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21 luglio 2014 - 23 Tamuz 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
Parafrasando le parole di un grande pensatore del ’900, Abraham Joshua Heschel: dobbiamo ritoranre ai principi di base. Tornare al pensiero della Torah. Quando leggiamo le opere della filosofia occidentale, sono Platone o Aristotele, gli stoici o i neoplatonici che incontriamo continuamente. Lo spirito del loro pensiero aleggia su qualsiasi pagina di argomento filosofico. Tuttavia, cercheremmo invano la Torah nei recessi della metafisica occidentale.
 
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Anna
Foa,
storica
Di solito scrivo queste poche righe settimanali senza citare le parole altrui. Ma mi accorgo, in questi giorni tristissimi di guerra e di morte, che ho bisogno di appoggiare il mio pensiero a quello di persone che sento più autorevoli di me. La scorsa settimana era Yehoshua, oggi è il rabbino inglese Neil James, in una lettera pubblicata alcuni giorni fa su Haaretz.
 
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Netanyahu alla Cnn: "Triste per vittime civili"
Quarta giornata di operazioni militari nella Striscia di Gaza. Gli scontri si sono concentrati particolarmente nella zona di Shajaiya, dove l’esercito israeliano aveva già annunciato un intervento invitando la popolazione civile ad abbandonare le abitazioni. Per sintetizzare una giornata segnata dalla perdita di molte vite umane il Corriere della sera parla di “battaglia dei cento morti”. Tra cui 13 soldati israeliani, tutti appartenenti alla brigata Golani. “Le perdite più gravi in una sola battaglia da quella nel villaggio libanese di Bint Jbeil, durante il conflitto contro Hezbollah di otto anni fa” ricorda Davide Frattini.
“Proviamo tristezza per ogni civile che viene ucciso. Non è nelle nostre intenzioni. È questa la differenza tra noi e loro. Hamas prende deliberatamente di mira i civili e deliberatamente si nasconde tra la popolazione civile. Nascondono tra i civili i loro soldati, i loro missili e le altre armi. Che scelta ci resta? Dobbiamo proteggerci. Ecco perché cerchiamo di prendere di mira coloro che lanciano i missili, è chiaro. Non intendiamo colpire i civili, è Hamas che intende farceli colpire”. Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla Cnn. Il colloquio con il giornalista Wolf Blitzer è interamente tradotto da Repubblica. Secondo quanto riporta la stessa Repubblica, Hamas avrebbe intanto manifestato l’intenzione di farsi scudo non solo con la popolazione civile ma anche con alcuni giornalisti. Tanto che una quindicina tra reporter, fotografi e televisioni, approfittando delle ore di tregua, hanno immediatamente abbandonato la Striscia.
Sui giornali anche le voci di due autorevoli intellettuali. Intervistato da Repubblica, Abraham Yehoshua dice di farsi portavoce del desiderio di una parte della società di mediare con Hamas. “Ho servito nell’esercito fin dagli anni ’50 nel Sinai, a Gerusalemme sono stato tre mesi sotto le bombe giordane, vivendo nei rifugi: però abbiamo sempre scelto il dialogo e alla fine abbiamo fatto la pace. Dobbiamo trattare seriamente con Hamas, aprire il blocco della Striscia e ottenere la demilitarizzazione di Gaza”. Yehoshua afferma inoltre di essere in ansia per il figlio 40enne, impegnato in queste ore a Gaza. Ad Alain Elkann (La Stampa), lo scrittore Aharon Appelfeld motiva l’ineluttabilità dell’attacco: “Tutti i ricordi della seconda guerra mondiale mi stanno tornando in mente e sono sicuro che questo accada a tutti i sopravvissuti dell’Olocausto e a quelli della guerra dei sei giorni e di quella dello Yom Kippur. Non è facile vivere quando tutte le nostre città sono sotto l’attacco dei razzi”.
 
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#IsraeleDifendeLaPace Domande e risposte
Domande chiare e risposte chiare e autorevoli, punto per punto, ai complessi problemi della crisi mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora. L'impegno di fare chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it il lancio di una nuova area informativa dedicata dalla redazione a notizie, schede, dichiarazioni  sugli ultimi sviluppi relativi all'operazione delle forze di sicurezza israeliane nella Striscia di Gaza. Tutti i cittadini che ritengono di poter aggiungere un contributo positivo per arricchire il notiziario possono mettersi in contatto scrivendo a desk@ucei.it.
 
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  davar
dopo i nuovi episodi di antisemitismo
"Dalla Francia gravi segnali

che non possono essere ignorati"
Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:

“Di fronte alle immagini di sinagoghe e intere comunità ebraiche minacciate dall'odio che circolano in queste ore, in particolar modo dalla Francia, è assolutamente indispensabile che le istituzioni si muovano in modo efficace a livello sia nazionale che europeo.
Dietro a una facciata di risentimento anti-israeliano si nasconde infatti il più bieco antisemitismo, cavalcato con crescente foga a seguito degli ultimi accadimenti in Medio Oriente. È un sentimento che, cresciuto nell'ombra, arriva adesso a palesarsi con modalità che fanno pensare ad altri periodi oscuri della nostra storia.
Ignorare questi segnali sarebbe la più grave delle negligenze, soprattutto in un momento particolarmente complesso e ricco di insidie come quello che stiamo vivendo.
Al Conseil Représentatif des Istitutions Juives de France la vicinanza e l'abbraccio fraterno di tutti gli ebrei italiani e dei loro organi di rappresentanza”.
#israeledifendelapace
Il pericolo è sottoterra
Quinta giornata di operazioni militari israeliane via terra nella Striscia di Gaza. Questa mattina due cellule terroristiche di Hamas hanno cercato di infiltrarsi in territorio israeliano, utilizzando un tunnel sotterraneo. I soldati di Tzahal sono riusciti a fermare i due commando, uno dei quali aveva preso posizione vicino al kibbutz Nir Am. Questo tentativo da parte di cellule terroristiche di introdursi oltre il confine della Striscia di Gaza, sfruttando la rete di cunicoli sotterranea costruita da Hamas, è l’ennesima dimostrazione di quanto siano pericolosi i tunnel per la sicurezza di Israele
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#israeledifendelapace
Il tempo senza razzi
Una semplice scritta che campeggia netta sullo schermo bianco: “Israel has been rocket free for…” (“Israele è stata libera dal lancio di razzi per…”) e i numeri che scorrono, giorni, ore, minuti, secondi. Uno strumento efficace per offrire la sensazione della minaccia cui lo Stato ebraico è sottoposto in maniera costante e che nelle ultime settimane ha raggiunto livelli mai visti, con oltre 1800 missili lanciati in meno di due settimane: è il sito israelhasbeenrocketfreefor.com, realizzato a tempo di record da due giovani esperti hi-tech, il ventinovenne Aaron Friedman, e il diciottenne Yehonatan Tsirolnik.
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qui trieste - redazione aperta
Israele, la sfida dell'informazione
La crisi in corso in Medio Oriente, l'impegno della redazione per fornire una corretta informazione ai propri lettori, la sfida di costruire una “Community” di amici dell'ebraismo italiano. Tanti i temi toccati in occasione della visita del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna a Redazione Aperta, il laboratorio organizzato a Trieste dalla redazione del portale www.moked.it e del mensile Pagine Ebraiche. A confronto con il presidente dell'Unione, oltre ai redattori e ad alcuni candidati al praticantato giornalistico che si svolgerà prossimamente nell'ambito della redazione, il presidente della Comunità ebraica triestina Alessandro Salonichio, i consiglieri Ariel Camerini e Jacky Belleli e il nuovo rabbino capo della città giuliana Eliezer Di Martino.
#ISRAELEDIFENDELAPACE
Cosa serve a Israele
Che squallore, che tristezza, persino in questi giorni difficili, assistere a nuovi rigurgiti di odio, a nuove smanie di cieco protagonismo di fronte agli accorgimenti straordinari disposti da questa redazione giornalistica per intensificare il ritmo degli interventi, degli aggiornamenti e degli approfondimenti dedicati alla crisi mediorientale e alla necessità di difendere le ragioni di Israele di fronte al grave attacco terroristico che si trova a fronteggiare.
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#israeledifendelapace - domande e risposte
CRISI / Cos’è Shuja’iya?
Il quartiere residenziale di Shuja’iya, che si trova a pochissima distanza dal confine con Israele, è stato trasformato da Hamas in una sorta di fortezza, con magazzini per le armi e per i missili, un centro di comando, e numerosi passaggi sotterranei. I residenti della zona, poi, vengono utilizzati come scudi umani. A partire dalla presa di potere di Hamas avvenuta nel 2007, sono state sviluppate numerose infrastrutture in tutta l’area. Circa 150 missili sono stati fatti partire da Shuja’iya durante la prima dozzina di giorni di operazioni e almeno 10 sono i tunnel che vi conducono, scoperti dall’esercito israeliano. Sono passaggi che servono per i rifornimenti di munizioni, per spostare uomini e materiali di ogni genere, ma anche per infiltrarsi in territorio israeliano, come spiega l’infografica realizzata da Tzahal.
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#israeledifendelapace - domande e risposte
MISSILI / Quanti lanci da Gaza?
Da Gaza continuano ad arrivare missili, razzi e colpi di mortaio che tengono almeno cinque milioni di civili israeliani sotto minaccia costante.
Da quando Israele nel 2005 ha deciso di ritirarsi dalla Striscia, sono più di 11mila i proiettili che i terroristi di Hamas hanno sparato verso Israele. E circa mezzo milione di israeliani hanno meno di 60 secondi per trovare un rifugio quando suonano le sirene. Ma la maggior parte dei razzi è in grado di colpire le città principali, tra cui ovviamente Tel Aviv e Gerusalemme.
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  pilpul
 Oltremare - "Paradiso in guerra"
Nell’ultimo fine settimana m’è preso un attimo di vera ribellione: alla faccia della tensione, delle sirene, e delle notizie che non fanno che peggiorare. Ho preso la sacca e sono scesa in spiaggia. Sulla porta il dubbio: ok la spiaggia, ma dove? Dove si va a fare un bagno, abbastanza vicini a un luogo sicuro?
E subito addio alla libertà: anche il momento di ribellione dipende dalla realtà assurda che ci portiamo dietro da settimane (e paiono mesi). Per fortuna, Tel Aviv è dotata di una fila di hotel sulla spiaggia, scoordinati e cacofonici quanto si vuole, ma parecchio vicini all’acqua. Ho fatto due conti e ho scelto il mio punto perfetto. Un po’ di onde, nessuna medusa, pochissima gente, e zero matkot (racchettoni). Insomma il paradiso.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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Tea for two - Silenzio
Questa settimana solo silenzio. Non per pigrizia, ma per rispetto.
Nella speranza che, oggi che compio 24 anni, possa continuare a sperare. Perché parlare in questo momento mi fa disperare. Scrivere cercando candidamente di non sembrare una superficialotta con lo smalto sbertucciato sarebbe ancora peggio. Amo chi prende parola in preda all’illuminazione, amo ancora di più chi spegne il proprio egocentrismo quando è ancora buio intorno.


Rachel Silvera, studentessa/stagista



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