David
Sciunnach,
rabbino
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“Tra
le migliaia d’Israele furono reclutati mille uomini per tribù...”
(Bemidbàr 31, 5). Rabbì Moshè ben Nachmàn, conosciuto con il suo
acronimo Ramban, ci fa notare che per questa guerra, quella contro
Midiàn, vengono reclutati uomini scelti, a differenza degli
scontri avuti con Sichòn re degli ‘emorrèi e con ‘Og re di Bashàn
dove invece ha partecipato tutto l’esercito d’Israele.
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David
Assael,
ricercatore
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Paradossi della logica: il fondatore dei
Pink Floyd Roger Waters invita il proprio collega Neil Young a non
esibirsi a Tel Aviv per protestare contro i raid israeliani a Gaza.
Dobbiamo desumere che il libertario cantante preferisce il modello
sociale paramafioso e integralista di Hamas alla, pur imperfetta come
tutte, democrazia israeliana. Il paradosso comincia a sciogliersi se si
volge lo sguardo verso Parigi. Anche lì manifestazione di protesta
contro i raid israeliani, poi divenuta manifestazione di sostegno ad
Hamas, poi finita con slogan antiebraici e assalto alla Sinagoga della
Roquette. Ah, ora è tutto chiaro.
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Israele, diritto a difendersi
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Continuano,
sui principali programmi di approfondimento televisivi e radiofonici,
gli interventi del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna per affermare il diritto all'autodifesa dello
Stato di Israele e contro ogni narrazione distorta del conflitto in
corso con i terroristi di Hamas. Ieri, tra i vari momenti, il
presidente UCEI è stato ospite in diretta del programma di RadioRai 1
Baobab.
Sulla carta stampata, intanto, emergono con maggiore chiarezza rispetto
al passato le responsabilità di Hamas. Il movimento integralista, come
riportano i più importanti quotidiani, ha infatti rifiutato il cessate
fuoco proposto dall'Egitto e continuato a colpire – senza sosta –
oltreconfine. Ieri, in occasione di nuovi lanci diretti al valico di
Erez, un colpo di mortaio ha mietuto la prima vittima israeliana: un
volontario che cercava di portare del cibo ai soldati (a scriverne, tra
gli altri, è Davide Frattini sul Corriere della sera).
In queste ore di forte apprensione torna a ravvivarsi lo sforzo delle
diplomazie internazionali. Al lavoro per una risoluzione anche
l'Italia, con il ministro degli Esteri Federica Mogherini impegnata in
una serie di incontri con politici sia israeliani che palestinesi.
Assieme al suo omologo israeliano Avigdor Lieberman, il ministro ha
visitato una casa colpita da un razzo di Hamas. “Inshallah, l'accordo
di tregua ci sarà” ha poi affermato al termine di un summit alla Muqata
di Ramallah (Maurizio Molinari sulla Stampa).
Sempre più tesi, infine, i rapporti tra Al Fatah e Hamas. Ad appena un
mese dall'accordo di governo unitario sembrerebbero infatti emergere
alcune divergenze. “Sulla proposta egiziana per il cessate il fuoco, le
due anime della politica palestinese si sono separate. Nelle stesse ore
in cui Abu Mazen la benediceva perché sarebbe servita a salvare vite
umane – scrive Aldo Baquis sul Quotidiano Nazionale – Ismail Haniyeh
replicava da Gaza, a nome di Hamas, che essa non era accettabile perché
la formula della 'calma in cambio della calma' è insufficiente”.
Secondo e ultimo appuntamento per il festival Bolonià organizzato dalla
Comunità ebraica di Bologna con l'obiettivo di mostrare alla
cittadinanza usi, costumi, tradizioni della kehillah felsinea. Tra gli
appuntamenti di giornata un intervento musicale, alle 20.30 in
sinagoga, con la conduzione del rabbino capo Alberto Sermoneta (Il
Resto del Carlino).
Sul Corriere, a firma Stefano Jesurum, una presentazione della raccolta
di racconti “Peccati d'estate” (ed. Giuntina) dell'illustratrice e
designer israeliana Anat Einhar, laureatasi nella prestigiosa scuola
d'arte Bezalel. “Un libro di turbamenti. Un mondo di emozioni – scrive
Jesurum – la cui facciata ordinata e apparentemente solida
può disfarsi in qualunque momento”.
Con l'approssimarsi del centenario della nascita, i giornali rendono
omaggio alla figura del grande ciclista fiorentino Gino Bartali, che fu
campione in corsa e nella vita. “Impedì una guerra civile in Italia e
salvò centinaia di ebrei”, ricorda il Messaggero.
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#israeledifendelapacedifende
Dalla
parte dei bambini
Una
vita nei rifugi. Oltre 1240 i razzi sparati da Hamas contro le città
israeliane dallo scorso 8 luglio: 145 razzi al giorno, allarmi e corse
nei rifugi o in cerca di protezione. È questa la vita della popolazione
civile dello Stato ebraico, e dei suoi bambini, costretti a un’estate
difficile. Ma non si ferma l’impegno di famiglie, campeggi, scuole
estive per dare loro la possibilità di ritrovarsi a giocare. Per
sconfiggere la paura.
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#israeledifendelapace
- LA visita di mogherini
Netanyahu:
"Pace nostro diritto"
““Hamas
oggi ha lanciato 61 razzi. 37 sono caduti in Israele; 23 sono stati
intercettati”. Questo il bollettino alle ore 16.00 locali, diramato dal
portavoce dell'esercito israeliano. Sono ormai oltre 1300 i missili
sparati dal gruppo terroristico che controlla Gaza contro le città e i
civili israeliani, poche ore fa ne sono caduti sette nel Sud di
Israele. Area che è stata visitata ieri dal ministro degli Esteri
italiano Federica Mogherini, impegnata in una visita ufficiale in Medio
Oriente. Il ministro questa mattina si è recata allo Yad Vashem di
Gerusalemme. “Il ministro ha dimostrato molta sensibilità riguardo
all'argomento. Credo che questa visita le rimarrà profondamente
impressa”, ha dichiarato il vicepresidente dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Roberto Jarach, presente questa mattina allo Yad
Vashem e in Israele per partecipare ai lavori del Congresso mondiale
ebraico. I lavori del Congresso sono iniziati proprio in queste ore con
un incontro tra i delegati e alcuni rappresentanti dell'esercito
israeliano, e a seguire con il ministro degli Esteri israeliano Avigdor
Lieberman. Questa sera inoltre è prevista la visita al Tempio italiano
di Gerusalemme del ministro Mogherini, in questo ore impegnata in un
vertice con il primo ministro Benjamin Netanyahu. “Israele continuerà
ad agire finché la pace e la quiete sarà raggiunta nel paese. Questo è
un nostro diritto”, ha dichiarato Netanyahu, prevedendo la
continuazione dell'operazione Protective Edge, volta a distruggere i
depositi di armi di Hamas a Gaza. Proprio al confine, ieri, un colpo di
mortaio sparato dalla Striscia ha raggiunto e ucciso Dror Chanin,
volontario di 37 anni che si occupava di distribuire alimenti alle
divisioni dell'esercito israeliano.
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#ISRAELEDIFENDELAPACE - israele
Gerusalemme,
la Capitale d’oro
“Yerushalayim
shel zahav”. Gerusalemme d’oro canta Naomi Shemer in quello che è da
molti considerato l’inno non ufficiale d’Israele. Era il 15 maggio 1967
e il giorno dopo la Festa dell’Indipendenza era in programma l’Israeli
Music Festival.
La canzone, fuori concorso e commissionata alla cantante da Teddy
Kollek, sindaco di Gerusalemme dal 1965 al 1993, raccontava
l’aspirazione e la nostalgia del popolo ebraico per il luogo da
migliaia di anni nel suo cuore: impossibile avvicinarsi alla Città
vecchia, occupata dai giordani nel 1948, con cecchini pronti a sparare
a vista a chiunque si avvicinasse, e il Kotel Hamaravi, il Muro
occidentale dell’antico Tempio abbandonato e deturpato, mentre gli
ebrei che risiedevano nell’area, in molti casi da secoli, espulsi.
Esattamente tre settimane dopo scoppiò la Guerra dei Sei Giorni, la
Giordania attaccò la parte ovest di Gerusalemme e Israele respinse
l’attacco e riconquistò la città. La canzone accompagnò le truppe e il
paese. E la versione finale del testo fu conclusa quando lo shofar, il
corno d’ariete suonato nelle occasioni più solenni, risuonò al Kotel.
Proclamata Capitale d’Israele Da Ben Gurion nel 1949, a riconoscerla
come tale è anche la Legge fondamentale del 1980. Lì si trovano la
Knesset, i palazzi del governo, la residenza presidenziale.
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qui
bologna
Porte
aperte con Bolonià
Secondo
e ultimo appuntamento per il festival Bolonià organizzato dalla
Comunità ebraica di Bologna con l’obiettivo di mostrare alla
cittadinanza usi, costumi, tradizioni della kehillah felsinea. Tra gli
appuntamenti di giornata un intervento sui canti sinagogali, alle 20.30
nel Beth haKnesset di via de’ Gombruti, con la conduzione del rabbino
capo Alberto Sermoneta. E ancora, tra i vari eventi, danze popolari con
Raffaele Terracina e incontri sulla “magia delle lettere ebraiche” con
Giovanna Micaglio Ben Amozegh.
“È forte l’esigenza di aprirsi verso l’esterno, di condividere con
tutti i cittadini la propria storia e la propria cultura, e il
Consiglio della Comunità, ha lavorato intensamente per preparare
Bolanià, che oltre ad essere il nome ebraico della città significa ‘D‐o
risiede qui’”, ha affermato in una recente intervista il presidente
della Comunità ebraica Daniele De Paz nell’illustrare le linee guida
dell’iniziativa, già segnata dal successo del primo appuntamento (29
giugno) con la partecipazione di molte centinaia di bolognesi attorno
ai luoghi ebraici della città.
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Ticketless
- È colpa di Voltaire |
Colpisce
sempre, ogni volta che riesplode la guerra in Medio Oriente, l’assenza
di realismo politico in molti osservatori. Questa settimana mi sono
capitate sotto gli occhi delle belle lettere di Nicola Chiaromonte ad
una sua giovane lettrice ebrea (le ha pubblicate una bellissima rivista
“Una Città” (aprile 2009, pp. 39-40).
Furono scritte nell’estate del 1967 subito dopo la Guerra dei sei
giorni.
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Euforia criminale |
Se
vivessimo in un mondo normale, se non fossimo continuamente avvolti da
un totale sonno della ragione, se restasse in giro un minimo di morale
elementare, o perlomeno di senso comune (di quello che i bambini
cominciano ad apprendere a quattro anni), non dovrebbe esserci il
minimo dubbio, la minima esitazione sull'atteggiamento da prendere di
fronte all'ennesima guerra di Gaza.
Francesco Lucrezi, storico
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