Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"Prima un uomo è creato a propria immagine; e solamente dopo ad immagine di Dio" (Rebbe di Kotzk)
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Sono
stato adolescente in un tempo in cui lo slogan più in voga era “il mio
corpo è mio e lo gestisco io”. Viviamo in un tempo in cui lo slogan più
diffuso rischia di essere “Il tuo corpo è mio, e lo gestisco io”. Era
meglio rimanere alla prima persona. Non sempre il passaggio dalla prima
alla seconda persona implica un riconoscimento dei diritti degli altri.
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E la propaganda continua |
Sono
molte le testate che scrivono del colpo di propaganda tentato ieri da
Hamas, che ha annunciato di aver firmato la proposta di adesione alla
Corte Penale Internazionale (Corriere della sera, Fatto quotidiano e
altre), con l’obiettivo dichiarato di poter far perseguire Israele per
“crimini di guerra”. La notizia, però, viene meglio spiegata da Alberto
Flores d’Arcais su la Repubblica: la Corte Penale Internazionale non ha
nulla a che vedere con il Tribunale dell'Aja (o Corte Internazionale di
Giustizia) delle Nazioni Unite, pur avendo la sede nella stessa città
olandese e in realtà non porta sul banco degli imputati gli Stati, ma
solo i singoli individui che si sono macchiati di genocidio, gravi
crimini di guerra o crimini contro l'umanità. Inoltre Israele non è
(come anche Stati Uniti, Cina, Russia e diversi altri) tra i paesi
che aderiscono alla Cpi. Nell’articolo Flores D’Arcais riprende la
vicenda della pagina a pagamento pubblicata su diverse testate
americane e poi a Londra sul Guardian dopo essere stata rifiutata dal
Times - pagina finanziata da The Values Network fondato da rav Boteach
e il cui testo era stato scritto dal premio Nobel Elie Wiesel - per
raccontare la risposta firmata da quaranta sopravvissuti alla Shoah
insieme ai loro familiari (non si tratta di “trecento sopravvissuti
all’Olocausto”, come scrive il Quotidiano Nazionale). Elie Wiesel
scriveva che “Questa non è una battaglia di ebrei contro arabi o di
Israele contro i palestinesi. È una battaglia tra coloro che celebrano
la vita contro i campioni della morte. È la civiltà contro la barbarie”
mentre la risposta denuncia “il massacro dei palestinesi a Gaza” e
“l'abuso della storia” che il premio Nobel avrebbe operato, tentando di
“giustificare ciò che non è giustificabile: la distruzione di Gaza
fatta da Israele e l'assassinio di oltre duemila palestinesi tra cui
centinaia di bambini”.
Nel suo reportage Maurizio Molinari (su La Stampa) racconta la storia
di Gush Etzion, e dopo il titolo “Le colline dove nasce la rabbia di
Israele scrive che “Venire su queste colline, a metà strada fra
Gerusalemme e Hebron, serve a comprendere in quale misura il blitz di
Hamas ha ferito Israele e dunque, di conseguenza, l'entità della resa
dei conti militare ancora in corso nella Striscia di Gaza”. Gush Etzion
- il «Blocco di Sion» - è un gruppo di insediamenti che, pur trovandosi
topograficamente in Cisgiordania, viene considerato dagli israeliani
parte integrante di Gerusalemme e di Israele.
L’ex analista dei Servizi Segreti Militari Pio Pompa, su Il Tempo,
scrive di come “fino a pochi mesi fa parlare dello Stato islamico
dell'Iraq e del Levante (Isis) sembrava va un esercizio fra specialisti
di terrorismo”. Nell’articolo, intitolato “Allarmi inascoltati e nuovi
incubi”, Pompa racconta che “l’isolamento peggiorava se insistevi nello
spiegare che il capo di Isis, Abubakr al-Baghdadi, era in rotta di
collisione con Al Qaeda e il suo leaderAyman al-Zawahiri considerati
ormai obsoleti dallo Stato Islamico e dalle nuove generazioni di
jihaidisti”.
Prosegue il caos politico a Gaza, e Abu Mazen dopo essere stato in
Qatar a incontrare il leader di Hamas sfida il movimento terroristico e
ha intimato tutte le parti di assumersi “le proprie responsabilità per
fermare il bagno di sangue e arrivare a un cessate il fuoco permanente”
(Quotidiano Nazionale).
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#IsraeleDIfendelaPace
Domande e risposte |
Domande
chiare e risposte chiare e autorevoli, punto per punto, ai complessi
problemi della crisi mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora.
L'impegno di fare chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra
lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it
il lancio di una nuova area informativa dedicata dalla redazione a
notizie, schede, dichiarazioni sugli ultimi sviluppi relativi
all'operazione delle forze di sicurezza israeliane nella Striscia di
Gaza. Tutti i cittadini che ritengono di poter aggiungere un contributo
positivo per arricchire il notiziario possono mettersi in contatto
scrivendo a desk@ucei.it
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#israeledifendelapace - IL DOLORE PER daniel
"Caro Messi, quali valori difendi con la maglia del Barcellona"?
Era
l'eroe della sua infanzia. Dribbling, colpi ad effetto, la gioia del
calcio fatta persona. Voleva essere come Leo Messi il piccolo Daniel
Tragerman, 4 anni, ucciso negli scorsi giorni dal fuoco di Hamas. A
raccontare la sua passione sono parenti e amici, ma anche le prime foto
circolate sul web nelle ore successive alla sua uccisione. Lo
ritraggono infatti, in diverse situazioni private, con addosso la
maglia bianco e azzurra della Seleccion. E, sulle spalle, il numero
dieci. Quella che ha consacrato la “pulce” come uno dei più grandi
giocatori di sempre. Se non il più grande. Proprio a Messi si rivolgono
adesso gli appassionati di calcio israeliani e un intero paese
sconvolto da questa nuova vittima innocente del terrorismo. L'invito
che viene rivolto al fenomeno di Rosario è di prendere posizione sullo
sponsor che accompagna le imprese della squadra blaugrana sui campi di
tutta Europa: Qatar Airways, compagnia aerea di un paese che finanzia
l'attività di Hamas e che, al sicuro da ogni tensione, ne ospita la
leadership. Il tutto mentre è in rodaggio la fase di preparazione ai
Mondiali del 2022, i primi a svolgersi in un paese arabo.
Chiede tra
gli altri Liran Cohen, intervenendo sulla pagina Facebook del
fantasista: “Ciao Leo, questo era il tuo grande fan Daniel. È stato
ucciso da un razzo di Hamas, organizzazione terroristica finanziata
dalla tua squadra. Sono questi i valori che rappresenti?”. Una
domanda angosciante, ancora senza risposta.
Adam Smulevich
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qui torino
Al Sinodo: crisi, culture e diritti
Un
confronto serrato, temi di attualità e presenza di pastori e di laici
che in pari numero arrivano da tutta Italia. Queste, come ogni anno, le
caratteristiche del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che da oggi
al 29 agosto porta Torre Pellice al centro dell’attenzione di tutti
coloro che sono interessati ai valori e alle scelte di una delle
minoranza italiane più attive e apprezzate, nonostante i piccolissimi
numeri.
Si tratta innanzitutto di un momento di dialogo e partecipazione
democratica all'interno delle Chiese valdesi e metodiste: partecipano
180 delegati delle chiese di tutta Italia, e il pastore Eugenio
Bernardini, moderatore della Tavola valdese ha anticipato alcuni dei
temi in discussione: la missione delle chiese nell'Italia e nell'Europa
caratterizzate dalla crisi, la formazione giovanile e
l'interculturalità, l'essere chiesa insieme, l'ecumenismo, il
Cinquecentenario della Riforma nel 2017, la libertà religiosa in Italia
e l'8 per mille. Leggi
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Sahar e Massimo, mazal tov!
Un
affettuoso mazal tov a Sahar Lazari e Massimo Sed da parte della redazione del Portale dell'ebraismo italiano
e di Pagine Ebraiche, per il loro matrimonio.
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Ragionando sull'Isis
e su una guerra in corso |
A
cosa ci riferiamo quando parliamo di Isil, o Isis, il movimento
combattente, composto da milizie sunnite, dai connotati dichiaratamente
terroristici e dalle origini apparentemente oscure che, dopo alcuni
anni di sostanziale indifferenza per parte della comunità
internazionale, sta ora invece raccogliendo, sia pure tardivamente,
un'attenzione crescente? Cerchiamo di fare un po' di luce al riguardo,
avendo già sottolineato che l'eco della rilevanza della sua azione
fuoriesce dalla dimensione strettamente regionale (la Siria e l'Iraq,
in particolare i territori della cosiddetta «mezzaluna fertile», quelli
tra i fiumi Tigri ed Eufrate), per inserirsi nei mutamenti che stanno
coinvolgendo il Medio Oriente e l'Africa centro-settentrionale. Intanto
è bene vedere l'etimo della parola. Isil è l'espressione usata perlopiù
dai mezzi di comunicazione americani per indicare, in quanto acronimo,
l'«Islamic State of Iraq and Levant», ossia lo Stato islamico
dell’Iraq e del Levante. Più semplicemente viene anche denominato con
la contrazione Is («Islamic State»). La parola «Levante» (la parte
dell'orizzonte laddove esce, ossia si leva, il sole) è una derivazione
dalla mappatura coloniale europea e indica la grande area territoriale
che comprende anche gli attuali Libano e la Siria.
Claudio Vercelli
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Israele in lutto |
Venerdì
scorso, nel tardo pomeriggio, una bomba di mortaio palestinese ha
ucciso un bambino israeliano di 4 anni, Daniel Tragerman che stava
giocando all’interno della sua abitazione nel Kibbutz Nir Oz. Mentre i
razzi inviati da Hamas sono generalmente eliminati durante il loro
breve volo da “Cupola di Ferro”, ciò non è possibile per le bombe di
mortaio, che permettono un preavviso quasi inesistente.
Sergio Minerbi, diplomatico
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Nugae - Strillare |
La
lettura semisveglia di un libro in una camera d'albergo intorno alle
sei di una tipicissima mattina insonne è un'attività a quanto pare
molto ispiratrice. Si dà infatti il caso che il libro in questione sia
l'eredità lasciata da una coinquilina partita, dal contenuto ovviamente
sconosciuto, trovato sul fondo di una valigia contenente ogni cosa in
possesso di una stagista in transito prima del suo ritorno definitivo
in patria. Ma meno male che c'era, altrimenti passare le ore che
mancano all'inizio della vita umana senza svegliare la compagna di
stanza sarebbe stato molto più difficile.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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