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3 gennaio 2014 - 2 Shevat 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL


alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Il ritorno della Scola Tempio nei sacri confini di Yerushalaim ha emozionato alcuni degli italkim della capitale di Israele così come qualcuno tra gli italiani sulle sponde del Tevere. Con gioia, occhi commossi e preghiere verso il Cielo, la fondazione di questo minian ha riportato sulle labbra di molti il versetto di Geremia 31, 16: “וְשָׁבוּ בָנִים, לִגְבוּלָם”. E torneranno i figli nei loro confini. Ritorno, confini, minhag ed italianità. Solo analizzando questi quattro concetti potremo capire e, nel caso, riflettere e lodare il senso del ritorno di questo minhag dei figli di Roma in Israele. In un momento storico che vede la Hevra Italiana muoversi verso uno sviluppo comunitario che ha come orizzonte la creazione di spazi più ampi per l’intera cultura ebraica e non ebraica di Israele, il confine del minhag di Scola Tempio diventa una occasione di pensiero e di quesiti.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Proseguendo il suo dialogo con Papa Francesco, il giornalista Eugenio Scalfari sente la necessità di inquadrare da un punto di vista teologico la dottrina cattolica, stabilendo un dualismo netto fra la legge mosaica (che disegnerebbe un Dio che "non contempla diritti e non prevede libertà") e la dottrina evangelica del Dio misericordioso. Lo fa nel suo consueto editoriale domenicale (La rivoluzione di Francesco ha abolito il peccato) e le reazioni sulla stampa - fatti salvi alcuni mugugni su Facebook e una nota polemica di Riccardo Di Segni che giustamente lo paragona all'eretico Marcione - sono state nulle. L'ipotesi più probabile è che di quel che dice Scalfari all'Italia di oggi interessa ormai pochino, ma mi permetto di dire che lasciar cadere le provocazioni teologiche dell'ex-direttore di "Repubblica" sia un grave errore, innanzitutto culturale.
 
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Una rete per la solidarietà
Favorire la creazione di una rete di solidarietà, sviluppare l’assistenza secondo un modello professionale, fornire supporto a chi ne ha bisogno. Sono questi i capisaldi del progetto di servizio sociale territoriale elaborato dalla Commissione Servizi sociali dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, presieduta dal Consigliere UCEI e presidente dell’Associazione medica ebraica Giorgio Mortara.
 
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Voci a confronto

“Biglietto per Israele”. Questo il titolo della grande inchiesta, richiamata in prima pagina, che Repubblica dedica ai nuovi flussi migratori degli ebrei d’Europa verso Israele. Un fenomeno che interessa in particolare la Francia, ma anche – più in piccolo – la realtà italiana. Tra i motivi principali delle nuove aliyot la crisi economica e il crescente antisemitismo. “Le cifre assolute non sono impressionanti, ma la tendenza è significativa” spiega Sergio Della Pergola, interpellato in qualità di “massima autorità in tema di demografia del popolo ebraico”. 
 
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Progetti di futuro
“Le due parole centrali della Torah - ha scritto rav Benedetto Carucci Viterbi sul Portale dell’ebraismo italiano, moked.it - sono darosh darash: ripetizione rafforzata di cercare; ma anche di studiare e di interpretare. Il cuore della Torah è dunque nello studio e nel tentativo di comprendere. E nessuno si può sottrarre a questo compito fondante: neanche Mosé il nostro maestro, colui che cerca al centro della Torah”. Per l’ebraismo, come spiega il rav, lo studio è uno dei pilastri della vita ebraica e nessuno può sottrarvisi. Progetti di futuro è il titolo del dossier sul numero di Pagine Ebraiche attualmente in distribuzione, dedicato alle prospettive che si aprono ai giovani dopo la scuola superiore.
 
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  davar
GRAN FONDO DEL MAR MORTO
Israele, ciclismo d'eccellenza

con un occhio al Giro d'Italia
Centinaia di bici che sfrecciano nel deserto a gennaio. Un evento unico nel suo genere che nasce per alimentare speranze e ambizioni nella crescita del movimento ciclistico nazionale. A pochi mesi dalla Gran Fondo organizzata dal Giro d'Italia a Gerusalemme, un nuovo evento ha aggregato quest'oggi sport e grande storia sulle strade israeliane. La cornice, irripetibile, la depressione terrestre (421 sotto il livello del mare) che ospita il Mar Morto, il bacino idrografico a maggiore densità salinica del mondo.
Partenza e arrivo a Ein Bokek. In tutto 155 chilometri tra deserto, roccia, viste mozzafiato all'ombra della millenaria fortezza di Masada dove si consumò una delle pagine più drammatiche di resistenza alla conquista di Roma nel primo secolo. Al via anche un italiano, il giornalista e ciclista Pietro Illarietti.
Inizialmente previsto per metà dicembre, l'evento è stato fatto slittare di alcune settimane a causa dell'ingente nevicata che ha coperto Israele generando inaspettati problemi logistici in un paese poco avvezzo a tali manifestazioni climatiche.
Anima della Gran Fondo l'israeliano Harel Nahmani, una passione sfrenata per il Giro d'Italia. Ogni anno infatti, assieme all'amico Yuval Rotem, è alla testa di un gruppo di connazionali innamorati di ciclismo che pedalano sulle strade e nei luoghi più significativi della corsa in rosa. Memorabile, tra le tante, l'ascesa sul monte Terminillo del 2012. “Durissima, ma quanta poesia”, ha raccontato Yuval al mensile Pagine Ebraiche. E se la scorsa primavera ci si è concentrati soprattutto sul Meridione, per il 2014 l'obiettivo sono invece le Dolomiti.


Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
MELAMED
Didattica, la rivoluzione è online
Che l’interazione con i compagni di corso e con i docenti e la partecipazione diretta alle lezioni, ai laboratori e ai seminari siano la chiave di accesso a una vera vita universitaria è ormai scontato. Iniziano però a esistere delle alternative molto valide o addirittura “si può fare di meglio”. Per lo meno questo sostiene Daphne Koller, che con Andrew Ng – entrambi docenti a Stanford ha fondato Coursera, il sistema che propone centinaia di corsi online, dalla musica alla filosofia, dalla medicina alla matematica, e che nel progetto include, oltre ovviamente a Stanford, decine di atenei prestigiosi tra cui Princeton, University of Virginia e Università Ebraica di Gerusalemme. È recente invece la notizia che alla significativa lista di realtà già integrate nel progetto si siano aggiunte la Tel Aviv University e il Technion.
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pilpul
Papi e partigiani
La toponomastica a volte gioca scherzi curiosi: cosa avrebbe pensato Pio V, papa del XVI secolo ostile agli ebrei, sapendo che per decenni la “sua” via a Torino sarebbe stata nota soprattutto per la presenza della sinagoga e della Comunità ebraica? Il gusto di pensare a quanto gli avrebbe dato fastidio cancellava solo in parte il nostro disagio per quell’infelice indirizzo (ancora di più per il “San” che precedeva il nome del pontefice); per fortuna da qualche anno è arrivato Primo Levi con la sua piazzetta a interrompere la via e darci un indirizzo più appropriato. Chissà cosa si direbbero quei due piemontesi così diversi e vissuti a secoli di distanza l’uno dall’altro che si trovano per caso a condividere lo stesso tratto di strada?

Anna Segre, insegnante
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I quaderni neri
Martin Heidegger torna a far parlare di sé con gli annunciati Quaderni Neri, prossimi alla pubblicazione nel marzo 2014. Diari inediti, in cui sarebbe ormai esplicito un livore antisemita da parte del filosofo tedesco. Viene ripresa così, l’ampia discussione sul suo rapporto controverso con la politica nazista, e da qui sorge spontanea una nuova riflessione sull’influenza e l’eventuale responsabilità del pensiero heideggeriano, sul nazismo e sulla stessa filosofia contemporanea, che in gran parte, specie in ambito fenomenologico, ne ha seguito le redini.

Francesco Moises Bassano, studente
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Ascoltare o studiare?
Il corso di Torah La’am colpisce anche rav Monheit di passaggio a Roma. Secondo lui il senso di questo corso (che è quello di diffondere uno studio attivo della Torah) è straordinario: “Studiare Torah – mi dice in confidenza – non significa andare ad ascoltare cosa dice il rabbino. In Germania sono venuti a mancare talmidei chachamim proprio quando gli ebrei hanno iniziato a limitarsi a questo.” In effetti nessuno può delegare ad altri la propria lettura, non solo della Torah

Ilana Bahbout
Leningrado
Ormai da giorni passeggio per una Pietroburgo di indescrivibile bellezza, sfavillante e rilucente, addobbata con gusto e senza badare a spese; vago tra i canali e le magiche strade del centro, piene di gente elegante, dall’aria decisamente europea. Non credo ai miei occhi: a distanza di pochi mesi dalla mia ultima visita, della vecchia e indimenticabile Leningrado non resta più neppure una traccia.

Laura Salmon, slavista
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