Qui Torino – Negazionismo e Legge

Convegno negazionismo Torino 17-02-2014“È un problema interdisciplinare, è al contempo politico, storico, giuridico, religioso, filosofico”. L’introduzione di una legge contro il negazionismo apre un ventaglio di riflessione che toccano una molteplicità di settori, ricordava il vicepresidente UCEI Giulio Disegni. E dimostrazione di questa complessità è stata la tavola rotonda tenutasi ieri nelle sale della Comunità ebraica di Torino,organizzata dall’associazione Anavim. A partire dalla domanda – titolo della conferenza -“negazionismo, serve una legge?”, alcune voci autorevoli del panorama culturale italiano hanno presentato al folto pubblico presente il proprio punto di vista, a partire dal settore di competenza. Protagonisti della serata, infatti, sono stati il giornalista ed ex-deputato Furio Colombo, lo storico dell’arte Paolo Coen, la filosofa Donatella Di Cesare, rav Beniamino Goldstein, rabbino capo di Modena, il giurista Carlo Federico Grosso e lo storico Claudio Vercelli. Ad aprire l’incontro, il saluto di David Sorani.
“Quando ho letto che il professore dell’Accademia delle Belle Arti, che interrogato dai suoi studenti aveva negato la Shoah, era stato assolto perché il fatto costituisce reato. Bene, avrei voluto che lo costituisse”. Afferma Furio Colombo che poi rileva, così come Donatella Di Cesare, come dietro il negazionismo si nasconda non solo una violenza sul passato, sulla Memoria, ma anche un attacco al futuro, ovvero Israele. L’obiettivo dei negazionisti, infatti, è delegittimarne l’esistenza, sostenendo che lo Stato ebraico sia nato solo come “risarcimento agli ebrei piagnucolanti”, sottolinea Colombo. Sui profili giuridici si sono soffermati invece rav Goldstein e il penalista Carlo Federico Grosso. Il primo ricordando come siamo di fronte al necessario bilanciamento tra due diritti, dignità umana e libertà di opinione, dove la prima, per la legge ebraica, prevale sulla seconda. Grosso invece ha espresso dubbi sulla norma al momento al vaglio parlamentare per la sua genericità, in quanto non riferita solo alla Shoah ma i più fattispecie non definite. Elemento pericoloso in un ordinamento, come quello penale, che rappresenta solo l’extrema ratio: la sanzione penale si giustifica di fronte a un’offesa concreta di un bene definito. Indeterminatezza non può coincidere con l’ordinamento penale.
“Non sottovalutiamo il potere della legge come argine culturale”, ha dichiarato Paolo Coen, sottolineando come si siano fatti dei passi avanti in Italia sulle riflessioni sulla Shoah grazie all’introduzione del Giorno della Memoria.
Riprende invece le preoccupazioni di Grosso, Claudio Vercelli, che non si è detto contrario a una legge se ben delimitata, perché “sappiamo che è impossibile discutere con i negazionisti. La loro è una visione antistorica, non è possibile confrontarsi con chi pensa che la Terra sia piatta mentre, è evidente, che tutti noi sappiamo che la Terra è rotonda”.

(18 febbraio 2014)