Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Quando
una piaga si abbatte sulle nostre mura domestiche si dovrà dire al
Cohen: “...come una piaga mi sembra apparsa in casa..." (Vaykrà , 14;
35). Rashì sottolinea che: " ...persino se è un Saggio che sa con
sicurezza che si tratta di una piaga, non stabilisca la cosa come certa
dicendo: ‘una piaga mi è apparsa’, ma dica piuttosto: ...come una
piaga...".
Anche un Saggio non ha il diritto di dare nulla per scontato e di
esprimere giudizi in solitudine. In una comunità sempre più polarizzata
e nella quale lievitano profeti di certezze assolute, Pesach, con i
suoi precetti, ci riporta a una saggezza per la quale si deve imparare
a dire non lo so, imparare a domandare, imparare a non essere
supponenti e arroganti. Fare le pulizie di Pesach significa soprattutto
questo.
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Dario
Calimani,
anglista
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Con
Kesher facciamo una bella visita a quel che resta del Marocco ebraico.
Marrakech, Rabat, Fez e Casablanca: piccole sinagoghe piene del fascino
del passato, visibilmente un po’ trascurate se non proprio abbandonate.
Tanto incanto e molta malinconia. Chi ci accoglie tiene a rassicurarci
che gli ebrei vivono tranquilli: il re del Marocco, Mohammed VI, li ama
e li protegge, e l’insistenza dell’affermazione ci colpisce un po’.
Qualche sguardo si abbassa a guardare il pavimento per coprire col
silenzio i vuoti della memoria.
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ROMA
- Si presenta domani alle 16.30, alla Biblioteca di storia moderna e
contemporanea (Via Michelangelo Caetani 32) l'opera "Sopravvivere al
ghetto. Per una storia sociale della comunità ebraica nella Roma del
Cinquecento" (ed. Viella) di Serena Di Nepi. Con l'autrice
interverranno il rav Riccardo Di Segni, Vincenzo Lavenia, Giuseppe
Marcocci e Marina Caffiero.
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Temi e immagini
del pensiero ebraico
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"Temi
e immagini del pensiero ebraico”. Questo il titolo del ciclo di
incontri ospitato presso la nuova sede della Biblioteca Universitaria
di Genova, l’ex Hotel Colombia (luogo storico della città, che ospitò e
fece cantare grandi nomi tra cui anche i Beatles). Protagonista del
primo incontro Roberto Della Rocca, direttore del Dipartimento
Educazione e Cultura UCEI.
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Un seggio in bilico
per fermare Jobbik
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“Siamo
parte lesa e la Comunità ha fatto il massimo sforzo di trasparenza
denunciando quanto accaduto all’autorità giudiziaria. Non era mai
successo e non siamo abituati a una cosa del genere, ma purtroppo la
possibilità di essere vittime di truffe c’è sempre”. Così il rabbino
capo di Milano Alfonso Arbib in una dichiarazione riportata da
Repubblica a proposito della truffa finanziaria di cui è stata vittima
la Comunità ebraica e di cui si è discusso nell’ultima assemblea
straordinaria partecipata da centinaia di iscritti. Il messaggio del
rav Arbib arriva dopo l’intervento congiunto del presidente dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e dei presidenti delle
Comunità ebraiche di Roma e Milano, Riccardo Pacifici e Walker
Meghnagi, in risposta alla lettera di tre intellettuali italiani – Gad
Lerner, Stefano Levi Della Torre e Moni Ovadia – in cui si accusavano i
vertici comunitari, in particolare di Roma e Milano, di “negligenza”,
“rapporti privilegiati col potente di turno”, abbinamento di
“settarismo identitario” e “pratiche clientelari”. È ricercato per
calunnia a danno di sette cittadini afghani e per procurato e grave
allarme un cittadino albanese, A.S, che nel 2012 aveva segnalato alle
forze dell’ordine (una segnalazione definita dalle stesse “ben
vestita”) il rischio di un attentato alla sinagoga di via Guastalla a
Milano fornendo nomi e informazioni molto dettagliate. Le indagini
coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal sostituto
Francesco Cajani hanno portato a una conclusione: quella di A.S, si
legge sul Giorno, è una segnalazione falsa “che rientra in quegli
allarmi seminati ad arte – o da mitomani o da oscuri personaggi
pilotati – per far leva sulla paura per l’incolumità delle persone”.
Sale la preoccupazione in tutta Europa per la crescita del partito
neonazista Jobbik in Ungheria, accreditato oggi del 20,5 % dei consensi
con un milione di voti in più rispetto al 2010. Al termine dei conteggi
elettorali resta ancora un seggio traballante ed è quello decisivo:
qualora sfuggisse a Fidesz, il partito conservatore del premier Viktor
Orban, questi sarebbe infatti costretto a rinunciare a governare senza
condizionamenti in virtù della maggioranza di 2/3 in seno al Parlamento
e a trattare su molte leggi, a partire da quelle di bilancio e agrarie.
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israele - aliyot in crescita
Ucraina, sale l'inquietudine
Partono
da Odessa, Kharkov, Dnipropetrovsk, alcuni anche da Kiev, per
stabilirsi in Israele. Alle spalle lasciano un paese sfibrato dalle
tensioni interne, dal braccio di ferro con la Russia e da una crisi
economica sempre più minacciosa. Negli ultimi tre mesi l'Agenzia
ebraica per Israele (Sochnut) ha registrato un aumento del 70%,
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di arrivi di ebrei
ucraini in Israele. In 375 hanno deciso, tra gennaio e marzo, di fare
l'aliya contro le 221 persone del 2013. Sempre l'Agenzia Ebraica,
impegnata sul territorio ucraino per dare aiuto alla popolazione, fa
notare che i dati non riflettono interamente l'emigrazione verso
Israele. Nel conteggio mancano infatti coloro che sono arrivati
autonomamente con visto turistico e che hanno poi deciso di
rimanere.
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qui
vercelli
Sochnut,
una sfida sempre viva
Da
sempre in prima linea a tutela delle istanze e delle aspirazioni delle
Comunità della Diaspora, l'Agenzia Ebraica svolge un ruolo fondamentale
di raccordo tra queste e lo Stato di Israele. Un impegno pluridecennale
sul quale è chiamata a intervenire la presidente della Sochnut
italiana, il consigliere UCEI Claudia De Benedetti (nella foto), ospite
questa sera della Comunità ebraica di Vercelli in un incontro
organizzato con il supporto del nucleo locale dell'associazione
Italia-Israele. L'incontro
avrà inizio alle 20. Sarà presente anche Rossella Bottini Treves,
presidente della Comunità ebraica vercellese e consigliere UCEI.
"L'Agenzia Ebraica - spiega De Benedetti - sta affrontando una sfida
ardua, certa di poterla vincere con caparbietà e determinazione.
L’aliyah dalle zone minacciate dalla guerra civile, in Ucraina come in
Venezuela, o dall'antisemitismo, in Ungheria come in Francia e nei
paesi nordici, impone la responsabilità di predisporre piani di
emergenza sempre adatti ad accompagnare l’ondata di nuovi immigrati nel
difficile percorso d’inserimento in una società nuova, per garantire
l’insegnamento dell’ebraico e l’addestramento professionale e
soprattutto il superamento di lacune culturali, educative ed
economiche".
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QUI MILANO - confronto aperto Israele, la Comunità e noi
Lerner, Volli e Fiano a scuola Il
presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi ha fatto
gli onori di casa aprendo i lavori della cogestione organizzata dagli
studenti del liceo ebraico nel dibattito cui hanno partecipato il
parlamentare Emanuele Fiano, il giornalista Gad Lerner e il semiologo
Ugo Volli per parlare del rapporto tra la politica italiana e lo Stato
d'Israele. Sono trascorse solo poche ore dalla polemica derivata
dall'attacco rivolto ai vertici comunitari dallo stesso Lerner
attraverso il suo blog e la curiosità dei ragazzi per questo confronto
fra persone di idee tanto diverse è forte.
I tre relatori hanno risposto alla richiesta dei liceali dell’Istituto
che, per la prima volta da molti anni, hanno organizzato una
cogestione: due giorni di seminari realizzati dagli studenti per i
compagni, ma anche momenti di riflessione comune per tutte le classi.
Nell'aria ancora i segni della polemica recente, di fronte a una
vicenda in cui, come hanno ribadito con forza i leader ebraici, la
Comunità rappresenta la parte lesa, e la magistratura sta portando
avanti il proprio lavoro. E così il presidente Meghnagi ha voluto
portare il suo saluto all'assemblea e agli ospiti sottolineando
l'importanza di rimanere compatti nei momenti difficili e rassicurando
la qualità delle pulizie di Pesach portate avanti dalla Comunità.
Parole cui Lerner risponderà rivendicando l'importanza di essere ebrei
anche andando controcorrente, pure in ambito comunitario. Con una presa
di distanza da parte di Fiano, che ha sottolineato come, pur trovandosi
spesso d'accordo con Lerner su molte istanze, ha ritenuto un errore la
lettera aperta.
Apprezzata in ogni caso da tutti l'atmosfera di confronto anche serrato
tra idee e posizioni profondamente diverse, ma sempre in un clima di
ascolto e rispetto reciproco.
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Limmud |
Sono
molto contento che anche in Italia nasca Limmud, a trent’anni dalla sua
fondazione in Inghilterra. E spero davvero, in futuro, di potervi
partecipare personalmente. Finora, infatti, l’ho spesso sfiorato ma,
per un motivo o per l’altro, non sono mai riuscito a vivere questa
esperienza nonostante vari inviti. Da quello che ho capito, il
meccanismo è semplice: ci si dà appuntamento per due/tre giorni da
qualche parte e chiunque ne abbia voglia può proporre una lezione, un
seminario, un corso di ballo, una seduta di yoga, una discussione.
Ognuno può parlare di quello che vuole, non ci sono limiti posti
dall’altro, e il successo di questa o quella iniziativa dipende solo
dalla partecipazione del pubblico e dalla qualità di quanto viene
detto/fatto. Un sistema totalmente orizzontale, de-istituzionalizzato,
libero, che ha garantito a Limmud un successo sempre crescente negli
ultimi decenni.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- I Paggi di Pitigliano |
Una
famiglia, i Paggi. Una città, Pitigliano (e la vicina Sorano). Un ramo
della diaspora ebraica, i Sefarditi. La storia è fatta di microstorie,
di frammenti di memoria, di vicende di persone. Un frammento familiare
che racconta molte cose della vita degli ebrei italiani a cavallo tra
il Cinquecento e il Novecento è la preziosa ricostruzione delle vicende
dei Paggi realizzata, con spirito da cronista e con passione civile, da
Vera Paggi nel libro “Il vicolo degli Azzimi. Dal ghetto di Pitigliano
al miracolo economico” (Panozzo editore).
Mario Avagliano
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La
memoria dei Rom
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La
giornata internazionale dei Rom si celebra in tutto il mondo l’8 aprile
in ricordo del primo Congresso Mondiale dei Rom che si svolse a
Orpington – Chelsfield, (Londra) e stabilì la denominazione ufficiale
della nazione dei “Rom”, letteralmente “popolo degli uomini”,
includendo tutti i gruppi variamente denominati: Sinti, Manouches,
Kalderash, Lovara, Romanìchéls, Vlax, Domari, Nawar…. Nel corso del
congresso si costituì la Romani Union, la prima associazione mondiale
dei Rom riconosciuta dall’ONU nel 1979, fu scelta la bandiera Romanì,
una ruota indiana rossa su sfondo per metà verde, a simboleggiare la
terra coperta d’erba, e per metà azzurra, a simboleggiare gli spazi
infiniti del cielo e l’inno nazionale “Djelem Djelem”, composto nel
1969 da Zarko Jovanovic, che racconta lo sterminio dei Rom nel corso
del secondo conflitto mondiale.
Giovanna Grenga, insegnante
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