Israele in lutto

minerbiVenerdì scorso, nel tardo pomeriggio, una bomba di mortaio palestinese ha ucciso un bambino israeliano di 4 anni, Daniel Tragerman che stava giocando all’interno della sua abitazione nel Kibbutz Nir Oz. Mentre i razzi inviati da Hamas sono generalmente eliminati durante il loro breve volo da “Cupola di Ferro”, ciò non è possibile per le bombe di mortaio, che permettono un preavviso quasi inesistente.
In fine settimana sono state numerose le incursioni aeree di Israele contro la striscia di Gaza e Hamas ha ucciso in pubblico 25 palestinesi sostenendo che erano collaboratori di Israele. Abu Mazen, Presidente dell’Autorità Palestinese, è stato nel Qatar dove ha incontrato Mashal, uno dei capi del Hamas e subito dopo è andato al Cairo dove è stato ricevuto dal Presidente egiziano Al-Sisi. 
L’unico progetto di mediazione sul tappeto è quello che fa capo all’Egitto, e quindi è lecito ritenere che la pista egiziana ritorni ad essere seguita.
Il Primo Ministro israeliano, Netanyahu, conduce le operazioni con intelligenza e moderazione, ma è costantemente denigrato da Lieberman, attuale Ministro degli Esteri, e da Bennet, Ministro dell’Industria, entrambi sostenitori di una linea più dura. Lieberman potrebbe avere delle speranze di rimpiazzare Netanyau ma questo progetto è di difficile attuazione. Intanto si è aperto un nuovo fronte sia sulla frontiera con il Libano sia sulla frontiera con la Siria e nella notte scorsa ci sono stati lanci di bombe da ambo le parti contro Israele, senza provocare vittime. Il Governo libanese è stato capace finora di mantenere la calma sul confine con Israele, mentre la Siria è in piena guerra civile ed il Presidente Assad non può dominare le forze ribelli. 
Israele ha, oltre a tutto, alcuni problemi interni. Il Ministero degli Esteri è praticamente inesistente sia per le lotte di potere del suo Ministro Lieberman, sia perchè in generale viene affidata all’esercito la soluzione dei problemi seri. Per cercare una via d’uscita si può o riprendere le conversazioni del Cairo o cercare di introdurre l’ONU che fino ad ora ha saputo solo incolpare Israele. Nella striscia di Gaza circa 300mila eterni profughi sono ospitati negli edifici dell’UNRWA. 
Le soluzioni possibili non sono molte. L’Egitto è pronto ad assicurare l’apertura dei passaggi dalla striscia di Gaza e questa potrebbe essere una soluzione parziale. Ma Hamas vorrebbe anche presentare alla popolazione locale dei successi dopo circa 2mila vittime. Chiede, perciò, un cessate il fuoco preliminare e di intavolare il negoziato solo successivamente. Uno dei capi di Hamas, Mashal, ha ammesso ieri che il rapimento dei tre ragazzi israeliani fu eseguito da uomini di Hamas, come Israele aveva sostenuto. Manca soprattutto da parte israeliana una visione chiara di una soluzione politica possibile. Anche la questione del porto marittimo e dell’aeroporto potrà essere discussa successivamente. Nell’immediato, solo Abu Mazen può fornire una conclusione al conflitto e nello stesso tempo potrebbe dare un avvio di soluzione al problema più vasto delle relazioni fra autorità palestinesi ed Israele. Dopo una guerra dolorosa, un accordo al Cairo per portare successivamente ad una intesa con Abu Mazen sulla questione palestinese potrebbe essere la formula più attuabile.

Sergio Minerbi, diplomatico

(24 agosto 2014)