
Elia Richetti,
rabbino
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È
certamente un fatto notevole che una Parashah della Torah sia chiamata
col nome di sacerdote pagano, anche se la tradizione affermerà che è
diventato ebreo. La motivazione, come dicono i Maestri, è che Yithrò
ebbe il merito di aggiungere una mitzvah alla Torah, suggerendo a Moshè
come amministrare la giustizia. Il suo suggerimento fu di nominare
giudici per livelli successivi di giudizio: “Ogni cosa grande la
porteranno da te, ed ogni cosa piccola la giudicheranno loro”.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Pochi
giorni fa Gigi Riva scriveva sull’Espresso (11 gennaio): “Per capire
l’ultimo Ariel Sharon (ce ne sono stati tanti) bisogna riandare alla
sera del 28 gennaio 2003. Quando in Israele vengono resi noti i
risultati delle elezioni. Il suo partito di destra, il Likud, ha
stravinto, i militanti festeggiano. Ma lui è chiuso nella sua stanza e
fa due telefonate. Una al demografo di origine italiana Sergio Della
Pergola. L’altra al professore di geografia Arnon Soffer, detto “il
conta-arabi”. A entrambi dice: “Portatemi le mappe”. Non c’è bisogno di
ulteriori spiegazioni: i due (suoi consiglieri da tempo) sanno cosa
significa… Con Della Pergola e Soffer studia “le mappe”. Da dove
ritirarsi, dove restare, quali zone di Israele dove vivono i
palestinesi scambiare con le colonie “irrinunciabili”, quelle più a
ridosso della “linea verde” del 1967. Il primo passo è il ritiro da
Gaza, annunciato nel febbraio del 2004, attuato nell’agosto del 2005″.
È bene che si sappia: Gigi Riva rappresenta il più infimo livello di
giornalismo, che non controlla le fonti, che non sa quello che dice,
che falsifica la storia, che oltre a tutto in un rozzo italiano esprime
viscerali sentimenti di odio. Per mettere le cose in chiaro, il 28
gennaio 2003 mi trovavo al Centre for Hebrew and Jewish Studies
dell’Università di Oxford per un semestre di sabbatico. A causa della
mia assenza da Israele non avevo nemmeno potuto votare alle elezioni
per il rinnovo della Knesset. Nessuna telefonata da Ariel Sharon,
nessuna convocazione col collega Arnon Soffer, nessuno studio delle
“mappe”. Suo consigliere da tempo? Nel gennaio 2003 non avevo ancora
incontrato Ariel Sharon a tu per tu. È solamente in seguito, nel 2005,
che sarebbe avvenuto il primo dei nostri incontri (di cui parlo nel
numero di febbraio di Pagine Ebraiche). E in quelle occasioni le
questioni del rapporto fra demografia e politica furono ampiamente
discusse. La discussione degli equilibri demografici, delle identità
culturali e delle soluzioni politiche ai problemi del conflitto in
Medio Oriente è non solo legittima, ma doverosa per chi voglia
contribuire al processo di pace. Il ben più rapido accrescimento
demografico dei palestinesi rispetto agli ebrei in Israele e nei
territori altera gli equilibri esistenti e allontana la prospettiva di
uno stato d’Israele ebraico e democratico. La problematica demografica,
con minori variazioni, è valida oggi esattamente come lo era dieci anni
fa. Gli spostamenti di confini territoriali fra stati sono avvenuti
infinite volte in Europa al termine di conflitti armati, e hanno
coinvolto ripetutamente anche l’Italia. Ma per ignoranti e ciarlatani
Israele sbaglia se vuole tenere i territori, e sbaglia se vuole
restituire i territori. E allora è bello inventare le notizie.
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Progetti Otto per Mille Presentazione domande
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Scadrà
il 28 febbraio il termine per la presentazione dei progetti da
realizzare con il contributo Otto per Mille. Gli Enti o associazioni
interessati dovranno compilare l'apposita scheda dimostrando di aver
presentato il modello EAS all'Agenzia delle Entrate. La Commissione
Bilancio e Otto per Mille valuterà l'ammissibilità dei progetti e
proporrà l'assegnazione del contributo previa approvazione del
Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
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Voci a confronto
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Con
il Giorno della Memoria tornano ad aprirsi al pubblico le porte del
Memoriale della Shoah di Milano. Ieri la conferenza stampa: a fare il
punto sui lavori che interessano la struttura è stato il vicepresidente
della Fondazione Memoriale della Shoah e vicepresidente dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach. “Mancano – ha spiegato
– due milioni e seicentomila euro e dieci mesi di lavori, necessari per
realizzare la Biblioteca multimediale” (Paola D’Amico sul Corriere
della sera). Giornata del dialogo ebraico-cattolico: numerosi gli
appuntamenti in tutta Italia con filo conduttore il comandamento “Non
ruberai”. A firmare la presentazione del sussidio Cei anche il
presidente uscente dell’Assemblea rabbinica italiana Elia Richetti. “Il
comandamento al centro della Giornata – scrive il rav – insegna a
vedere nell’altro l’immagine di se stessi fino, quasi, a rendersi conto
che l’altro non esiste” (Avvenire).
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Progetti di futuro
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“Le
due parole centrali della Torah - ha scritto rav Benedetto Carucci
Viterbi sul Portale dell’ebraismo italiano, moked.it - sono darosh
darash: ripetizione rafforzata di cercare; ma anche di studiare e di
interpretare. Il cuore della Torah è dunque nello studio e nel
tentativo di comprendere. E nessuno si può sottrarre a questo compito
fondante: neanche Mosé il nostro maestro, colui che cerca al centro
della Torah”. Per l’ebraismo, come spiega il rav, lo studio è uno dei
pilastri della vita ebraica e nessuno può sottrarvisi. Progetti di
futuro è il titolo del dossier dedicato alle prospettive che si aprono
ai giovani dopo la scuola superiore.
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MEMORIA
Il ricordo e la ritualità
Esce
oggi in libreria il nuovo saggio della scrittrice e traduttrice Elena
Loewenthal "Contro il Giorno della Memoria. Una riflessione sul rito
del ricordo, la retorica della commemorazione, la condivisione del
passato", add editore. Ne anticipiamo per il lettore uno stralcio dall'introduzione dell'autrice.
"Qualche
parola in prima persona. La Shoah è la mia ossessione. So che questo è
nulla al confronto con la Shoah che in tanti hanno attraversato, la
Shoah vera che è stata morte e prima ancora soprusi, sofferenze,
smarrimento terribile, un senso inaudito di ingiustizia e violenza. La
mia Shoah è solo un’ossessione, un pensiero che non è fisso, anzi, si
sposta qua e là, cade in punti imprevedibili della mia vita, diventa
sgomento e rabbia, il più delle volte tutte e due insieme. Sono nata
nel 1960. Una volta questa data mi sembrava lontana anni luce
dall’ultima guerra, ma con il passare del tempo le stagioni si
contraggono, le lontananze diventano una matassa scura,
inestricabile(...)".
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Setirot
- Esclusioni |
Ebrei
e comunità. Mi domando chi sia il rashà. Mi chiedo chi si escluda da
che cosa, chi escluda chi, e in nome di chi e di che cosa si escluda e
ci si escluda.
Stefano Jesurum, giornalista
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La Siria, il Vaticano e noi |
Non
è facile decidere da che parte stare in Siria, se da quella degli
insorti o da quella del Presidente Assad. Israele cerca di rimanere
fuori dal conflitto, ma offre aiuti sanitari a numerosi civili siriani
facendoli ammettere negli ospedali israeliani. Non si può dimenticare
che fra gli insorti ci sono uomini dell'organizzazione terroristica Al
Qaeda e altri gruppuscoli meno noti. Il Vaticano invece si muove con un
maxi congresso dell'Accademia Pontificia delle scienze riunito a Roma
il 13 gennaio scorso, che ha chiesto "un cessate il fuoco immediato e
la fine delle violenze di qualsiasi tipo, senza precondizioni
politiche".
Sergio Minerbi, diplomatico
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Time out - La protesta
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Non
debbo insegnare a fare il giornalista a nessuno, men che meno a chi era
presente alla famosa serata su sinistra e Israele. Un solo dato però mi
interessa commentare: nessuno dal giornalista di Pagine Ebraiche fino a
Gad Lerner si è sentito in dovere di spiegare le ragioni della protesta
e del perché si creino così tanti malumori. Perché per carità, si potrà
essere d'accordo o meno sulle ragioni di chi contesta, ma credo che
faccia parte dell'onestà intellettuale di chi per lavoro nella vita
racconta come sono andati i fatti di spiegare come stanno le cose.
Daniel Funaro
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