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Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Domenica
è iniziata la consueta settimana bianca a Pinzolo organizzata dal DEC -
UCEI. Quasi un centinaio di partecipanti, soprattutto giovani famiglie
con bambini piccoli, che possono godere di una piacevole vacanza kasher
arricchita da un intenso programma socio culturale per tutte le
età. Emerge una novità sorprendente che ci costringe ad alcuni
interrogativi. I partecipanti provenienti dalla Comunità di Roma, che
per tanti anni hanno costituito lo zoccolo duro di queste attività
nazionali, non sono più la maggioranza. Forse questa crisi economica
colpisce maggiormente la comunità romana più che in altre comunità? O
forse gli ebrei di Roma possono contare sempre più su un'offerta di
attività variegata locale che non sentono più la necessità di
partecipare a queste iniziative nazionali ? Alcuni, una decina di anni
fa, criticavano queste attività del DEC sostenendo che erano
prevalentemente romani a beneficiarne. Chissà se da domani vi sarà
qualcuno che inizierà a criticare una presenza troppo elevata di
milanesi!
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Dario
Calimani,
anglista
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A
volte, sospettando di pensare ciò che tutti pensano, di dire ciò che
tutti dicono, si è tentati dal silenzio per evitare di esprimere il
superfluo. Capita così che il tuo silenzio si aggiunga al silenzio
degli altri. Ci si volta dall’altra parte, complici della distrazione,
e ci si crogiola pacificati nell’esenzione. Per questo, a volte, si
preferisce correre il rischio di sentirsi colpevoli di ridondanza.
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Progetti Otto per Mille
Presentazione domande
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Scadrà
il 28 febbraio il termine per la presentazione dei progetti da
realizzare con il contributo Otto per Mille. Gli Enti o associazioni
interessati dovranno compilare l'apposita scheda dimostrando di aver
presentato il modello EAS all'Agenzia delle Entrate. La Commissione
Bilancio e Otto per Mille valuterà l'ammissibilità dei progetti e
proporrà l'assegnazione del contributo previa approvazione del
Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
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Halakhah e informazione
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Al
via questa mattina, nella sede dell’Associazione Stampa Romana, i
lavori del seminario Legge ebraica e informazione organizzato dalla
redazione di Pagine Ebraiche e del portale dell’ebraismo italiano
www.moked.it in collaborazione con il Collegio Rabbinico. Ad inaugurare
il seminario una lezione del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. La
notizia è posta in evidenza sull’Osservatore Romano e, tra gli altri,
anche dal quotidiano capitolino Il Tempo. “Dialogo a porte aperte”,
titola il quotidiano della Santa Sede.
Nel toto-nomine per la nuova squadra di governo mancherebbe un nome,
quello del parlamentare italo-israeliano e guru economico renziano
Yoram Gutgeld. Lo scrive Franco Bechis in un articolo che appare su
Libero. “Gutgeld – si legge – ha preparato le proposte di Renzi e ne
avrebbe trovate anche le coperture. Sembrerebbe il ministro
dell’Economia naturale del nuovo corso. Ma al momento nel toto-nomine
la sua figurina non è apparsa…”.
Che fine ha fatto il film Anita B. di Roberto Faenza, ispirato
all’ultimo libro di Edith Bruck e tra le pellicole protagoniste in
occasione del Giorno della Memoria? A chiederlo è un lettore del Fatto
Quotidiano. Risponde Furio Colombo: “Il libro di Edith Bruck e il film
di Roberto Faenza portavano la storia, nuova perché infinitamente
ignorata (tranne il libro di Primo Levi La Tregua e lo splendido film
di Francesco Rosi) dei sopravvissuti che tornano alla vita e nessuno li
vuole ascoltare perché troppi sono stati coinvolti, tra silenzio e
collaborazione, dalla parte degli sterminatori perché le narrazioni
sono troppo disumane e terribili, e la cosa migliore è lasciar
perdere”. Ecco perché, conclude Colombo, “bisogna chiedere conto di
questo film scomparso di cui è stata impedita la distribuzione”.
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Qui roma
Legge ebraica e informazione
Grande
successo per il primo appuntamento del seminario "Legge ebraica e
problemi dell'informazione" organizzato dalla redazione del giornale
dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche e del Portale dell’ebraismo
italiano www.moked.it in collaborazione con il Collegio Rabbinico
Italiano. L’intervento inaugurale della seconda edizione del seminario,
tenuto dal rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, si è svolto
presso la sede dell’Associazione Romana della Stampa. E' stato il suo
presidente, Paolo Butturini, a dare in apertura il benvenuto ai
giornalisti che affollavano la sala, sottolineando l’importanza di un
genere di incontri che portino i professionisti dell’informazione a
confrontarsi con posizioni e punti di vista spesso poco noti, che
permettano uno sguardo ancorato su basi etiche e morali forti. Guido
Vitale, direttore di Pagine Ebraiche e coordinatore dei dipartimenti
informazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha
spiegato che uno dei grossi problemi dell’ebraismo italiano, che la
stampa ebraica e i giornalisti ebrei devono impegnarsi a correggere,
non è certo dato da un mancanza di visibilità. Sarebbe invece
importante impegnarsi per fare giornali diversi che sappiano raccontare
la minoranza ebraica italiana - che è presente sui media in maniera
regolare e a volte eccessiva - in maniera più corrispondente alla
realtà, senza quei problemi di percezione che invece a volte sono
evidenti.
Il rabbino capo di Roma ha immediatamente conquistato la simpatia dei
presenti ammettendo un poco di preoccupazione all’idea di proporre un
ragionamento sull’etica dell’informazione a coloro che
dell’informazione sono professionisti e hanno leggi e codici
deontologici in proposito. In una società in cui è grande la curiosità
per i temi etici manca del tutto la consapevolezza che le diverse
religioni non solo raramente hanno una visione univoca, ma possono
avere posizioni non solo diverse, ma anche diametralmente opposte nei
confronti dei grandi temi. Il pregiudizio teologico dovuto alla cultura
e alla formazione di ognuno è capace di guidare l’analisi dei fatti ed
è dunque necessario smontare ogni schema precostituito e partire da una
informazione adeguata. Il rav ha ricordato ai presenti come per
l’ebraismo, cultura dell’udito e non della vista, la parola abbia un
grandissimo potere: le parole possono creare il mondo e possono
distruggerlo, e il modo in cui vengono usate è fondamentale. Da un
esempio biblico all’altro, passando dalla storia di
Giuseppe a quella di Miriam per mostrare come già nella Torah si
affrontino in maniera dettagliata alcuni problemi dell’informazione
molto attuali, come la selezione delle informazioni, l’attenzione alla
riservatezza (“parola italiana valida almeno quanto l’abusata versione
inglese”), il rav ha saputo mostrare tutta l’attualità dell’ebraismo,
in cui i diritti non sono trattata in maniera diretta ma discendono dai
divieti. Norme già presenti nella Torah, codificazioni successive,
ragionamenti di grandi pensatori di tutte le epoche hanno costruito una
grande mole di regole che hanno permesso di ragionare in maniera quanto
mai attuale sulla diffamazione, su come sia importante sapere la
finalità con cui si scrive, conoscere le proprie motivazioni, ed essere
consapevoli che anche il modo in cui le notizie vengono divulgate,
come, e quando ha un suo peso. Questioni importanti, su cui i
professionisti dell’informazione non possono non soffermarsi, e che la
tradizione ebraica può informare con punti di vista diversi, stimolando
un ragionamento che percorre strade inconsuete e forse, per questo più
stimolanti. I presenti in sala, fra cui il consigliere UCEI Anselmo
Calò, molti rappresentanti delle principali testate italiane e diversi
giovani, hanno colto l’occasione per rivolgere al rav Di Segni varie
domande partendo da come viene raccontata la questione mediorientale.
Il rav ha fatto presente come esista uno evidente sbilanciamento
dell’informazione, che riserva a Israele una attenzione spesso
sproporzionata, ma ha poi risposto chiaramente che criticare il governo
israeliano è un dovere, come lo è criticare qualsiasi altro governo. La
critica deve però essere documentata, e la coscienza morale di ognuno
deve essere coerente, e non portare a reagire in differente a seconda
dell’argomento trattato. E, ha aggiunto con bonaria ironia il rav in
chiusura, a volte sarebbe utile fare un po’ di psicoanalisi e ragionare
sulla propria formazione intellettuale. La grande curiosità dei
presenti ha trovato in rav Di Segni totale disponibilità ad affrontare
gli argomenti più diversi, e non solo quell’etica dell’informazione che
sarà il centro degli incontri previsti per oggi pomeriggio e per la
giornata di domani, mostrando come sia grande la volontà di
incontrarsi, confrontarsi e capirsi.
Ada Treves - twitter @atrevesmoked
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QUI TORINO
Quali risposte al negazionismo
“È
un problema interdisciplinare, è al contempo politico, storico,
giuridico, religioso, filosofico”. L'introduzione di una legge contro
il negazionismo apre un ventaglio di riflessione che toccano una
molteplicità di settori, ricordava il vicepresidente UCEI Giulio
Disegni. E dimostrazione di questa complessità è stata la tavola
rotonda tenutasi ieri nelle sale della Comunità ebraica di
Torino,organizzata dall'associazione Anavim. A partire dalla domanda -
titolo della conferenza - “negazionismo, serve una legge?”, alcune voci
autorevoli del panorama culturale italiano hanno presentato al folto
pubblico presente il proprio punto di vista, a partire dal settore di
competenza. Protagonisti della serata, infatti, sono stati il
giornalista ed ex-deputato Furio Colombo, lo storico dell'arte Paolo
Coen, la filosofa Donatella Di Cesare, rav Beniamino Goldstein, rabbino
capo di Modena, il giurista Carlo Federico Grosso e lo storico Claudio
Vercelli.
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QUI MODENA
Eletto il nuovo Consiglio
Tiziana
Ferrari, Attilio Uzzielli, Joel Bemporad. Questi (in ordine di
preferenze) i nomi dei tre consiglieri eletti dagli iscritti della
Comunità ebraica di Modena in occasione della chiamata al voto delle
scorse ore, che si è resa necessaria dopo le dimissioni del passato
esecutivo. Nei prossimi giorni verranno definite le cariche interne al
nuovo assetto consiliare compresa la figura del presidente.
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Storie
- Piero, foto di una vita |
Uno
dei Testimoni più straordinari della Shoah italiana è il romano Piero
Terracina. Fino al 7 marzo 2014 è in corso al Goethe-Institut di Roma
una mostra a lui dedicata, con foto del tedesco Georg Pöhlein e un
audio-documentario intitolato “Perché Piero Terracina ha rotto il suo
silenzio” a cura di Andrea Pomplun e dello stesso Georg Pöhlein.
Piero Terracina, classe 1928, subì, come tutti gli ebrei italiani,
l’infamia delle leggi razziste. Il 15 novembre del 1938, quando entrò
in classe e si diresse verso il suo banco, si sentì addosso gli occhi
di tutti i suoi compagni. L'insegnante lo bloccò e gli disse: "Esci,
che tu non puoi stare qui".
Mario Avagliano
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