Roberto
Della Rocca,
rabbino
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“...chi
cammina per la strada studiando e interrompe e dice: come è bello
questo albero!, come è bello questo solco!, è considerato come
uno che mette in pericolo la propria persona...” (Pirqè Avòt, 3; 9). In
questa situazione un pò estrema, assistiamo ad un'irruzione
dell’estetica nell’etica. In questo insegnamento, letto lo scorso
Shabàt, si prospetta come lo studio della Torah deve costituire una
continuità "in cammino" che proibisce ogni forma di interruzione. Lo
sviare lo sguardo durante il nostro percorso può risultare una
distrazione fatale per la continuità dei nostri progetti.
Apparentemente questo insegnamento potrebbe indurci a concludere che
anche un certo amore per la natura debba essere escluso
dall'universo ebraico. Niente affatto.
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Dario
Calimani,
anglista
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Deprimente
dover tornare sull’argomento. Ora tuttavia sappiamo finalmente chi sono
i veri nemici di Israele: Yehoshua, Grossman, Oz, Barenboim e qualche
altro che non vale neppure la pena nominare. Dopo tanti articoli,
servizi e veline, ora ce lo dice a chiare lettere un libro illuminante,
scritto da un vero amico di Israele. Un amico che, vivendo al sicuro
altrove, ci informa che in Israele si vive bene così e che non c’è
bisogno di cercare compromessi e migliorare la situazione. C’è dunque
una quinta colonna in Israele; il nemico del popolo ebraico si è
insinuato dentro lo stato, fra i suoi cittadini ebrei, fra i suoi
scrittori, fa parte della sua intellighentzia, allo stesso modo in cui
la mafia si è insinuata nelle pieghe della politica italiana. Sono
cittadini che lavorano e hanno diritto di voto e di pensiero, e i loro
figli sono morti per difendere Israele, e, ciò nonostante, sono nemici
di Israele.
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TORINO
- “Come costruire o ricostruire l'armonia?”. Questo il tema
dell'incontro cui partecipano questa sera alle 21 in Comunità il
direttore del Dec UCEI Roberto Della Rocca e l'educatore Clive Lawton.
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"Shoah, rigettiamo
paragoni fuori luogo"
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"Gli
ebrei italiani assistono con sgomento e preoccupazione a una campagna
elettorale in cui ripetutamente si evocano simbologie, fatti e
personaggi di un passato terrificante per lanciare messaggi subliminali
e denigrare avversari, nella illusoria speranza di raccogliere facili
consensi fra un elettorato che in realtà è molto più maturo di quanto
non si ritenga”. Così è intervenuto il presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
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"Shoah imparagonabile, ma capisco Amos Oz"
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Grande
intervista sul Corriere della sera per il politico israeliano Yair
Lapid, ministro delle Finanze e leader del partito Yesh Atid. Con
Davide Frattini Lapid parla dei temi caldi del momento: la politica
negoziale, il futuro del Medio Oriente, la tutela delle minoranze
religiose. Relativamente alle affermazioni di Amos Oz, che aveva
condannato gli episodi di intolleranza verso alcune comunità cristiane
di Israele parlando di “neonazisti ebrei”, il ministro spiega: “Sono
figlio di un sopravvissuto alla Shoah, mio nonno è morto nel campo di
Mauthausen. La Shoah è imparagonabile, il nazismo un fenomeno unico. La
frase di Amos Oz nasce da rabbia e frustrazione comprensibili”.
Altro barcone, altro naufragio, altra tragedia del mare al largo di
Lampedusa. Duro attacco del primo ministro Matteo Renzi all’Unione
Europea per la scarsa collaborazione che questa fornirebbe nella
gestione dei flussi migratori dai paesi più disagiati. “Ci lascia soli,
ma non può salvare gli Stati, le banche e poi lasciare morire le madri
con i bambini”, è la dichiarazione riportata oggi dal Corriere.
Ergastolo. È la richiesta del pubblico ministero nel processo che vede
alla sbarra l’ex 007 Giulio Trevisani per l’omicidio di Rafael Cohen,
commerciante ed esponente di spicco della Comunità ebraica di Roma.
“L’ex agente segreto in servizio all’Aise – scrive Miichela Allegri sul
Messaggero – avrebbe sferrato un unico fendente, in modo preciso, senza
una minima esitazione. Trevisani ha un movente: la gelosia. È
follemente innamorato di Alessia Marini, che lavora come commessa in
uno dei negozi di Cohen e che, almeno in un paio di occasioni, avrebbe
subito avances non gradite da parte del principale. Trevisani lo scopre
e la rabbia è troppo forte”. Secondo l’accusa, lo 007 non avrebbe
esitato a vendicarsi “pur di difendere l’onore della sua donna”.
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qui torino - pagine e incontri
Copie esaurite, tanti nuovi amici
Erano
migliaia, ma le copie di Pagine Ebraiche portate al Salone
internazionale del libro di Torino quest’anno non sono bastate, e
lunedì, poco dopo l’ora di pranzo, ne restavano poche decine, tenute da
parte per essere distribuite alla conferenza stampa di chiusura. La
soddisfazione è ovviamente tanta ma ancora più interessante è stato per
la redazione lavorare in trincea: nonostante il rumore costante - uno
dei punti critici del Salone - la scelta è stata di non chiudersi in
sala stampa.
Dall’arrivo prima dell’apertura fino a quando venivano spente le luci a
sera il lavoro dei giornalisti del portale dell’ebraismo italiano
www.moked.it è stato intenso. Organizzare l’azione dei ragazzi che
hanno distribuito migliaia di copie di Pagine Ebraiche, suddividersi
fra i vari incontri da seguire e la presenza allo stand, pianificare le
uscite sul notiziario quotidiano ed essere sempre pronti a raccontare,
spiegare, rispondere. E, ovviamente, portare avanti il normale lavoro
di tutti i giorni. Grande fatica, certo, ma soprattutto enormi
soddisfazioni.
L’interesse è stato costante e decine di persone si sono fermate non
solo per prendere una copia del giornale ma soprattutto per chiedere,
capire, e lasciare un recapito. Molti amici della redazione sono
passati per un saluto, i colleghi per condividere un pezzo della
giornata, un caffè, o un commento sulle ultime notizie, e tante,
tantissime facce sconosciute hanno voluto sapere di cosa tratta il
giornale, o chi scrive su Pagine Ebraiche. In tanti hanno chiesto dove
si compra, come riceverlo. Sono davvero molte le persone interessate
alla cultura e alla vita quotidiana della minoranza ebraica italiana, e
l’impegno della redazione ad essere sempre presente, sempre disponibile
a fermarsi a spiegare e raccontarsi è stato ripagato dal favore con cui
il pubblico del Salone ha accolto il giornale.
Il pubblico è sempre più numeroso, anche se non si è arrivati allo
sperato record di 400mila presenze, e anche la ripresa delle vendite ha
fatto ben sperare per una ripresa dell’editoria. Dando così ragione a
Gian Arturo Ferrari, ospite di Pagine Ebraiche nel giorno dell’apertura
insieme all’editore Massimiliano Schiozzi per “Libri Controvento”, che
durante la tavola rotonda organizzata dalla redazione si era detto
ottimista sul futuro del libro. Grande successo per la Quinta lezione
Primo Levi, con il dialogo fra la storica Anna Bravo e Domenico Scarpa
- sala piena all’inverosimile soprattutto di studenti - e per tutti gli
incontri dedicati alla letteratura israeliana. Molto seguiti anche i
momenti di confronto e dialogo interreligioso, e nell’ambito del Salone
Off anche DafDaf, il giornale ebraico dei bambini, ha organizzato
insieme alla casa editrice Giuntina una lettura - laboratorio, durante
la quale i piccoli lettori hanno costruito, distrutto e ricostruito
torri e torri fatte di scatole di cartone. Avvicinandosi intanto ai
libri che - indipendentemente dalla forma che prenderanno - restano
fondamentali per il futuro di tutti.
Ada Treves @atrevesmoked
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iSRAeLE Lo scandalo Gerusalentopoli
Il
3 o 4 giugno 1967, all'apice della tensione alla vigilia della guerra
dei Sei giorni, dopo il richiamo alle armi di tutti gli studenti, erano
rimasti negli alloggi dell'università di Gerusalemme a Givat Ram
solamente i neoimmigrati come me e qualche altro italiano, gli studenti
arabi tutti militesenti, e i pochi israeliani della riserva accademica,
ossia quei giovani designati a compiere i loro studi universitari prima
del servizio militare e poi a servire nell'esercito per un certo numero
di anni nelle loro capacità professionali. Questo gruppetto eterogeneo
era intento a riempire sacchi di sabbia e a stendere strisce di
plastica gommata sulle vetrate per difendere gli edifici dalle
prevedibili cannonate della legione giordana. Fra questi giovani della
riserva accademica c'era uno studente di legge chiamato Ehud Olmert.
Molti anni dopo, quando Olmert era sindaco di Gerusalemme, gli ricordai
le circostanze del nostro primo incontro e lui mi rispose: "Non ricordo
dove mi trovavo alla vigilia, so solo che la guerra dei sei giorni l'ho
finita sul Golan". Ora, non c'è persona in Israele che non sappia
perfettamente dove si trovava e che cosa stava facendo al momento della
sirena che annunciò l'inizio del conflitto. La risposta voleva forse
minimizzare la situazione certo legittima ma non proprio eroica in cui
ci eravamo trovati, sottolineando invece un finale più epico. Ma forse
in quelle poche parole c'era anche una briciola di un tratto che Olmert
ha ampiamente rivelato negli anni successivi: la memoria selettiva.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
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LOTTA ALL'ANTISEMITISMO
Pregiudizio, questione globale
“Gli
ebrei hanno troppo potere nel mondo degli affari”. Probabilmente vero,
probabilmente falso, non lo so. Tre opzioni fra cui scegliere, undici
quesiti a cui rispondere, 53.100 intervistati in 96 lingue diverse.
L'imponente ricerca, commissionata dall'Anti-Defamation League (Adl)–
che sarà presentata oggi negli Stati Uniti – traccia un quadro
inquietante della dimensione del fenomeno antisemita a livello globale:
un quarto della popolazione mondiale, stando ai risultati del
sondaggio, è d'accordo con un certo numero di affermazioni negative
sugli ebrei, definendole “probabilmente vere”. Centouno i paesi
coinvolti, tra cui anche i territori palestinesi, e diverse le
sfumature di ciascuna realtà. Il dato globale parla invece di un 26% di
intervistati che, su undici domande, hanno espresso almeno in sei il
proprio pregiudizio nei confronti del mondo ebraico.
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qui roma
Bele sì, storie di ebrei ad Asti
Una
vivace Comunità ebraica oggi scomparsa. Costumi, memorie, tradizioni
dal Trecento ad oggi, in particolare della famiglia De Benedetti che
popolò a lungo la zona, rivivono in un denso volume – Belè sì (proprio
qui) Ebrei ad Asti, edito dalla Morcelliana – in presentazione a Roma. L’appuntamento è per giovedì 15 maggio nella
Galleria Sestieri di Piazza Margana. Assieme a Maria Luisa Giribaldi,
che ne ha curato la stesura con Rose Marie Sardi, interverranno lo
storico Giovanni Orsina e i giornalisti Enrico Mentana, Nathania Zevi e
Stefano Folli. Tra i relatori anche Franco De Benedetti, che firma
l’introduzione dell’opera.
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Due voci per capire
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Tra
ieri e l’altro ieri ho avuto occasione di ascoltare due interventi
molto interessanti. Domenica, a Venezia, Amos Luzzatto ha concluso la
IV edizione del Master Hans Jonas rivolgendosi alla platea di ragazze e
ragazzi che hanno frequentato il corso di quest’anno. A partire dalla
sua straordinaria esperienza intellettuale, sempre al confine tra
cultura ebraica, umanistica e scientifica, Luzzatto ha tracciato un
quadro dell’ebraismo odierno, diviso tra spinte più tradizionaliste e
correnti più progressiste.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- Il Visconti ritrovato |
In
questi giorni si è molto parlato del documentario di Luchino Visconti e
di Marcello Pagliero intitolato “Giorni di gloria”, che racconta alcuni
momenti della Resistenza Italiana e della guerra di liberazione e, tra
l’altro, anche il dramma delle Fosse Ardeatine. Una pellicola che era
già conosciuta ma di cui da tempo si cercava la versione integrale che,
come ha scritto per primo il quotidiano la Repubblica, è stata scovata
e acquistata per pochi dollari negli Stati Uniti da Luciano Martini, 87
anni, endocrinologo, già docente dell’Università di Milano,
appassionato di musica, cinema e storia.
Si tratta di un’opera cinematografica in realtà collettiva, coordinata
da Giuseppe De Santis e montata da Mario Serandrei (che ne fu anche
l´ideatore), prodotta da Fulvio Ricci per conto della Titanus e
dell´Associazione Nazionale Partigiani d´Italia, che si avvalse di
immagini girate dai partigiani e dagli Alleati, oltre che da Visconti e
Pagliero.
Mario Avagliano
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