Ticketless – Paesaggi Sereni

cavaglionRileggo dopo tanti anni la “Storia del paesaggio agrario” di Emilio Sereni (1961). Un libro geniale, dove le fonti archivistiche si intrecciano con quelle iconografiche per una passeggiata nel paesaggio agrario che attraversa i secoli. Permanenze e discontinuità. Dall’antichità pre-romana alla società industriale quanto è mutato il paesaggio? Colpisce l’assonanza fra il pensiero di Emilio e la pratica sionista del fratello, Enzo, pioniere in Erez Israel di una trasformazione di un paesaggio mediterraneo che verde e arboreo non era, ma poi sarebbe diventato.
ester cavaglionPaesaggi Sereni verrebbe la tentazione di dire: Ghivat Brenner con l’arrivo di Enzo si modifica seguendo i parametri del “giardino mediterraneo” studiato da Emilio. Le carte che servirono a Emilio Sereni per comporre questo capolavoro sono conservate a Gattatico, presso l’Istituto Cervi, dove s’è appena conclusa una Winter School per insegnanti sulla storia del Novecento. E’ singolare come oggi il paesaggio che si snoda a ridosso o proprio lungo la via Emilia sia diventato il luogo a più alta concentrazione di luoghi della memoria: Fondazione Fossoli (Carpi), Fondazione Villa Emma (Nonantola), Istituto Cervi, senza dimenticare due fra i più attivi Istituti italiani di Storia della Resistenza (quello di Reggio e quello di Modena) o la Biblioteca Estense, custode del tesoro-Formiggini.
Segnalo questa settimana l’ultima aratura del paesaggio, il sito www.reggioebraica.com. Ancora una lampada e un acronimo, ESTER (Enciclopedia storica dell’ebraismo reggiano). Il primo insediamento di ebrei a Reggio risale al 1413, esattamente seicento anni fa. Per capire come fosse il paesaggio che avevano davanti a sé le prime Ester reggiane sono essenziali i capitoli centrali della “Storia” di Emilio Sereni.

Alberto Cavaglion

(11 dicembre 2013)