Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Venerdì scorso era il 25 Aprile,
anniversario della liberazione. Oggi, 27 di Nissan, è Yom ha Shoah ve
ha Gevurah, giorno di ricordo della Shoah e dell'eroismo dei
combattenti del ghetto di Varsavia. Gli ebrei è chiaro da che parte
fossero in quei tempi tremendi: o vittime o resistenti. Da che parte
fosse il gran Muftì di Gerusalemme è altrettanto chiaro: accanto ad
Hitler. Non dovrebbero esserci dubbi su quali bandiere abbiano diritto
a sfilare nelle cerimonie pubbliche e quali non ne abbiano alcun titolo.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Qualcosa lega i principi noachidi alla
Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo che l'Assemblea generale
delle Nazioni Unite adotta il 10 dicembre 1948. Entrambi costituiscono
la cornice preliminare per ricominciare dopo che una società è stata
attraversata dalla violenza e dal sopruso. Forse può avere un senso
ribadirlo oggi, nel giorno in cui noi ascoltiamo il nome di ciascuno a
cui fu negato di averlo in morte. Ripetere quei nomi, ciascun nome, è
necessario per dire che i carnefici non sono riusciti nella loro
impresa, ma non è sufficiente se contemporaneamente non si dà un patto
in grado di sancire le regole essenziali della convivenza.
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'Offendere Brigata ebraica
è ingiuriare la Resistenza' |
Le vicende del 25 aprile in primo piano sui
quotidiani del fine settimana. “Renzo Gattegna, presidente dell’Unione
delle comunità ebraiche, il pomeriggio di giovedì 24 aprile aveva
firmato una civilissima nota sul 25 aprile ricordando il ruolo che ebbe
la Brigata Ebraica durante la Liberazione – commenta sul Corriere della
Sera Paolo Conti – Purtroppo il presidente Gattegna aveva le sue
ragioni, per preoccuparsi”. Il riferimento è a quanto accaduto nei
cortei per celebrare la Liberazione a Roma e a Milano: “gruppi che
alzavano bandiere palestinesi hanno aggredito e spintonato chi
manifestava issando il vessillo della Brigata Ebraica. Si sono sentite
grida come «Fascisti-fascisti», «Fuori i sionisti dal corteo»,
«Palestina libera», «Assassini»”. “A questo punto è urgente ricordare
che chi offende il simbolo e il lascito della Brigata Ebraica ingiuria
l’intero retaggio storico e politico della Resistenza italiana. Che
l’insulto al contributo della Brigata alla Liberazione colloca
automaticamente chi lo compie sulla sponda opposta all’antifascismo”.
A raccontare le dinamiche di quanto accaduto nella Capitale è,
interpellato sul dorso romano di Repubblica, il presidente della
Comunità ebraica Riccardo Pacifici.
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qui
ferrara
Al
via la Festa del Libro ebraico
L'ebraismo,
nelle sue diverse sfaccettature, torna protagonista a Ferrara con la
Festa del Libro ebraico in Italia (26 aprile – 1 maggio). Si è aperta
ieri, in un Chiostro di San Paolo gremito di persone, la quinta
edizione della rassegna che attraverso letteratura, arte, musica apre
al pubblico spaccati dell'immenso e plurimillenario patrimonio della
cultura e tradizione ebraica. “Queste giornate sono il simbolo
del diritto ad esprimere il proprio pensiero, le proprie tradizioni, i
valori contenuti nella nostra costituzione repubblicana”, ha ricordato
nell'arco della serata di inaugurazione il presidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Renzo Gattegna. “Una scommessa vinta di cui non posso
che essere orgoglioso”, ha sottolineato Riccardo Calimani, presidente
della Fondazione Museo nazionale dell'ebraismo italiano (Meis), ente
organizzatore della Festa. Al loro fianco, ad aprire la settimana della
Festa (inaugurata con la Notte bianca ebraica), il rabbino capo della
Comunità ebraica di Ferrara, rav Luciano Caro, l’assessore alla cultura
della regione Emilia Romagna Massimo Mezzetti, il sindaco e l’assessore
all’urbanistica del comune di Ferrara, Tiziano Tagliani e Roberta
Fusari, e in rappresentanza dell'Università di Ferrara, la
professoressa Giuditta Brunelli.
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Israele
Abbas
riconosce la realtà:
"Shoah, crimine senza pari"
“La
Shoah è stato il più efferato crimine contro l’umanità dell’era
moderna”. Alla vigilia di Yom HaShoah (Yom HaZikaron laShoah
ve-laG'vurah, il Giorno in cui Israele celebra il ricordo “della Shoah
e dell’eroismo”), il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas
ha diffuso queste parole, in inglese e in arabo, in una nota pubblicata
su WAFA, l’agenzia di informazione palestinese, esprimendo inoltre la
sua partecipazione ai familiari delle vittime e a tutti gli innocenti
uccisi dai nazisti. Una dichiarazione che, notano giornalisti e
commentatori della stampa israeliana e internazionale, rappresenta la
più netta presa di posizione sull’argomento mai assunta dal presidente
dell’Anp, che tra l’altro fu autore, nel 1982, di una tesi di dottorato
con contenuti negazionisti. La notizia delle nuove parole di Abbas si
intreccia nel puzzle complesso di un momento di grande tensione
diplomatica, dopo l’annuncio della riconciliazione tra la stessa
Autorità palestinese e il gruppo terroristico di Hamas.
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25
aprile
Con
la Brigata, in tutta Italia
“È
urgente ricordare che chi offende il simbolo e il lascito della Brigata
Ebraica ingiuria l'intero retaggio storico e politico della Resistenza
italiana. Che l'insulto al contributo della Brigata alla Liberazione
colloca automaticamente chi lo compie sulla sponda opposta
all'antifascismo”. Lo ha scritto con forza il Corriere della Sera,
all’indomani del 25 aprile, rilanciando il messaggio del presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Una
verità compresa da tanti cittadini che hanno scelto di partecipare alla
celebrazione proprio sotto le insegne della Brigata ebraica, in tanti
luoghi d’Italia. Non solo Roma e Milano, ma, tra gli altri, Trieste,
Livorno, Verona (nell’immagine in alto la cerimonia alla Risiera di San
Sabba con il rav Elia Richetti in uno scatto di Giovanni Montenero, poi
il corteo a Roma, a Milano, con,
tra gli altri, il vicepresidente UCEI Roberto Jarach, a Livorno e a
Verona).
E
se sotto i riflettori finiscono gli insulti, gli attacchi tristi e
squallidi,
vanno segnalati invece i tanti applausi, spontanei, che accolgono il
passaggio dei simboli della Brigata ebraica.
Applausi che riaffermano, con dignità, che al di là dei facinorosi,
sono tanti i cittadini consapevoli del concetto che tengono a ribadire
oggi su questo notiziario anche il rabbino capo di Roma Riccardo Di
Segni e il rav Benedetto Carucci Viterbi.
“Vorrei proporre un'impressione (da verificare con esattezza, con
qualche speranza di essere smentito) e una domanda conseguente - spiega
rav Di Segni - Ho l'impressione che l'attenzione e l'impegno istituzionale
e dei media (tv, giornali ecc.) intorno al 25 aprile e alla Resistenza
siano progressivamente calati, mentre sono cresciuti quelli intorno al
giorno della Memoria del 27 gennaio. Sono entrambi eventi che ci
interessano e ci coinvolgono. Ma che sta succedendo nella società
intorno a noi? L'ebreo va ricordato solo come vittima e la Liberazione
dai persecutori (con il nostro contributo) va dimenticata o
marginalizzata? In nome di che cosa?”.
“Venerdì
scorso era il 25 Aprile, anniversario della Liberazione. Oggi, 27 di
Nissan, è Yom haShoah ve haGevurah, giorno di ricordo
della Shoah e dell'eroismo dei combattenti del ghetto di Varsavia –
scrive rav Carucci - Gli ebrei è chiaro da che parte fossero in quei
tempi tremendi: o vittime o resistenti. Da che parte fosse il gran
Muftì di Gerusalemme è altrettanto chiaro: accanto ad Hitler. Non
dovrebbero esserci dubbi su quali bandiere abbiano diritto a sfilare
nelle cerimonie pubbliche e quali non ne abbiano alcun titolo”.
Rossella Tercatin
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25
aprile: 'Per chi ha combattuto,
non solo per le vittime' |
Vorrei
proporre un'impressione (da verificare con esattezza, con qualche
speranza di essere smentito) e una domanda conseguente. Ho
l'impressione che l'attenzione e l'impegno istituzionale e dei media
(tv, giornali ecc.) intorno al 25 aprile e alla Resistenza siano
progressivamente calati, mentre sono cresciuti quelli intorno al giorno
della Memoria del 27 gennaio. Sono entrambi eventi che ci interessano e
ci coinvolgono. Ma che sta succedendo nella società intorno a noi?
L'ebreo va ricordato solo come vittima e la Liberazione dai persecutori
(con il nostro contributo) va dimenticata o marginalizzata? In nome di
che cosa?
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
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Il
visibile e l’invisibile |
I
giornali italiani riprendono con enfasi e preoccupazione i risultati di
una inchiesta condotta da Le Monde in Francia dalla quale emerge che un
corposo numero di studenti francesi crede alle teorie complottiste. La
storia, così come anche la più minuta cronaca, sarebbero il prodotto di
una volontà occulta, una coalizione di elementi capaci di condizionare
gli eventi senza che tuttavia tale intenzione sia da essi esplicitata.
Mettiamo allora in chiaro da subito cosa intendiamo con la parola
complottismo.
Claudio Vercelli
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Incontrarsi
al Moked |
Il
Moked primaverile in quattro parole? Il raduno annuale dell’ebraismo
italiano. Detto a parole mie, quattro giorni per stare insieme,
parlare, aggiornarsi, conoscere chi è lontano e scoprire chi è vicino,
per un tempo necessario a fare esperienza, senza però venirsi a noia!
Gruppi di lavoro tematici, workshop creativi, lezioni, dibattiti,
svago: attività a scelta per tutti i gusti dove chi partecipa fa la
differenza. Un’attività che rappresenti il Moked 2014? Il Tish: dopo
due giorni di discussioni e workshop pratico-creativi, un’occasione per
ritrovarsi tutti, e passare del tempo ispirandosi a vicenda con
racconti, pensieri e canti, creando un coro di voci diversissime tra
loro, all’insegna del buon umore, magari con l’aiuto di qualche
bicchiere di vino…Tutti possono parlare, cantare o semplicemente
ascoltare, partecipando così a un momento intimo e sociale al tempo
stesso. Questo, in fondo, è il Moked.
Ilana Bahbout
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25
aprile: "La mia indignazione" |
Con
questo messaggio che ho scritto anche a nome di molti amici e che
rivolgo all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) voglio
esprimere la mia indignazione per quanto è accaduto questo 25 aprile.
Con il vostro cosciente e deliberato disegno di provocare tensione e
scontro all’interno del corteo per inficiare il ricordo di quella
gloriosa giornata, che era e doveva rimanere, solo ed esclusivamente
italiana, diciamo basta a ogni futura partecipazione ad attività
promosse o indette da voi.
Settimio Di Porto
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