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26 giugno 2014 - 28 Sivan 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Tra i vari episodi ed argomenti trattati nella Parashà di Chuqqàth ve ne sono due che, sebbene separati nel racconto, si possono considerare come un solo episodio: la morte di Miryàm e di Aharòn. Nel deserto di Tzin, precisamente nella località di Qadèsh, viene a mancare per prima Miryàm, la profetessa, sorella di Moshè e di Aharòn. La tradizione talmudica sottolinea il suo livello di ispirazione divina, mettendola sempre al pari dei due fratelli, in modo da costituire una specie di triade profetica inscindibile, pronta ad agire sempre nello spirito e nella volontà divina.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Molti pensano che gli ebrei siano gente diversa perché si occupano tutto il tempo e solamente di Shoah, di spiritualità, di territori e di antisemitismo. Invece gli ebrei sono persone come tutti gli altri, e seguono anche loro il mondiale. E quindi quelli che vivono in Italia hanno condiviso la delusione di tutti gli italiani per l'eliminazione degli azzurri. Una delle spiegazioni delle debolezze della nazionale potrebbe essere che dei circa 400 professionisti che giocano in Serie A, la grande maggioranza sono stranieri mentre gli italiani che giocano all'estero sono pochi. La squadra nazionale, dunque, pesca da un bacino di talenti estremamente ridotto. E poi ci sono tante altre spiegazioni, ma alla fine sembra che in Italia si siano persi i fondamenti del gioco del calcio che, ricordiamolo, è un gioco di squadra che si pratica correndo molto e segnando molti gol, come dimostrano le non eccezionali ma vincenti nazionali latinoamericane.
 
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Ucei-Fondazione Cantoni
Borse di studio per Israele
Anche per l’anno accademico 2014-2015 l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Fondazione Raffaele Cantoni tornano a offrire borse di studio per ragazzi italiani che intendono sostenere un progetto di formazione nello Stato di Israele.
 
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La foto ad Auschwitz
che divide Israele
Ancora tensioni tra esercito israeliano e miliziani di Hamas della Striscia di Gaza. Sui giornali italiani si riferisce (in breve) dei nuovi raid di Tsahal nella Striscia a seguito del lancio di razzi da Gaza verso il Sud di Israele. Fuorviante il titolo del Messaggero, che parla di operazioni notturne dei “caccia di Tel Aviv”.
Il memorabile intervento delle madri dei tre studenti rapiti alle Nazioni Unite è oggetto di un’analisi sul Foglio. L’editoriale, non firmato, contiene anche un duro attacco ai silenzi dell’Onu quando ad essere violati sono i diritti dello Stato ebraico e dei suoi cittadini. “Ha cambiato nome – si legge – ma il Consiglio ha sempre la stessa missione: ignorare le violazioni di diritti umani nel mondo e condannare Israele. Ci hanno pensato queste tre donne ebree a riportare l’onore nell’Aula di Ginevra. Ma non è soltanto l’Onu a tacere o a usare una lingua di legno sul rapimento dei tre studenti. Jennifer Rubin sul Washington Post accusa anche la Casa Bianca, rimasta in silenzio sul rapimento. Non ci sono hashtag di Michelle Obama per i tre rapiti”.
 
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  davar
israele - stati uniti
Peres, l'omaggio di Obama
Iran, Iraq, processo di pace, vicenda Pollard. Shimon Peres, per il suo ultimo viaggio ufficiale prima di lasciare l’incarico di presidente dello Stato di Israele, ha incontrato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in un confronto a tutto campo, prima di ricevere, nella giornata di oggi, la Medaglia d’Oro del Congresso, massimo riconoscimento civile negli USA insieme alla Presidential Medal of Freedom, già assegnata a Peres nel 2012.
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#eyalgiladnaftali - israele
Netanyahu incontra Grasso:

"Gratitudine per la vicinanza"
Vivo apprezzamento per le iniziative intraprese nelle scorse ore, una comune visione sul Medio Oriente e i suoi conflitti. Torna a parlare dei tre studenti israeliani rapiti il primo ministro Benjamin Netanyahu e lo fa per elogiare l'intervento del presidente italiano del Senato Pietro Grasso, ieri in visita ai familiari di Eyal e successivamente proprio da Netanyahu. “Questo terribile episodio può rappresentare un ostacolo alla pace. La tensione di queste settimane - aveva affermato Grasso - rischia di condurre a una escalation e compromettere l’unica strada percorribile: quella del dialogo e della responsabilità. Non possiamo perseguire l’obiettivo della pace in Medio Oriente fin quando non prevarranno la ragione, il rispetto per la vita e i diritti di tutti”.
Nel pomeriggio intanto la missione di solidarietà organizzata dalla Comunità ebraica di Roma sarà in Israele. Dopo l'incontro con gli studenti della yeshiva Makor Haim la delegazione, guidata dal leader comunitario Riccardo Pacifici, abbraccerà le famiglie dei rapiti a Nof Ayalon. La visita si concluderà con una tefillah collettiva. Coinvolta nella missione, in rappresentanza dell'UCEI, anche il consigliere e membro di Giunta Jacqueline Fellus.
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Qui roma
In memoria del Morè Nello
Ricorre oggi il quindicesimo anniversario dalla scomparsa di rav Nello Yehudà Pavoncello, che tutti chiamavamo Morè Nello. “Non sono un rav – diceva – sono un morè”. Alcuni mesi fa, a Gerusalemme, stavo aspettando un amico in un bar di Rehov Hapalmach. Nell’attesa, mi misi aguardare dei libri usati che una simpatica signora, piuttosto in là con gli anni, aveva ordinatamente appoggiato sugli scalini di una gradinata vicino al bar. Girare per negozi e bancarelle di libri usati è il mio passatempo preferito, in ogni città in cui mi trovi, per cui iniziai a esaminare i libri con molto interesse, commentandoli con mio figlio che mi stava accanto. La signora, sentendo una lingua straniera, ci chiese di dove venissimo, e io le risposi (in ebraico): “Italia, Roma”. Al che lei immediatamente disse: “Nello Pavoncello!”. Rimasi stupito. Che una signora di circa 90 anni, a sentire nominare la città di Roma, mi dicesse il nome e cognome del Morè Nello, era veramente una bella sorpresa. Le chiesi come mai lo conoscesse e mi disse che da giovane bibliotecaria era stata a Roma per visitare la biblioteca del Vaticano, e fu guidata, per l’appunto, dal Morè Nello, “una persona deliziosa e preparata”, che poi molto gentilmente le fece da anfitrione per tutta la città.
Rimasi talmente affascinato da questo episodio che più tardi, come mi aveva invitato a fare, andai a trovare la signora a casa sua, lì vicino, per vedere altri libri che mi potessero interessare, e in effetti ne trovai e acquistai diversi (il catalogo si trova su www.abebooks.it/ems-books-jerusalem/52980459/sf  – chi è interessato può chiedermi la sua e-mail personale).
Il Morè Nello ha realmente impersonato l’ebraismo romano della seconda metà del secolo scorso ed è stato la memoria storica degli usi della Comunità ebraica di Roma. Non a caso è stato citato nel recente Convegno sulla tefillà organizzato dal Collegio rabbinico italiano e dall’Assemblea rabbinica italiana, quando discutendo di un certo uso riguardo alle preghiere di rito romano è stata riportata una testimonianza a suo nome.
Yehi zikhronò livrakhà, che il suo ricordo sia di benedizione.


rav Gianfranco Di Segni, Collegio Rabbinico Italiano
qui firenze - mercati e valori
"Risorse, servizi, progettualità"
Risorse, servizi, progettualità. Intervenendo al seminario Mercati e valori organizzato dalla redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità ebraica di Firenze, l’assessore UCEI al Bilancio Noemi Di Segni fa il punto sullo stato presente e soprattutto sulla sostenibilità futura dell’ebraismo italiano. “In questi primi due anni di lavoro ci siamo occupati soprattutto di fotografare la situazione dell’UCEI, e delle Comunità, dei loro rapporti in tutte le prospettive. Oggi siamo pronti a completare questa prima fase e soprattutto a impegnarci per riversare quanto abbiamo imparato sul futuro” ha sottolineato Di Segni. Presente all’incontro tra gli altri anche il presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli.
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qui firenze - mercati e valori
Expo, ricerche e opportunità
Lo stato dell'arte di Expo 2015, l'analisi del voto in Italia, il legame tra le crisi economiche e le discriminazioni razziali, la creazione dei ghetti su influsso del potere politico-finanziario. Sono stati diversi i temi toccati nel corso della seconda giornata di lavori del seminario Mercati e Valori di Firenze, appuntamento organizzato dalla redazione del Portale dell'ebraismo italiano moked.it e Pagine Ebraiche in collaborazione con la Comunità ebraica fiorentina. Ad aprirei lavori della seconda edizione del seminario il presidente della Commissione Expo 2015 Ruggero Gabbai, a cui sono seguiti gli interventi di Riccardo Grassi dell'istituto di ricerca triestino Swg, dell'assessore al bilancio UCEI Noemi Di Segni, dei neuroscienziati David Amodio, docente di neuroscienza alla New York University, e Raffaella Rumiati della Scuola superiore di studi avanzati di Trieste. A chiudere la seconda giornata, lo storico Giacomo Todeschini, docente di Storia medievale all'Università di Trieste.
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j-ciak
Dune, un film che non vedremo
“Ciò che serve a dare luce deve bruciare a lungo”. Sono queste parole di Viktor Frankl, lo psichiatra, filosofo e padre dell’analisi esistenziale, ad aprire The Dune di Frank Pavich, uno dei documentari più visti in queste settimane nelle sale statunitensi. La frase di Frankl
figlio di quella borghesia ebraica viennese colta e sofisticata, colpita ferocemente dal nazismo (Viktor sopravviverà a quattro campi di sterminio) – è il viatico perfetto per la storia narrata nel film. La storia di un film visionario e del suo regista mancato, Alejandro Jodorowsky, uno dei talenti più accesi ed eccentrici del nostro tempo, scrittore, fumettista,
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#eyalgiladnaftali - qui MERANO
Con l'Adei per la solidarietà
Un nuovo momento di raccoglimento aperto a tutta la cittadinanza per la liberazione degli studenti israeliani rapiti e in solidarietà a tutta la gioventù privata dei diritti e delle libertà è convocato per le prossime ore nella sinagoga di Merano. L'iniziativa, in programma alle 19.30, vede la collaborazione della locale Comunità ebraica e dell'Adei Wizo. Nel presentare l'evento il leader comunitario e consigliere UCEI Elisabetta Rossi Innerhofer (nell'immagine) afferma: "La particolare gravità delle cronache degli ultimi tempi che riguardano i minori, provenienti dalle parti più svariate del mondo, e l'orrore indicibile che ne consegue, ci hanno indotto a chiamare a raccolta insieme a noi persone di buona volontà che vogliono dare un segnale di opposizione a una tale brutale deriva".
qui roma
Una Coppa per l'amicizia
Gli sponsor scarseggiano e il reperimento delle risorse si fa sempre più arduo. Una situazione complessa da affrontare, soprattutto in questi anni difficili, che ha avuto come prima conseguenza un ridimensionamento della formula: tasse di iscrizione più alte, meno squadre al via. Ciò detto l’impegno di tutti è stato quello di salvaguardare quello che è ormai un patrimonio, anche di memorie, della Comunità romana: la Coppa dell’Amicizia Ebraica, la manifestazione che più di ogni altra mette a confronto le tante anime di una realtà estremamente variegata e diversificata come quella capitolina. Un’edizione speciale perché organizzata nel cinquantesimo anniversario dalla fondazione di un torneo che ha visto partecipare, tra gli altri, anche il rabbino emerito di Roma rav Elio Toaff (anche se non nelle vesti di giocatore). Per il verdetto conclusivo di questa edizione, la parola al fazzoletto verde di gioco. Eliminato in semifinale l’Irganim, vincitore lo scorso anno alla lotteria dei rigori dopo due anni di dominio Borgofafa, a contendersi l’alloro saranno New Team e Black and Yellow. L’appuntamento è per stasera, ore 21.30, al circolo sportivo Cotral.
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  pilpul
Setirot - Un uomo a mare
Rileggendo una raccolta di poesie e bons mots di Enzo Morpurgo (“Un uomo a mare”, Mazzotta Editore).
​«Per metà mistico, / per metà laico; / un piede di qua, / e un piede di là. / Chi mi darà / la berahà?»


Stefano Jesurum, giornalista

Time out - Balotelli
Fossero questi i problemi dell’Italia dicono i benaltristi, ma si può dire senza timore di essere accusati che le parole di Balotelli sono demenziali e deliranti? Certo, sappiamo tutti che l’attaccante del Milan non è pagato per le sue riflessioni filosofiche, ma per buttare la palla dentro la rete (cosa che in realtà non fa neanche così spesso) ma non è forse il caso di stigmatizzare le sue parole allo stesso modo in cui lo avremmo fatto se le avesse pronunciate una persona dal diverso colore della pelle?

Daniel Funaro
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