Israele – In crescita le aliyot dall’Ucraina

Manifestazione Gerusalemme per UcrainaPartono da Odessa, Kharkov, Dnipropetrovsk, alcuni anche da Kiev, per stabilirsi in Israele. Alle spalle lasciano un paese sfibrato dalle tensioni interne, dal braccio di ferro con la Russia e da una crisi economica sempre più minacciosa. Negli ultimi tre mesi l’Agenzia ebraica per Israele (Sochnut) ha registrato un aumento del 70%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di arrivi di ebrei ucraini in Israele. In 375 hanno deciso, tra gennaio e marzo, di fare l’aliya contro le 221 persone del 2013. Sempre l’Agenzia Ebraica, impegnata sul territorio ucraino per dare aiuto alla popolazione, fa notare che i dati non riflettono interamente l’emigrazione verso Israele. Nel conteggio mancano infatti coloro che sono arrivati autonomamente in Israele con visto turistico e che hanno poi deciso di rimanere. Quasi tutti sono accomunati dalla sensazione di aver preso una scelta dolorosa ma necessaria. “Uno dei nostri coordinatori a Kiev – racconta un rappresentate dell’Agenzia ebraica – ha raccontato di un medico che ha posticipato la sua aliya per rimanere a Kiev e soccorrere i feriti di piazza Maidan (nell’immagine una manifestazione a Gerusalemme della Comunità ucraina di Israele in supporto del movimento EuroMaidan)”.
Con la caduta dell’Unione Sovietica, migliaia di ebrei si trasferirono in Israele andando a costituire una comunità che oggi conta oltre 250mila persone. Duecentomila sono rimasti in Ucraina ma forte è rimasto il legame tra gli olim (coloro che fanno l’aliya) e il paese natio. Tanto che con l’emergere del movimento di piazza Maidan, a Gerusalemme ci sono state manifestazioni di solidarietà con i manifestanti. Su Facebook è poi nato il gruppo “Israel Help Maidan Wounded”, attraverso cui dieci dimostranti, feriti gravemente durante gli scontri con le forze governative, sono stati portati negli ospedali israeliani per ricevere le cure che in patria non avrebbero potuto ottenere. Il giro del mondo ha poi fatto l’intervista di un ex militare dell’esercito israeliano, di origine ucraina, tornato a Kiev per partecipare alle proteste che hanno portato l’ex presidente Viktor Yanukovich a lasciare posto e paese. Delta, nome sotto copertura dell’uomo, ha raccontato all’agenzia di stampa ebraica Jta di aver guidato le forze di autodifesa del movimento, assieme ad altri veterani dell’Idf.
Il governo provvisorio che ha sostituito Yanukovich non trova però la fiducia di tutti. Anche se la maggior parte dei rappresentati delle 23 comunità sparse per l’Ucraina hanno smentito una crescita dell’antisemitismo da quando è esplosa la rivoluzione di Maidan, rimane lo scetticismo per una situazioni politica ed economica fortemente in bilico. È il caso di Kharkov dove il nuovo volto di Kiev, secondo quanto riporta Roman Polonsky, capo della Unit for Russian-Speaking Jewry della Sochnut, non sembra suscitare molti entusiasmi. “La gente sostiene che nessuno dei partiti arrivati al governo aiuta le persone comuni – riporta Polonsky – che tutto ciò di cui sono testimoni è solo una ridistribuzione del potere”.

(8 aprile 2014)