Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"Non
è corretto dire di una persona che ha veramente delle buone qualità se
non si è sforzata e non ha faticato per esse come un bue con il giogo
ed un asino con la soma" (Rav Simcha Zissel di Kelm).
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Ieri
a Parigi, in Rue Renard 26 (IVe arrondissement) è stata posata la prima
pietra virtuale del museo dei resistenti ebrei (MRJ) e della
manodopera immigrata (MOI). L’obiettivo non l’edificazione di
un’ennesima casa della memoria, ma dichiarare e riconoscere
pubblicamente, nel momento in cui movimenti xenofobi, razzisti,
antisemiti, crescono in numerosi paesi d’Europa che la nostra libertà
di oggi è anche l’effetto dell’impegno di uomini e donne di origini
straniere che non godendo di alcuna libertà, hanno lottato in un
momento drammatico della storia d’Europa, per difendere i valori della
libertà di tutti e per tutti, anche di chi li aveva oppressi e non
aveva alcuna intenzione di ripensarci.
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MILANO
- In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, il KKL Italia Onlus
con il patrocinio di Expo 2015 e della Regione Lombardia, presenterà i
nuovi progetti legati proprio a questo mondo; presso l'Auditorium
Testori si terrà oggi pomeriggio un incontro con Ami Uliel, KKL
Southern Region Director, sul tema ambientale: dai nuovi metodi per lo
sfruttamento del deserto, all’ utilizzo e alla conservazione dell’acqua
piovana o reflua in ambienti climatici estremi ed ostili come quello
del deserto del Negev.
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Un ciclo di incontri
sull'etica medica |
Un
ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento
Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani
sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì
alle 20. Tra i rabbinim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca,
Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto
Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto
Piperno.
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A settant'anni dalla strage
il ricordo delle Ardeatine
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Alla
vigilia del 70esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine (24
marzo 1944), sui quotidiani italiani ampio spazio a testimonianze e
appuntamenti legati alla strage che vide 335 persone assassinate dai
nazisti. Diversi gli eventi programmati a Roma per ricordare una delle
pagine più buie e tragiche del nostro paese, in primo luogo con la
celebrazione dell’eccidio al Mausoleo Ardeatino, alla presenza del
presidente della Repubblica, istituzioni civili ed ebraiche. Altri
appuntamenti sono ricordati oggi dal Corriere della Sera, tra cui un
convegno al Centro romano di studi sull’ebraismo (previsti i saluti del
consigliere UCEI con delega alla Memoria Victor Magiar e del presidente
della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Tra i relatori la
storica Anna Foa) e la ricollocazione della Pietra d’inciampo in onore
di Don Pietro Gallo (ad intervenire Adachiara Zevi, curatrice in Italia
del progetto sulle Pietre d’inciampo).
Elemento chiave nella costruzione della Memoria sono i giovani. Per
questo la Regione Lazio consegnerà, nell’arco di un progetto con
l’Anfim (l’Associazione nazionale dei familiari italiani dei martiri
caduti per la libertà della patria), riedizione del documentario “335
voci per non dimenticare” a tutte le scuole del Lazio “per riflettere e
approfondire una delle pagine più drammatiche della storia di Roma e
del nostro Paese”(Repubblica).
“La Comunità ha appreso col più vivo dolore la notizia della morte del
vostro diletto Saverio trucidato barbaramente alle Fosse Ardeatine…”. È
il 14 settembre 1944 e il commissario straordinario delle Comunità
israelitiche Silvio Ottolenghi scrive una sofferta lettera alla
famiglia di Saverio Coen, annunciando il riconoscimento del suo
cadavere tra le vittime dell’efferato eccidio nazista delle Fosse
Ardeatine. Sul Corriere il ricordo di Saverio, commerciante ebreo
legato al Partito d’azione, e il testo della lettera di Ottolenghi,
conservata negli archivi della Comunità ebraica di Roma.
Fare chiarezza sulle complicità italiane che portarono nel 1977 alla
fuga del colonnello delle SS Herbert Kappler – capo della Gestapo a
Roma e tra i responsabili della strage delle Fosse Ardeatine –
dall’Ospedale Celio. A chiederlo, con un intervento pubblicato ieri dal
Messaggero, il presidente della Comunità ebraica della Capitale,
Riccardo Pacifici. “Troppi misteri aleggiano su questa vicenda. Chi fu
complice del nazista in territorio italiano? – domanda il presidente
Pacifici – Dopo decenni noi non dimentichiamo e vorremmo che questo
capitolo buio dell’Eccidio fosse riaperto per scoprire le reali
responsabilità. Proprio oggi, in questa Italia della Memoria e della
svolta, dobbiamo conoscere la verità su quella vergognosa fuga”.
Sembra invece aver trovato pace la questione della sepoltura di Carla
Capponi e Rosario Bentivegna, eroi della Resistenza Romana. Il
presidente della Regione Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma,
Ignazio Marino hanno scritto una lettera al presidente del Cimitero
Acattolico per stranieri di Testaccio, l’ambasciatore del Sud Africa,
signora Nomatemba Tambo per richiedere ufficialmente la sepoltura nel
Cimitero Acattolico di Capponi e Bentivegna in deroga all’Art. 16 dello
Statuto del Cimitero (Corriere, Repubblica).
Posizioni diverse a Ravenna e Bologna sulla revoca della cittadinanza
onoraria a Benito Mussolini. Mentre nel capoluogo emiliano il sindaco
Virginio Merola si è detto favorevole alla revoca, a Ravenna la
proposta di revoca è stata respinta. “La lista civica – riporta La
Stampa – ha spiegato che la proposta non era ‘motivata da una sorta di
revisionismo’ ma dal fatto che la cittadinanza al Duce, conferita nel
primo anniversario della marcia su Roma, ‘era inaccettabile anche
allora’”.
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israele Contro il negazionismo iraniano
“L'onnipotente
sovrano e suprema autorità dell'Iran, Ali Khamenei, ha contestato
l'esistenza sella Shoah. Dimostrando che anche dopo Ahmadinejad, e dopo
i sorrisi offensivi del suo successore Hasan Rouhani, sotto alla barba
dell'ayatollah si nascondono ancora piccoli baffi hitleriani”. È la
dura replica di Avigdor Lieberman, ministro degli Esteri israeliano, di
fronte alle inammissibili affermazioni negazioniste della guida
spirituale iraniana Khamenei. La scorsa settimana, infatti, mentre
l'Iran si apprestava a festeggiare il capodanno persiano, l'ayatollah
dichiarava, “l'Olocausto è un evento cui realtà è incerta e se anche è
avvenuto, è incerto come sia accaduto”. Parole vergognose e al veleno
riportate sull'account twitter di Khamenei. E da un altro social
network (Facebook) è arrivata la risposta di Lieberman. Non solo una
risposta all'Iran ma un promemoria per chi con Teheran si è seduto al
tavolo (le famose trattative dei 5+1 in merito al nucleare iraniano).
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QUI BOLOGNA - LEGGERE PER CRESCERE
La riserva strategica dei sogni
Le
ultime, febbrili ore di lavorazione di un giornale, proprio quelle in
cui abitualmente si compone questo breve saluto di prima pagina, sono
anche il momento giusto per cominciare a programmare il lavoro delle
settimane che ci attendono. Analizzare gli impegni alla vigilia della
prestigiosa Bologna Children’s Book Fair (nell'immagine un momento
della visita, curata da Ada Treves, alla mostra Children's story,
organizzata dal Museo Ebraico di Bologna) assieme a chi in redazione
cura il giornale ebraico dei bambini DafDaf, si impegna sul fronte vivo
e delicato dell’educazione ebraica e anche su quello della attiva
presenza dei nostri giornali nelle principali manifestazioni culturali,
è per noi motivo di entusiasmo e di meraviglia. Come il lettore potrà
constatare nel dossier Leggere per crescere, le iniziative e gli
appuntamenti sono numerosissimi. Ma soprattutto testimoniano
dell’impegno per la cultura e la crescita dell’infanzia e della
gioventù in Israele e nella Diaspora. Lavorare per l’educazione non
significa per il mondo ebraico solo preservare il futuro, ma anche
esprimere la propria fiducia nella possibilità di un mondo migliore. La
nostra riserva strategica di sogni e di speranze, di creatività e di
amore per la cultura dell’infanzia e della gioventù, è il patrimonio
più grande su cui possiamo contare.
g.v., Pagine Ebraiche, aprile 2014
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QUI BOLOGNA - LEGGERE PER CRESCERE
La stella tranquilla di Primo
Per
decidere di raccontare a fumetti la storia di Primo Levi
(nell'immagine, disegno di Pietro Scarnera tratto da Una stella
tranquilla, ritratto sentimentale
di Primo Levi, ed. Comma 22), ci vuole fiducia in se stessi e in chi
legge/guarda. È vero che oggi il fumetto è un genere ampiamente
legittimato, a cominciare dal nuovo nome di graphic novel. È vero che
già nell'86 Art Spiegelman aveva scosso le convenzioni narrative sulla
Shoah. Ma una cosa è affidare fatti e protagonisti a una (geniale)
trasposizione metaforica, altra cosa è raccontare una vita, e quale
vita. Primo Levi è stato una persona complessa, forte, delicata, un
pensatore che nel 1952, anticipando Hannah Arendt, metteva in guardia
dal considerare “belve romantiche” i “freddi dementi morali, i
cannibali in mezze maniche” che erano stati i criminali nazisti. Una
persona amatissima, su cui dopo la morte si è scatenata una caccia al
dettaglio inedito da parte di alcuni (non tutti!) aspiranti biografi.
Anche per reazione, altri hanno preferito ridurre al minimo i cenni
alla sua vita privata, a rischio di farne un soggetto disincarnato -
scrivere di lui sconta spesso il timore di essere invasivi, oppure mal
interpretati, e solo la fiducia in sé e nei lettori aiuta a superarlo.
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francia
Parigi e la violenza antisemita
“Morte
agli ebrei”, gli urlano prima di aggredirlo, strappargli la camicia e
disegnarli sul petto una svastica. Lui, un insegnante 59enne che gira
con la kippah in testa e quindi immediatamente riconoscibile come
ebreo. Loro, tre giovani di origine maghrebina accecati dall’odio
antiebraico. È il nuovo episodio di antisemitismo, avvenuto all’uscita
di un ristorante kosher della Capitale, a scuotere l’opinione pubblica
francese. Un’azione inquietante avvenuta a poche ore dalla grande
manifestazione organizzata dal Crif, il Conseil Représentatif des
Institutions juives de France, a Parigi e nelle principali città in
occasione del secondo anniversario dell’agguato alla scuola Ozar
HaTorah di Tolosa in cui quattro vite furono spezzate sotto i colpi del
terrorista franco-algerino Mohammed Merah.
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Qui Bologna - Unione giovani ebrei d'Italia
I social network e noi
Comunicazione,
nuovi media, problemi e degenerazioni di un mondo, quello del modo di
fare informazione, ma anche di interagire con gli altri, che è cambiato
radicalmente negli ultimi anni. A questo tema è stato dedicato
l'incontro del pomeriggio di Shabbat nell'ambito del tradizionale fine
settimana per la festa ebraica di Purim organizzato dall'Unione giovani
ebrei d'Italia. Un tema di grande attualità tanto nella società quanto
nell'Italia ebraica, che il Consiglio Ugei 2014 guidato dal presidente
Simone Disegni ha tenuto ad approfondire, organizzando un momento di
riflessione e dibattito con la partecipazione di Marco Contini,
giornalista di Repubblica, e Matteo Fornaciari, politologo
dell'Università cattolica di Milano, moderato dalla giornalista di
Pagine Ebraiche Rossella Tercatin, per poi affrontare l'approccio
dell'etica ebraica sugli interrogativi con il rabbino capo di Bologna
Alberto Sermoneta. Rav Sermoneta che insieme al presidente Daniele De
Paz ha partecipato alla cena dello Shabbat esprimendo grande emozione
nel vedere la sala animata da tanti giovani provenienti da tutta
Italia.
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Le Ardeatine e la Memoria |
Settant’anni
sono trascorsi dal massacro delle Fosse Ardeatine. Le ricorrenze si
sono succedute, molte iniziative si sono avvicendate nel corso del
tempo, spesso intrecciando quel terribile passato con le tensioni, i
timori così come le speranze, del momento presente. La specificità di
quell’eccidio, consumatosi nella capitale di un Paese sospeso nel limbo
dell’occupazione nazifascista, nel mentre una guerra atroce non solo
perché mondiale ma in quanto di sterminio, rivolta contro una parte
della popolazione civile, imperversava in tutto il Continente, ed oltre
esso, è stata narrata in molti modi.
Claudio Vercelli
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Nugae
- Scherzi di Purim
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A
Bruxelles, il paradiso perduto degli studenti di relazioni
internazionali, tutti fremono per l'arrivo di Obama e stagisti in
doppiopetto e giovani che vogliono salvare il mondo sperano
ardentemente di incontrarlo per strada o fantasticano su posti di
lavoro alla Casa Bianca. Intanto a poche miglia (il sistema metrico
decimale è molto più carino, ma le miglia danno quel tocco di esotico)
in Olanda, in realtà la prima tappa di Barack, per qualche ora ha
regnato lo scompiglio.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Identità: Shalom Yitzhak Halevi
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Nel
1958 l’allora Primo ministro dello Stato di Israele, David Ben Gurion
si è trovato a gestire il fatto che la nozione stessa di identità
ebraica era diventata in Israele oggetto di una legislazione che
avrebbe avuto implicazioni pratiche cruciali. A cinquanta “Saggi di
Israele” Ben Gurion pose la domanda divenuta il titolo del lavoro del
professor Eliezer Ben Rafael, che in un e-book intitolato “Cosa
significa essere ebreo?” – scaricabile dai siti www.proedieditore.it e
www.hansjonas.it – ha messo in luce per la prima volta in Italia quella
discussione sistematica sull’identità ebraica. Ogni domenica, sul
nostro notiziario quotidiano e sul portale www.moked.it, troverete le
loro risposte. Oggi la risposta di rav Shalom Yitzhak Halevi
(1891-1973). Nato nello Yemen, si stabilisce in Palestina dove dal 1925
al 1961 è Rabbino Capo degli ebrei yemeniti di Israele. È stato giudice
del Tribunale rabbinico di Tel Aviv e membro del Consiglio del Gran
Rabbinato. Ha pubblicato numerosi lavori nel campo della Halakhah e ha
curato la pubblicazione di manoscitti di studiosi yemeniti.
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