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15 luglio 2014 - 17 Tamuz 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Oggi, con il digiuno del 17 di Tamuz, ha inizio quel periodo di lutto di tre settimane culminante nel digiuno del 9 di Av. La Tradizione indica nel 17 di Tamuz il giorno in cui ebbe inizio l'assedio di Gerusalemme che si concluse il 9 di Av con la distruzione della città e del suo Tempio.
 
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Dario
Calimani,
anglista
Grazie a un’amica, leggo sul Corriere della Sera online: “L’aviazione israeliana ha lanciato oltre 800 razzi da Gaza su Israele in cinque giorni: più di 160 al giorno.” Ora, che il desiderio della stampa anche moderatamente terzomondista (e purtroppo di molti amici di sinistra) sia di addossare sempre su Israele la responsabilità dei mali del mondo è da tempo assodato. Che meno si nominano i terroristi di Hamas e i loro supporter e più si evidenzia l’esclusiva prepotenza israeliana è altrettanto evidente.
 
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Gli ebrei italiani e Israele
"No distorsioni dei media"
Il disagio che cresce nella comunità ebraica: informazione distorta”. È il titolo di un lungo articolo che Gian Guido Vecchi del Corriere della sera dedica alla riunione del Consiglio UCEI della scorsa domenica svoltasi alla presenza dell’ambasciatore d’Israele a Roma Naor Gilon e al disagio manifestato dagli stessi consiglieri sul modo in cui molti media riportano il conflitto tra Israele e i terroristi di Hamas. Ad essere raccolte sono le voci del presidente dell’Unione Renzo Gattegna e del direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale e si dà menzione di alcuni spunti offerti durante la seduta dagli ‘italkim’ Sergio Della Pergola, Vittorio Dan Segre e Sergio Minerbi.
“Il mondo ebraico è variegato e complesso, il confronto di opinioni è la norma e non mancano talvolta scontri anche aspri. Così – scrive Vecchi – è significativo che sia stato approvato all’unanimità un testo che ‘condanna con forza qualsiasi narrazione dei fatti che non riconosca a Israele il diritto alla difesa dei propri cittadini minacciati da nemici come Hamas, che propugnano nei loro atti ufficiali la sua distruzione’”. Un testo che condanna pure chi, nel mondo dell’informazione, “mistifica i diversi rapporti di causalità del conflitto, per offrire al pubblico un’immagine distorta di Israele”.
A tal proposito il presidente Gattegna sottolinea: “Siamo rimasti sorpresi e impressionati dal fatto che su alcuni media italiani si tenda a parlare delle sofferenze della gente di Gaza senza spiegare che sono causate anzitutto da chi ha aggredito e usa la popolazione civile come scudo degli arsenali e delle rampe di missili, mentre i militanti stanno nei bunker”.
“Quella che riteniamo vada chiarita, anzitutto – afferma ancora Gattegna – è la distinzione tra cui aggredisce e chi si difende: questa esplosione di violenza è nata da una pioggia di missili inviata con un crescendo impressionante sulle città israeliane”.
“La realtà – spiega Vitale – è che gli avvenimenti di questi giorni, nel mondo ebraico, hanno creato un consenso generale sul fatto che il mondo occidentale sia troppo poco sensibile al logoramento di una popolazione civile bersagliata ogni giorno da razzi”.
Nell’articolo si riporta inoltre un intervento di Emanuele Fiano, parlamentare del Partito Democratico ed ex presidente della Comunità ebraica milanese. “Non tacerò mai – il suo ammonimento – quando la storia di quelle terre viene raccontata come se il male fosse tutto da una parte e il bene dall’altra. E quando il male viene identificato sempre e solo con Israele”.
Lo scenario è ancora nebuloso mentre è al vaglio la proposta di cessate il fuoco formulata dall’Egitto (anche se Hamas, con l’ultimo lancio di razzi verso Eilat, sembra aver espresso il proprio parere). “Tra gli sforzi diplomatici quello di Federica Mogherini, la ministra degli Esteri italiana, che arriva oggi in Israele e visiterà anche Ramallah”, ricorda Davide Frattini sul Corriere.
Sulla Stampa Maurizio Molinari racconta la sua visita all’interno di una batteria di Iron Dome, il sistema anti-missilistico che ha permesso a Israele di scongiurare la perdita di molte vite. “Da quando questa crisi è iniziata, Hamas si è resa conto che l’Iron Dome è un avversario temibile. E più volte lo ha sfidato” afferma il portavoce delle forze armate. Nelle scorse ore è stato ad esempio lanciato un drone, subito abbattuto dall’Idf davanti alla costa della città di Ashdod.
Nonostante le forti tensioni, nonostante il continuo lancio di razzi dalla Striscia di Gaza, il turismo sembra tenere. Scrive Daniel Mosseri su Libero: “La pioggia di missili che da Gaza cade ormai su quasi ogni località israeliana non ha provocato la fuga delle decine di migliaia di turisti che affollano spiagge e alberghi di Tel Aviv, dei pellegrini di ogni fede che visitano i luoghi santi a Gerusalemme né dei sub attirati dai pesci del Mar Rosso. L’Iron Dome si sta dimostrando efficace anche per i turisti”. Diverso, prosegue il giornalista, potrebbe essere lo scenario qualora le tensioni non accennassero a placarsi.
Tra i molti interventi significativi sul Medio Oriente la riflessione di Furio Colombo (Il Fatto Quotidiano) sul tema del disprezzo della vita umana da parte della leadership di Hamas e sull’utilizzo delle vittime civili a fini propagandistici. “L’impegno e l’orgoglio di chi li lancia i missili imperfetti di Hamas – sottolinea il giornalista – è di provocare una risposta terribile da mostrare al mondo, qualunque cosa costi in vite palestinesi. A questo punto la guerra asimmetrica si rovescia: è Israele il colpevole. I media del mondo offrono le prove, che sono spaventose. Ma il lancio di razzi continua, in modo che la reazione di Israele continui e appaia ‘sproporzionata’. Ed ecco lo spettacolo che giustamente ci sconvolge tutti”.
Polemica all’interno del Consiglio comunale di Milano tra Anita Sonego della Sinistra per Pisapia e Ruggero Gabbai del Partito Democratico. In apertura di seduta l’esponente di Sinistra per Pisapia ha letto in aula i nomi delle vittime palestinesi dell’operazione ‘Barriera protettiva’. Ha poi preso la parola Gabbai: “La Sonego, nella sua iniziativa, si è dimenticata di dire due cose: che nello scontro fra Israele e Hamas, che non è un Paese ma una organizzazione terroristica, tutti sanno che i civili vengono usati come scudi umani, e che nello stesso periodo sono stati lanciati 500 missili contro le città di Israele” (Il Giorno).
Scompare all’età di 90 anni la scrittrice ebrea Nadine Gordimer, che in Sudafrica fu tra le intellettuali più impegnate per denunciare le vessazioni inflitte dal governo dei bianchi alla maggioranza nera. Su Repubblica Inge Feltrinelli la ricorda così: “Ne ammiravo le qualità umane, il suo essere una intellettuale passionale e battagliera senza rinunciare mai alla brillantezza. Sapeva conciliare le lotte politiche con l’amore per la vita. Femminista per inclinazione naturale, mai ideologica. Era esile ma si batteva con forza per i diritti umani, contro l’apartheid”.
Sulle pagine culturali dell’Osservatore Romano Giovanni Preziosi raccoglie la testimonianza di Yvette Haim, sopravvissuta alla Shoah grazie al coraggio delle suore di Gesù Redentore a Firenze. Tra quanti si impegnarono per metterla in salvo dagli aguzzini, Yvette ricorda la figura di Giulia Della Pergola, proprietaria di una pensione in pieno centro a pochi passi da Piazza della Signoria. “Zia Giulia, com’era affettuosamente chiamata a quell’epoca la proprietaria – scrive Preziosi – aveva grande familiarità con tutti i membri della comunità ebraica fiorentina, anche perché una sua nipote, Anna Di Gioacchino, era la moglie del rabbino Nathan Cassuto”.
 
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  davar
ucei e pagine ebraiche al corriere della sera  il
Gli ebrei italiani denunciano:
"Basta distorsioni dei media" 

"Il disagio che cresce nella comunità ebraica: informazione distorta”. È il titolo di un lungo articolo che Gian Guido Vecchi del Corriere della sera dedica alla riunione del Consiglio UCEI della scorsa domenica svoltasi alla presenza dell’ambasciatore d’Israele a Roma Naor Gilon e al disagio manifestato dagli stessi consiglieri sul modo in cui molti media riportano il conflitto tra Israele e i terroristi di Hamas. Ad essere raccolte sono le voci del presidente dell’Unione Renzo Gattegna e del direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale e si dà menzione di alcuni spunti offerti durante la seduta dagli ‘italkim’ Sergio Della Pergola, Vittorio Dan Segre e Sergio Minerbi. Nell’articolo si riporta inoltre un intervento di Emanuele Fiano, parlamentare del Partito Democratico ed ex presidente della Comunità ebraica milanese.

«Vede, quella che riteniamo vada chiarita, anzitutto, è la distinzione tra chi aggredisce e chi si difende: questa esplosione di violenza è nata da una pioggia di missili inviata con un crescendo impressionante sulle città israeliane…». Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, tira un lungo sospiro, non sono giorni facili neanche per gli ebrei della diaspora e l’aggressione alla sinagoga di Parigi non aiuta, «in Francia c’è una situazione di tensione più alta ma sappiamo che fatti incresciosi potrebbero accadere anche qui, da parte nostra si cercano di prendere tutte le precauzioni possibili…». Domenica il consiglio dell’Ucei si è riunito e ha discusso a lungo. Il mondo ebraico è variegato e complesso, il confronto di opinioni è la norma e non mancano talvolta scontri anche aspri. Così è significativo che sia stato approvato all’unanimità, in un’assemblea di 52 persone, un testo che «condanna con forza qualsiasi narrazione dei fatti che non riconosca a Israele il diritto alla difesa dei propri cittadini minacciati da nemici come Hamas, che propugnano nei loro atti ufficiali la sua distruzione». E condanna pure «chi, nel mondo dell’informazione, mistifica i diversi rapporti di causalità del conflitto, per offrire al pubblico un’immagine distorta di Israele». Ne hanno discusso con tre esponenti di primo piano della «comunità degli italkim», gli italiani di Israele. Collegati in video, c’erano il demografo Sergio Della Pergola, consigliere di Sharon quando nel 2004 decise il ritiro dalla Striscia di Gaza, il diplomatico Vittorio Dan Segre e Sergio Minerbi, già ambasciatore di Israele a Bruxelles, che faceva notare la «consecutio temporum» degli ultimi giorni, «una escalation di violenza iniziata dal lancio di razzi da Gaza», come riporta Pagine ebraiche : «Israele è rimasta tre giorni senza reagire e poi ha deciso di intervenire, quindi non dice il vero chi racconta che questo conflitto è iniziato per volontà israeliana». Considera il direttore del mensile, Guido Vitale: «La realtà è che gli avvenimenti di questi giorni, nel mondo ebraico, hanno creato un consenso generale sul fatto che il mondo occidentale sia troppo poco sensibile al logoramento di una popolazione civile bersagliata ogni giorno da razzi». A questo si aggiunge la consapevolezza di quanto sia ormai decisivo il «piano politico-mediatico» notava Dan Segre, fino a osservare: «Israele ha capito che le azioni terrestri sono inutili e politicamente perdenti». C’è una guerra che si combatte sui social network e basta un’occhiata all’hashtag #GazaUnderAttack , su Twitter, per vedere la strategia di «disinformazione in immagini» dimostrata dalla Bbc e dal francese Libération , quotidiano della sinistra francese mai tenero con Israele: foto di archivio dei massacri in Siria e Iraq, da Aleppo a Bagdad, spacciate come immagini di Gaza. «A questo punto i mezzi di comunicazione sono fondamentali in tutti questi conflitti» dice ancora Vitale: «Anche la vendetta repellente contro il ragazzo palestinese viene da mondi alimentati dalla “demenza digitale”, persone che si lasciano strumentalizzare da social network pilotati: i deboli di mente sono facilmente manipolati». E poi c’è la «narrazione» del conflitto, riflette Renzo Gattegna: «Siamo rimasti sorpresi e impressionati dal fatto che su alcuni media italiani si tenda a parlare delle sofferenze della gente di Gaza senza spiegare che sono causate anzitutto da chi ha aggredito e usa la popolazione civile come scudo degli arsenali e delle rampe di missili, mentre i militanti stanno nei bunker». Durante il consiglio si è parlato delle telefonate dell’esercito israeliano ai civili palestinesi, «non si è mai vista al mondo una guerra condotta in questo modo, per tutelare gli innocenti», degli avvisi di evacuazione «mentre Hamas pubblica avvisi contrari perché il numero delle vittime cresca», l’opposto di quanto ha fatto Israele con Iron Dome . Resta la tragedia di due popoli e un disagio che nella comunità ebraica fa sfumare la distinzione tra conservatori e progressisti. «Parlare solo dei bombardamenti su Gaza e non delle centinaia di missili che piovono su Israele, da parte dei militanti di Gaza, vuol dire fomentare l’odio contro Israele e nascondere la verità» ha scritto all’inizio del conflitto Emanuele Fiano, già presidente della comunità ebraica milanese (il padre Nedo fu deportato con l’intera famiglia a Birkenau, di undici persone tornò solo lui) e oggi deputato del Pd: «Io sono un ebreo che ha sempre lavorato per la pace, conosco e ho criticato i limiti e gli errori dei governi di Israele, conosco e difendo i diritti dei palestinesi ad avere un loro Stato e di Israele a vivere in sicurezza, ma non tacerò mai quando la storia di quelle terre viene raccontata come se il male fosse tutto da una parte e il bene dall’altra. E quando il male viene identificato sempre e solo con Israele».

Gian Guido Vecchi, Corriere della sera 15 luglio 2014


israele
Hamas rifiuta la tregua
Hamas ha respinto la proposta di cessate il fuoco formulata dall’Egitto e sostenuta da Stati Uniti, Unione europea, Lega araba, e Autorità nazionale palestinese, dopo che Israele, in seguito alla riunione del proprio Consiglio di sicurezza, aveva già dato il proprio assenso.
Mentre in accordo con le disposizioni del governo, l’esercito israeliano in mattinata ha sospeso le azioni mirate contro gli obiettivi di Hamas a Gaza per rispettare la tregua, sono state decine i razzi sparati dall’organizzazione terrorista contro le città di tutto il paese (47 tra le 9 e le 15, che si aggiungono ai 1088  complessivi dell’ultima settimana, come riporta l’Idf). In piena notte cinque missili sono stati lanciati contro Eilat all’estremo sud del paese, ferendo diverse persone. Rimane in condizioni critiche al Soroka Medical Center di Beer Sheba la bambina di 11 anni colpita ieri nella città beduina di Lakiya (in buone condizioni la sorella tredicenne ferita nello stesso attacco). E prende il via in queste ore la visita nella regione del ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini. Tra le prime tappe, Ashdod, uno dei centri più bersagliati dai missili sparati da Hamas (nell’immagine la batteria di Iron Dome a difesa della città).
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israele
Sirene, nervi saldi e asciugamani
I migliori disegnatori israeliani continuano a mostrare nelle loro vignette come nonostante la pesantissima situazione il paese continui a vivere “normalmente”. Ma i professionisti dell’illustrazione non sono i soli impegnati in questa piccola sfida dell’intelligenza e dell’ironia: tutti gli israeliani si stanno in queste ore mostrando maestri nel portare avanti la propria quotidianità cercando di continuare anche a sorridere. Come il curioso episodio che a Tel Aviv ha visto coinvolti due vicini di casa, usciti in fretta e furia dai propri appartementi al suono della sirena.
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letteratura
Nadine Gordimer (1923-2014)
“Una volta, insieme a un ricco filantropo, mi recai in un villaggio del Mali per donare alcuni computer alla popolazione locale, che ci accolse con calore ed entusiasmo. Quando ci fu fatto notare che nel villaggio non c’era energia elettrica, capimmo che non avremmo potuto ripagare la loro commovente accoglienza: i nostri doni erano inutilizzabili. Invece dei computer, avremmo dovuto regalare loro dei libri, che hanno la fortuna di non avere bisogno né di una spina né di un caricatore per ‘funzionare’. Ecco come i libri sono eterni ed insostituibili”. Novembre 2009: prima uscita per il mensile dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche. Nelle pagine culturali l’intervista a una donna che avrebbe abbracciato, lasciandone una forte traccia nei suoi scritti, la lotta per i diritti dei neri del Sudafrica e di tutti i popoli piagati dal razzismo, dall’odio e dall’incomprensione. Invitata al Festival Letteratura di Mantova per parlare del suo paese, della fine del regime di apartheid ma anche delle contraddizioni sociali ancora irrisolte, non avrebbe tuttavia rinunciato a condividere con i lettori di Pagine Ebraiche il suo punto di vista sul valore (“irrinunciabile”) del libro come tramite per la consapevolezza e sul rapporto con le proprie origini. “Ho un approccio distaccato nei confronti della religione – sottolineava – quasi un ‘rapporto di buon vicinato’ figlio dell’educazione laica che ho ricevuto in famiglia. È stato solo quando mi fu cucita sugli abiti una stella gialla che mi resi veramente conto di essere diversa dagli altri”.
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qui roma
In nome di Eyal, Gilad e Naftali 
Un pubblico folto e silenzioso si è riunito al Tempio Maggiore di Roma, aperto ieri sera in ricordo di Eyal, Gilad e Naftali, i tre ragazzi rapiti e barbaramente uccisi da Hamas i cui corpi sono stati ritrovati due settimane fa. La serata, il cui titolo era "Il silenzio di D-O - Il grido dell’uomo" è stata organizzata dalla Comunità Ebraica di Roma, Assessorato alle Politiche Giovanili in collaborazione con Bene Berith Giovani, Delet, Unione Giovani Ebrei d’Italia e Cgt e ha preso avvio con l’intervento del rabbino capo rav Riccardo Di Segni.
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qui venezia
Ristorazione e nuovo progetti
Mondo della ristorazione e opportunità lavorative. La Comunità ebraica di Venezia ha, infatti, aperto un bando per individuare un professionista del settore della ristorazione che prenda in gestione i locali del ristorante che si affaccia sul campo del Ghetto Nuovo. “L’auspicio – si legge nella comunicazione - è che si venga a creare un’area di riferimento che polarizzi l’enorme flusso turistico, ebraico e non solo, interessato a vivere in prima persona l’atmosfera particolare del Ghetto”.
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pilpul
Di fronte ai drammi
Nel giugno di quest’anno il mondo ha conosciuto Vincent Lambert, francese di 39 anni in stato vegetativo dal 2008. La sua storia, simile a quella di Terry Schiavo, ha mobilitato l’opinione pubblica francese e le istituzioni della République: il Consiglio di Stato ha autorizzato la fine dei trattamenti (alimentazione, idratazione), percepiti come “accanimento”, ma la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha sospeso gli effetti di questa sentenza. A rendere diversa e forse più drammatica questa vicenda, la posizione della famiglia dell’uomo, assolutamente contraria all’eutanasia.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Il poliziotto giusto
Nell’Italia occupata del 1943-1945 era possibile anche un’altra scelta, oltre a quella del collaborazionismo di Salò con i tedeschi o dell’indifferenza. A testimoniarlo, a rischio della propria vita, ci furono uomini come Mario Canessa, scomparso – come ha scritto L’Unione Informa qualche giorno fa – lo scorso 7 luglio a Livorno, all’età di 97 anni.
La sua storia merita di essere ricordata
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Mario Avagliano
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