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19 maggio 2014 - 19 Iyar 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
Si legge nel Capitolo II dei Pirkei Avoth: "Rabban Gamliel, figlio di Rabbi Yehudah HaNassih, affermava: una cosa magnifica è lo studio della Torah abbinato a Derech Eretz ("occupazione pratica"), poiché la fatica che deriva da ambedue fa dimenticare il peccato.
 
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Anna
Foa,
storica
A proposito di Torino e delle farneticazioni di un comico. Che cosa vuol dire "oltre"? E che cosa vuol dire "oltre Hitler"? Che si ripromette di fare più di quello che ha fatto Hitler? Oppure altro di quello che ha fatto Hitler, come il contesto sembra indicare? In questo caso, l'uso del termine sarebbe improprio, cosa che del resto non dovrebbe stupirci troppo, nel caso del leader di un movimento i cui membri, eletti alla Camera dei deputati, dicono "circonciso" invece di "conciso". Attenti, sembra ridicolo ma non lo è. E va anche oltre, termine che uso in senso proprio, l'utilizzazione selvaggia di metafore sulla Shoah che caratterizza in Italia questa campagna elettorale e che il presidente dell'Unione Gattegna giustamente ha deplorato.
 
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La politica degli insulti
In politica non c’è follia senza metodo e la peculiare follia italiana sembra essere arrivata, metodicamente, al suo fondo”. Così Stefano Bartezzaghi, su Repubblica, commenta la frequente evocazione di Hitler e di Auschwitz nel linguaggio politico, fenomeno che “non è storia, nemmeno revisionista; non è filosofia politica, non è narrazione”. L’analisi continua spiegando che Hitler e Auschwitz “assicurano titoli su giornali e telegiornali, sollevano nubi di confusa indignazione, tolgono la parola all’interlocutore deviandola verso i binari morti della confutazione storiografica o della ripulsa nauseata”. E, sulla degenerazione del linguaggio politico, ha aggiunto: “Senza tema di smentite, oltre a Hitler e Auschwitz non c’è nulla: si è raggiunto il limite estremo nella capacità di assordamento della comunicazione”.
Intervistato su Il Mattino Roberto Fico, parlamentare grillino e presidente della commissione di Vigilanza spiega che il riferimento di  Grillo era a “Il grande dittatore di Chaplin” e sostiene: “Hitler? Un paradosso. Ora tutti ci inseguono”. Ricorda poi che il primo a utilizzare Hitler, Stalin e Pol Pot per i suoi paragoni politici è stato Berlusconi. La Nazione-Carlino-Giorno titola “Hitler, ebetino, salma, sciacallo. I leader fanno a gara di insulti” e riporta il fuoco incrociato di insulti degli ultimi giorni, in cui la violenza verbale sta dominando la campagna elettorale. Fino ad arrivare all’hashtag #OltreHitler, creato da Grillo.
La Stampa, insieme ad altre testate, riporta come Berlusconi, ribadendo che le sue parole sono state divulgate fuori contesto, e criticando comunque la stampa sia estera che italiana, abbia chiesto scusa a “coloro che si sono sentiti offesi” dalle sue recenti affermazioni sul fatto che i tedeschi non riconoscerebbero l’esistenza dei lager.
La vittoria del Maccabi Tel Aviv in Eurolega esce dalle pagine dei giornali sportivi per arrivare sul Corriere della Sera, che titola “Maccabi strepitoso: Real domato, l’Europa è sua”. Nella sorpresa più assoluta la squadra israeliana vince la sua quinta Eurolega ed è “Tutto esageratamente bello, grandissimo basket a Milano, e non poteva finire se non dopo un tempo supplementare, durante il quale la fionda di un piccolo re David abbatteva anche i giganti spagnoli”. Il Maccabi Tel Aviv su La Gazzetta dello Sport “Ha regalato le emozioni più grandi, ha compiuto rimonte straordinarie, ha eliminato la squadra più ricca d’Europa, ha battuto in finale quella che aveva dominato la stagione”. Un trionfo legato strettamente anche a un grande allenatore, e David Blatt è celebrato, sempre sulla Gazzetta, da un ritratto in cui cita Steve Jobs e il suo celebre “Wow!”.
A pochi giorni dalla riapertura, a Settimo Torinese, della palazzina gialla in stile liberty dove ha lavorato come chimico Primo Levi - trasformata in un luogo dedicato alla memoria e all’impegno civile - il Corriere della Sera ripropone un’edizione de La tregua e Liliana Picciotto ne ripercorre la narrazione di un’umanità disperata in cerca di se stessa, nel tentativo di recuperare una dimensione in cui ritrovarsi dopo i traumi e lo sradicamento subiti.
 
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  davar
eurolega - il trionfo del maccabi
La grande gioia travolge Milano
Dopo la vittoria sugli spalti, con una tifoseria che ha suscitato ammirazione in tutta Milano per il suo calore e la sua sportività, la vittoria più bella: quella sul campo. Il Maccabi Tel Aviv è campione d’Europa per la sesta volta nella sua storia. Un successo all’ultimo tuffo, nell’extra time contro il Real Madrid, che ha acceso gli entusiasmi dei supporter che hanno affollato gli spalti del Forum di Assago (e che si sono poi riversati nelle strade del centro gremendo tra le altre piazza Duomo) e portato milioni di persone nelle strade di tutta Israele. A partire da Tel Aviv, naturalmente, in cui si è festeggiato fino alle primi luci dell’alba.
Troppo forte, troppo emozionante questo Maccabi, artefice già in semifinale di uno straordinario sorpasso sul Cska Mosca, sconfitto con un solo punto di differenza in una lotta all’ultimo canestro che ha restituito centralità al grande basket continentale anche sulle pagine dei giornali italiani.
Incontenibile la gioia del presidente della Repubblica, Shimon Peres, che ha diffuso attraverso i social network una foto che lo ritrae decisamente soddisfatto davanti a un televisore su cui scorrono le immagini del dopo-partita. “Siete il nostro orgoglio”, ha twittato il capo dello Stato.
Un trionfo dal sapor d’Italia. Alla conduzione del Maccabi spicca infatti David Blatt, tecnico tra i più esperti del panorama cestistico e con un passato alla guida di Treviso. È lui il primo artefice di questo nuovo alloro che pochi, alla vigilia della Final Four, erano stati in grado di pronosticare. Ed è lui il protagonista che sceglie di raccontare la Gazzetta dello Sport in una significativa intervista raccolta a fine gara. “Sapete cosa ha detto Steve Jobs un secondo prima di morire? Sapete cosa ha detto un grande uomo, un genio, visionario? Ha detto: “Wow!”. Quell’ultima parola – afferma Blatt – è stata meravigliosa. Racchiude una positività incredibile, è un inno alla vita. Ci ha insegnato che bisogna andare avanti. Ho pensato a lungo a quella frase. Anche il basket è così: ci sono sfide, tanti problemi, ma il compito di un allenatore è portare i suoi giocatori fuori dalle tenebre”.
Iniziò nel 1977 la gloriosa cavalcata europea della squadra israeliana. Allora fu un piccolo miracolo di una generazione che avrebbe trovato in Tal Brody, carismatico campione venuto dagli Stati Uniti per trascinare il team verso nuovi lidi di gloria, il suo principale punto di riferimento. “Anachnu al hamapa” (“Siamo sulla mappa”) avrebbe gridato Brody al termine di una indimenticabile semifinale vinta, anche in questo caso, contro i russi del Cska. Tra corsi e ricorsi storici una certezza: chi ancora oggi tentenna sui confini del Medio Oriente qualche fondamentale l’avrà finalmente imparato.

Adam Smulevich


israele
Alzheimer, una cura è possibile
Un team di ricerca israeliano potrebbe aver trovato un modo per proteggere le cellule celebrali dall'Alzheimer. Da anni in Israele – e non solo – biologia e medicina hanno cercato una via per contrastare una delle malattie degenerative più diffuse e note, che tocca il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni. Il gruppo di ricerca guidato dalla scienziata Illana Gozes (nella foto), docente alla Tel Aviv University, ha pubblicato i suoi studi sul numero di maggio del Journal of Alzheimer Disease. Al centro di quello che potrebbe essere un grande passo nella cura dell'alzheimer, il PNA, un frammento di una proteina essenziale per la formazione del cervello.
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verso le elezioni
Unione giovani ebrei d’Italia
Europee, un voto per il futuro

L’Europa, ma quale Europa? A meno di una settimana dall’appuntamento con le elezioni, l’Unione giovani ebrei d’Italia organizza l’incontro “Guarire l’Europa, senza discriminazioni. Un sogno possibile?” al Campus Luigi Einaudi dell’Università degli Studi di Torino (ore 18), insieme alla Rivista Europae degli studenti di Scienze politiche.
Un’occasione per riflettere, con la partecipazione dei candidati al Parlamento europeo Giuseppe Catizone del Partito Democratico, Sonia Fatnassi di Forza Italia, Matteo Forte del Nuovo Centrodestra, Frederic Gebhard di Scelta Europea e Daniela Padoan di L’Altra Europa con Tsipras, in un dibattito che sarà moderato dal direttore di Europae Antonio Scarazzini e introdotto dal presidente Ugei Simone Disegni, che spiega tra l’altro come l’invito rivolto dagli organizzatori al Movimento Cinque Stelle sia rimasto senza risposta.
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Qui torino
Il laboratorio di Primo Levi
Torna a nuova vita la palazzina gialla in stile liberty della Siva, l’azienda chimica di Settimo Torinese in cui Primo Levi ha lavorato per quasi 30 anni. Abbandonata da molti anni, la Palazzina vuole ricordare il senso dei valori, dell’importanza del lavoro e dell’impegno sociale cari allo scrittore piemontese. Insieme a iniziative su Memoria, Resistenza e accoglienza ospiterà al suo interno convegni, incontri, e un ristorante con un punto vendita di prodotti coltivati nelle terre confiscate ai boss della mafia. Primo Levi è passato alla storia come scrittore e come testimone della Shoah, ma è importante ricordare che - come ha raccontato più volte anche nei suoi libri - è riuscito a sopravvivere ad Auschwitz anche grazie alle sue conoscenze di chimico. E molto del suo essere chimico, del suo avere una formazione scientifica, è passato nelle pagine che ci ha lasciato, ed ha influenzato la sua scrittura, il suo stile. Il lavoro stesso alla Siva ha lasciato tracce e molti riferimenti anche diretti nei suoi libri.
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qui milano
Sentirsi sicuri con la krav maga
Sentirsi sicuri, imparare a difendersi nel corpo, ma prima ancora nello spirito, grazie alla Krav Maga, la tecnica di lotta sviluppata in Israele e apprezzata ormai in tutto il mondo. Grande interesse a Milano per la serata “Sicura-Mente – Imparare a difendersi trasformando la mente e il corpo” che si è svolta presso il Centro Congressi della Provincia. A portare il saluto della Provincia, il presidente Guido Podestà e l’assessore alle Pari Opportunità Cristina Stancari. “È stata una serata speciale, un’occasione per affrontare non soltanto la piaga della violenza contro le donne, ma del bullismo” sottolinea Gabrielle Fellus, istruttrice di Krav Magah e anima dell’incontro, cui hanno preso parte anche l’attrice Elda Olivetti, Luca Bernardo, direttore del Dipartimento materno infantile e responsabile del Centro disagio adolescenziale dell’Ospedale Fatebenefratelli e Paola Brodoloni, presidente dell’associazione Cuore e Parole.
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QUI PALERMO
Nuova luce a Palazzo Steri
Nel palazzo che fu teatro di raccapriccianti crimini commessi nel nome dell'oscurantismo religioso il raggio di luce emanato dalla ricchezza e dalla vitalità della lingua ebraica torna ad illuminare il luogo scelto dall'Inquisizione palermitana per annientare, nei secoli, qualsivoglia anelito di libertà. “Calligraphies”, questo il titolo di una suggestiva mostra – curata da Michel D'Anastasio con il supporto del Comune di Palermo, dell'Università degli Studi, dell'Istituto Siciliano di Studi Ebraici, dell'associazione culturale Il Pozzo e del Conservatorio Bellini – che si prefigge di valorizzare antichi testi della tradizione ebraica portando all'attenzione del pubblico quadri realizzati attraverso pigmenti, materiali e strumenti unici con l'opportunità, a integrazione della visita, di poter svolgere veri e propri laboratori di calligrafia ebraica.
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calcio
L'anatema di Guttmann
C’è un fantasma che popola ancora le notti insonni dei tifosi del Benfica. Quello di Bela Guttmann, l’ex allenatore dei tempi d’oro di Eusebio che, al momento di lasciare la carica, avrebbe lanciato una sorta di maledizione: nessuna coppa europea nei successivi 100 anni di vita del club. Un presagio che, con la sconfitta ai rigori della scorsa settimana contro il Siviglia, ha inanellato l’ottava debacle consecutiva per la squadra lusitana dal momento del suo addio. Nato in Ungheria, sopravvissuto alla Shoah, trasferitosi in Portogallo per aprire un ciclo di vittorie senza eguali, Guttmann è ancora oggi oggetto di studi e approfondimenti. A restituirci un quadro che dagli aspetti più prettamente tattici sconfina nel mistero e nei tanti interrogativi irrisolti è Victor Hasbani, fondatore e anima del sito di informazione sportiva Te la do io l’America.
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pilpul
Il collega Giulio Meotti è autore di un libro ("Ebrei contro Israele", Belforte editore) coraggioso e significativo che sta suscitando un vivace dibattito. L'ho letto con grande interesse e ne consiglio a tutti la lettura, anche se a mio avviso la pretesa dell'autore di interpretare il mondo ebraico con una logica che ebraica non è ne compromette il risultato. È una vergogna e una sconfitta per l'ebraismo italiano che sia lo stesso autore a dover difendere da solo il suo libro, mentre tanti altri, nel vicolo cieco del teppismo dei social network e della demenza digitale, non riescono nemmeno a mettere in fila un paio di frasi compiute. Sono per questo molto onorato di pubblicare il testo che mi ha fatto pervenire, così come mi auguro che Meotti possa proseguire con coraggio, competenza e amore per la libertà d'espressione il proprio lavoro. Il fatto che non mi ritrovi necessariamente nelle sue affermazioni, che credo siano in parte infondate, ma in parte invece molto vere, non fa che aumentare l'orgoglio della redazione di averlo ospite e l'augurio che da un confronto sincero fra sensibilità diverse possano nascere, come spesso avviene nel mondo ebraico, nuove consapevolezze e nuove amicizie.
gv

"Gli intolleranti siete voi"

Da due settimane il vostro organo di informazione, specchio e voce delle comunità ebraiche italiane, è impegnato in una campagna quotidiana contro il mio nuovo libro “Ebrei contro Israele” (Salomone Belforte Editore). Pensavo che l’ebraismo fosse contrassegnato dai valori del pluralismo e della libertà, che fosse la religione del libro. Non mi sbagliavo. Siete voi a dimostrarvi indegni di quella tradizione millenaria.

Giulio Meotti
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Oltremare - Rehov HaArbaa
Rehov HaArbaa è l'indirizzo della Cinematheque di Tel Aviv, e di conseguenza è stato uno dei primi luoghi noti nella mia personale geografia cittadina. La Cinematheque stessa somiglia a una piscina pubblica di un paese ex-Sovietico, e neanche il recente restauro ne ha migliorato di molto l'aspetto. Quella architettura irregolare fatta di linee spezzate e i tubi colorati di rosso chiaro, che forse volevano dare al palazzo un tono da Centre Pompidou parigino, non hanno alcun afflato artistico e si può solo sperare che il palazzo diventi presto modernariato urbano, e recuperi un po' di considerazione almeno come oggetto storico.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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In cornice - "Famiglia ebrea"
"Famiglia ebrea" di Bernardino Luini (1482-1532), ora in mostra al Palazzo Reale di Milano, pone più di un interrogativo. A prima vista, il titolo pare sbagliato: parrebbe trattarsi di una tipica "Sosta durante la fuga in Egitto" di cui si tratta in vari passi dei Vangeli. In primo piano, infatti, Luini ha dipinto una donna con un bambino in braccio, accanto a lei un uomo e nello sfondo un cammello in riposo. Ma il titolo è giusto, perché l'uomo è giovane, non vecchio come il Giuseppe dei Vangeli.

Daniele Liberanome, critico d'arte
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Tea for two - Milano scolata
Milano è una città assai strana, la mia vita non riesce a prescindere da lei. Entro in ufficio e Niccolò mi dice: "Beh non hai visto? Nell'hotel accanto al nostro ufficio ci sono i giocatori del Maccabi Tel Aviv, perché non vai a conoscerli? Magari trovi qualcuno!". Ho completamente deviato la Direzione Marketing & Comunicazione penso sorridendo.

Rachel Silvera, studentessa
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