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23 marzo 2014 - 21 Adar II 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
"Non è corretto dire di una persona che ha veramente delle buone qualità se non si è sforzata e non ha faticato per esse come un bue con il giogo ed un asino con la soma" (Rav Simcha Zissel di Kelm).
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Ieri a Parigi, in Rue Renard 26 (IVe arrondissement) è stata posata la prima pietra virtuale del museo dei resistenti ebrei  (MRJ) e della manodopera immigrata (MOI). L’obiettivo non l’edificazione di un’ennesima casa della memoria, ma dichiarare e riconoscere pubblicamente, nel momento in cui movimenti xenofobi, razzisti, antisemiti, crescono in numerosi paesi d’Europa che la nostra libertà di oggi è anche l’effetto dell’impegno di uomini e donne di origini straniere che non godendo di alcuna libertà, hanno lottato in un momento drammatico della storia d’Europa, per difendere i valori della libertà di tutti e per tutti, anche di chi li aveva oppressi e non aveva alcuna intenzione di ripensarci.
 
MILANO - In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, il KKL Italia Onlus con il patrocinio di Expo 2015 e della Regione Lombardia, presenterà i nuovi progetti legati proprio a questo mondo; presso l'Auditorium Testori si terrà oggi pomeriggio un incontro con Ami Uliel, KKL Southern Region Director, sul tema ambientale: dai nuovi metodi per lo sfruttamento del deserto, all’ utilizzo e alla conservazione dell’acqua piovana o reflua in ambienti climatici estremi ed ostili come quello del deserto del Negev.
 
Un ciclo di incontri
sull'etica medica
Un ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì alle 20. Tra i rabbinim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca, Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto Piperno.
 
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A settant'anni dalla strage
il ricordo delle Ardeatine
Alla vigilia del 70esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine (24 marzo 1944), sui quotidiani italiani ampio spazio a testimonianze e appuntamenti legati alla strage che vide 335 persone assassinate dai nazisti. Diversi gli eventi programmati a Roma per ricordare una delle pagine più buie e tragiche del nostro paese, in primo luogo con la celebrazione dell’eccidio al Mausoleo Ardeatino, alla presenza del presidente della Repubblica, istituzioni civili ed ebraiche. Altri appuntamenti sono ricordati oggi dal Corriere della Sera, tra cui un convegno al Centro romano di studi sull’ebraismo (previsti i saluti del consigliere UCEI con delega alla Memoria Victor Magiar e del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Tra i relatori la storica Anna Foa) e la ricollocazione della Pietra d’inciampo in onore di Don Pietro Gallo (ad intervenire Adachiara Zevi, curatrice in Italia del progetto sulle Pietre d’inciampo).
Elemento chiave nella costruzione della Memoria sono i giovani. Per questo la Regione Lazio consegnerà, nell’arco di un progetto con l’Anfim (l’Associazione nazionale dei familiari italiani dei martiri caduti per la libertà della patria), riedizione del documentario “335 voci per non dimenticare” a tutte le scuole del Lazio “per riflettere e approfondire una delle pagine più drammatiche della storia di Roma e del nostro Paese”(Repubblica).
“La Comunità ha appreso col più vivo dolore la notizia della morte del vostro diletto Saverio trucidato barbaramente alle Fosse Ardeatine…”. È il 14 settembre 1944 e il commissario straordinario delle Comunità israelitiche Silvio Ottolenghi scrive una sofferta lettera alla famiglia di Saverio Coen, annunciando il riconoscimento del suo cadavere tra le vittime dell’efferato eccidio nazista delle Fosse Ardeatine. Sul Corriere il ricordo di Saverio, commerciante ebreo legato al Partito d’azione, e il testo della lettera di Ottolenghi, conservata negli archivi della Comunità ebraica di Roma.
Fare chiarezza sulle complicità italiane che portarono nel 1977 alla fuga del colonnello delle SS Herbert Kappler – capo della Gestapo a Roma e tra i responsabili della strage delle Fosse Ardeatine – dall’Ospedale Celio. A chiederlo, con un intervento pubblicato ieri dal Messaggero, il presidente della Comunità ebraica della Capitale, Riccardo Pacifici. “Troppi misteri aleggiano su questa vicenda. Chi fu complice del nazista in territorio italiano? – domanda il presidente Pacifici – Dopo decenni noi non dimentichiamo e vorremmo che questo capitolo buio dell’Eccidio fosse riaperto per scoprire le reali responsabilità. Proprio oggi, in questa Italia della Memoria e della svolta, dobbiamo conoscere la verità su quella vergognosa fuga”.
Sembra invece aver trovato pace la questione della sepoltura di Carla Capponi e Rosario Bentivegna, eroi della Resistenza Romana. Il presidente della Regione Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma, Ignazio Marino hanno scritto una lettera al presidente del Cimitero Acattolico per stranieri di Testaccio, l’ambasciatore del Sud Africa, signora Nomatemba Tambo per richiedere ufficialmente la sepoltura nel Cimitero Acattolico di Capponi e Bentivegna in deroga all’Art. 16 dello Statuto del Cimitero (Corriere, Repubblica).
Posizioni diverse a Ravenna e Bologna sulla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Mentre nel capoluogo emiliano il sindaco Virginio Merola si è detto favorevole alla revoca, a Ravenna la proposta di revoca è stata respinta. “La lista civica – riporta La Stampa – ha spiegato che la proposta non era ‘motivata da una sorta di revisionismo’ ma dal fatto che la cittadinanza al Duce, conferita nel primo anniversario della marcia su Roma, ‘era inaccettabile anche allora’”.
 
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  davar
israele
Contro il negazionismo iraniano 
“L'onnipotente sovrano e suprema autorità dell'Iran, Ali Khamenei, ha contestato l'esistenza sella Shoah. Dimostrando che anche dopo Ahmadinejad, e dopo i sorrisi offensivi del suo successore Hasan Rouhani, sotto alla barba dell'ayatollah si nascondono ancora piccoli baffi hitleriani”. È la dura replica di Avigdor Lieberman, ministro degli Esteri israeliano, di fronte alle inammissibili affermazioni negazioniste della guida spirituale iraniana Khamenei. La scorsa settimana, infatti, mentre l'Iran si apprestava a festeggiare il capodanno persiano, l'ayatollah dichiarava, “l'Olocausto è un evento cui realtà è incerta e se anche è avvenuto, è incerto come sia accaduto”. Parole vergognose e al veleno riportate sull'account twitter di Khamenei. E da un altro social network (Facebook) è arrivata la risposta di Lieberman. Non solo una risposta all'Iran ma un promemoria per chi con Teheran si è seduto al tavolo (le famose trattative dei 5+1 in merito al nucleare iraniano).
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QUI BOLOGNA - LEGGERE PER CRESCERE
La riserva strategica dei sogni
Le ultime, febbrili ore di lavorazione di un giornale, proprio quelle in cui abitualmente si compone questo breve saluto di prima pagina, sono anche il momento giusto per cominciare a programmare il lavoro delle settimane che ci attendono. Analizzare gli impegni alla vigilia della prestigiosa Bologna Children’s Book Fair (nell'immagine un momento della visita, curata da Ada Treves, alla mostra Children's story, organizzata dal Museo Ebraico di Bologna) assieme a chi in redazione cura il giornale ebraico dei bambini DafDaf, si impegna sul fronte vivo e delicato dell’educazione ebraica e anche su quello della attiva presenza dei nostri giornali nelle principali manifestazioni culturali, è per noi motivo di entusiasmo e di meraviglia. Come il lettore potrà constatare nel dossier Leggere per crescere, le iniziative e gli appuntamenti sono numerosissimi. Ma soprattutto testimoniano dell’impegno per la cultura e la crescita dell’infanzia e della gioventù in Israele e nella Diaspora. Lavorare per l’educazione non significa per il mondo ebraico solo preservare il futuro, ma anche esprimere la propria fiducia nella possibilità di un mondo migliore. La nostra riserva strategica di sogni e di speranze, di creatività e di amore per la cultura dell’infanzia e della gioventù, è il patrimonio più grande su cui possiamo contare.


g.v., Pagine Ebraiche, aprile 2014

QUI BOLOGNA - LEGGERE PER CRESCERE
La stella tranquilla di Primo
Per decidere di raccontare a fumetti la storia di Primo Levi (nell'immagine, disegno di Pietro Scarnera tratto da Una stella tranquilla, ritratto sentimentale
di Primo Levi, ed. Comma 22), ci vuole fiducia in se stessi e in chi legge/guarda. È vero che oggi il fumetto è un genere ampiamente legittimato, a cominciare dal nuovo nome di graphic novel. È vero che già nell'86 Art Spiegelman aveva scosso le convenzioni narrative sulla Shoah. Ma una cosa è affidare fatti e protagonisti a una (geniale) trasposizione metaforica, altra cosa è raccontare una vita, e quale vita. Primo Levi è stato una persona complessa, forte, delicata, un pensatore che nel 1952, anticipando Hannah Arendt, metteva in guardia dal considerare “belve romantiche” i “freddi dementi morali, i cannibali in mezze maniche” che erano stati i criminali nazisti. Una persona amatissima, su cui dopo la morte si è scatenata una caccia al dettaglio inedito da parte di alcuni (non tutti!) aspiranti biografi. Anche per reazione, altri hanno preferito ridurre al minimo i cenni alla sua vita privata, a rischio di farne un soggetto disincarnato - scrivere di lui sconta spesso il timore di essere invasivi, oppure mal interpretati, e solo la fiducia in sé e nei lettori aiuta a superarlo.
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francia
Parigi e la violenza antisemita
“Morte agli ebrei”, gli urlano prima di aggredirlo, strappargli la camicia e disegnarli sul petto una svastica. Lui, un insegnante 59enne che gira con la kippah in testa e quindi immediatamente riconoscibile come ebreo. Loro, tre giovani di origine maghrebina accecati dall’odio antiebraico. È il nuovo episodio di antisemitismo, avvenuto all’uscita di un ristorante kosher della Capitale, a scuotere l’opinione pubblica francese. Un’azione inquietante avvenuta a poche ore dalla grande manifestazione organizzata dal Crif, il Conseil Représentatif des Institutions juives de France, a Parigi e nelle principali città in occasione del secondo anniversario dell’agguato alla scuola Ozar HaTorah di Tolosa in cui quattro vite furono spezzate sotto i colpi del terrorista franco-algerino Mohammed Merah.
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Qui Bologna - Unione giovani ebrei d'Italia
I social network e noi
Comunicazione, nuovi media, problemi e degenerazioni di un mondo, quello del modo di fare informazione, ma anche di interagire con gli altri, che è cambiato radicalmente negli ultimi anni. A questo tema è stato dedicato l'incontro del pomeriggio di Shabbat nell'ambito del tradizionale fine settimana per la festa ebraica di Purim organizzato dall'Unione giovani ebrei d'Italia. Un tema di grande attualità tanto nella società quanto nell'Italia ebraica, che il Consiglio Ugei 2014 guidato dal presidente Simone Disegni ha tenuto ad approfondire, organizzando un momento di riflessione e dibattito con la partecipazione di Marco Contini, giornalista di Repubblica, e Matteo Fornaciari, politologo dell'Università cattolica di Milano, moderato dalla giornalista di Pagine Ebraiche Rossella Tercatin, per poi affrontare l'approccio dell'etica ebraica sugli interrogativi con il rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta. Rav Sermoneta che insieme al presidente Daniele De Paz ha partecipato alla cena dello Shabbat esprimendo grande emozione nel vedere la sala animata da tanti giovani provenienti da tutta Italia.
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sorgente di vita
Il ricordo di una tragedia italiana
70 anni fa la strage delle Fosse Ardeatine: la puntata di Sorgente di vita di domenica 23 marzo apre con il ricordo delle 335 vittime della rappresaglia nazista, seguita all’attentato partigiano di Via Rasella. Attraverso le voci di alcuni figli e nipoti la memoria di una tragedia che ha colpito Roma e l’Italia intera.
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pilpul
Le Ardeatine e la Memoria
Settant’anni sono trascorsi dal massacro delle Fosse Ardeatine. Le ricorrenze si sono succedute, molte iniziative si sono avvicendate nel corso del tempo, spesso intrecciando quel terribile passato con le tensioni, i timori così come le speranze, del momento presente. La specificità di quell’eccidio, consumatosi nella capitale di un Paese sospeso nel limbo dell’occupazione nazifascista, nel mentre una guerra atroce non solo perché mondiale ma in quanto di sterminio, rivolta contro una parte della popolazione civile, imperversava in tutto il Continente, ed oltre esso, è stata narrata in molti modi.

Claudio Vercelli
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Nugae - Scherzi di Purim
A Bruxelles, il paradiso perduto degli studenti di relazioni internazionali, tutti fremono per l'arrivo di Obama e stagisti in doppiopetto e giovani che vogliono salvare il mondo sperano ardentemente di incontrarlo per strada o fantasticano su posti di lavoro alla Casa Bianca. Intanto a poche miglia (il sistema metrico decimale è molto più carino, ma le miglia danno quel tocco di esotico) in Olanda, in realtà la prima tappa di Barack, per qualche ora ha regnato lo scompiglio.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Identità: Shalom Yitzhak Halevi
Nel 1958 l’allora Primo ministro dello Stato di Israele, David Ben Gurion si è trovato a gestire il fatto che la nozione stessa di identità ebraica era diventata in Israele oggetto di una legislazione che avrebbe avuto implicazioni pratiche cruciali. A cinquanta “Saggi di Israele” Ben Gurion pose la domanda divenuta il titolo del lavoro del professor Eliezer Ben Rafael, che in un e-book intitolato “Cosa significa essere ebreo?” – scaricabile dai siti www.proedieditore.it e www.hansjonas.it – ha messo in luce per la prima volta in Italia quella discussione sistematica sull’identità ebraica. Ogni domenica, sul nostro notiziario quotidiano e sul portale www.moked.it, troverete le loro risposte. Oggi la risposta di rav Shalom Yitzhak Halevi (1891-1973). Nato nello Yemen, si stabilisce in Palestina dove dal 1925 al 1961 è Rabbino Capo degli ebrei yemeniti di Israele. È stato giudice del Tribunale rabbinico di Tel Aviv e membro del Consiglio del Gran Rabbinato. Ha pubblicato numerosi lavori nel campo della Halakhah e ha curato la pubblicazione di manoscitti di studiosi yemeniti.

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