Integrazione e lotta al razzismo – L’Estate della Libertà

Luther KingCon l’episodio di Ferguson, sobborgo di St Louis (Missouri), gli Stati Uniti sono tornati a interrogarsi sull’eterna questione dell’integrazione. L’uccisione del 18enne Michael Brown – colpito a morte lo scorse 9 agosto da un poliziotto – ha fatto esplodere la rabbia della comunità afroamericana di questa città del sud e la militarizzazione della zona da parte della polizia locale ha incendiato ancor di più gli animi, ricevendo le dure critiche del presidente Usa Barack Obama. Sempre nel sud, pochi giorni fa, si ricordava il 50esimo anniversario dell’uccisione di Michael Schwerner, James Chaney, e Andrew Goodman (nella foto Martin Luther King accanto a manifesti che raffigurano i volti dei tre giovani): tre attivisti per i diritti umani, tutti ventenni, uccisi perché combattevano in nome dell’egualitarismo sociale. Ammazzati dall’odio razzista del Ku Klux Klan – i loro corpi verrano rinvenuti il 4 agosto del 1964 – , dopo essere stati additati come criminali dalla polizia. I volti di Goodman, Schwermer (entrambi ebrei newyorkesi) e Chaney diventarono il simbolo della Freedom Summer, l’Estate della libertà, campagna avviata nel giugno del 1964 in nome di una piena realizzazione dei diritti civili universali e della fine della segregazione nel Mississipi. A quel movimento, costruito attorno all’orgoglio di 1500 volontari, partecipò un numero significativo di persone della comunità ebraica americana. Nel suo libro Going South: Jewish Women in the Civil Rights Movement Debra Shultz, come riporta l’agenzia Jta, spiega come i volontari ebrei della Freedom Summer, fossero tra i più attivi, spinti dal desiderio di realizzare nel paese una piena democrazia.

d.r.

(17 agosto 2014)