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1° agosto 2014 - 5 Av 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
L’Anm, si schiera con la Palestina e tappezza ogni luogo da essa gestito con lo slogan: «Stop bombing Gaza». Immagino che molti lettori penseranno che Anm stia per Arab Nationalist Movement ed invece si tratta dell'Azienda Napoletana Mobilità. Facendo proprie le iniziative della amministrazione comunale partenopea l'amministratore delegato dell'Anm, l'ingegnere Alberto Ramaglia, ha voluto lanciare il suo appello partigiano e fazioso per la pace, portando avanti quella vocazione mediterranea che vede Napoli città di incontro per le culture.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Vorrei discutere un paio di verità e introdurre una questione dolorosa e allarmante. La prima verità – comunemente riconosciuta – è legata al valore assoluto della vita umana. Non importa chi ha torto o chi ha ragione, ma importa che ogni vita contiene in sé un mondo di esperienze e di speranze che nessuno si può arrogare il diritto di cancellare. La seconda verità – più contingente – è che la guerra di Gaza è scoppiata troppo a ridosso dei mondiali di calcio. La conseguenza è stata che il mondo si è popolato improvvisamente di gente che (come nel calcio, quando tutti credono di essere i migliori fra gli allenatori) pensa di avere in mano la chiave della soluzione diplomatica e (quel che è peggio) pensa di essere il depositario della verità e della giusta morale. Naturalmente non ho la pretesa di dare consigli: la mia esperienza diplomatica non è sufficiente e non ho mai fatto l'allenatore.
 
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Scritte antisemite a Roma
Parla il presidente UCEI
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
“Le scritte che hanno imbrattato i muri di Roma con frasi cariche di odio devono essere denunciate con vigore e non possono passare sotto silenzio. Si tratta infatti di un atto che mette a nudo l’inestricabile relazione fra dichiarato antisionismo e reale antisemitismo e che minaccia non solo gli ebrei, ma l’intera città di Roma e i suoi valori fondanti".
 
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Hamas viola la tregua
Sui giornali si parla della tregua umanitaria, raggiunta ieri in serata e appena violata da Hamas con nuovi missili su Israele. Sull’edizione del mattino del Sole 24 Ore Ugo Tramballi scrive che “Il segretario di Stato americano John Kerry e il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon, in un comunicato congiunto affermano di aver ricevuto assicurazioni da tutte le parti per un cessate il fuoco incondizionato durante il quale ci saranno trattative per una tregua più duratura”. Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha aggiunto che “le delegazioni israeliana e palestinese andranno immediatamente al Cairo per intraprendere negoziati con il governo egiziano, su invito dell'Egitto, per tentare di raggiungere l'accordo su un cessate il fuoco durevole”.
Tramballi scrive anche che “per quanti tunnel la fanteria riesca a scoprire e distruggere, ne rimane sempre uno attraverso il quale i miliziani continuano a infiltrarsi. E quando le truppe se ne andranno, altri cunicoli saranno scavati”. Aggiunge che Iron Dome salva la vita agli israeliani “ma paradossalmente accentua la sproporzione con i morti civili palestinesi, ponendo Israele in una posizione deplorevole sul piano politico e morale”.
La notizia della tregua è presente anche sull’edizione della mattina del Corriere della Sera su cui Frattini descrive quella sorta di L “che l'esercito ha creato attorno alla Striscia di Gaza. Da qui, proclama il premier Benjamin Netanyahu, le truppe non se ne vanno fino a quando ‘non avranno distrutto tutti i tunnel del terrore’”.
Maurizio Molinari, sulla Stampa, riporta l’opinione di Sami Turgeman, capo del comando Sud delle forze armate, secondo cui “serve qualche altro giorno” per completare la missione contro i tunnel di Hamas, Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “Completeremo la missione contro i tunnel di Hamas, con o senza il cessate il fuoco”. L’Onu accusa gli Stati Uniti di fornire armi ad Israele, e il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby, spiega che “gli Usa sono impegnati a garantire la sicurezza di Israele ed è vitale assistere l'alleato nel rafforzare le capacità di autodifesa”. La fornitura di armi, che Israele ha chiesto a Washington, passa per l’apertura dei depositi creati in Israele negli ultimi dieci anni per sostenere le truppe americane in Medio Oriente. La consegna di munizioni è prevista dal trattato bilaterale sui depositi Usa e implica che la scelta di dare a Israele tempo per concludere la distruzione dei tunnel.
Per raccontare la vita dei soldati israeliani e spiegare chi sono Fiamma Nirenstein (il Giornale) ha intervistato due ragazzi italiani: Leonardo, venticinque anni, arruolato nei Golani - una unità dell’esercito che è mito per tutti gli israeliani, su cui si cantano canzoni epiche - spiega che dall’inizio delle operazioni le ore di sonno non son mai state più di tre o quattro e che comunque non ha mai dormito in un letto. “Ho avuto l'impressione che i cittadini di Gaza siano autentici schiavi. Ho visto case in cui la camera dei bambini è adornata con fotografie dei terroristi, cartine da cui è cancellata Israele, stelle di Davide trasformate in svastiche, depositi di armi. Non un segno di umanità, di pace - dice desolato - Hamas è vile. Abbiamo fermato il fuoco molte volte perché un terrorista si copriva con un bambino, o perché comparivano donne e vecchi. Dietro arrivano i terroristi. Prima di entrare in azione tuttavia l'ultima indicazione che ti dà il comandante è di non puntare il fucile su chi non è armato, condividere il tuo stesso cibo e la tua acqua con chi non ha da mangiare o da bere, fermare tutto se appare un bambino”. Daniel, ventenne arruolato in Marina, racconta invece che due dei suoi migliori amici sono stati uccisi: “Sappiamo che la morte è una possibilità, ma non ci si pensa. La mia famiglia sta in pensiero, telefono ogni volta che arrivo in porto, circa due volte a settimana. Quelli che non capiscono cosa stiamo facendo devono venire per un paio di giorni a Ashkelon o in un kibbutz con scoppi, sirene, distruzioni, dove la gente non può uscire, i bambini devono restare nel sottosuolo, le famiglie non hanno più lavoro... C'è un Paese che deve essere salvato, io sono qui per questo”.
 
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  davar
#israeledifendelapace
Hamas, tregua violata nel sangue
Tregua umanitaria violata, lancio di missili costante dalla Striscia di Gaza verso Israele, il rapimento di un soldato di Tsahal durante un’azione terroristica condotta con armi e l’ausilio di un kamikaze. Sulle speranze di cessate il fuoco e di una pronta risoluzione del conflitto ancora, inesorabile, si abbatte la violenza integralista di Hamas. Nato a Kfar Saba, 23 anni, il sergente Hadar Goldin è stato rapito nella prima mattinata nei pressi di Rafah, località meridionale della Striscia al confine con l’Egitto. L’agguato è stato lanciato da un tunnel sotterraneo che Tsahal non era ancora riuscito a individuare. L’esercito israeliano si è subito lanciato in una difficoltosa ricerca per salvarlo dalle ritorsioni della leadership islamista. Le operazioni, guidate dal comandante Ofer Winter, sono condotte casa per casa. Sale intanto, drammaticamente, il numero dei morti.
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#Israeledifendelapace
La solidarietà, concretamente
Fondata nel 1976, la Rami Levy Shivuk HaShikma è la terza catena di supermercati israeliana, che sin dalle sue origini ha avuto come obiettivo - e slogan - l’offerta di prodotti ai prezzi più bassi sul mercato. Una trentina di punti vendita, circa 5mila impiegati, e una crescita impressionante, soprattutto se si pensa al primo negozio, aperto da Rami Levy a Machane Yehuda, a Gerusalemme, dove suo nonno aveva un banco. Dopo il discount da cui è partito, Levy (nella foto ritratto da Kobi Gideon) si è saputo imporre anche in campi molto diversi, dall’abbigliamento ai servizi di telefonia, al mercato immobiliare, fino a trovarsi a capo di un gruppo di dimensioni notevoli.
È notizia di questi giorni che Levy - senza assolutamente dare pubblicità alle sue azioni - sin dall’inizio del conflitto si occupa di consegnare a casa dei soldati caduti provviste alimentari e non solo.
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#israeledifendelapace - domande e risposte
CRISI/Quanto costa il conflitto?
Fermo restando che il prezzo più alto sono le vite umane perdute, è evidente che il conflitto in corso sta avendo anche un impatto sull’economia della zona. Un articolo di Roberto Bonsignori, pubblicato sul Sole 24Ore del 30 luglio sintetizza la situazione, già a partire dal titolo, che ricorda il prezzo pagato da Israele nelle prime due settimane di guerra “Già persi 550 milioni di dollari”.
Costi diretti e indiretti, difficili da calcolare e ben noti a Israele, circondato sin dalla sua nascita da paesi ostili. Il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso pochi giorni fa una stima – condivisa dalle autorità israeliane – secondo la quale le operazioni militari contro Hamas avrebbero sottratto fino ad ora lo 0,2 per cento del Pil.
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#israeledifendelapace - qui tel aviv
Vita e morte
E adesso basta. Smetto per un attimo di essere la brava ragazza neo-israeliana che scrive pezzi settimanali quasi edificanti sulla vita in guerra, e comincio a dire quello che penso.
Penso che dobbiamo, noi israeliani e non altri, fare uno sforzo sovrumano e costruire finalmente una società che per prima cosa sia fatta di condivisione e convivenza fra “noi”. “Noi” che siamo in maggioranza ebrei, ma perfino fra ebrei emergono tensioni. La mancanza di rispetto reciproco fra chi è più e chi è meno religioso, o fra diverse provenienze (mizrachi, ashkenazi, russi) non può avere spazio in una società basata sulla realtà che siamo tutti ebrei ed israeliani.


Daniela Fubini
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#israeledifendelapace
"Livorno gemellata con Gaza"
Presto incontro Nogarin-Mosseri

“Ho lanciato un grido di aiuto e in cambio è arrivata una risposta che trovo molto preoccupante”. Per i lettori di Pagine Ebraiche 24 il presidente della Comunità ebraica di Livorno Vittorio Mosseri commenta la proposta di gemellaggio con Gaza affermata con forza in queste ore dal sindaco Cinquestelle Filippo Nogarin. La sfida è quella di dar seguito a una mozione presentata nel 2008 unendo così in un abbraccio virtuale Livorno e lo stretto lembo di terra governato dai terroristi di Hamas. Un inquietante accostamento così valutato: “Ambiamo in questo modo a poter svolgere, nella piena consapevolezza del nostro piccolo ruolo, un grande lavoro per poter contribuire a costruire un ponte di dialogo tra i due popoli”. Motivazioni che hanno lasciato senza parole Mosseri e che sono state attentamente vagliate dallo stesso insieme al presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Nei prossimi giorni, in una data ancora da individuare, Mosseri e Nogarin avranno modo di confrontarsi di persona. Sarà il loro primo incontro.
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qui firenze
Balagan Cafè, omaggio a Tabori
Nel centenario dalla nascita, la Comunità ebraica di Firenze ha voluto dedicare una serata del suo Balagan Cafè alla memoria dello scrittore ungherese George Tabori, tra i massimi esponenti della drammaturgia europea post Shoah. L’omaggio a Tabori è stato caratterizzato da letture di scritti, discorsi e stralci dalle principali opere teatrali. Un viaggio curato da Laura Forti e Marco Castellari con l’obiettivo di rendere la complessità di un percorso “esistenziale e artistico ricchissimo, profondo e anticonformista”.
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pilpul
Digiuni e vicinanza
In questo periodo tra il digiuno del 17 di Tamuz e quello del 9 di Av se pensiamo al Ramadan appena terminato balzano agli occhi in modo evidente i punti di contatto tra noi e l’Islam, anche nella pratica quotidiana. Il messaggio di felicitazioni del Presidente Gattegna ai musulmani in questa occasione mi pare quindi particolarmente opportuno perché rifiuta di cadere nella provocazione di chi, in particolare Hamas, vuole presentare questo conflitto come guerra di religione.

Anna Segre, insegnante

Incontri mancati
Uno striscione della sinistra antagonista campeggia sulle carceri dei domenicani nel bel mezzo della kermesse “Effetto Venezia” a Livorno. Sopra v'è scritto “Fermare il genocidio di Gaza. Israele vero terrorista”. I visitatori passano indifferenti, qualcuno si ferma per fare una foto. Non capisco come Gianni Vattimo si possa ritenere uno dei pochi custodi di una presunta verità su Israele, quando sembra che ormai il pensiero condiviso e dominante sia contestare o boicottare Israele “senza se e senza ma”. Il fine pare non tanto spingere Israele a rivedere alcune sue politiche o a raggiungere la pace tra Israele e i palestinesi, quanto costruire una barriera per emarginare Israele e i suoi abitanti dal resto del mondo, demonizzandoli in toto.

Francesco Moises Bassano, studente
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Camminare senza correre
È trascorsa un’altra settimana. L’Ulpan mi assorbe e distrae per la maggior parte del tempo: siamo un gruppetto sparuto causa le disdette o le partenze anticipate; paradossalmente la guerra, se rende la città più tranquilla e godibile, crea anche condizioni di studio più fruttuose. Gli allarmi continuano quotidianamente, da ieri per la prima volta anche di notte; non ci si abitua affatto ma si impara a prendere qualche precauzione. Camminare anziché correre verso il rifugio sapendo che almeno a Tel Aviv c’è il tempo per farlo, ad esempio, lenisce un po’ l’ansia. Di contro, il rumore dei razzi non sempre è accompagnato dall’allarme dunque l’orecchio è sempre all’erta, soprattutto per distinguere i suoni delle sirene che, come a New York, sono frequenti e disparati: quello della polizia è diverso da quello del Maghen David Adom che, dall’inizio della guerra, ha cambiato registro per non confondersi con quello dell’Azakà.

Adachiara Zevi
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Le idee cambiano il mondo
L'Universo è finito o infinito? Per secoli filosofi, teologi e scienziati hanno discusso per trovare una risposta. Così, secondo Newton l'Universo era infinito; per Keplero infinito poteva essere solo Dio. Il primo vedeva le luci più piccole in cielo come stelle in lontananza; per il secondo la dimensione poteva indicare la loro effettiva grandezza. Le idee cambiano il mondo, non solo la tecnica.

Ilana Bahbout





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