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17 agosto 2014 - 21 Av 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto Carucci Viterbi,
rabbino
Il noi che usa Lerner quando parla di “Israele che è in noi offuscato dall'Israele che c'è” è un plurale maiestatis. Che, come sempre quando è usato, esprime una buona dose di presunzione e di pienezza di sé. L'Israele che c'è è l'unico Israele che c'è. Ed è un bene che ci sia, con tutti i limiti che un dato reale può avere. Sicuramente meglio di qualsiasi teorico “Israele che sarebbe in noi”.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Ieri sera a Tel Aviv circa 15 mila persone hanno provato a liberarsi dall'assassino dei sogni, ovvero da quella condizione in cui ogni giorno non ha una storia perché condannato ad essere la ripetizione all'infinito di quello immediatamente precedente. Non eravamo molti. La conta serve per stabilire chi sia e dove si collochi la maggioranza.
 
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Giustifica il terrorismo,
sdegno sui Cinque stelle
Giustificazioni al terrorismo e apertura al dialogo con i sanguinari miliziani dello Stato Islamico. Il post di Alessandro Di Battista, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera nonché deputato del Movimento 5 Stelle, scatena le polemiche e viene portato all’attenzione da tutti i quotidiani nazionali (Corriere della Sera, Repubblica, Sole 24 ore, La Stampa). In uno dei passaggi più controversi del testo, pubblicato sul blog di Beppe Grillo e dal sapore cospirazionista, si legge “Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato io ho una sola strada per difendermi, a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana” e che bisogna “smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano”. E così anche le violenze dell’Isis in Iraq sono comprensibili, secondo Battista che articola in questo modo il suo schierarsi contro il supporto militare ai perseguitati iracheni. La distorsione della realtà tocca anche la situazione nella Striscia di Gaza, dove il terrorismo di Hamas viene definito lotta armata e Gaza viene paragonata a un lager. Unanime, con alcuni a dissociarsi anche all’interno del Movimento 5 Stelle, lo sdegno per le gravi affermazioni di Di Battista. Sul Messaggero un campionario delle gaffe del movimento guidato da Grillo.
Altrettanto scalpore ha provocato la decisione di un Giusto tra le nazioni – l’olandese Henk Zanoli – di restituire l’onorificenza dopo aver perso alcuni famigliari nel conflitto nella Striscia di Gaza. A dedicarvi ampio spazio, Gad Lerner su Repubblica. “Conservare l’onorificenza concessami dallo Stato d’Israele in queste circostanze – ha scritto Zanoli all’ambasciatore di Israele in Olanda – sarebbe un insulto alla memoria della mia coraggiosa madre così come un insulto alle ultime quattro generazioni della mia famiglia”. Zanoli – che perse il padre a Mathausen – aveva ricevuto la prestigiosa onorificenza per aver salvato un bambino ebreo durante la guerra. Lerner analizza la scelta del 91enne Zanoli, presa dopo la morte, il 20 luglio scorso, a Gaza di cinque parenti del marito di una sua nipote.
“Anche se oggi siamo nemici, resteremo sempre vicini di casa, dobbiamo vivere insieme. Quello che è bene per il vicino, è bene pure per me”. Davide Frattini sul Corriere riporta le parole dello scrittore israeliano David Grossman, tra i protagonisti ieri a Tel Aviv della manifestazione per la pace organizzata dalla sinistra israeliana. Diecimila persone, sostengono gli organizzatori, hanno partecipato alla manifestazione mentre la diplomazia continuava a lavorare per una possibile tregua tra Israele e Gaza. “I leader di Hamas – scrive Frattini – hanno per ora respinto la proposta egiziana e minacciano di riprendere gli attacchi allo scadere della tregua, domani a mezzanotte. Grossman e chi lo applaude chiedono al premier Benjamin Netanyahu un vero negoziato per la pace con il presidente Abu Mazen”.
 
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#IsraeleDifendeLaPace Domande e Risposte
Domande chiare e risposte chiare e autorevoli, punto per punto, ai complessi problemi della crisi mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora. L'impegno di fare chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it il lancio di una nuova area informativa dedicata dalla redazione a notizie, schede, dichiarazioni  sugli ultimi sviluppi relativi all'operazione delle forze di sicurezza israeliane nella Striscia di Gaza. Tutti i cittadini che ritengono di poter aggiungere un contributo positivo per arricchire il notiziario possono mettersi in contatto scrivendo a desk@ucei.it.
 
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  davar
integrazione e lotta al razzismo - usa
L'Estate della Libertà
Con l'episodio di Ferguson, sobborgo di St Louis (Missouri), gli Stati Uniti sono tornati a interrogarsi sull'eterna questione dell'integrazione. L'uccisione del 18enne Michael Brown – colpito a morte lo scorse 9 agosto da un poliziotto – ha fatto esplodere la rabbia della comunità afroamericana di questa città del sud e la militarizzazione della zona da parte della polizia locale ha incendiato ancor di più gli animi, ricevendo le dure critiche del presidente Usa Barack Obama. Sempre nel sud, pochi giorni fa, si ricordava il 50esimo anniversario dell'uccisione di Michael Schwerner, James Chaney, e Andrew Goodman (nella foto Martin Luther King accanto a manifesti che raffigurano i volti dei tre giovani): tre attivisti per i diritti umani, tutti ventenni, uccisi perché combattevano in nome dell'egualitarismo sociale. Ammazzati dall'odio razzista del Ku Klux Klan – i loro corpi verrano rinvenuti il 4 agosto del 1964 - , dopo essere stati additati come criminali dalla polizia. I volti di Goodman, Schwermer (entrambi ebrei newyorkesi) e Chaney diventarono il simbolo della Freedom Summer, l'Estate della libertà, campagna avviata nel giugno del 1964 in nome di una piena realizzazione dei diritti civili universali e della fine della segregazione nel Mississipi.
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sport e letteratura
Scrivere per vincere
il complesso di inferiorità

Speriamo che da grande sia forte come un goy" diceva qualcuno. C'è da dire che l'ebraismo tutto occhialetti ed esegesi ha sempre avuto un rapporto quanto meno originale con lo sport. A partire, purtroppo, dal mondo degli stereotipi. E se da una parte si può additare l'atletica attitudine degli antichi greci come causa numero uno dell'assimilazione (gli ebrei venivano derisi per la milah e smettevano di circoncidersi pur di assomigliare agli altri), dall'altra, la letteratura ebraica rappresenta lo sport come valvola necessaria per i processi identificazione ed emulazione, come elemento di crisi e di interrogazione o anche solo come cornice ideale dentro la quale calare i propri protagonisti.
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#Israeledifendelapace
Tregua, pessimismo al Cairo 
Undici punti da accettare, modificare o rifiutare. La proposta egiziana, divisa appunto in undici punti, è tornata oggi sul tavolo delle trattative. Dalla delegazione israeliana (nella foto, al centro, il capo dei servizi di sicurezza dello Shin Bet Yoram Cohen, membro della delegazione, mentre discute con il primo ministro Benjamin Netanyahu) non sono pervenuti commenti sullo stato dei negoziati. A parlare, questa mattina, è stato il premier Netanyahu. “La delegazione al Cairo sta lavorando sotto le precise istruzioni di tutelare le esigenze di Israele” e “solo se queste esigenze troveranno risposta, allora ci sarà un accordo”.
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#ISRAELEDIFENDELAPACE
Un pasto per i ragazzi di Tsahal
Cuella che è ormai nota come “Operazione Doron” è iniziata nel 2012, durante Pilastro di difesa, quando Doron Elbaz ha messo un appello sui social network, chiedendo aiuto per offrire qualcosa ai tantissimi soldati che si trovavano al confine con la Striscia di Gaza. Notevole già allora la risposta: nel giro di poco alla fattoria di Elbaz, a poche centinaia di metri dal moshav Masul, sono arrivati diversi volontari a preparare pasti caldi. E dieci jeep hanno fatto avanti e indietro per gli otto giorni che è durata l’operazione, consegnando le pite ai soldati.
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pilpul
Il quadro mediorietale
Le vicende che stanno coinvolgendo il Medio Oriente e l'Africa mediterranea e subsahariana, pur nella loro varietà di casi, come tali da considerare sempre nella loro specificità, vanno comunque intese anche come tasselli di un mosaico relativamente unitario. Scarsa, ad esempio, è l'attenzione collettiva dedicata alla frantumazione in atto di ciò che resta della Libia, laddove è invece elevato il rischio che si ripercorrano le tappe che hanno fatto sì che nel Corno d'Africa la Somalia divenisse una sorta di no-law-land. Ossia, per meglio intenderci, luogo di rifeudalizzazione della terra e di chi ci abita, nel nome dello strapotere dei cosiddetti «signori della guerra» che dallo sfascio dello Stato nazionale hanno solo da ricavarci benefici a non finire.

Claudio Vercelli
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Nugae - Addio alla città
In un weekend decisamente troppo gelido per essere di mezza estate, farsi trascinare dallo spleen risulta facile e abbastanza carino. È dunque grazie a luoghi come Bruxelles che ci si ritrova a scrivere addii senza nemmeno avere monti. E allora addio stivali e calze coprenti ad agosto, che siete ridicoli ma almeno mi riparaste dalla fredda pioggia incessante, addio! Addio collega super perfetta che nonostante questo non ha mai visto un capello crespo sulla sua testa. E poi addio macchinette che vendono i biglietti del metro, il cui inventore, dato che non accettano banconote, evidentemente credeva che uno vada sempre in giro con quattordici euro in moneta per comprare il carnet. Ovviamente addio anche ai complicatissimi mezzi pubblici, e a Tom che ha avuto la malaugurata idea essere preoccupato ogni volta che mi perdo, cioè costantemente.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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