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13 aprile 2014 -13 Nissan 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
Ogni tanto dovremmo avere il coraggio di annullare gli idoli che abbiamo intorno. Lo hanno fatto anche gli ebrei in Egitto, prima di uscire, con l'agnello. Basterebbe aver chiaro quali siano gli idoli contemporanei.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Può esistere esperienza senza che si sia il suo racconto? E questo racconto può di stimolare altre storie oppure possiamo raccontarci solo quella versione della storia? Me lo chiedo tutti gli anni, ogni volta che si approssima il seder di Pesach e riprendo in mano il testo dell’Haggadah. Un testo che funziona come la fiaba popolare con ruoli prefissati a cominciare dai quattro figli. Per esempio ce ne potrebbe essere un quinto? E se ce ne fossero solo tre, chi scomparirebbe?  Oppure si può fare a meno del figlio cattivo? Oppure non se ne può fare a meno perché, come dice Capitan Uncino, cosa sarebbe il mondo senza Capitan Uncino? L’Isola che non c’è e i suoi abitanti bambini ci sarebbero egualmente? Un gruppo umano si raduna periodicamente e compie gesti, dice parole in un ordine dato, non per un fine istituzionale, ma per uno costituzionale. Non si è ebrei perché si legge l’Haggadah e si fa il Seder. Alla rovescia, si legge l’Haggadah e si fa il Seder e così si è ebrei. Il rito fonda l’identità e non viceversa.
 
Temi e immagini
del pensiero ebraico
"Temi e immagini del pensiero ebraico”. Questo il titolo del ciclo di incontri ospitato presso la nuova sede della Biblioteca Universitaria di Genova, l’ex Hotel Colombia (luogo storico della città, che ospitò e fece cantare grandi nomi tra cui anche i Beatles). L'iniziativa è organizzata da Laura Mincer (Università di Genova) da Alberto Rizzerio (Centro Culturale Primo Levi) e Ilana Bahbout (DEC-UCEI)
 
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Pesach, gli auguri
di papa Bergoglio
“Nell’approssimarsi della grande festa di Pesach desidero rivolgere il più cordiale augurio di pace a lei e a tutta la Comunità ebraica romana. La memoria della liberazione dall’oppressione per mezzo del braccio potente del signore ispiri pensieri di misericordia, riconciliazione e fraterna vicinanza a tutti coloro che soffrono sotto il peso di nuove schiavitù. Volgendo il pensiero a Gerusalemme, che avrò la gioia di visitare prossimamente, chiedo di accompagnarmi con preghiere mentre assicuro il mio ricordo invocando dall’altissimo copiose benedizioni”. Questo il testo del messaggio inviato da papa Bergoglio al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni nell’imminenza della festività ebraica di Pesach. Uno stralcio del messaggio è riportato oggi sull’Osservatore Romano.
Ancora il quotidiano della Santa Sede dà conto, all’interno del dibattito sviluppatosi sulla fecondazione eterologa, della posizione espressa dal rav Di Segni sul notiziario Pagine Ebraiche 24 lo scorso giovedì. “Nel commentare per Pagine Ebraiche 24 la sentenza della Corte costituzionale, il rabbino capo di Roma – si legge – rileva che quanto a questa specifica pratica c’è in ambito rabbinico una letteratura unanime nel considerarla un’iniziativa da evitare. Infatti, ‘è una procedura sconsigliata anche per motivi etici e psicologici e, nel caso in cui questa avvenga, è imprescindibile porsi alcune domande. Ci si deve per esempio interrogare sull’identità del donatore, sulle possibilità che vengano trasgrediti alcuni divieti, tra cui quello gravissimo dell’incesto (sui figli del donatore), e sui problemi che possono sorgere nei rapporti padre-figlio e madre-figlio’”.
Sulla Stampa due pagine di racconto, a firma del direttore Mario Calabresi, dell’ultimo Viaggio della Memoria ad Auschwitz-Birkenau. L’attenzione è rivolta in particolare a quelle che i partecipanti ai Viaggi, l’ultimo dei quali organizzato dalla Regione Lazio, hanno imparato a conoscere come le “bambine” (da una definizione dello storico Marcello Pezzetti, direttore scientifico della Fondazione Museo della Shoah di Roma): le sorelle fiumane Andra e Tatiana Bucci. Al loro fianco altri due Testimoni dei crimini della Shoah: l’ebreo di Rodi Sami Modiano e il romano Piero Terracina. Un viaggio, scrive Calabresi, “tra sensi di colpa, emozioni e il bisogno di ricordare”.
 
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  davar
informazione
Pagine Ebraiche varca i confini
Grandi storie da raccontare, grandi valori da testimoniare, e un obiettivo: quello di raggiungere nuovi orizzonti e tutti i potenziali lettori. Per festeggiare il suo quinto compleanno il giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche lancia una nuova sfida, un impegno che rappresenta molto più di un semplice progetto editoriale: nasce infatti Pagine Ebraiche International Edition, un notiziario settimanale in lingua inglese, che, insieme a un portale web dedicato (moked.it/international, attivo dalle prossime ore), si propone di offrire ai lettori di tutto il mondo un assaggio, un ricco affresco, di cosa ha da offrire la vibrante vita ebraica della penisola.
Un traguardo speciale che proietta la storia gloriosa dell’ebraismo italiano verso il futuro e la apre al mondo, quello delle grandi comunità della diaspora, Stati Uniti, Inghilterra, Canada, ma anche della stessa Israele, delle istituzioni d’Europa e non solo.
“Il grande fascino della nostra storia, tradizioni e cultura continua certamente a risplendere, ma dobbiamo essere capaci di parlare del presente e del futuro, dei problemi della vita reale, dei progetti delle Comunità italiane. Una realtà che è importante conoscere, oltre agli stereotipi, in un mondo ebraico sempre più globalizzato” ha scritto nell’editoriale che ha aperto il primo notiziario alla vigilia di Pesach Guido Vitale, coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Per la redazione dell’UCEI un impegno che si va ad aggiungere alla produzione di tre mensili stampati, Pagine Ebraiche, Italia Ebraica e DafDaf, di due notiziari quotidiani, Bokertov alla mattina, con l’elaborazione della rassegna stampa di giornata in cui entrano centinaia di schede, e Pagine Ebraiche 24 nelle caselle email degli utenti nel primo pomeriggio, alla presenza sui social network e nei principali festival culturali italiani, all’organizzazione di seminari di formazione. “Oggi celebriamo l'inizio di una nuova sfida, a costo zero e con risultati ambiziosi da perseguire – ha scritto il presidente UCEI Renzo Gattegna - Un'iniziativa che vede al lavoro una redazione giovane e motivata con l'obiettivo di raggiungere la stampa internazionale, le istituzioni di governo dell'ebraismo europeo e mondiale, i tanti lettori di lingua inglese interessati a conoscere una realtà unica nel suo genere”.
Tra gli argomenti trattati nel notiziario in inglese, gli impareggiabili sapori della tradizione ebraica italiana, gli eventi cuore della vita culturale, dal Moked di Milano Marittima, alla Festa del Libro ebraico di Ferrara, la sfida del dialogo interreligioso, che nel paese che ospita la città del Vaticano assume contorni unici, e poi ancora una rubrica “Italian Word of the Week” (la parola italiana della settimana) per raccontare ai lettori stranieri i termini fondamentali del lessico della vita ebraica nel Belpaese, a iniziare proprio dal termine “Comunità”.
In una società che spesso fatica a raccontarsi all’estero, un piccolo grande contributo offerto dalla sua minoranza più antica: Pagine Ebraiche International racconterà anche questo.

informazione
Raccontiamo a tutto il mondo
la nostra vita e la nostra cultura

Cari lettori,
è grande l'emozione nello scrivere questo messaggio di saluto per inaugurare il primo notiziario in lingua inglese mai prodotto dall'ebraismo italiano.
Un salto di livello che è parte di una più ampia strategia di comunicazione e che si è reso necessario per avvicinare un numero sempre più ampio di persone a un mondo che, pur piccolo nei numeri, racchiude storie e istanze straordinarie. Un'eredità e un presente che ci inorgogliscono e allo stesso tempo impegnano per far sì che l'immenso patrimonio di valori di cui siamo depositari non venga mai disperso e viva attraverso le generazioni.
È con questa consapevolezza che l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha deciso, alcuni anni fa, di dotarsi di strumenti comunicativi e informativi che potessero raggiungere ogni giorno molte migliaia di lettori. Due notiziari quotidiani, tre periodici cartacei, un servizio di rassegna stampa, una presenza professionale nel mondo dei social network.
Oggi celebriamo l'inizio di una nuova sfida, a costo zero e con risultati ambiziosi da perseguire. Un'iniziativa che vede al lavoro una redazione giovane e motivata con l'obiettivo di raggiungere la stampa internazionale, le istituzioni di governo dell'ebraismo europeo e mondiale, i tanti lettori di lingua inglese interessati a conoscere una realtà unica nel suo genere.


Renzo Gattegna,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
accadde domani
Benvenuti nel futuro
Gli ebrei italiani hanno un grande passato da raccontare. Ma anche un futuro da conquistare. Dopo oltre due millenni di vita in Italia, gli ebrei italiani, la più antica comunità della Diaspora, corrono il rischio di essere conosciuti più per la loro storia gloriosa che per la loro vita attuale.
Gli ebrei in Italia sono una minoranza piccola nei numeri, ma molto grande in quanto a storia, cultura e valori testimoniati.
Il grande fascino della storia, delle tradizioni, della cultura continuerà certo a risplendere, ma è necessario anche raccontare il presente e il futuro, la vita reale, i problemi e i progetti degli ebrei in Italia. Una realtà che è importante far conoscere, al di là degli stereotipi, in un mondo ebraico sempre più globalizzato.
Un notiziario settimanale internazionale in lingua inglese si affianca ora al giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, al giornale ebraico dei bambini DafDaf, al giornale di cronache comunitarie Italia Ebraica, al portale dell’ebraismo italiano www.moked.it e ai notiziari quotidiani Bokertov e Pagine Ebraiche24.
Benvenuti nel futuro.


Guido Vitale,
coordinatore Informazione e Cultura UCEI
il comunicato dell'assemblea ari
Rabbini, il nuovo Consiglio
L’Assemblea Rabbinica Italiana ha diffuso la seguente nota: “In data 8 Nissan 5774 /8 Aprile si sono riuniti i rabbanim Alfonso Arbib, Riccardo Di Segni, Alberto Funaro, Adolfo Locci e in teleconferenza Giuseppe Momigliano, risultati eletti per il Consiglio dell’ARI nell’assemblea tenutasi a Firenze il 12 gennaio /11 Shevat, che hanno a tutti gli effetti dichiarato costituito il nuovo Consiglio dell’ARI.
Per procedere all’effettivo insediamento del Consiglio è stato necessario risolvere un’eccezione di irregolarità relativa allo svolgimento delle votazioni congressuali, sollevata da un collega membro dell’ARI; la verifica del caso è stata demandata al parere di un’importante autorità rabbinica mediante sheelah – (quesito halakhico) – che ha dato come risultato la conferma dell’esito delle votazioni.
Sulla base di tale verdetto il Consiglio si è insediato iniziando l’analisi delle situazioni più urgenti e rimandando le nomine ufficiali alla prossima riunione.
In prossimità della festa di Pesach, Il Consiglio desidera porgere alle Comunità, alle istituzioni ebraiche e a tutti gli ebrei in Italia i più fervidi auguri di Pesach Kasher Vesameach”.
Il documento porta in calce le firme dei rabbini Alfonso Arbib, Riccardo Di Segni, Alberto Funaro, Adolfo Locci e Giuseppe Momigliano.
PESACH 5774
Stranieri foste in terra d'Egitto
Il problema dell'immigrazione clandestina riguarda ormai non solo l'Italia, ma tutti i Paesi del Mediterraneo. Profughi dal Sudan e dall'Eritrea considerano di fatto Israele un avamposto della civiltà. La lingua ebraica, con la sua duttilità, ha già elaborato un termine per definire questo tipo di immigrati: mistannenim, letteralmente "infiltrati", da sinnùn, "filtro" (Shabbat 134a). Anche in Israele, come dappertutto, le forze politiche sono divise sul modo di affrontare il problema. La sinistra reclama per lo più il diritto degli immigrati all'accoglienza in nome del fatto che non si tratta di criminali da respingere, mentre la destra mette l'accento sul pericolo sociale, economico e culturale che il fenomeno implicherebbe per la società, almeno sul medio periodo. La novità consiste nel fatto che per la prima volta ci si interroga seriamente su "cosa l'ebraismo pensi" dell'immigrazione clandestina. Peraltro, come scriveva quest'inverno una giornalista, "sappiate che ogni volta che ricevete una sola risposta netta a una domanda del genere siete vittima di un bluff. Se ciò è vero in generale, tanto più su un argomento così complesso e sensibile: quando cioè si parla di persone costrette ad abbandonare la loro terra che cercano asilo presso di noi" (Yokhi Brandes in Israel ha-shavùa, 27 dicembre 2013, p. 14). La Torah prescrive: "Non riconsegnare uno schiavo al suo padrone dopo che ha trovato riparo presso di te dal suo padrone. Risiederà con te in mezzo a te nel luogo che si sarà scelto in una delle tue città dove si trova bene: non opprimerlo!" (Deut. 23, 16-17).


Alberto Moshe Somekh
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QUI MILANo - libri
Damasco, i segreti di un tiranno
“Ad alcuni mesi di distanza dall’uscita del libro penso che emerga con ancora più forza un elemento che già si presagiva: l’incredibile capacità di Bashar al-Assad di farla franca, di trasformare in forza i suoi punti deboli. Basti pensare che è riuscito a mettersi nella condizione di impiegare armi chimiche senza che nessuno possa fare nulla”. Così la giornalista Anna Momigliano spiega come si è sviluppata la situazione in Siria dalla pubblicazione del suo “Il macellaio di Damasco” (Vanda epublishing). Il volume verrà presentato oggi a Milano alla Fabbrica del Vapore (via Procaccini 4, ore 17).
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pilpul
Verso il negazionismo 2.0
La parola negazionismo (creata dallo storico Henry Rousso nella seconda metà degli anni Ottanta del secolo scorso, per distinguere e identificare quanti rifiutavano aprioristicamente lo sterminio degli ebrei attraverso le camere a gas in quanto fatto storico) si presta ad un uso e ad una connotazione apparentemente incontrovertibili e inconfondibili. Quanto meno, sembra richiamare disposizioni d’animo eatteggiamenti (una mentalità, un insieme di pratiche discorsive, una retorica) ben definiti. Il che è vero ma, per più aspetti, non sufficiente. È negazionista colui che per l’appunto nega l’evidenza del fatto genocidario. Ma il nocciolo del negazionismo, in quanto provocazione calcolata, basata non sulla scienza ma su un atteggiamento “scientista”, dotato comunque di una sua logica ferrea e indiscutibile, in realtà parte anche da un altro presupposto. Ossia che Auschwitz si dia in quanto colossale truffa, come mistificazione totale: i nazisti non sterminarono nessuno ma di certo chi li ha sconfitti militarmente, politicamente e moralmente ha costruito ad arte una colpa che poi ha attribuito a loro ingiustamente.

Claudio Vercelli
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Mazzot con sorpresa
Nell’imminenza di Pesach ti fornisci di matzoth dal solito fornitore nazionale e ti arrivano pacchi a cui è stato tolto il sigillo per infilarci dentro un grazioso libriccino dal titolo ‘La vera libertà’, prodotto dai Lubàvich che, dopo aver inneggiato al Rebbe Mashìach (‘Viva il Re Maschìach!’) ti illumina su significati e riti della festa. I quesiti che la sorpresa pone al fruitore, non necessariamente sostenitore degli ideali Lubàvich, sono di genere diverso.

Dario Calimani, anglista
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Nugae - Parlare
In una quieta sera di primavera, di fronte a un piatto di gnocchi con una montagna di formaggio grattugiato consumato in tête à tête, un’amica s’illumina nel descrivere la gioia da cibo. Praticamente una conversazione tipo la scena delle cose per cui vale la pena vivere di Woody Allen in Manhattan, ma molto meno da intellettuale con registratore. Ripensandoci, in cima a questa lista di felicità primarie stilata da esseri piuttosto elementari, ancor più che mangiare – attività irrimediabilmente legata al tormento di diete iniziate e mai finite – bisognerebbe mettere il parlare.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Identità: Abraham Y. Heschel
Nel 1958 l’allora Primo ministro dello Stato di Israele, David Ben Gurion si è trovato a gestire il fatto che la nozione stessa di identità ebraica era diventata in Israele oggetto di una legislazione che avrebbe avuto implicazioni pratiche cruciali. A cinquanta “Saggi di Israele” Ben Gurion pose la domanda divenuta il titolo del lavoro del professor Eliezer Ben Rafael, che in un e-book intitolato “Cosa significa essere ebreo?” - scaricabile dai siti www.proedieditore.it e www.hansjonas.it - ha messo in luce per la prima volta in Italia quella discussione sistematica sull’identità ebraica. Ogni domenica, sul nostro notiziario quotidiano e sul portale www.moked.it, troverete le loro risposte. Oggi quella di Abraham Yoshua Heschel (1907-1972). Figlio di una famiglia di eruditi discendente da Dov Baer di Meserich e di Levy Yitzhak di Berdichev, riceve un’educazione tradizionale prima di iniziare gli studi all’università di Berlino. Nel 1937 sostituisce Martin Buber come insegnante e responsabile dell’insegnamento in varie scuole ebraiche ma viene arrestato dai nazisti ed espulso verso la Polonia (1938). Dopo aver insegnato in un istituto di studi ebraici a Varsavia, emigra in Inghilterra dove, a Londra, fonda l’Institute for Jewish Learning. Partito per gli Stati Uniti, è nel 1940 all’Hebrew Union College di Cincinnati dove insegna filosofia ed ebraismo. A partire dal 1945, insegna Etica ebraica e misticismo al Jewish Theological Seminary. Scrive molte opere sulla filosofia di Saadia Gaon, Ibn Gabirol e Maimonide, nonché sulla Kabbalah e lo chassidismo.
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