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29 maggio 2014 - 29 Iyar 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
La Parashah di questa settimana è una delle più complesse, specialmente a causa di due argomenti “scomodi”: il brano relativo alla Sotah (la donna sospettata di adulterio) e quello del Nazìr, la persona che per voto al Signore si astiene da qualunque derivato dall’uva e mira a mantenersi in stato di purità rituale, evitando il contatto con defunti.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Il puzzle dell'elezione del nuovo presidente dello Stato d'Israele che verrà scelto dalla Knesset il 10 giugno si è parzialmente chiarito con la presentazione della lista finale dei sei candidati, numero storicamente senza precedenti. Quasi impossibile prevedere chi sarà il successore di Shimon Peres, ed è praticamente certo che si arrivi al ballottaggio del secondo turno fra i due più votati se nessuno dei candidati conseguirà la maggioranza di 61 voti al primo scrutinio. In ordine di età i concorrenti sono Dalia Itzik (61) nata a Gerusalemme da famiglia irakena; Meir Sheetrit (66) nato in Marocco; Dan Shechtman (73) nato a Tel Aviv; Reuven Rivlin (75) nato a Gerusalemme; Binyamin Ben Eliezer (78) nato in Irak; Dalia Dorner (80) nata a Istambul da famiglia russa. Dunque, ricapitolando, quattro uomini e due donne, tre sabres (nati in Israele) e tre olim (nati all'estero), tre sefarditi e tre ashkenaziti, quattro politici, tutti ex-ministri e di cui due ex-presidenti della Knesset, e due civili, una ex-giudice della Corte suprema e un professore di chimica premio Nobel. Da destra a sinistra: Rivlin, Sheetrit, Itzik, Shechtman, Ben Eliezer, Dorner. Dopo un lungo tormentone, alla fine il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato il suo appoggio per Rivlin. Rivlin, dicono, ha accettato il doloroso annuncio con compostezza.
 
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Ucei-Fondazione Cantoni
Borse di studio per Israele
Anche per l’anno accademico 2014-2015 l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Fondazione Raffaele Cantoni tornano a offrire borse di studio per ragazzi italiani che intendono sostenere un progetto di formazione nello Stato di Israele.
 
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Euroscettici in cerca
di alleati
Ormai ben chiari i risultati delle elezioni per rinnovare il Parlamento europeo, gli euroscettici del continente si ritrovano a Bruxelles per cercare o consolidare alleanze e formare i gruppi parlamentari (per questo passaggio, indispensabile per partecipare ai lavori delle Commissioni, ci vogliono almeno 25 deputati provenienti da sette paesi). Così, spiega il Corriere della Sera) il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo ha incontrato il numero uno del partito dell’ultradestra nazionalista britannica dell’Ukip Nigel Farage, mentre il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha rilanciato il suo asse con la leader della ultra destra nazionalista francese del Front National Marine Le Pen (Farage tra l’altro ha escluso l’alleanza con l’Fn giudicandolo antisemita). E di antisemitismo si è parlato nella conferenza stampa di Salvini con Le Pen, con il segretario leghista che commenta le affermazioni del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici (“Un grande passo indietro che non fa onore a molti leghisti, a cominciare dal presidente della Regione Lombardia Maroni, che sappiamo non essere xenofobi”) :“Sono seduto qui tranquillo. Penso che la lotta contro l’estremismo islamico sia anche nel loro interesse. Quel signore più che fare il suo mestiere fa politica” (Corriere).
Sulla Stampa un approfondimento sull’Otto per Mille (tra i destinatari l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane): riportata la notizia di un aumento dei fondi erogati alla Chiesa cattolica quest’anno, anche se non sono ancora disponibili i dati completi delle dichiarazioni dei redditi 2011 (i dati vengono sempre diffusi a tre anni di distanza).
Repubblica sceglie di pubblicare in prima pagina un intervento del filosofo Guido Ceronetti dal titolo “Non cercate la storia leggendo la Bibbia”. “Gli archeologi smontano la verità intoccabile dell’Antico Testamento” e “A rigore neppure il nome Israele è legittimo Presuppone che sia vero o creduto vero lo scontro fisico narrato nella Genesi” i passaggi messi in evidenza nel testo, che suscita decisamente perplessità, non solo per la curiosa idea che un nome debba “essere legittimo” (o forse tramite un’affermazione del genere, si cerca di mettere in dubbio la legittimità di qualcos’altro?), ma anche per altre considerazioni, come quella che chiude l’articolo: “L’identità ebraica è un valore costruito da qualche millennio; l’identità israeliana, nata ebraica tra Vienna e Londra un po’ più di cento anni fa, salutata messianica nel giugno 1967, dalla guerra permanente è tenuta in vita: nella pace che tutti si augurano si perderebbe”. Considerazione grave.
Cori ebraici, un festival europeo a Roma da oggi a domenica. E russi e ucraini canteranno insieme: “Quando la situazione in Crimea è degenerata i 15 coristi del Varnitshkes, senza visto e con poche finanze, si sono trovati costretti a rinunciare al festival. Ma grazie alla mobilitazione dell’Unione delle comunità ebraiche italiane e alla spinta arrivata anche dal popolo dei social network, siamo riusciti a garantire la loro partecipazione. Pur di esserci hanno attraversato l’Europa a bordo di un pulmino” ha raccontato al Corriere Richard Di Castro, organizzatore della rassegna e presidente del Coro Ha-Kol.
Apologia di fascismo, elogio aperto del nazismo, parole deliranti sull’agguato antisemita di Bruxelles e sulle fantomatiche trame della finanza ebraica. È il vomitevole contenuto di un’intervista a un militante dell’estrema destra italiana andata in onda nella puntata conclusiva de Le Iene su Italia 1. Un’operazione molto pericolosa perché se da una parte l’intervistatore ha apertamente dissentito dai deliri del militante, dall’altra si è permesso a un criminale di vomitare odio e ingiurie senza censura nel corso di un programma che ha tra i suoi target un pubblico di giovani e giovanissimi che può, in alcuni casi, non avere gli strumenti culturali necessari per rapportarsi a tematiche così delicate. L’Ufficio Stampa dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è entrato in contatto con i colleghi di Mediaset per segnalare la gravità dell’accaduto.
Prosegue a Roma il processo contro gli esponenti del gruppo neofascista Militia: in aula come testimone destinatario di ingiurie l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini, mentre non si presenta, senza avvisare, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno (Repubblica Roma, dove si riporta pure la motivazione della sentenza di appello che aveva confermato la condanna contro i leader del sito neonazista Stormfront). A Milano richiesta di rinvio a giudizio per il leader di Fiamma tricolore Gabriele Leccisi per aver fatto il saluto fascista seduto tra il pubblico durante una seduta del Consiglio comunale (Giorno).
 
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  davar
il presidente ucei renzo gattegna
'Neonazismo in onda alle Iene,
non commenti, ma azione penale'

Un’azione penale nei confronti dell’estremista di destra Roberto Jonghi Lavarini e della trasmissione televisiva Le Iene (Mediaset) è stata disposta dal Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna a seguito della puntata conclusiva del programma, che di fronte a milioni di spettatori si è fatto cassa di risonanza di deliranti farneticazioni neonaziste.
“Di fronte a fatti di tale gravità - ha commentato il Presidente UCEI - gli ebrei italiani hanno il dovere di reagire fermamente, non di commentare. Reagire portando di fronte alla magistratura non solo chi diffonde odio antisemita e apologia del fascismo e del nazismo, ma anche chi pur di incrementare la propria visibilità e di destare sensazione approfitta cinicamente di deliri e farneticazioni diffondendone irresponsabilmente le parole”.
“Lo faremo con fermezza e serenità - ha aggiunto Gattegna - per salvaguardare valori e diritti che non appartengono solo agli ebrei italiani, ma a tutti gli italiani impegnati sul fronte del progresso, della democrazia e della civile convivenza”. 

INFORMAZIONE
Mediaset, imbarazzato silenzio
Nessuna assunzione di responsabilità, soltanto un generico dispiacere se qualcuno, tra il pubblico, “può aver mal interpretato”. È la risposta arrivata dai vertici del programma Le Iene alle ferme contestazioni espresse dall’ufficio stampa dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane dopo l’intervista all’estremista di destra Roberto Jonghi Lavarini. Apologia di fascismo, aperta ammirazione per il nazismo, parole inquietanti sull’agguato antisemita di Bruxelles e sulle fantomatiche trame della finanza ebraica oltre che offese a sfondo sessuale, razzista e xenofobo. Deliri e farneticazioni sui quali si è fatto leva per destare sensazione diffondendo irresponsabilmente il messaggio di un criminale a milioni di persone. Nell’intervista Lavarini ha tra l’altro elogiato “le sane manganellate” del fascismo e denunciato l’eccessiva bontà di Mussolini nei confronti dei suoi oppositori politici mentre il regime, più in generale, avrebbe segnato un’epoca “di riforme sociali e grandezza dell’Italia”. Il saluto romano? Un gesto “chiaro, pulito, igienico, solare”. I sei milioni di morti della soluzione finale? È perché i tedeschi sono “precisi” e “ben organizzati” L’attentato di Bruxelles puzzerebbe invece “di servizi, lobby e internazionali”. Una mattinata intera di evasività, di mancate risposte, di imbarazzanti silenzi da parte della dirigenza Mediaset fino a quando il presidente UCEI Renzo Gattegna non ha intrapreso una doppia azione legale: nei confronti dell’intervistato, ma anche nei confronti dei responsabili della trasmissione televisiva.
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israele
In festa per Yom Yerushalaim
Secondo una recente indagine, il 92 per cento degli israeliani che abitano a Gerusalemme sono felici della propria vita. Il dato è stato rilasciato dal Central Bureau of Statistics dello Stato ebraico nelle ore in cui si celebrava Yom Yerushalaim, la Giornata di Gerusalemme, che segna l’anniversario della riunificazione della città avvenuta 47 anni fa.
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dopo l'attacco al museo ebraico di bruxelles
Ferrara, #LaCulturaNonSiFerma
Questo l'hashtag scelto dal Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara per sviluppare, in occasione della giornata dei musei ebraici a porte aperte come risposta all'agguato mortale di Bruxelles, una discussione con gli utenti di Twitter sul ruolo delle istituzioni museali e sull'importanza di fare cultura per stimolare la consapevolezza e combattere il pregiudizio. Il Meis sarà aperto in forma straordinaria dalle 19.30 analogamente agli altri sei musei (Firenze, Siena, Bologna, Livorno, Milano, Ferrara e Venezia) che hanno risposto, in diversi orari, all'appello formulato dal presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni. Un plauso all'iniziativa dei musei a porte aperte arriva anche dall'American Jewish Committee in una nota a firma della rappresentante in Italia e presso la Santa Sede Lisa Billig.
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QUI TORINO
Il costo dell’analfabetismo
Il Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia, curato da Alberto Melloni e pubblicato da Il Mulino, è stato presentato nella biblioteca del Circolo degli Artisti di Torino, che recentemente ha ospitato anche una sessione di JNet, il seminario che la redazione di Pagine Ebraiche dedica alla presenza ebraica nel mondo della rete e dei social network.
Presentati da Francesca Cadeddu, ricercatrice della Fondazione per le scienze esperto Giovanni XXIII che ha realizzato il volume, gli interventi del professor Melloni, ordinario di Storia del cristianesimo, di Paolo Naso, coordinatore del Master in religioni e mediazione culturale alla Sapienza e di Maria Chiara Giorda, Studiosa di storia delle religioni, hanno messo l’accento sul costo sociale dell’analfabetismo religioso, molto radicato in Italia.
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Qui Roma - libri
Un amore Capitale
Nelle librerie Un amore capitale (ed. Esedra), volume in cui l’archivista Silvia Haia Antonucci racconta la singolare figura di Salvatore Fornari. Pubblicato nella collana Toledoth diretta dal rav Adolfo Locci e Gadi Luzzatto Voghera, lo studio contribuisce a gettare luce su un personaggio che ha fortemente influenzato la vita culturale della Comunità romana anche attraverso l’incarico di primo direttore del suo museo. L’opera sarà presentata proprio al museo ebraico, questo pomeriggio alle 17.30, nel corso di un evento ricco di interventi e testimonianze.
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dibattito - jcall
Israele: la paura e la speranza
Il Il futuro del processo di pace, il complesso intreccio geopolitico mediorientale tra le tematiche sollevate in occasione della presentazione del volume “Israele, la paura e la speranza: dal progetto sionista al sionismo realizzato” (ed. Wingsbert House) di Bruno Segre svoltasi al Centro Ebraico Il Pitigliani di Roma. Tra i relatori il parlamentare del Partito Democratico Emanuele Fiano, il dirigente di JCall Italia Giorgio Gomel, il giornalista Umberto De Giovannangeli. A moderare il dibattito Fernando Liuzzi.
Durante la conferenza l'onorevole Fiano ha espresso la propria solidarietà a Giorgio Gomel e al presidente dell'associazione cultura ebraica Hans Jonas Tobia Zevi per i fatti occorsi in via Balbo lo scorso 14 gennaio. Ricordando quell'episodio Fiano, tra i relatori della serata, ha infatti parlato di “clima pazzesco, inaccettabile e anche di violenza fisica” che vi fu nei confronti di entrambi gli organizzatori dell'incontro, dedicato alla presentazione del libro di Fabio Nicolucci “Sinistra e Israele” (ed. Salerno editrice).
Aprendo la serata Gomel ha annunciato le prossime iniziative politiche del gruppo Jcall Italia.

a.s.

pilpul
Problema reale, libro debole
Il numero di giugno del giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche affida ad Emanuele Ottolenghi (Foundation for Defense of Democracies, Washington DC) la recensione del pamphlet di Giulio Meotti "Ebrei nemici di Israele" (Belforte editore) che nei giorni scorsi aveva suscitato un vivace dibattito su questo notiziario quotidiano. Le sue valutazioni appaiono assieme ad altri interventi in una doppia pagina, nello spirito di attenzione ai dibattiti attuali e di rispetto per la diversità delle opinioni che da sempre caratterizza il giornale.
Ecco qui di seguito il testo dell'autorevole politologo, che è considerato fra i massimi esperti di Medio Oriente, Israele e mondo islamico, nella versione arricchita dei rimandi ai diversi documenti citati. Tale versione apparirà anche nelle edizioni elettroniche di Pagine Ebraiche disponibili dalla prossima domenica
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Non è cosa da poco accusare degli ebrei d’esser complici degli antisemiti, ancorché con prove alla mano. Se Giulio Meotti in “Ebrei contro Israele” avesse rafforzato l’impalcatura analitica della sua tesi, invece che concentrarsi sull’invettiva, avrebbe utilmente rafforzato la credibilità delle sue asserzioni. Le lacune del suo atto d’accusa offrono un pretesto ai suoi detrattori per ignorarne la sostanza, concentrandosi sul vizio di forma e sulle mancanze procedurali, che sono palesi. Le documentate leggerezze deontologiche del personaggio non aiutano, naturalmente.
Ma a prescindere dalla forma, il tema dell’ebreo odiatore di sé stesso è attuale e meritevole di studio, oltre che ovviamente imbarazzante per alcuni dei critici di Meotti. I temi affrontati nel suo lavoro sono legittimi e meritano un dibattito, non reazioni scomposte e vituperio.
La letteratura è parca in materia ma il fenomeno ha radici antiche. Ne scrisse per primo Camillo Berneri, un anarchico discepolo di Gaetano Salvemini, che dal suo temporaneo esilio parigino scrisse il brillante Le Juif Antisemite nel 1935 (tradotto e ristampato da Carucci editore nel 1984). Il libro soffre del fatto che Berneri, a Parigi, dovette scrivere molto a memoria, a causa della sua vita da fuggiasco.  Ma merita ancora attenzione, per le brillanti intuizioni e il disprezzo profondo per chiunque, ebreo o meno, presti il fianco al pregiudizio antiebraico. 


Emanuele Ottolenghi, Senior Fellow
Foundation for Defense of Democracies, Washington DC

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Setirot - Coincidenze
Tu chiamale se vuoi coincidenze... Nelle stesse ore in cui leggevo Dario Calimani su Moked (“...dialettica”), alla prima di un ciclo di lezioni di Roberto Della Rocca al Teatro Parenti, il rav insegnava che “il Talmud riporta sempre anche il parere della minoranza”. Proprio mentre Calimani tramutava una sua riflessione sulla natura stessa del Talmud in un – mi pare di aver intuito – auspicio: “(…) Forse c’è da meditare su questa deliberata costruzione dialettica del testo in cui voci diverse si ascoltano e si rispettano. E non si offendono, e non si danno la censura. E, in mancanza di argomenti, non cedono alla tentazione di strumentalizzarsi a vicenda”. Non credendo però alle coincidenze, penso invece che sempre più nella jewry italiana ci sia bisogno di Talmud in senso stretto e in senso figurato.

Stefano Jesurum, giornalista 

Time out - Voto utile
Non che sia un dato ufficiale e statistico, ma sembrerebbe che gli ebrei abbiano seguito il trend nazionale e abbiano votato in massa Matteo Renzi. Poche alternative valide e soprattutto il rischio che Grillo prendesse più voti rispetto alle scorse elezione hanno portato gli ebrei a scegliere il Pd.

Daniel Funaro
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