David
Sciunnach,
rabbino
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"Farai
due cherubini d’oro, e i cherubini avranno i loro volti diretti l’uno
verso l’altro ..." (Shemòt 25, 20). Il Talmud (Yomà 54a) spiega questo
particolare in maniera interessante. Secondo la tradizione questi due
cherubini erano differenti l’uno dall’altro nel loro aspetto. Uno era
d’aspetto maschile, l’altro aveva una forma femminile. Inoltre, essi
erano abbracciati l’uno all’altro e questo aspetto non veniva nascosto
ma durante i pellegrinaggi le tende che nascondevano l’aròn venivano
spostate e venivano fatte vedere a tutto il popolo, spiegando che il
loro amore ricordava l’amore di Dio verso Israele.
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David
Assael,
ricercatore
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A
me pare che Vladimir Putin stia giocando a carte scoperte: vuole
riportare la Russia al centro della geopolitica internazionale e
agisce, conseguentemente, perseguendo i suoi interessi. Un gioco in
salsa russa: scarsissima attenzione ai desideri dei popoli (ancora
oggi, in Russia, le elezioni sono un esercizio mal sopportato) e real
politik al limite del cinismo. Il problema è, fin dove si può spingere
questo gioco? Già un paio di settimane fa è stato siglato un accordo
con l’Ungheria di Orban che prevede un investimento russo di 10
miliardi di euro per la costruzione di due reattori nucleari nella
centrale di Paks, l’unica del Paese. E l’UE?
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MILANO
- Una serata di riflessione per parlare di Ruanda a vent'anni dal
genocidio. E' la proposta culturale del Centro Pime di Milano (via Mosè
Bianchi 94) con ospiti, questa sera alle 21, il presidente della
Foresta dei Giusti Gabriele Nissim e Scholastique Musakonga, scrittrice
ruandese e voce delle vittime del genocidio. L'incontro è organizzato
in collaborazione con la casa editrice 66thand2nd, che pubblica
l'ultimo romanzo-verità di Mukasonga ("Nostra signora del Nilo")
vincitore del prestigioso Premio Renaudot.
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Legge e negazionismo,
il Senato va verso il voto
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Da
1 a 5 anni per chi “nega l’esistenza di crimini di guerra o di
genocidio o contro l’umanità”. Questa la configurazione che dovrebbe
assumere il nuovo reato di negazionismo, una norma ampiamente discussa
negli scorsi mesi e che arriva oggi sui banchi del Senato per la
votazione. Come racconta la Stampa, continuano le divisioni, anche
interne agli schieramenti (nel caso del Pd), tra favorevoli e contrari.
“Una proposta di legge che giudico inutile e controproducente”, l’ha
definita pochi giorni fa lo storico-senatore del Pd Miguel Gotor. Dalle
pagine del quotidiano torinese la risposta di Silvana Amati, senatrice
Pd e tra gli ispiratori del ddl sul negazionismo, al collega Gotor.
Secondo Amati l’introduzione della legge sarebbe un argine necessario
per frenare la diffusione della retorica e della violenza antisemita.
“È l’Europa che si preoccupa dei rigurgiti di antisemitismo. Vanno
riconosciuti come un delitto. Anche perché sono segni di altro. Di
pericoli anche più gravi. Bisogna mandare un segnale di fermezza”,
afferma la senatrice.
Intanto si stringe il cerchio attorno ai responsabili dell’invio dei
“pacchi-oltraggio” contenenti teste di maiale, destinati al Tempio
Maggiore di Roma, al Museo della Storia dove è in corso una mostra
sulla Shoah e all’ambasciata israeliana. Come riporta Repubblica, gli
investigatori della Digos stanno tenendo sotto sorveglianza esponenti
dell’estrema destra romana che gravitano intorno a sigle come Militia e
Stormfront. L’escalation di rigurgiti antisemiti nella Capitale
preoccupa il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. “Questi fatti – ha
dichiarato Pecoraro a Repubblica -saranno oggetto di valutazione,
domani, di un Coordinamento con tutte le forze di polizia, in modo da
affinare, ove necessario, un sistema di vigilanza degli obiettivi
ebraici”.
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Memoria viva |
Ogni
anno il Giorno della Memoria riporta l’attenzione dell’opinione
pubblica sulla Shoah e sulle sue vittime. Ma la cadenza delle
celebrazioni non basta.
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damasco e la crisi umanitaria
Israele resta l'unica speranza
per i bimbi siriani in pericolo
Una
bimba di sette mesi combatte per vivere nel campo di profughi siriani
del Kurdistan iracheno. Ha un difetto cardiaco e pesa solo tre
chilogrammi. I medici non ritengono sia sicuro operarla finché non
diventa più robusta. Proprio ciò che la malattia le impedisce di fare.
Ma qualcuno, molto lontano, ha saputo di lei e ha fatto un lungo
viaggio, per permetterle di arrivare dove potrà essere aiutata. È
Jonathan Miles, fondatore dell’organizzazione Shevet Achim, realtà
cristiana basata in Israele, nata allo scopo di portare bambini malati da tutti i paesi musulmani a curarsi nello Stato ebraico.
In prima linea, ogni giorno, per aiutare i civili siriani è anche
Tzahal, l’esercito di difesa israeliano, che ha impiantato lungo il
confine un ospedale da campo. “Chi salva una vita salva il mondo
intero” ricorda il suo blog ufficiale.
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27 gennaio - qui roma La guerra e le scelte difficili
Fuga,
lotta, resistenza. Sono alcune delle strade che gli ebrei romani
scelsero di percorrere in occasione dell'occupazione nazista e della
persecuzione. Tre diverse modalità di comportamento che sono state
affrontate in occasione di un incontro svoltosi ieri all'istituto
tecnico Federico Caffè di via Fonteiana. Ad aprire l'incontro,
inframmezzato dall'esecuzione di alcuni canti popolari, sono stati
Sara, Daniele e Gabriele Modigliani che hanno letto alcuni stralci del
diario “I nazisti a Roma” tenuto dal padre Piero nei giorni più
difficili. A seguire l'intervento di Alberto Di Consiglio, che ha
ricordato la figura del padre Pacifico, l'indimenticabile “Moretto”
tornato appositamente a Roma per vendicare le vittime del
rastrellamento del 16 ottobre. Ha concluso Aldo Pavia, che ha letto
alcuni paragrafi di “16 ottobre 1943” di Giacomo Debenedetti e di
“Portico d'Ottavia 13” di Anna Foa.
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Ticketless
- Una vita di musica
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La
faccenda del pacco con la testa del maiale, ed anche il dibattito
giornalistico che ne è seguito, nonostante l’autorevolezza di chi è
intervenuto, è deprimente. Vorrei tentare di alzare un pochino il
livello della conversazione. Ho sempre pensato che la reazione più
intensa ed elevata alla campagna razziale fosse racchiusa nei versi di
“Dora Markus”, la poesia di Eugenio Montale in cui si parla del “veleno
di una fede feroce”. In questo 27 gennaio ho avuto modo di ricredermi.
La Giornata della Memoria serve pure a qualcosa.
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Spazio per crescere
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La
Giornata della Memoria, come ogni anno, ripropone sempre - e in modo
sempre nuovo - vecchie e nuove domande. Serve effettivamente, e in che
misura, a mantenere desta la coscienza civile, a onorare la memoria
delle vittime, a educare le giovani generazioni ai valori della
libertà, della fratellanza, del rispetto delle differenze, del ripudio
di ogni forma di violenza, sopraffazione, intolleranza,
discriminazione, razzismo, antisemitismo?
Francesco Lucrezi, storico
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