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16 luglio 2014 - 18 Tamuz 5772
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“Tra le migliaia d’Israele furono reclutati mille uomini per tribù...” (Bemidbàr 31, 5). Rabbì Moshè ben Nachmàn, conosciuto con il suo acronimo Ramban, ci fa notare che per questa guerra, quella contro Midiàn, vengono reclutati uomini scelti, a differenza degli scontri  avuti con Sichòn re degli ‘emorrèi e con ‘Og re di Bashàn dove invece ha partecipato tutto l’esercito d’Israele.
 
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David
Assael,
ricercatore
Paradossi della logica: il fondatore dei Pink Floyd Roger Waters invita il proprio collega Neil Young a non esibirsi a Tel Aviv per protestare contro i raid israeliani a Gaza. Dobbiamo desumere che il libertario cantante preferisce il modello sociale paramafioso e integralista di Hamas alla, pur imperfetta come tutte, democrazia israeliana. Il paradosso comincia a sciogliersi se si volge lo sguardo verso Parigi. Anche lì manifestazione di protesta contro i raid israeliani, poi divenuta manifestazione di sostegno ad Hamas, poi finita con slogan antiebraici e assalto alla Sinagoga della Roquette. Ah, ora è tutto chiaro.
 
Israele, diritto a difendersi
Continuano, sui principali programmi di approfondimento televisivi e radiofonici, gli interventi del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna per affermare il diritto all'autodifesa dello Stato di Israele e contro ogni narrazione distorta del conflitto in corso con i terroristi di Hamas. Ieri, tra i vari momenti, il presidente UCEI è stato ospite in diretta del programma di RadioRai 1 Baobab.
Sulla carta stampata, intanto, emergono con maggiore chiarezza rispetto al passato le responsabilità di Hamas. Il movimento integralista, come riportano i più importanti quotidiani, ha infatti rifiutato il cessate fuoco proposto dall'Egitto e continuato a colpire – senza sosta – oltreconfine. Ieri, in occasione di nuovi lanci diretti al valico di Erez, un colpo di mortaio ha mietuto la prima vittima israeliana: un volontario che cercava di portare del cibo ai soldati (a scriverne, tra gli altri, è Davide Frattini sul Corriere della sera).
In queste ore di forte apprensione torna a ravvivarsi lo sforzo delle diplomazie internazionali. Al lavoro per una risoluzione anche l'Italia, con il ministro degli Esteri Federica Mogherini impegnata in una serie di incontri con politici sia israeliani che palestinesi. Assieme al suo omologo israeliano Avigdor Lieberman, il ministro ha visitato una casa colpita da un razzo di Hamas. “Inshallah, l'accordo di tregua ci sarà” ha poi affermato al termine di un summit alla Muqata di Ramallah (Maurizio Molinari sulla Stampa).
Sempre più tesi, infine, i rapporti tra Al Fatah e Hamas. Ad appena un mese dall'accordo di governo unitario sembrerebbero infatti emergere alcune divergenze. “Sulla proposta egiziana per il cessate il fuoco, le due anime della politica palestinese si sono separate. Nelle stesse ore in cui Abu Mazen la benediceva perché sarebbe servita a salvare vite umane – scrive Aldo Baquis sul Quotidiano Nazionale – Ismail Haniyeh replicava da Gaza, a nome di Hamas, che essa non era accettabile perché la formula della 'calma in cambio della calma' è insufficiente”.
Secondo e ultimo appuntamento per il festival Bolonià organizzato dalla Comunità ebraica di Bologna con l'obiettivo di mostrare alla cittadinanza usi, costumi, tradizioni della kehillah felsinea. Tra gli appuntamenti di giornata un intervento musicale, alle 20.30 in sinagoga, con la conduzione del rabbino capo Alberto Sermoneta (Il Resto del Carlino).
Sul Corriere, a firma Stefano Jesurum, una presentazione della raccolta di racconti “Peccati d'estate” (ed. Giuntina) dell'illustratrice e designer israeliana Anat Einhar, laureatasi nella prestigiosa scuola d'arte Bezalel. “Un libro di turbamenti. Un mondo di emozioni – scrive Jesurum  –  la cui facciata ordinata e apparentemente solida può disfarsi in qualunque momento”.
Con l'approssimarsi del centenario della nascita, i giornali rendono omaggio alla figura del grande ciclista fiorentino Gino Bartali, che fu campione in corsa e nella vita. “Impedì una guerra civile in Italia e salvò centinaia di ebrei”, ricorda il Messaggero.
 
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  davar
#israeledifendelapacedifende
Dalla parte dei bambini
Una vita nei rifugi. Oltre 1240 i razzi sparati da Hamas contro le città israeliane dallo scorso 8 luglio: 145 razzi al giorno, allarmi e corse nei rifugi o in cerca di protezione. È questa la vita della popolazione civile dello Stato ebraico, e dei suoi bambini, costretti a un’estate difficile. Ma non si ferma l’impegno di famiglie, campeggi, scuole estive per dare loro la possibilità di ritrovarsi a giocare. Per sconfiggere la paura.
#israeledifendelapace - LA visita di mogherini
Netanyahu: "Pace nostro diritto"
““Hamas oggi ha lanciato 61 razzi. 37 sono caduti in Israele; 23 sono stati intercettati”. Questo il bollettino alle ore 16.00 locali, diramato dal portavoce dell'esercito israeliano. Sono ormai oltre 1300 i missili sparati dal gruppo terroristico che controlla Gaza contro le città e i civili israeliani, poche ore fa ne sono caduti sette nel Sud di Israele. Area che è stata visitata ieri dal ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini, impegnata in una visita ufficiale in Medio Oriente. Il ministro questa mattina si è recata allo Yad Vashem di Gerusalemme. “Il ministro ha dimostrato molta sensibilità riguardo all'argomento. Credo che questa visita le rimarrà profondamente impressa”, ha dichiarato il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, presente questa mattina allo Yad Vashem e in Israele per partecipare ai lavori del Congresso mondiale ebraico. I lavori del Congresso sono iniziati proprio in queste ore con un incontro tra i delegati e alcuni rappresentanti dell'esercito israeliano, e a seguire con il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman. Questa sera inoltre è prevista la visita al Tempio italiano di Gerusalemme del ministro Mogherini, in questo ore impegnata in un vertice con il primo ministro Benjamin Netanyahu. “Israele continuerà ad agire finché la pace e la quiete sarà raggiunta nel paese. Questo è un nostro diritto”, ha dichiarato Netanyahu, prevedendo la continuazione dell'operazione Protective Edge, volta a distruggere i depositi di armi di Hamas a Gaza. Proprio al confine, ieri, un colpo di mortaio sparato dalla Striscia ha raggiunto e ucciso Dror Chanin, volontario di 37 anni che si occupava di distribuire alimenti alle divisioni dell'esercito israeliano.
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#ISRAELEDIFENDELAPACE
Vivere sotto attacco 
Secondo quanto riporta l'esercito israeliano negli ultimi sette anni sono caduti sul sud di Israele una media di 3,5 razzi al giorno. Una minaccia quotidiana che ha portato con sé vittime, traumi e stress post traumatici. “Il numero dei nostri concittadini che si portano dietro gli effetti di forti esperienze traumatiche è altissimo, quasi pari a un terzo della popolazione”, dichiarava un anno fa David Bouskila, sindaco  di Sderot. Per rispondere  a questa drammatica situazione - che coinvolge molti bambini - nella città, come in altre realtà israeliane, hanno sviluppato il concetto di "resilienza": processo che permette di far fronte in modo positivo alle avversità, ai traumi, alle tragedie della vita o a significative condizioni di stress.
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#ISRAELEDIFENDELAPACE - qui roma
In piazza per i diritti di Israele
“Quello in Medio Oriente è un doppio conflitto, armato e mediatico e quest’ultimo aspetto possiamo dire che è a scapito degli israeliani. Alcuni organi d’informazione sono in malafede e omettono di raccontare come realmente si svolgono i fatti, ma non bisogna dimenticare quelli che invece svolgono correttamente il loro lavoro: nel periodo di tregua accettato da Israele 50 razzi sono caduti sul paese che deve difendersi, ciò significa che Hamas non ha accettato la tregua”. Lo afferma il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Adnkronos e in vista della manifestazione di solidarietà indetta dalla stessa Comunità ebraica, di comune accordo con l’ambasciata israeliana e altre sigle raccolte nel comitato d’emergenza “Israele sotto attacco”, indetta per domani pomeriggio alle 19.30 in piazza della Rotonda, davanti al Pantheon.
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INFORMAZIONE
"Da Vattimo parole di odio
contro gli ebrei e Israele"

“Non sorprende che Gianni Vattimo torni a cavalcare le peggiori stereotipie dei nostri tempi per affermare la propria ostilità nei confronti dello Stato di Israele. Un concentrato delle più nefande illazioni che non meriterebbe risposta se attorno a queste non si costruissero, con modalità che riteniamo inaccettabili, trasmissioni di successo e molto seguite dai giovani come La Zanzara. Dal popolo ebraico che da perseguitato si sarebbe fatto persecutore all’incitamento alla violenza nei confronti dei civili israeliani, dall’utilizzo strumentale della Shoah a difesa delle ragioni dello Stato ebraico alle accuse di contiguità con il fascismo rivolte ai leader dell’ebraismo italiano: i veleni di Vattimo non solo ci disgustano ma saranno oggetto di un nostro approfondimento per un’adeguata reazione”. Lo afferma in una nota il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna a seguito di un delirante intervento del filosofo ed ex parlamentare europeo ai microfoni del programma di approfondimento condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo su Radio 24.
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#ISRAELEDIFENDELAPACE - israele
Gerusalemme, la Capitale d’oro
“Yerushalayim shel zahav”. Gerusalemme d’oro canta Naomi Shemer in quello che è da molti considerato l’inno non ufficiale d’Israele. Era il 15 maggio 1967 e il giorno dopo la Festa dell’Indipendenza era in programma l’Israeli Music Festival.
La canzone, fuori concorso e commissionata alla cantante da Teddy Kollek, sindaco di Gerusalemme dal 1965 al 1993, raccontava l’aspirazione e la nostalgia del popolo ebraico per il luogo da migliaia di anni nel suo cuore: impossibile avvicinarsi alla Città vecchia, occupata dai giordani nel 1948, con cecchini pronti a sparare a vista a chiunque si avvicinasse, e il Kotel Hamaravi, il Muro occidentale dell’antico Tempio abbandonato e deturpato, mentre gli ebrei che risiedevano nell’area, in molti casi da secoli, espulsi.
Esattamente tre settimane dopo scoppiò la Guerra dei Sei Giorni, la Giordania attaccò la parte ovest di Gerusalemme e Israele respinse l’attacco e riconquistò la città. La canzone accompagnò le truppe e il paese. E la versione finale del testo fu conclusa quando lo shofar, il corno d’ariete suonato nelle occasioni più solenni, risuonò al Kotel.
Proclamata Capitale d’Israele Da Ben Gurion nel 1949, a riconoscerla come tale è anche la Legge fondamentale del 1980. Lì si trovano la Knesset, i palazzi del governo, la residenza presidenziale.
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#ISRAELEDIFENDELAPACE - israele
Il souvenir che non ti aspetti
Sui siti di e-commerce si può trovare veramente di tutto. Gli annunci offrono una varietà di oggetti incredibili e spesso vien da chiedersi cosa passi per la testa degli offerenti. Domanda che si potrebbe tranquillamente rivolgere a Yochay Benarie, il cui annuncio proponeva “un missile leggermente usato”. “Questo pezzo di missile di Hamas è caduto nella zona centrale di Tel Aviv lo scorso sabato – scrive Benarie – Il razzo è stato distrutto dall'incredibile sistema di difesa Iron Dome”.
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qui trieste - redazione aperta 
Con i giovani, per il futuro
Il tradizionale appuntamento estivo che riunisce per due settimane la redazione di Pagine Ebraiche a Trieste si è aperto con una giornata molto particolare. Redazione Aperta accoglie infatti oggi i giovani che da tutta Italia sono arrivati in città per partecipare a una prima prova di selezione per il praticantato giornalistico che si svolgerà presso la redazione del giornale dell'ebraismo italiano.
Tra i molti ospiti che hanno fatto visita alla redazione e ai partecipanti, riuniti questa mattina presso lo storico Caffè San Marco, il nuovo rabbino capo di Trieste Eliezer Di Martino, l'assessore comunitario Ariel Camerini, il rav Ariel Haddad e il direttore del Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti.
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qui bologna
Porte aperte con Bolonià
Secondo e ultimo appuntamento per il festival Bolonià organizzato dalla Comunità ebraica di Bologna con l’obiettivo di mostrare alla cittadinanza usi, costumi, tradizioni della kehillah felsinea. Tra gli appuntamenti di giornata un intervento sui canti sinagogali, alle 20.30 nel Beth haKnesset di via de’ Gombruti, con la conduzione del rabbino capo Alberto Sermoneta. E ancora, tra i vari eventi, danze popolari con Raffaele Terracina e incontri sulla “magia delle lettere ebraiche” con Giovanna Micaglio Ben Amozegh.
“È forte l’esigenza di aprirsi verso l’esterno, di condividere con tutti i cittadini la propria storia e la propria cultura, e il Consiglio della Comunità, ha lavorato intensamente per preparare Bolanià, che oltre ad essere il nome ebraico della città significa ‘D‐o risiede qui’”, ha affermato in una recente intervista il presidente della Comunità ebraica Daniele De Paz nell’illustrare le linee guida dell’iniziativa, già segnata dal successo del primo appuntamento (29 giugno) con la partecipazione di molte centinaia di bolognesi attorno ai luoghi ebraici della città.

pilpul
Ticketless - È colpa di Voltaire
Colpisce sempre, ogni volta che riesplode la guerra in Medio Oriente, l’assenza di realismo politico in molti osservatori. Questa settimana mi sono capitate sotto gli occhi delle belle lettere di Nicola Chiaromonte ad una sua giovane lettrice ebrea (le ha pubblicate una bellissima rivista “Una Città” (aprile 2009, pp. 39-40). Furono scritte nell’estate del 1967 subito dopo la Guerra dei sei giorni.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Euforia criminale
Se vivessimo in un mondo normale, se non fossimo continuamente avvolti da un totale sonno della ragione, se restasse in giro un minimo di morale elementare, o perlomeno di senso comune (di  quello che i bambini cominciano ad apprendere a quattro anni), non dovrebbe esserci il minimo dubbio, la minima esitazione sull'atteggiamento da prendere di fronte all'ennesima guerra di Gaza.

Francesco Lucrezi, storico
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