Pesach, gli auguri del papa

rassegna“Nell’approssimarsi della grande festa di Pesach desidero rivolgere il più cordiale augurio di pace a lei e a tutta la Comunità ebraica romana. La memoria della liberazione dall’oppressione per mezzo del braccio potente del signore ispiri pensieri di misericordia, riconciliazione e fraterna vicinanza a tutti coloro che soffrono sotto il peso di nuove schiavitù. Volgendo il pensiero a Gerusalemme, che avrò la gioia di visitare prossimamente, chiedo di accompagnarmi con preghiere mentre assicuro il mio ricordo invocando dall’altissimo copiose benedizioni”. Questo il testo del messaggio inviato da papa Bergoglio al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni nell’imminenza della festività ebraica di Pesach. Uno stralcio del messaggio è riportato oggi sull’Osservatore Romano.

Ancora il quotidiano della Santa Sede dà conto, all’interno del dibattito sviluppatosi sulla fecondazione eterologa, della posizione espressa dal rav Di Segni sul notiziario Pagine Ebraiche 24 lo scorso giovedì. “Nel commentare per Pagine Ebraiche 24 la sentenza della Corte costituzionale, il rabbino capo di Roma – si legge – rileva che quanto a questa specifica pratica c’è in ambito rabbinico una letteratura unanime nel considerarla un’iniziativa da evitare. Infatti, ‘è una procedura sconsigliata anche per motivi etici e psicologici e, nel caso in cui questa avvenga, è imprescindibile porsi alcune domande. Ci si deve per esempio interrogare sull’identità del donatore, sulle possibilità che vengano trasgrediti alcuni divieti, tra cui quello gravissimo dell’incesto (sui figli del donatore), e sui problemi che possono sorgere nei rapporti padre-figlio e madre-figlio’”.

Sulla Stampa due pagine di racconto, a firma del direttore Mario Calabresi, dell’ultimo Viaggio della Memoria ad Auschwitz-Birkenau. L’attenzione è rivolta in particolare a quelle che i partecipanti ai Viaggi, l’ultimo dei quali organizzato dalla Regione Lazio, hanno imparato a conoscere come le “bambine” (da una definizione dello storico Marcello Pezzetti, direttore scientifico della Fondazione Museo della Shoah di Roma): le sorelle fiumane Andra e Tatiana Bucci. Al loro fianco altri due Testimoni dei crimini della Shoah: l’ebreo di Rodi Sami Modiano e il romano Piero Terracina. Un viaggio, scrive Calabresi, “tra sensi di colpa, emozioni e il bisogno di ricordare”.

Rispondendo a un lettore, Furio Colombo lancia un allarme sul progressivo allontanamento dai valori della Resistenza (“come si diceva – sottolinea – quando l’Italia era civile”) e sul moltiplicarsi di comportamenti “disinvolti” e “ignobili” che si alternerebbero a seconda dell’occasione, ora sulla Shoah, ora sulla Resistenza. Colombo riporta inoltre la presa di posizione del presidente della Comunità ebraica di Torino Beppe Segre, che ha definito “offensivo e inaccettabile” il discorso pronunciato dal senatore leghista Michelino Davico relativamente all’eccidio delle Fosse Ardeatine. I comportamenti denunciati dal giornalista richiederebbero un impegno a ricordare il 25 aprile in Italia “ben più forte e partecipato e attivo che nel recente passato” (Il Fatto Quotidiano).

Sul Sole 24 Ore un interessante contributo sul futuro dell’ebraismo europeo e mondiale a firma di Andrea Goldstein. Punto di riferimento della sua analisi le ricerche del demografo Sergio Della Pergola. “Le cifre di Sergio Della Pergola – scrive Goldstein – mostrano che nel 2012, quando per la prima volta in quasi due millenni, Israele è il Paese con la maggior popolazione ebraica al mondo, più del 90% della Diaspora (7,8 milioni) si trovava nei Paesi occidentali. Russia (al quinto posto), Brasile (nono) e Sudafrica (decimo) hanno sì comunità importanti, ma marginali rispetto a Usa, Francia e Regno Unito. In Asia gli ebrei sono rarissimi, in compenso cinesi e indiani sono immuni dal flagello dell’antisemitismo che riemerge periodicamente in Russia e anche in Sudafrica”.

“La comunità ebraica romana è la più antica in Europa. Le sue origini sono precedenti alla Diaspora e la sua storia è caratterizzata da forti elementi di stanzialità, nonostante le vessazioni e le persecuzioni che si sono ripetute nell’arco di più di due millenni. Conoscerne la storia, le abitudini e il sistema di relazioni significa conoscere Roma”. È quanto si legge sul dorso romano del Corriere della sera per introdurre le attività svolte dall’archivio storico comunitario. “Il più importante d’Europa”, scrive Gioacchino De Chirico.

Sul Messaggero Fabio Isman racconta la storia e i segreti del roseto comunale alle pendici dell’Aventino, considerato dagli esperti tra i più belli al mondo anche per la suggestiva cornice in cui è localizzato: la vista dal roseto spazia infatti dal Palatino a Monte Mario e raccoglie i luoghi più amati di Roma. “A ben guardarlo – spiega Isman – la sua parte più larga ha uno strano andamento: i vialetti ricurvi, che formano le sette braccia di una menorah, il candelabro a sette braccia, il simbolo ebraico più antico. Perché dal 1645 al 1895, proprio qui c’era il cimitero della comunità israelitica della diaspora più antica al mondo: è a Roma ben prima dei cristiani”.

Il Quotidiano Nazionale intervista a tutto campo Enrico Mentana, direttore del Tg di La7. Tra i vari argomenti trattati le origini culturali e religiose del giornalista. A tal proposito Mentana afferma: “Sono figlio di mamma ebrea e papà cattolico. Credo che spesso le religioni rappresentino un fatto culturale: non posso pensare che esista un Dio giusto o sbagliato a seconda di dove nasci. Bisogna rapportarsi al proprio credo in modo individuale, è giusto cercare Dio in una chiesa come in una sinagoga”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(13 aprile 2014)