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29 gennaio 2014 - 28 Shevat 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
"Farai due cherubini d’oro, e i cherubini avranno i loro volti diretti l’uno verso l’altro ..." (Shemòt 25, 20). Il Talmud (Yomà 54a) spiega questo particolare in maniera interessante. Secondo la tradizione questi due cherubini erano differenti l’uno dall’altro nel loro aspetto. Uno era d’aspetto maschile, l’altro aveva una forma femminile. Inoltre, essi erano abbracciati l’uno all’altro e questo aspetto non veniva nascosto ma durante i pellegrinaggi le tende che nascondevano l’aròn venivano spostate e venivano fatte vedere a tutto il popolo, spiegando che il loro amore ricordava l’amore di Dio verso Israele.
 
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David
Assael,
ricercatore
A me pare che Vladimir Putin stia giocando a carte scoperte: vuole riportare la Russia al centro della geopolitica internazionale e agisce, conseguentemente, perseguendo i suoi interessi. Un gioco in salsa russa: scarsissima attenzione ai desideri dei popoli (ancora oggi, in Russia, le elezioni sono un esercizio mal sopportato) e real politik al limite del cinismo. Il problema è, fin dove si può spingere questo gioco? Già un paio di settimane fa è stato siglato un accordo con l’Ungheria di Orban che prevede un investimento russo di 10 miliardi di euro per la costruzione di due reattori nucleari nella centrale di Paks, l’unica del Paese. E l’UE?
 
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MILANO - Una serata di riflessione per parlare di Ruanda a vent'anni dal genocidio. E' la proposta culturale del Centro Pime di Milano (via Mosè Bianchi 94) con ospiti, questa sera alle 21, il presidente della Foresta dei Giusti Gabriele Nissim e Scholastique Musakonga, scrittrice ruandese e voce delle vittime del genocidio. L'incontro è organizzato in collaborazione con la casa editrice 66thand2nd, che pubblica l'ultimo romanzo-verità di Mukasonga ("Nostra signora del Nilo") vincitore del prestigioso Premio Renaudot.
 
Legge e negazionismo,
il Senato va verso il voto
Da 1 a 5 anni per chi “nega l’esistenza di crimini di guerra o di genocidio o contro l’umanità”. Questa la configurazione che dovrebbe assumere il nuovo reato di negazionismo, una norma ampiamente discussa negli scorsi mesi e che arriva oggi sui banchi del Senato per la votazione. Come racconta la Stampa, continuano le divisioni, anche interne agli schieramenti (nel caso del Pd), tra favorevoli e contrari. “Una proposta di legge che giudico inutile e controproducente”, l’ha definita pochi giorni fa lo storico-senatore del Pd Miguel Gotor. Dalle pagine del quotidiano torinese la risposta di Silvana Amati, senatrice Pd e tra gli ispiratori del ddl sul negazionismo, al collega Gotor. Secondo Amati l’introduzione della legge sarebbe un argine necessario per frenare la diffusione della retorica e della violenza antisemita. “È l’Europa che si preoccupa dei rigurgiti di antisemitismo. Vanno riconosciuti come un delitto. Anche perché sono segni di altro. Di pericoli anche più gravi. Bisogna mandare un segnale di fermezza”, afferma la senatrice.
Intanto si stringe il cerchio attorno ai responsabili dell’invio dei “pacchi-oltraggio” contenenti teste di maiale, destinati al Tempio Maggiore di Roma, al Museo della Storia dove è in corso una mostra sulla Shoah e all’ambasciata israeliana. Come riporta Repubblica, gli investigatori della Digos stanno tenendo sotto sorveglianza esponenti dell’estrema destra romana che gravitano intorno a sigle come Militia e Stormfront. L’escalation di rigurgiti antisemiti nella Capitale preoccupa il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. “Questi fatti – ha dichiarato Pecoraro a Repubblica -saranno oggetto di valutazione, domani, di un Coordinamento con tutte le forze di polizia, in modo da affinare, ove necessario, un sistema di vigilanza degli obiettivi ebraici”.

 
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Memoria viva
Ogni anno il Giorno della Memoria riporta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla Shoah e sulle sue vittime. Ma la cadenza delle celebrazioni non basta.
 
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  davar
pagine ebraiche pubblica le lettere inedite
"Grazie, amici nella bufera", firmato Rita Levi Montalcini

Tre lettere inedite, indirizzate a chi venne loro in soccorso nei mesi più bui, in cui Rita Levi Montalcini e sua sorella Paola ricordano il periodo trascorso in clandestinità a Firenze in un appartamento di via Cavour citato dalla scienziata nell'autobiografia “Elogio dell'imperfezione”.
A gettare nuova luce su questa vicenda è il numero di febbraio del mensile dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche, che ha raccolto l'inaspettato ritrovamento da Laura Leoncini, discendente di quella Consilia che, con la complicità dei suoi cari, scelse di prolungare l'affitto dello stabile alle sorelle Montalcini e a loro madre Adele anche quando fu chiaro a tutti che non si trattava di tre donne cattoliche pugliesi dirette verso Meridione ma di un famiglia ebraica braccata dal regime per motivi razziali. Negli scorsi giorni Leonardo Coen ha raccontato la storia di questo inaspettato ed emozionante ritrovamento da parte della redazione in un articolo a tutta pagina uscito sul Fatto Quotidiano.
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damasco e la crisi umanitaria
Israele resta l'unica speranza
per i bimbi siriani in pericolo

Una bimba di sette mesi combatte per vivere nel campo di profughi siriani del Kurdistan iracheno. Ha un difetto cardiaco e pesa solo tre chilogrammi. I medici non ritengono sia sicuro operarla finché non diventa più robusta. Proprio ciò che la malattia le impedisce di fare. Ma qualcuno, molto lontano, ha saputo di lei e ha fatto un lungo viaggio, per permetterle di arrivare dove potrà essere aiutata. È Jonathan Miles, fondatore dell’organizzazione Shevet Achim, realtà cristiana basata in Israele, nata allo scopo di portare
bambini malati da tutti i paesi musulmani a curarsi nello Stato ebraico.
In prima linea, ogni giorno, per aiutare i civili siriani è anche Tzahal, l’esercito di difesa israeliano, che ha impiantato lungo il confine un ospedale da campo. “Chi salva una vita salva il mondo intero” ricorda il suo blog ufficiale.
 
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27 gennaio - qui milano
Brava gente di pura razza italiana
Interrogarsi sulla consapevolezza di ieri per trovare risposte su quella di oggi. È il ritratto di un’Italia “brutta” quello che è stato discusso nel corso della presentazione del volume “Di pura razza italiana. La reazione degli italiani ‘ariani’ ai provvedimenti contro gli ebrei (1938-1943)” di Mario Avagliano e Marco Palmieri (Baldini e Castoldi editore). A discuterne con Avagliano alla libreria Feltrinelli di piazza del Duomo a Milano, il direttore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea Michele Sarfatti e lo storico David Bidussa, introdotti dal coordinatore dei dipartimenti Informazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale.  
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27 gennaio - qui roma
 La guerra e le scelte difficili
Fuga, lotta, resistenza. Sono alcune delle strade che gli ebrei romani scelsero di percorrere in occasione dell'occupazione nazista e della persecuzione. Tre diverse modalità di comportamento che sono state affrontate in occasione di un incontro svoltosi ieri all'istituto tecnico Federico Caffè di via Fonteiana. Ad aprire l'incontro, inframmezzato dall'esecuzione di alcuni canti popolari, sono stati Sara, Daniele e Gabriele Modigliani che hanno letto alcuni stralci del diario “I nazisti a Roma” tenuto dal padre Piero nei giorni più difficili. A seguire l'intervento di Alberto Di Consiglio, che ha ricordato la figura del padre Pacifico, l'indimenticabile “Moretto” tornato appositamente a Roma per vendicare le vittime del rastrellamento del 16 ottobre. Ha concluso Aldo Pavia, che ha letto alcuni paragrafi di “16 ottobre 1943” di Giacomo Debenedetti e di “Portico d'Ottavia 13” di Anna Foa.
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27 gennaio - qui vercelli
I giovani e la Memoria
Iniziato con l'esibizione del chitarrista Francesco Mariotti per ViaFoa in Concerto, il calendario di iniziative sul territorio vercellese per il Giorno della Memoria ha toccato tappe molto intense e significative. Tra le varie attività, eventi di valore si sono svolti a Biella, Trino e Vercelli. Nella prefettura di Vercelli, alla presenza delle massime autorità cittadine, prolusione e lettura di una testimonianza inedita del 1945 su alcuni arresti effettuati alla frontiera tra Italia e Svizzera e sulla successiva deportazione dei fermati da parte del presidente della Comunità ebraica Rossella Bottini Treves. Forte, anche in altre iniziative, il coinvolgimento dei più giovani.
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pilpul
Ticketless - Una vita di musica
La faccenda del pacco con la testa del maiale, ed anche il dibattito giornalistico che ne è seguito, nonostante l’autorevolezza di chi è intervenuto, è deprimente. Vorrei tentare di alzare un pochino il livello della conversazione. Ho sempre pensato che la reazione più intensa ed elevata alla campagna razziale fosse racchiusa nei versi di “Dora Markus”, la poesia di Eugenio Montale in cui si parla del “veleno di una fede feroce”. In questo 27 gennaio ho avuto modo di ricredermi. La Giornata della Memoria serve pure a qualcosa.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Spazio per crescere
La Giornata della Memoria, come ogni anno, ripropone sempre - e in modo sempre nuovo - vecchie e nuove domande. Serve effettivamente, e in che misura, a mantenere desta la coscienza civile, a onorare la memoria delle vittime, a educare le giovani generazioni ai valori della libertà, della fratellanza, del rispetto delle differenze, del ripudio di ogni forma di violenza, sopraffazione, intolleranza, discriminazione, razzismo, antisemitismo?

Francesco Lucrezi, storico
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