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11 dicembre 2013 - 8 Tevet 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
La Torah ci narra che quando morì Yakòv, ci fu un lutto molto grande e difficile (Bereshìt 50,10). Il Talmud (Sotà 13a) afferma che non solo gli uomini fecero lutto per la sua morte, ma anche i cavalli e gli asini. Rabbì Yosèf Chayìm di Bagdad, conosciuto come Ben Ish Chay, spiega che durante i giorni del lutto di Yakòv non fu dato da mangiare agli animali; Rabbì Shmuèl Eidèls (Maharshà) spiega, invece, che i cavalli e gli asini delle carrozze furono vestiti di nero, come segno di lutto; una prova a sostegno di entrambi i commenti è il lutto della città di Ninevè descritto nel libro di Yonàh dev’è detto (3, 7-8): " ... gli uomini e gli animali non mangino nè bevano nulla ... si vestirono di sacco, sia gli uomini che gli animali". Rabbì Meyìr Simchà ha-Cohèn di Dwinsk, autore del commento Mèshèch Chòchmà, spiega questo passo talmudico sulla base di un Midràsh (Sifrì su Devarìm 11,1; Toseftà di Sotà 10,3) secondo il quale con la morte di Yakòv tornò la carestia in Egitto,e in questo senso, anche gli animali si resero conto della morte di Yakòv, perché, come dice il profeta Isaia (1, 3) "L’asino riconosce la mangiatoia del suo padrone", ossia, che è il suo padrone a dargli da mangiare.
 
David
Assael,
ricercatore
È morto Nelson Mandela, senza retorica, uno dei grandi del nostro tempo. In un momento in cui in Europa tornano i peggiori fantasmi, non è superfluo ricordare quale abominio sia stata l’apartheid. Come noto, il termine compare per la prima volta nel 1917, ma solo dopo la vittoria elettorale del Partito Nazionale del 1948, l’idea si è trasformata in un vero e proprio sistema legislativo, che molto deve alle influenze naziste del periodo bellico. Cosa prevedeva il nuovo “corso” politico? Istituzione di quei ghetti chiamati bantustan, proibizione dei matrimoni misti, proibizione di rapporti sessuali fra gente bianca e di colore, strade diverse, scuole diverse, strutture pubbliche diverse, persino fontane diverse. Dal 1956, le proibizioni vengono estese a tutte le persone di colore, non solo di origine africana. Nel 1973 le nazioni Unite dichiarano l’apartheid crimine contro l’umanità, nel 1990 il peggiore esperimento politico dai tempi di Hitler si conclude e nel 1994, Mandela verrà eletto Presidente. Quale forza interiore lo abbia spinto ad evitare la vendetta, davvero solo D.o lo sa. E certo fa pensare che apartheid signifchi “separazione”.
 
ROMA - “Le attività di prevenzione e contrasto all'usura nella città di Roma”. Questo il titolo dell'incontro che si svolgerà domani, a partire dalle 17, al Palazzo di Cultura della Comunità ebraica di Roma.
L'incontro sarà aperto da un saluto del presidente Riccardo Pacifici e si concluderà con le parole di Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia. Interverranno don Francesco De Donno, Luigi Ciatti, Tano Grasso, Michele Prestipino, Elisabetta Belgiorno.
 
Renzo Gattegna: “Futuro, responsabilità e risorse”
"Se è vero che l’immobilità è una pura illusione perché in verità chi non avanza sicuramente retrocede, che la semplice conservazione senza prospettive di sviluppo maschera la decadenza, che l’isolamento è la peggiore minaccia per la nostra sopravvivenza, non possiamo e non dobbiamo perdere l’occasione storica che le nostre generazioni stanno vivendo di poter uscire coraggiosamente e definitivamente dal ruolo di vittime in un mondo come l’attuale nel quale chi si sente vittima, e si presenta come tale, prima o dopo lo diventa veramente". Lo ha dichiarato il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nella relazione introduttiva al Consiglio UCEI dell'8 dicembre 2013.
 
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Voci a confronto
Intervistato da Il Mattino, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, ricorda come “l’apartheid, dopo la Shoah, è una vergogna su cui dovremmo ancora interrogarci” e ha commentato i risultati del rapporto annuale della Commissione europea contro razzismo e intolleranza, che ha messo in evidenza l’aumento del razzismo nei paesi del Consiglio d’Europa. E durante la cerimonia funebre a Nelson Mandela, raccontata da tutte le principali testate nazionali, è stata notata l’assenza di Shimon Peres e Benyamin Netanyahu.
Il Messaggero pubblica l’intervista a Tobia Zevi, renziano, candidato alla segreteria romana del Partito Democratico (sconfitto da Lionello Cosentino), che ragiona sui risultati delle primarie del PD e sulla corsa alla segreteria regionale. Il Secolo XIX, invece, spiega le posizioni di Yoram Gutgeld, il consigliere economico di Renzi, già consulente McKinsey, nato in Israele e ora cittadino italiano.
Sul Mattino di Napoli viene dato conto dell’accensione della Chanukkia a Napoli, alla presenza del rabbino capo di Napoli e del Mezzogiorno Scialom Bahbout e dell’ex consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Fabrizio Gallichi.
Su la Repubblica un  articolo di Fabio Scuto racconta l’esperienza dei medici dell’ospedale israeliano di Safed che ha curato centinaia di pazienti siriani che vengono lasciati addirittura al confine, su barelle improvvisate, diventando una sorta di presidio chirurgico di prima linea, con sale operatorie sempre piene, così come la terapia d’urgenza. E sempre su Repubblica viene intervistato lo scrittore Grossman, che commenta l’ordine dato dal generale Gantz a febbraio, di dare assistenza ai siriani augurandosi che esperienze come questa “riescano a far cadere gli stereotipi”.
Sull’Osservatore Romano e sull’Unità viene descritto lo storico accordo sull’acqua che, dopo undici anni, è stato firmato fra Israele, Giordania e Autorità palestinese, che permetterà di salvare il Mar Morto grazie alle acque del Mar Rosso e di lottare contro la carenza di risorse idriche della regione. Il progetto era già contenuto nel trattato di pace firmato nel 1994 da Israele e Giordania, ma non era mai stato attuato.
Assenza giustificata, per motivi di salute nel caso del presidente israeliano e per i costi proibitivi della trasferta dell’apparato di sicurezza nel caso di Netanyahu, che ha però attirato l’attenzione de il manifesto, mentre gli altri giornali si sono concentrati sulla storica stretta di mano fra il presidente USA Obama e il “lider” cubano Raul Castro.
Sull’Avvenire viene fatta una panoramica dei molti testi che continuano a raccontare la Seconda guerra mondiale dagli scaffali delle librerie, con una particolare attenzione alla Shoah e alla Resistenza e con la caratteristica più recente di una particolare attenzione all’impianto iconografico dei volumi. Il Secolo XIX racconta della polemica in corso in Israele per la decisione dell’Orchestra filarmonica di Gerusalemme di organizzare, per il 17 e il 18 dicembre, un evento dedicato a Richard Wagner, compositore tedesco di cui sono ben noti i sentimenti fortemente anti ebraici. Il direttore dell’orchestra forse anche per la sua storia familiare – Yair Stern, che è anche giornalista televisivo ed è figlio di quell’Avraham Yair Stern che fu capo carismatico della nota Banda Stern – ha dichiarato di non avere nessuna intenzione di tirarsi indietro. Sempre sul fonte dell’arte invece sul Wall Street Journal si può leggere un articolo sulla situazione delle opere d’arte che furono depredate durante il nazifascismo agli ebrei, perché la Germania renda agli eredi quello che venne sottratto.
 
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  davar
da Sotheby’s il dipinto perduto di Oppenheim
Il rapimento di Edgardo Mortara
"Riportiamo il quadro in Italia"

Un dipinto a lungo perduto, una rappresentazione così vicina all'epoca dei fatti da costituire una testimonianza unica di quella che fu l’emozionalità ebraica in una stagione buia della storia d’Italia e dei tormentati rapporti degli ebrei con la Chiesa. “Il rapimento di Edgardo Mortara”, firmato da Moritz Oppenheim (Hanau, 1800-Francoforte, 1882), considerato il primo pittore ebreo dell’età moderna, è stato ritrovato di recente in Inghilterra (in precedenza erano conosciuti soltanto i suoi lavori preparatori) e verrà messo all’asta il 17 dicembre da Sotheby’s a New York, dopo alcuni giorni in esposizione.
L’opera risale al 1862, solo quattro anni dopo il momento in cui a Bologna il piccolo Edgardo, sei anni appena, era stato sottratto alla famiglia da emissari papali, con la scusa di un battesimo impartito segretamente al bambino durante una malattia dalla domestica che imponeva un’educazione cattolica. A nulla valse l’ondata di indignazione che i fatti suscitarono in un’opinione pubblica in cui si facevano strada i valori risorgimentali e la volontà di ridimensionare il potere del Vaticano, né l’intervento di importanti personalità dell’epoca, addirittura il re di Francia Napoleone III. Oppenheim che aveva trascorso un periodo in Italia come studente d’arte e aveva conosciuto in prima persona la paura delle conversioni forzate che si respirava nelle comunità ebraiche, scelse così di ritrarre il rapimento. “Un evento del passato ebraico italiano, che ha contribuito alla fine dell’età dei ghetti e all’unità d’Italia” ricorda Elèna Mortara Di Veroli, docente di Letteratura anglo-americana all'Università di Roma Tor Vergata e discendente della famiglia di Egdardo, lanciando un appello perché dopo oltre un secolo il dipinto ritrovato possa tornare a far riflettere sull’episodio.
“Sarebbe auspicabile che un’istituzione museale ebraica italiana, ad esempio il Museo ebraico di Roma, grazie al contributo di fondi istituzionali o magari di qualche privato benefattore, avesse la possibilità di partecipare all’asta, in modo che non venga persa l’eccezionale occasione di esporre permanentemente al pubblico questo importante documento storico e artistico, di possibile grande richiamo internazionale. I giorni rimasti prima della vendita sono veramente pochi”.

Rossella Tercatin

sapori - Jaqueline Fellus (UCEI) illustra K.it
'Le potenzialità del Made in Italy'
Un marchio di kasherut nazionale realizzato con la collaborazione del ministero dello Sviluppo economico (K.it la possibile sigla), che rappresenti allo stesso tempo un’opportunità per abbassare i costi dei prodotti kasher sul mercato italiano, un’occasione per promuovere all’estero il Made in Italy con il valore aggiunto della certificazione, un impulso alle industrie italiane, anche le più piccole, a ottenere il timbro per i propri prodotti. Queste le linee guida del progetto esposto dal consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Jacqueline Fellus alla guida della Commissione UCEI per la Kasherut e illustrato sul dossier Sapori nel numero di Pagine Ebraiche di dicembre, attualmente in distribuzione.
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qui firenze
San Frediano, storie di eroismo
Nuova luce sulle suore del convento di piazza del Carmine a Firenze, che aprirono le porte per ospitare numerose perseguitate ebree prima che una retata, il 27 novembre del 1943, ponesse fine alla loro attività clandestina a stretto contatto con i vertici della Delasem e con l'arcivescovo Elia Dalla Costa. Dettagli inediti su quell'azione di coraggio coordinata da suor Ester Busnelli, religiosa premiata nel 1995 con il titolo di Giusta tra le nazioni, sono emersi nel corso di un incontro svoltosi ieri pomeriggio nel convento fiorentino. Un'iniziativa voluta fortemente dalle francescane stesse e realizzata in collaborazione con la locale Comunità ebraica a pochi giorni dal riconoscimento di due donne fiorentine – Vittoria Valacchi, ancora in vita, e sua zia Elena Cecchini – tra i Giusti onorati dallo Yad Vashem. Ad entrambe è stata dedicata la puntata di Ballarò andata in onda ieri in prima serata.
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PAGINE EBRAICHE e STAMPA NAZIONALE riportanO
Siria - Il grande cuore di Israele
e le porte aperte allo Ziv Medical

Aiutare chi ne ha bisogno, senza domande, senza distinzioni. Affermare che anche di fronte a un conflitto lungo e sanguinoso come quello che devasta la Siria e la sua popolazione, una risposta concreta può essere data. La storia dei feriti siriani che vengono accompagnati e lasciati al confine con Israele per essere curati ha fatto il giro del mondo. Come raccontato su Pagine Ebraiche si è recentemente festeggiata anche la nascita del primo bimbo. Storie che in genere però non vengono così facilmente messe in luce sui grandi quotidiani italiani.
Un lungo e approfondito articolo sul tema richiamato in prima pagina è apparso invece oggi su Repubblica. Il corrispondente in Israele racconta come i medici si ritrovano di fronte a pazienti in condizioni gravissime, spesso senza nessun tipo di indicazione medica circa le loro condizioni, a volte con biglietti intrisi di sangue spillati sui vestiti per dare qualche informazione (“Auguri collega chirurgo, questo ragazzo di 28 anni è stato ferito al petto da un proiettile che ha frantumato alcune costole e le schegge hanno investito fegato e diaframma. Vi prego di fare ciò che è necessario e vi ringrazio in anticipo” un esempio di queste note).
“Noi non chiediamo nulla ai nostri pazienti, e fra loro ho notato anche qualche barba salafita, il nostro dovere è di aiutarli e basta – ha spiegato Calin Shapira, vicedirettore dello Ziv Medical Hospital di Zfat - Non c'è tempo per le domande in terapia d'urgenza”.
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il nuovo libro di sergio velluto
Un giallo tra le strade di Torino
É stato presentato ieri sera nella saletta della Libreria Claudiana di Torino il nuovo libro di Sergio Velluto, che non è solo scrittore ed esperto di comunicazione, ma anche personaggio di rilievo della comunità valdese. E per la Tavola Valdese è responsabile creativo della campagna Otto per Mille, insieme a Simona Menghini, che si occupa di comunicazione e marketing. Ed è in questo ruolo che ha partecipato lo scorso anno a Redazione Aperta, il laboratorio che ogni estate raccoglie a Opicina, ospite dalla comunità di Trieste, la redazione del portale dell’ebraismo italiano e numerosi collaboratori e ospiti per due settimane di lavoro comune.
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Qui Roma
Guardare Israele da sinistra
Guardare Israele attraverso le lenti della sinistra, in particolare di quella italiana, è un esercizio complicato. L'immagine è frammentata, a volte distorta o contraddittoria, modificatasi nell'arco di oltre sessant'anni. Questo rapporto complicato è al centro dell'analisi di Fabio Nicolucci, giornalista esperto di Medio Oriente, e del suo Sinistra e Israele – La frontiera morale dell'Occidente (Salerno editore), presentato ieri all'istituto della Enciclopedia Italiana di Roma. Al suo fianco, l'ambasciatore di Israele a Roma Naor Gilon e lo storico, nonché senatore del Pd, Miguel Gotor. A moderare, l'incontro il giornalista Pierluigi Battista.
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pilpul
Ticketless - Paesaggi Sereni
Rileggo dopo tanti anni la “Storia del paesaggio agrario” di Emilio Sereni (1961). Un libro geniale, dove le fonti archivistiche si intrecciano con quelle iconografiche per una passeggiata nel paesaggio agrario che attraversa i secoli. Permanenze e discontinuità. Dall’antichità pre-romana alla società industriale quanto è mutato il paesaggio? Colpisce l’assonanza fra il pensiero di Emilio e la pratica sionista del fratello, Enzo, pioniere in Erez Israel di una trasformazione di un paesaggio mediterraneo che verde e arboreo non era, ma poi sarebbe diventato.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - La sinfonia stonata
Sottoscrivo pienamente, parola per parola, la critica formulata dal rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni – riportata sul numero di dicembre di Pagine Ebraiche – riguardo alla scelta di rappresentare, lo scorso mese di giugno, sul piazzale antistante l’ingresso di Auschwitz, una sinfonia corale, intitolata “la sofferenza degli innocenti”, nella quale si rievoca il dolore della Vergine Maria sotto la croce, afflitta tanto per la morte di suo figlio, quanto per tutte le sofferenze degli innocenti, di ogni luogo e ogni tempo (fa cui i martiri della Shoah).

Francesco Lucrezi, storico
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