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18 marzo 2014 - 16 Adar II 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Contrariamente a quanto si è portati a pensare, per la tradizione rabbinica, è più meritevole chi compie una mitzvah perché è obbligato di chi compie una mitzvah pur non essendo obbligato. Apparentemente questa filosofia potrebbe sembrare una mortificazione della spontaneità e dei sentimenti. Ma non è così. Tanto è, che la stessa tradizione rabbinica ci ricorda costantemente che "il Misericordioso richiede cuore"... e non solo meccanicismo nell'eseguire i Suoi dettami. Si tratta piuttosto di un principio che ci spinge a un impegno ebraico costante e non solo quando se ne sente la voglia. Chi non è tenuto può fare la mizvah oggi e non farla domani, mentre chi è comandato deve farla sia quando è di buon umore che quando è maldisposto.
 
Dario
Calimani,
anglista
Quando si parla di quote rosa in Parlamento ci si chiede perché in un paese che pretenda di essere civile,  anziché privilegiare logiche sessiste, non sia possibile candidare ed eleggere i migliori, a qualsiasi sesso essi appartengano, ed eliminare invece le quote grigie, quelle di cui fanno parte gli incapaci, gli indegni e i corrotti. Sembra così logico e naturale che solo a proporlo ci si vergogna un po’.
 
GENOVA - Secondo appuntamento del ciclo di incontri "Temi e immagini del pensiero ebraico". Domani alle 17.30, alla Biblioteca Universitaria di Genova, l'appuntamento è con il docente universitario Giuseppe Veltri e con il rabbino capo Giuseppe Momigliano.
 
Temi e immagini
del pensiero ebraico
"Temi e immagini del pensiero ebraico”. Questo il titolo del ciclo di incontri ospitato presso la nuova sede della Biblioteca Universitaria di Genova, l’ex Hotel Colombia (luogo storico della città, che ospitò e fece cantare grandi nomi tra cui anche i Beatles).
 
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"Per raggiungere la pace bisogna anche rischiare"
Per raggiungere la pace in Medio Oriente servono anche “dure scelte politiche” e “assunzione di rischi”. Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama incontando alla Casa Bianca il leader dell’Anp Abu Mazen. “Restiamo convinti che ci sia un’opportunità”, ha proseguito Obama durante il colloquio (Avvenire, tra gli altri).
Regna ancora il mistero sulla sorte del boeing malese scomparso dai radar ormai molti giorni fa. L’ultima ipotesi dell’intelligence, scrive Maurizio Molinari sulla Stampa, è che il velivolo possa trovarsi in Pakistan sotto il controllo dei talebani. Ad avvalorare questo scenario anche Rupert Murdoch con un tweet: “Il Boeing è nel Nord del Pakistan, dove stava Bin Laden”. Per proteggersi dal rischio di un aereo-missile Israele ha intanto elevato le procedure di sicurezza per i voli in atteraggio.
In fiamme il campo nomadi di Bollate, alla periferia di Milano. Sembra esclusa al momento un’ipotesi dolosa. Il bilancio dei fatti è drammatico: il campo risulta quasi interamente distrutto e alcune persone sono state ricoverate in ospedale per un’intossicazione (Avvenire, nel dorso milanese).
Sull’Osservatore Romano, in un articolo intitolato “Mentre scattava l’Operazione Margarethe”, lo storico Giovanni Preziosi racconta l’eroismo di suor Sára Salkaházi nel salvare dalla deportazione molti ebrei ungheresi. La religiosa, fucilata dai nazisti dopo un processo sommario, è stata riconosciuta Giusta tra le Nazioni nel 1972.
 
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  davar
70 anni dalle fosse ardeatine
Roma, la Memoria resta viva
Dai diversi quartieri romani, da Trastevere a Centocelle, da Testaccio a Montesacro. Vite iniziate in tutta Italia, dal Piemonte alla Puglia, così come all'estero, a Odessa, Budapest. Vite che hanno condiviso lo stesso tragico destino: condannate a morte dai nazisti nell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Settanta anni dopo quella strage rimane “una ferita aperta” per l'Italia, come ha ricordato oggi il presidente del Senato Pietro Grasso. “Un eccidio emblema della barbarie nazista”, ha affermato Grasso, intervenendo al convegno “1944-2014: le Fosse Ardeatine 70 anni dopo” organizzato a palazzo Giustiniani dall’associazione culturale Arte in Memoria e dall’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla resistenza, con il patrocinio del Senato.
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medio oriente - PERES A OBAMA
"Diamo fiducia ad Abu Mazen"
“Dure scelte politiche” e “assunzione di rischi”. Sono le richieste formulate dal presidente statunitense Barack Obama al leader dell'Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen, ricevuto ieri alla Casa Bianca. Un appuntamento molto atteso alla luce delle numerose insidie che ancora oggi rendono difficoltoso il processo di pace tra israeliani e palestinesi e che è arrivato a poche ore dall'endorsement di Shimon Peres che ha parlato di Abu Mazen come di “un partner per la pace, un uomo di principi che si oppone alla violenza e al terrore'' malgrado l’opposizione, da parte dello stesso, al riconoscimento dell’ebraicità dello Stato di Israele.
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qui milano
John Elkann e Stefania Giannini insieme alla Fondazione Scuola
Ritrovarsi in nome della scuola ebraica. Adesioni importanti per il Gala di raccolta fondi organizzato stasera dalla Fondazione Scuola della Comunità ebraica di Milano, dall’ospite d’onore, il presidente Fiat John Elkann, al nuovo ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Un appuntamento divenuto ormai tradizionale, che rappresenta un’occasione per fare il punto sul futuro dell’istituto comunitario, e sul suo valore, non solo per la vita ebraica italiana, ma per l’intera società. Parteciperà all'evento anche il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
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PURIM 5774
Torino, la festa dei ragazzi
Una tradizione nella tradizione: alla scuola di Torino la festa di Purim si conclude con uno spettacolo: la scuola al mattino è chiusa, per preparare la trasformazione delle aule in una sorta di fiera in cui è possibile simulare gare olimpiche, vivere da antichi camuni o - per i più piccoli - tuffarsi in una vasca piene di palloncini. La novità di questo Purim era per la verità in cortile, dove calcio balilla e tavolo da pingpong hanno catalizzato l’attenzione dei ragazzi. La preparazione di “Ester, una farsa in cinque atti”, che ha visto in scena tutte le medie, ha coinvolto professori e ragazzi in tutti i ruoli, dalla scrittura del copione alle luci, dalla creazione dei costumi fino alla ricerca delle canzoni che, con testi opportunamente modificati, hanno fatto da filo conduttore dello spettacolo. Il centro sociale era pienissimo, e gli applausi finali pienamente meritati.

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QUI ROMA
A teatro con Laura
Si presenta domani a Roma alle 15, alla Casa dei Teatri, l'ultimo lavoro dell'attrice e drammaturga fiorentina Laura Forti (“Teatro”, Collana Percorsi - Editoria & Spettacolo). Di grande attualità le tematiche sollevate: solitudine, emarginazione, incomunicabilità. Un percorso, ricco di emozioni, che si snoda attraverso la riproposizione di tre monologhi (Nema problema, Odore di santità e Blu) e di un testo a tre personaggi femminili (La Badante/una storia di fantasmi) che hanno già calcato le scene in Italia e all'estero. Personaggi e situazioni attinte dalla realtà circostante e poi rielaborate attraverso unl filtro personale e in parte anche autobiografico. "Sono tutti testi nati in reazione a cose che leggevo, che incontravo nella cronaca, da un rapporto di ascolto con il mondo e gli altri. Il contesto sociale, l’indignazione sono stati certamente la scintilla, poi però le storie - scrive l'autrice nella prefazione - sono scaturite da sole autonomamente, quasi misteriosamente; sono emerse da zone oscure personali, hanno fatto risuonare in me sentimenti e somiglianze, si sono macchiate con la fantasia e con il periodo che stavo attraversando. I personaggi hanno trovato il loro vestito, la loro pelle, il loro corpo e quel corpo è un po’ anche il mio".
Animatrice di alcune iniziative artistiche che hanno messo al centro il tema dell'identità ebraica, Forti è tra l'altro autrice dello spettacolo monologo Via da Freedonia scritto nel 2008 per Enrico Fink e la Homeless Light Orchestra. Un'intensa riflessione sul conflitto, la pace possibile, la pace negata attraverso l'esperienza di un ebreo italiano che si mette in relazione con le proprie origini e con la realtà israeliana.
pilpul
L'aereo scomparso
D’improvviso ci scopriamo piccoli e fragili. Dove sono finiti i 239 passeggeri dell’aereo malese misteriosamente scomparso? Non lo sappiamo. Nessuno é in grado di saperlo. L’Uomo così potente da distruggere consapevolmente o meno il proprio pianeta non ha strumenti per rintracciare un aereo che, libratosi in volo, ha attraversato per lunghe ore frontiere e continenti. Incredibile, ma vero. Scopriamo così che il novanta per cento della Terra non é coperto dai radar e che dunque siamo tecnicamente dispersi per ampi archi delle nostre tratte aeree e intercontinentali.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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