Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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L’Anm,
si schiera con la Palestina e tappezza ogni luogo da essa gestito con
lo slogan: «Stop bombing Gaza». Immagino che molti lettori penseranno
che Anm stia per Arab Nationalist Movement ed invece si tratta
dell'Azienda Napoletana Mobilità. Facendo proprie le iniziative della
amministrazione comunale partenopea l'amministratore delegato dell'Anm,
l'ingegnere Alberto Ramaglia, ha voluto lanciare il suo appello
partigiano e fazioso per la pace, portando avanti quella vocazione
mediterranea che vede Napoli città di incontro per le culture.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Vorrei
discutere un paio di verità e introdurre una questione dolorosa e
allarmante. La prima verità – comunemente riconosciuta – è legata al
valore assoluto della vita umana. Non importa chi ha torto o chi ha
ragione, ma importa che ogni vita contiene in sé un mondo di esperienze
e di speranze che nessuno si può arrogare il diritto di cancellare. La
seconda verità – più contingente – è che la guerra di Gaza è scoppiata
troppo a ridosso dei mondiali di calcio. La conseguenza è stata che il
mondo si è popolato improvvisamente di gente che (come nel calcio,
quando tutti credono di essere i migliori fra gli allenatori) pensa di
avere in mano la chiave della soluzione diplomatica e (quel che è
peggio) pensa di essere il depositario della verità e della giusta
morale. Naturalmente non ho la pretesa di dare consigli: la mia
esperienza diplomatica non è sufficiente e non ho mai fatto
l'allenatore.
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Scritte antisemite a Roma
Parla il presidente UCEI |
Il presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
“Le scritte che hanno imbrattato i muri di Roma con frasi cariche di
odio devono essere denunciate con vigore e non possono passare sotto
silenzio. Si tratta infatti di un atto che mette a nudo l’inestricabile
relazione fra dichiarato antisionismo e reale antisemitismo e che
minaccia non solo gli ebrei, ma l’intera città di Roma e i suoi valori
fondanti".
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Hamas viola la tregua |
Sui
giornali si parla della tregua umanitaria, raggiunta ieri in serata e
appena violata da Hamas con nuovi missili su Israele. Sull’edizione del
mattino del Sole 24 Ore Ugo Tramballi scrive che “Il segretario di
Stato americano John Kerry e il segretario generale dell'Onu, Ban Ki
Moon, in un comunicato congiunto affermano di aver ricevuto
assicurazioni da tutte le parti per un cessate il fuoco incondizionato
durante il quale ci saranno trattative per una tregua più duratura”. Il
portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha aggiunto che “le
delegazioni israeliana e palestinese andranno immediatamente al Cairo
per intraprendere negoziati con il governo egiziano, su invito
dell'Egitto, per tentare di raggiungere l'accordo su un cessate il
fuoco durevole”.
Tramballi scrive anche che “per quanti tunnel la fanteria riesca a
scoprire e distruggere, ne rimane sempre uno attraverso il quale i
miliziani continuano a infiltrarsi. E quando le truppe se ne andranno,
altri cunicoli saranno scavati”. Aggiunge che Iron Dome salva la vita
agli israeliani “ma paradossalmente accentua la sproporzione con i
morti civili palestinesi, ponendo Israele in una posizione deplorevole
sul piano politico e morale”.
La notizia della tregua è presente anche sull’edizione della mattina
del Corriere della Sera su cui Frattini descrive quella sorta di L “che
l'esercito ha creato attorno alla Striscia di Gaza. Da qui, proclama il
premier Benjamin Netanyahu, le truppe non se ne vanno fino a quando
‘non avranno distrutto tutti i tunnel del terrore’”.
Maurizio Molinari, sulla Stampa, riporta l’opinione di Sami Turgeman,
capo del comando Sud delle forze armate, secondo cui “serve qualche
altro giorno” per completare la missione contro i tunnel di Hamas, Il
premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “Completeremo la
missione contro i tunnel di Hamas, con o senza il cessate il fuoco”.
L’Onu accusa gli Stati Uniti di fornire armi ad Israele, e il portavoce
del Pentagono, ammiraglio John Kirby, spiega che “gli Usa sono
impegnati a garantire la sicurezza di Israele ed è vitale assistere
l'alleato nel rafforzare le capacità di autodifesa”. La fornitura di
armi, che Israele ha chiesto a Washington, passa per l’apertura dei
depositi creati in Israele negli ultimi dieci anni per sostenere le
truppe americane in Medio Oriente. La consegna di munizioni è prevista
dal trattato bilaterale sui depositi Usa e implica che la scelta di
dare a Israele tempo per concludere la distruzione dei tunnel.
Per raccontare la vita dei soldati israeliani e spiegare chi sono
Fiamma Nirenstein (il Giornale) ha intervistato due ragazzi italiani:
Leonardo, venticinque anni, arruolato nei Golani - una unità
dell’esercito che è mito per tutti gli israeliani, su cui si cantano
canzoni epiche - spiega che dall’inizio delle operazioni le ore di
sonno non son mai state più di tre o quattro e che comunque non ha mai
dormito in un letto. “Ho avuto l'impressione che i cittadini di Gaza
siano autentici schiavi. Ho visto case in cui la camera dei bambini è
adornata con fotografie dei terroristi, cartine da cui è cancellata
Israele, stelle di Davide trasformate in svastiche, depositi di armi.
Non un segno di umanità, di pace - dice desolato - Hamas è vile.
Abbiamo fermato il fuoco molte volte perché un terrorista si copriva
con un bambino, o perché comparivano donne e vecchi. Dietro arrivano i
terroristi. Prima di entrare in azione tuttavia l'ultima indicazione
che ti dà il comandante è di non puntare il fucile su chi non è armato,
condividere il tuo stesso cibo e la tua acqua con chi non ha da
mangiare o da bere, fermare tutto se appare un bambino”. Daniel,
ventenne arruolato in Marina, racconta invece che due dei suoi migliori
amici sono stati uccisi: “Sappiamo che la morte è una possibilità, ma
non ci si pensa. La mia famiglia sta in pensiero, telefono ogni volta
che arrivo in porto, circa due volte a settimana. Quelli che non
capiscono cosa stiamo facendo devono venire per un paio di giorni a
Ashkelon o in un kibbutz con scoppi, sirene, distruzioni, dove la gente
non può uscire, i bambini devono restare nel sottosuolo, le famiglie
non hanno più lavoro... C'è un Paese che deve essere salvato, io sono
qui per questo”.
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#israeledifendelapace
Hamas,
tregua violata nel sangue
Tregua
umanitaria violata, lancio di missili costante dalla Striscia di Gaza
verso Israele, il rapimento di un soldato di Tsahal durante un’azione
terroristica condotta con armi e l’ausilio di un kamikaze. Sulle
speranze di cessate il fuoco e di una pronta risoluzione del conflitto
ancora, inesorabile, si abbatte la violenza integralista di Hamas. Nato
a Kfar Saba, 23 anni, il sergente Hadar Goldin è stato rapito nella
prima mattinata nei pressi di Rafah, località meridionale della
Striscia al confine con l’Egitto. L’agguato è stato lanciato da un
tunnel sotterraneo che Tsahal non era ancora riuscito a individuare.
L’esercito israeliano si è subito lanciato in una difficoltosa ricerca
per salvarlo dalle ritorsioni della leadership islamista. Le
operazioni, guidate dal comandante Ofer Winter, sono condotte casa per
casa. Sale intanto, drammaticamente, il numero dei morti.
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#Israeledifendelapace
La
solidarietà, concretamente
Fondata
nel 1976, la Rami Levy Shivuk HaShikma è la terza catena di
supermercati israeliana, che sin dalle sue origini ha avuto come
obiettivo - e slogan - l’offerta di prodotti ai prezzi più bassi sul
mercato. Una trentina di punti vendita, circa 5mila impiegati, e una
crescita impressionante, soprattutto se si pensa al primo negozio,
aperto da Rami Levy a Machane Yehuda, a Gerusalemme, dove suo nonno
aveva un banco. Dopo il discount da cui è partito, Levy (nella foto
ritratto da Kobi Gideon) si è saputo imporre anche in campi molto
diversi, dall’abbigliamento ai servizi di telefonia, al mercato
immobiliare, fino a trovarsi a capo di un gruppo di dimensioni notevoli.
È notizia di questi giorni che Levy - senza assolutamente dare
pubblicità alle sue azioni - sin dall’inizio del conflitto si occupa di
consegnare a casa dei soldati caduti provviste alimentari e non solo.
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Digiuni
e vicinanza |
In
questo periodo tra il digiuno del 17 di Tamuz e quello del 9 di Av se
pensiamo al Ramadan appena terminato balzano agli occhi in modo
evidente i punti di contatto tra noi e l’Islam, anche nella pratica
quotidiana. Il messaggio di felicitazioni del Presidente Gattegna ai
musulmani in questa occasione mi pare quindi particolarmente opportuno
perché rifiuta di cadere nella provocazione di chi, in particolare
Hamas, vuole presentare questo conflitto come guerra di religione.
Anna Segre, insegnante
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Incontri
mancati |
Uno
striscione della sinistra antagonista campeggia sulle carceri dei
domenicani nel bel mezzo della kermesse “Effetto Venezia” a Livorno.
Sopra v'è scritto “Fermare il genocidio di Gaza. Israele vero
terrorista”. I visitatori passano indifferenti, qualcuno si ferma per
fare una foto. Non capisco come Gianni Vattimo si possa ritenere uno
dei pochi custodi di una presunta verità su Israele, quando sembra che
ormai il pensiero condiviso e dominante sia contestare o boicottare
Israele “senza se e senza ma”. Il fine pare non tanto spingere Israele
a rivedere alcune sue politiche o a raggiungere la pace tra Israele e i
palestinesi, quanto costruire una barriera per emarginare Israele e i
suoi abitanti dal resto del mondo, demonizzandoli in toto.
Francesco Moises Bassano, studente
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Camminare senza correre |
È
trascorsa un’altra settimana. L’Ulpan mi assorbe e distrae per la
maggior parte del tempo: siamo un gruppetto sparuto causa le disdette o
le partenze anticipate; paradossalmente la guerra, se rende la città
più tranquilla e godibile, crea anche condizioni di studio più
fruttuose. Gli allarmi continuano quotidianamente, da ieri per la prima
volta anche di notte; non ci si abitua affatto ma si impara a prendere
qualche precauzione. Camminare anziché correre verso il rifugio sapendo
che almeno a Tel Aviv c’è il tempo per farlo, ad esempio, lenisce un
po’ l’ansia. Di contro, il rumore dei razzi non sempre è accompagnato
dall’allarme dunque l’orecchio è sempre all’erta, soprattutto per
distinguere i suoni delle sirene che, come a New York, sono frequenti e
disparati: quello della polizia è diverso da quello del Maghen David
Adom che, dall’inizio della guerra, ha cambiato registro per non
confondersi con quello dell’Azakà.
Adachiara Zevi
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Le
idee cambiano il mondo |
L'Universo
è finito o infinito? Per secoli filosofi, teologi e scienziati hanno
discusso per trovare una risposta. Così, secondo Newton l'Universo era
infinito; per Keplero infinito poteva essere solo Dio. Il primo vedeva
le luci più piccole in cielo come stelle in lontananza; per il secondo
la dimensione poteva indicare la loro effettiva grandezza. Le idee
cambiano il mondo, non solo la tecnica.
Ilana Bahbout
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