David
Sciunnach,
rabbino
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“...Dimmi
ti prego il tuo nome …” (Bereshìth 32, 30). PerchèYakòv domanda
all'angelo il suo nome? Perché Yakòv aveva imparato da suo nonno
Avrahàm che ogni angelo ha un incarico e il nome dell’angelo ci insegna
qual è il suo compito e da quale parte proviene, se dalla santità o
dall'impurità. E chi conosce il nome degli angeli e ha una forza
spirituale elevata ha il potere dal Santo Benedetto Egli Sia di
comandarli.
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David
Assael,
ricercatore
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Geert
Wilders, l'islamofobo più volte dichiaratosi amico di Israele, ha
dunque stretto un'alleanza europea con Marine Le Pen, diretta
discendente dei collaborazionisti di Vichy. Una notizia che dovrebbe
far pensare molto chi, anche fra gli ebrei italiani, ha votato e
sostenuto chi si dichiarava amico dello Stato ebraico mentre stringeva
la mano dei suoi carnefici. L'ebraismo europeo non è in vendita e certo
non basta un tanto precario quanto strumentale appoggio ad Israele come
moneta di scambio. Del resto, non era anche Mussolini un amico degli
ebrei? Che i fatti di ieri siano un monito per oggi.
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"Paragone di Berlusconi su ebrei sotto Hitler offende Italia e Memoria"
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“L’Italia
repubblicana è un paese democratico. La Germania nazista era una
spietata dittatura governata da criminali che teorizzavano e
commettevano i più gravi delitti contro l’umanità. Contro gli ebrei i
nazisti si accanirono con spietata crudeltà tanto che, alla fine di
quel tragico periodo, gli ebrei dovettero contare oltre sei milioni di
morti”.
Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna nel commentare l’anticipazione del libro “Sale, zucchero e
caffè” in cui Silvio Berlusconi, rispondendo a Bruno Vespa, racconta
che i suoi figli dicono di sentirsi “come dovevano sentirsi le famiglie
ebree in Germania durante il regime di Hitler”.
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Voci a confronto
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"Decisione
sofferta, meditata e definitiva. Così il presidente della Comunità
ebraica di Trieste Alessandro Salonichio sulla decisione di sollevare
rav Itzhak David Margalit dal ruolo di rabbino capo e di procedere al
licenziamento. “Fatto senza precedenti”, scrive il Piccolo nella prima
pagina della sezione di Trieste, che poi riporta le parole del
presidente Salochio che parla di “una scelta molto meditata, molto
sofferta, sottoposta al vaglio della Consulta rabbinica italiana,
seguendo il severo statuto dell’Unione delle Comunità ebraiche,
decisione sulla quale non torneremo però in alcun modo indietro”. Rav
Margalit, rispondendo al quotidiano triestino, dichiara di aver preso
provvedimenti contro il licenziamento, consultando la Cgil, ma prima di
rilasciare altre dichiarazioni si recherà in Israele per sentire il
parere del rabbino capo d’Israele. Da Roma la notizia dell’assoluzione
del professor Roberto Valvo che, come riportano Corriere della Sera e
Repubblica, era accusato di aver propagandato idee fondate sulla
superiorità razziale e sull’odio nei confronti degli ebrei. Il
professore, oggi in pensione ma allora insegnante al liceo artistico
Rispetta di Roma, aveva esposto tesi negazioniste in classe e con altri
professori, affermando che la “Shoah non è provata”. “Berlusconi
perseguitato come gli ebrei”. L’offensivo paragone del vicepresidente
della Lombardia Mario Mantovani ha sollevato molte polemiche in questi
giorni. Il diretto interessato ha poi provato a smorzare i toni e,
scrive il Corriere, “ha assicurato poi di voler rincontrare la comunità
ebraica, non appena fatto ritorno a Milano. Richiesta accolta”. “La
volontà di portare a compimento la realizzazione di una foresta
dedicata ai Giusti lombardi non può che trovare la massima condivisione
da parte nostra”, ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica di
Milano, Walker Meghnagi. “Israele dovrebbe quindi scomparire dalla
carta geografica? La storia produce fatti compiuti che non possono
essere cancellati senza provocare danni e ingiustizie ben più gravi di
quelli che vorremmo correggere”, scrive Sergio Romano sul Corriere,
rispondendo al lettore Franco Cohen che chiedeva all’ex ambasciatore se
lei considerava e considera davvero Israele un «corpo estraneo». “Il
movimento sionista – continua Romano – ha vinto guerre, risanato terre
incolte, creato una florida economia nazionale, dato una casa e un
futuro a più del 40% della popolazione ebraica mondiale. Questi sono i
«titoli di proprietà» che garantiscono, più di qualsiasi promessa
profetica, il suo diritto di esistere”.
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci
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Il
dossier raccolto dalla redazione circa il denso dibattito a proposito
dei provvedimenti antinegazionismo che vede protagonisti storici,
intellettuali e giuristi.
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GUARDIA DI FINANZA
Un albero di ulivo per i Giusti
Giorgio
Cevoli, Salvatore Corrias, Luigi Cortile, Giulio Massarelli, Giuseppe
Pollo, Raffaello Tani. Sono i nomi dei sei finanzieri che lo Yad
Vashem, con una solenne cerimonia svoltasi nel 2008, ha riconosciuto
come Giusti tra le Nazioni per il loro impegno nel salvataggio di ebrei
durante il nazifascismo. Questa mattina, in loro memoria, il Keren
Kayemeth LeIsrael ha fatto piantare un albero d'ulivo nella Piazza
d’Armi del comando generale del Lazio. All'evento hanno partecipato,
oltre al presidente del KKL Italia Raffaele Sassun, il comandante
interregionale dell'Italia centrale della Guardia di Finanza Pasquale
Debidda, il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Renzo Gattegna, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo
Pacifici. Le azioni dei sei Giusti sono raccolte in una recente ricerca
dal titolo "Gli aiuti ai profughi ebrei e ai perseguitati: il ruolo
della guardia di finanza 1943-45". Questo il testo della targa posta ai
piedi dell'albero: “Per non dimenticare le storie di coraggio di chi,
rifiutando l’iniquità delle leggi razziste rischiò la propria vita per
salvare l’altrui esistenza”.
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QUI MILANO
Meghnagi e Ovadia a colloquio
e il Consiglio dibatte del caso
Lo
ha pubblicamente annunciato attraverso un’intervista al Fatto
Quotidiano, ma la discussa richiesta di cancellazione dagli elenchi
comunitari non ė ancora mai arrivata a destinazione. Il Consiglio della
Comunità di Milano ha discusso anche del caso Moni Ovadia e in questa
occasione il presidente Walker Meghnagi ha riferito di una sua
conversazione telefonica con l'attore dai toni cordiali e distensivi e
di aver deciso con lui di incontrarsi presto per proseguire il
confronto.
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Ticketless
- Salve Prof
Questa settimana ho girato ad un’amica lo scambio di
mail che ho avuto con uno studente. Che tristezza!, ha esclamato, pur
riconoscendo la genialità di una osservazione contenuta in quella mail.
Come ha potuto rivolgersi a te con un “Salve Prof”?
Che male c’è?, mi sono chiesto. Ho rassicurato la mia amica dicendole
che sarebbe stata cosa grave se qualcuno, alla maniera di Benigni, si
fosse rivolta a lei con un “Buongiorno principessa!”, la sola cosa che
pare sia rimasta in testa – e sui muri delle città d’Italia - di un
(mediocre) film che avrebbe dovuto spiegare ai ragazzi che cos’è la
Shoah. Salve prof. mi fa tenerezza. Non è forse più ridicolo lo
spagnolesco Chiar.mo, l’Esimio curiale, il cinico Cultore della Materia?
Evviva la spontaneità. Tempo fa l’occhio mi era caduto sulla mail di un
professore ordinario che esigeva la presenza di tutti i gregari non
ricordo per quale conferenza. “L’invito vi arriva da un ordinario”, era
ripetuto due volte. Associati, ricercatori, dottorandi, laureandi,
matricole avrebbero dovuto per forza presenziare anche se non ne
avevano voglia, perché, nelle gerarchie della pubblica amministrazione,
si diceva testualmente “l’ordine di un Professore Ordinario equivale
all’ordine di un Alto Magistrato”. Riderebbe il mio Maestro-Prof, Piero
Treves. Diceva sempre di preferire un sobrio pranzo con noi studenti,
piuttosto che un ristorante di lusso con colleghi che a tavola, mentre
s’abbuffavano, non smettevano di parlare di cattedre, cattedre, sempre
e soltanto cattedre. Di notte, si chiedeva il mio Prof, sogneranno
anche cattedre nude?
Il rispetto e il calore umano si celano nel Salve Prof come non molti
decenni fa, nei carteggi dei miei antenati, il calore e il rispetto
morenile si sarebbero nascosti dietro un innocente Salve Morenu (o
Murenu, che è lo stesso).
(Il disegno è di Emanuele Cavaglion)
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Cronaca e poesia
Avevo
annunciato, sul notiziario del 23 ottobre – nel quale davo notizia del
recente libro di poesie di Suzana Glavas - che avrei dedicato qualche
riga, la settimana successiva, a un’altra silloge di liriche ebraiche,
appena pubblicata. Il mercoledì seguente, però, mi sono sentito
costretto a posticipare il pezzo, in quanto indotto a commentare uno
spiacevole fatto di cronaca, che non ritenevo di poter passare sotto
silenzio. E lo stesso è accaduto la settimana successiva. E anche oggi,
in verità, pensavo di non potere parlare di poesia – segnatamente,
dell’ultimo libro di Tsippy Levin Byron, persona di cui ho già avuto
modo di parlare in passato - perché mi pareva obbligatorio spendere
qualche parola sull’allucinante parallelismo che è stato fatto (in nome
di una presunta comune ingiustizia subita) tra cinque giovani e
patinati miliardari, fra gli uomini più potenti e privilegiati del
pianeta, e gli ebrei perseguitati, braccati e uccisi dai nazisti. Un
paragone capace di trasformare chi lo ascolta in una statua di sale.
Francesco Lucrezi, storico
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