si predica contro i cristiani “crociati” e noi “infedeli”.
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci
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Il
dossier raccolto dalla redazione circa il denso dibattito a proposito
dei provvedimenti antinegazionismo che vede protagonisti storici,
intellettuali e giuristi.
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LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE UCEI
"Frasi Berlusconi offendono
l'Italia libera e la Memoria"
“L'Italia
repubblicana è un paese democratico. La Germania nazista era una
spietata dittatura governata da criminali che teorizzavano e
commettevano i più gravi delitti contro l'umanità. Contro gli ebrei i
nazisti si accanirono con spietata crudeltà tanto che, alla fine di
quel tragico periodo, gli ebrei dovettero contare oltre sei milioni di
morti.
La vita degli ebrei d'Europa sotto il nazismo fu segnata da un vortice
nero di violenza, persecuzione, morte. Una catastrofe che non è
soltanto del popolo ebraico ma dell'umanità intera. Ogni paragone con
le vicende della famiglia Berlusconi è quindi non soltanto
inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi
fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze,
della vita stessa”.
Così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna nel commentare l'anticipazione diffusa oggi del libro “Sale,
zucchero e caffè” in uscita venerdì 8 novembre in cui Silvio
Berlusconi, rispondendo a Bruno Vespa, racconta che i suoi figli dicono
di sentirsi “come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania
durante il regime di Hitler”.
Numerose le reazioni di incredulità e sdegno. "Rimango basito. E' un
paragone alquanto fuori luogo. Il clima che si viveva in Germania sotto
il nazismo era un clima di persecuzione di stampo razzista in cui
l'unica soluzione era uscire come cenere dai camini di Auschwitz",
afferma il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici.
"Siamo profondamente offesi dalla superficialità e dalla mancanza di
rispetto che trapelano dalle parole di Berlusconi", scrive in una nota
il presidente dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia Alessandra
Ortona. "E' una dichiarazione assurda. Sostenere una cosa del
genere è anche antistorico", commenta il direttore scientifico
della Fondazione Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti. Durissimo
Emanuele Fiano, parlamentare Pd: "Un insulto alla storia, a sei milioni
di ebrei uccisi e a quanti, ogni giorno, tentano di impedire che la
storia venga dimenticata o utilizzata in maniera strumentale, come oggi
ha fatto Berlusconi che deve solo chiedere scusa".
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ISRAELE
Assoluzione per Lieberman
Il
Tribunale di Gerusalemme ha assolto Avigdor Lieberman dalle accuse di
aver sfruttato la propria posizione per ottenere dall'ambasciatore
israeliano in Bielorussia documenti sull'inchiesta a suo carico per
presunto riciclaggio di denaro.
Il leader di Yisrael Beytenu, formazione di destra che alla Knesset
forma un unico gruppo di trentuno deputati con il Likud del premier
Netanyahu potrà ora tornare a ricoprire l'incarico di ministro degli
Esteri. Al momento della formazione del nuovo governo la scorsa
primavera la delega era stata trattenuta dallo stesso Netanyahu in
attesa della sentenza sull'alleato che avrebbe potuto allontanarlo per
molti anni dalla vita politica. Il leader di origine moldava aveva già
servito come ministro degli Esteri nella scorsa amministrazione fino a
quando era stato costretto a dimettersi per l'inchiesta a suo carico.
Il suo ritorno sulla scena politica a pieno regime è considerato dagli
analisti uno snodo fondamentale per gli equilibri dell'attuale
coalizione di governo.
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QUI ROMA Viaggio nell'ebraismo sefardita
Segni
disseminati in tutta Europa, un’orma più o meno visibile di una realtà
frantumatasi nel 1492. Data che, nella memoria ebraica, riporta alla
dolorosa espulsione degli ebrei dalla Spagna e il loro esodo verso
altri lidi, tra cui il vicino Portogallo, l’Italia, l’impero Ottomano.
Da allora l’ebraismo sefardita si è diffuso in tutta Europa, portando
con sé i propri riti, canzoni, costumi. Un impronta rimasta impressa
nei secoli e arrivata nel presente attraverso diverse vicende e
influenze. Occasione per approfondire le peculiarità della cultura
sefardita, da Sfarad (Spagna in ebraico) è stato l’incontro organizzato
dal Centro di cultura ebraica di Roma e dall’Istituto Cervantes. A
discutere del tema il rabbino capo di Napoli Scialom Bahbout, la
cantante Evelina Meghnagi, il direttore della Rassegna Mensile di
Israel Giacomo Saban e la storica Myriam Silvera. Ad introdurre la
serata Miriam Haniun, direttrice del Centro Ebraico.
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QUI ROMA
Il viaggio più lungo di Sami
L’affascinante
e complessa storia di Birobidzhan, enclave ebraica nella Russia
estrema; le memorie della Comunità ebraica di Rodi nel racconto dei
suoi ultimi testimoni. Due appuntamenti ricchi di suggestione nella
quarta giornata di proiezioni del Pitigliani Kolno’a Festival con la
presentazione al pubblico accorso alla Casa del Cinema di due opere –
“Birobidzhan. La musica dell’anima” (Svizzera) e “Il viaggio più lungo.
Gli ebrei di Rodi” (Italia) – capaci di attrarre consenso ed emozioni
in platea.
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