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8 gennaio - 7 shevat 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL


alef/tav
David Sciunnach, rabbino
"Disse il Signore a Moshè: perché alzi la tua voce verso di me?…” (Shemòt 15, 1). Si domanda l’Admor Rabbì Yehudà Leib di Gur, conosciuto per il suo commentario Sefat Emèt, perché mai Moshè ha gridato verso il Signore? Egli non sapeva che la salvezza sarebbe arrivata, visto che fin dall'inizio il Santo Benedetto Egli Sia, gli aveva già rivelato le sue intenzioni.
 
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David Assael, ricercatore
L’affaire Dieudonné è uno di quei tipici casi in cui i non democratici invocano la libertà di pensiero, che vorrebbero negare. È bene sempre spiegare che la democrazia non si risolve in un’assenza di limiti in cui ognuno può fare e dire ciò che vuole. Semmai è una forma politica fondata sulla salvaguardia delle minoranze e sulla garanzia dei diritti per lo straniero.
 
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ROMA - In occasione del 70esimo anniversario della deportazione del 4 gennaio 1944 si presenta domani al Museo ebraico di Roma il libro “La scala della Morte. Mario Limentani da Venezia a Roma, via Mauthausen” che Grazia Di Veroli ha dedicato alla vicenda del Testimone della Shoah Mario Limentani. L'incontro avrà inizio alle 20.30. Con l'autrice e il Testimone interverranno Anna Foa, Mario Avagliano e Marcello Pezzetti.
 
Una rete per la solidarietà
Favorire la creazione di una rete di solidarietà, sviluppare l’assistenza secondo un modello professionale, fornire supporto a chi ne ha bisogno. Sono questi i capisaldi del progetto di servizio sociale territoriale elaborato dalla Commissione Servizi sociali dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, presieduta dal Consigliere UCEI e presidente dell’Associazione medica ebraica Giorgio Mortara.
 
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Voci a confronto
Il caso Dieudonné, comico francese che ha fatto della retorica antisemita e negazionista un suo marchio di fabbrica, continua ad avere eco in tutta Europa. Per ostacolare l’inventore della “quenelle” (un saluto nazista alla rovescia) e i suoi spettacoli, messe in scena non solo di cattivo gusto ma dietro cui si cela di fatto una vera istigazione all’odio razziale, è intervenuto in prima persona il presidente francese Francois Holland, chiedendo a prefetti e sindaci di Francia di proibire a Diudonné di esibirsi in pubblico (La Stampa, Corriere della Sera). Una decisione che per Pierluigi Battista, editorialista del Corriere, sarebbe però controproducente: “è giusto invocare la mannaia della censura sugli spettacoli di un odiatore degli ebrei? Ed è utile, oppure è addirittura dannoso e controproducente? Purtroppo la risposta è no: non è giusto, ed è forse disastrosamente inutile”.
 
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Progetti di futuro
“Le due parole centrali della Torah - ha scritto rav Benedetto Carucci Viterbi sul Portale dell’ebraismo italiano, moked.it - sono darosh darash: ripetizione rafforzata di cercare; ma anche di studiare e di interpretare. Il cuore della Torah è dunque nello studio e nel tentativo di comprendere. E nessuno si può sottrarre a questo compito fondante: neanche Mosé il nostro maestro, colui che cerca al centro della Torah”. Per l’ebraismo, come spiega il rav, lo studio è uno dei pilastri della vita ebraica e nessuno può sottrarvisi. Progetti di futuro è il titolo del dossier sul numero di Pagine Ebraiche attualmente in distribuzione, dedicato alle prospettive che si aprono ai giovani dopo la scuola superiore.
 
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  davar
israele
Chi chiede sicurezza, chi asilo
Sicurezza è la parola d'ordine in Israele. Da sempre. Sicurezza dei confini, con uno sguardo agli stati limitrofi ma soprattutto al processo di pace con i palestinesi, riavviato grazie all'impulso americano ma continuamente a rischio. Ultimo caso le violenze subite da un gruppo di coloni di Esh Kodesh da parte di palestinesi e l'incendio di due auto nel villaggio palestinese di Madma, nella West Bank, provocato dai coloni stessi. Gesto, quest'ultimo, duramente condannato dal ministro degli Interni Moshe Ya'alon (nella foto con il premier Benjamin Netanyahu) che ha parlato di atti di “terrore” contro cui le autorità agiranno “con tolleranza zero in modo da estirparli alla radice”. E mentre gli estremismi preoccupano sul fronte del processo di pace, un altro versante tiene in allerta il governo Netanyahu: la questione dei migranti, giunti a migliaia dall'Africa in questi ultimi anni, ora al centro delle cronache a causa di una protesta che li ha visti scendere in piazza a Tel Aviv a migliaia contro un provvedimento che ne accelererebbe il rimpatrio.
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qui roma
Alfano in visita alla Comunità
 
Impegno per la tutela dell’ordine pubblico,
sicurezza del paese, monitoraggio dei fenomeni di odio, ascesa delle nuove destre xenofobe e razziste, effetti della crisi su tutto il comparto economico. Questi i temi trattati in occasione della visita del ministro per l’Interno Angelino Alfano nei locali della Comunità ebraica di Roma. Ad accoglierlo il rabbino capo Riccardo Di Segni e i membri di Giunta.
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qui roma
La sinagoga di Trastevere
Tanti luoghi, tanti incontri, tanti racconti tra grande storia degli ebrei di Roma e memorie personali. È il viaggio che i nostri lettori potranno compiere assieme al rav Vittorio Della Rocca, per molti semplicemente il Morè, che della Comunità è tra i personaggi più noti e amati. Il primo appuntamento è in Vicolo dell’Atleta a Trastevere dove una suggestiva casa medioevale conserva i resti della sinagoga fondata dal lessicografo Nathan ben Jechiel (1035‐ 1106).
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pilpul
Ticketless - Assaf Gavron
Confesso di non conoscere lo scrittore israeliano Assaf Gavron, 45 anni, autore di “La mia storia, la tua storia”. Mi sono procurato i suoi libri, li leggerò volentieri. La nuova generazione di scrittori (e registi) israeliani è una certezza nel mare di incertezze in cui siamo immersi. Se parlo di Gavron è perché sul “Corriere della Sera” del 31 dicembre scorso mi ha molto convinto un suo intervento sul caso-Anelka e la “quenelle”, il gesto antisemita del calciatore francese.

Alberto Cavaglion
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Periscopio -Silenzi
Ci sono dei silenzi, a volte, davvero fragorosi. Mi riferisco all’olimpica indifferenza con cui la stampa e la politica mondiale hanno reagito alla notizia del ‘giallo di capodanno’ di Praga, nel quale l’ambasciatore (o capo-missione) dell’Autorità Palestinese è saltato in aria nel suo appartamento, l’ultimo dell’anno, nel maneggiare una vecchia ‘valigia-cassaforte’, che gli è scoppiata tra le mani. In verità, di giallo, in questa vicenda, c’è davvero poco, perché l’accaduto è apparso alle autorità ceche, fin dal primo momento, del tutto chiaro: nessun attentato, il diplomatico è morto nel maneggiare da solo l’esplosivo, in modo inesperto.

Francesco Lucrezi, storico
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