Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Sukkoth
rappresenta nelle sue mitzvoth, come nessuna altra festa, il senso di
unità del popolo ebraico. La Sukkah, potenzialmente, deve poter
contenere tutto il clal Israel; il Lulav è valido solo se, unite, sono
presenti le quattro specie vegetali, rappresentative di tutti i tipi
possibili di ebreo. Decisamente argomento del giorno.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Come posso trasmettere la Shoah alle generazioni del futuro?
È una domanda che si fanno molti. Provo a rispondere facendo un’altra
domanda: come si fa oggi, con le forme della didattica in continua
evoluzione, a proporre un percorso di riflessione storica, che abbia la
capacità di far scoprire il fascino della ricerca, dello smontaggio e
la rimessa in serie di documenti (visuali, sonori, scritti,
elettronici, informatici…)? Lo dovremmo chiedere preliminarmente a chi
si occupa di scienza dell’educazione, abbandonando l’idea che sia
sufficiente “mostrare”. Insomma smettere di pensare che sia l’esperto
di storia contemporanea a fornirci un prodotto soddisfacente; a questo
possiamo chiedere di valutare i documenti, ma poi si tratta di pensare
una “narrazione”, di mettere in piedi uno storytelling e lì ci vanno
altre competenze, altre sensibilità capaci anche di mettersi in ascolto
e di saper lavorare sulla lunghezza d’onda del linguaggio dei fruitori
potenziali.
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Priebke, macabra
messa in scena
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Sdegno
collettivo di istituzioni e società civile per la messa, con un
altarino improvvisato di fiori e cartelli, celebrata ieri a Ponte
Sant’Angelo in ricordo del carnefice nazista Erich Priebke.
L’iniziativa è stata ideata dal suo legale, Paolo Giachini, e dallo
stesso è così spiegata al Messaggero (Raffaella Troili): “Visto che il
luogo della sepoltura non si può rivelare, per risolvere il problema di
chi vuole coltivare la memoria di Priebke e rendergli omaggio in un
luogo fisico abbiamo deciso di eleggere come luogo ideale Ponte
Sant’Angelo, che lui amava già dal ’41 e dove negli ultimi anni andava
a passeggiare. In futuro chiunque potrà portare un fiore o rivolgere un
pensiero”. Immediata la reazione del Campidoglio, che ha stigmatizzato
con chiare parole l’accaduto (“Uno schiaffo a tutta la città”, ha detto
Marino) e fatto rimuovere i manifesti celebrativi di Priebke affissi
sul ponte. C’è intanto preoccupazione per il corteo in suo onore
organizzato nel pomeriggio da Forza Nuova ad Albano Laziale.
Continuano a far discutere le dichiarazioni di Beppe Grillo, che a
Circo Massimo si è lanciato in nuove provocazioni riportate dal
Corriere della Sera: “Il Parlamento è una dimensione che non ci
appartiene. Ai ragazzi ho detto: da domani uscite, ricostruiamo gli
scranni del Parlamento davanti ai cittadini. Verrò anch’io”. Ha poi
continuato annunciando un referendum sull’euro: “Dobbiamo uscire il
prima possibile. Entro maggio raccoglieremo un milione di firme per una
legge di iniziativa popolare”, duro infine l’attacco al Governo, dopo
la terribile alluvione di Genova: “Lunedì vado al casello e voglio che
l’Esercito italiano arrivi prima di Renzi (…) Questi cialtroni vanno
fermati con l’esercito, perché l’esercito deve stare con gli Italiani”.
Sul Tempo un intervento del ministro dell’Interno Angelino Alfano a
tema terrorismo, ripreso dal sito www.formiche.net: “Terrorismo e
antiterrorismo sono entrati prepotentemente nella vita degli Stati,
delle società e degli individui dell’intero pianeta, modificando il
concetto stesso di sicurezza e di sovranità. In più, il terrorismo
internazionale di matrice religiosa, nella sua versione più evoluta e
aggressiva, veste anche abiti europei, muovendosi, talvolta,
insospettabile tra insospettabili e lanciando una sfida senza
precedenti alla sicurezza globale”. Alfano sottolinea poi l’importanza
di non confondere e far coincidere l’Isis con l’Islam, lo Stato
Islamico sta infatti colpendo gli stessi musulmani oltre alle minoranze
cristiane. L’approccio di Europa e USA per contrastare il terrorismo,
continua, si fonderà su: “l’integrazione di soft power e hard power,
cioè su di un mix oculato di diplomazia, intelligence e law enforcement
con lo strumento militare, con una probabile, progressiva, prevalenza
del primo sul secondo”.
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DEMENZA DIGITALE
FRANCOFORTE SI INCHINA A JARON LANIER
“È ora di reagire alla minaccia
dei monopolisti del web”
È
ora di reagire alla minaccia dei monopolisti del web e di difendere la
creatività, la cultura e l’intelligenza. Guru dell’informatica e delle
reti, musicista, artista e ascoltato analista della società
contemporanea, l’americano Jaron Lanier ha ricevuto questa mattina a
Francoforte il Friedenpreis des Deutsches Buchhandels, il prestigioso
riconoscimento che il mondo tedesco dell’editoria e l’organizzazione
dei librai tedeschi assegna alle personalità che si sono
contraddistinte con il loro lavoro nel campo della pace, del progresso
e dei valori umani.
Lanier è stato premiato per la sua denuncia ferma e lucida dei misfatti
e delle minacce alla democrazia e al progresso rappresentati da uso
distorto e indiscriminato delle tecnologie e delle reti. I social
network, ha detto, accrescono l’asservimento e la povertà, deprimono il
mercato del lavoro, avviliscono la creatività, ma soprattutto lasciano
spazio alle trame e agli interessi economici e politici di
mistificatori interessati solo al facile controllo delle masse.
Nel suo discorso di accettazione, che ha concluso le giornate della
Fiera del libro, il punto di incontro della cultura e dell’editoria
mondiale, e si è tenuto nella grande sala circolare della Paulskirche,
dove nel 1848 si riunì il primo parlamento democratico nazionale
tedesco e da allora rappresenta il simbolo della rinascita democratica
in Germania, Lanier ha lanciato di fronte a un pubblico commosso un
accorato appello per la difesa delle minoranze, della diversità e della
creatività. Una denuncia che trae radice nelle sue profonde competenze
informatiche, è considerato fra l’altro il padre della realtà virtuale,
ma anche nel suo rivendicato itinerario ebraico in quanto figlio di
sopravvissuti alla Shoah. A pronunciare il discorso di investitura, che
è stato trasmesso in diretta dal primo canale della televisione tedesca
e ascoltato da milioni di cittadini, di fronte a molti grandi nomi
della cultura e della politica tedesca, la potentissima organizzazione
dei librai tedeschi ha chiamato un suo socio di eccezione, il
presidente del Parlamento europeo Martin Schultz, esponente di spicco
dello schieramento progressista e lui stesso libraio ad Aquisgrana.
I libri di Jaron Lanier “Tu non sei un gadget” (Mondadori) e “La
dignità ai tempi di Internet” (Il Saggiatore) sono recentemente apparsi
anche in versione italiana.
(Nell’immagine Jaron Lanier nel corso della solenne cerimonia assieme al sindaco di Francoforte Peter Feldmann).
gv
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NOBEL, IL TRIONFO DI PATRICK MODIANO
Pagine di memoria
Memoria,
oblio, identità, colpa. Non sono certo temi banali, quelli di Patrick
Modiano, che quando ha saputo di aver vinto il Nobel ha commentato
“c’est bizarre!” e ha “l’impressione di aver continuato a scrivere lo
stesso libro per 45 anni”. Ha scritto una trentina di romanzi, e libri
per bambini, sceneggiature cinematografiche, testi di canzoni. La sua
scheda sul sito ufficiale è, come per tutti i vincitori, semplicissima,
e di Modiano, premio Nobel per la letteratura 2014, si legge che è nato
il 30 luglio 1945 a Parigi, “ove risiedeva al momento dell’annuncio”.
Segue la motivazione del premio: “per l’arte della memoria con cui ha
evocato i destini umani più inafferrabili e svelato la vita reale sotto
l’Occupazione”. Francese, madre fiamminga e padre ebreo italiano,
autore di una trentina di libri molto noti in Francia e pochissimo
tradotto in inglese, ha una storia che per nulla corrisponde alla
semplicità della scheda ufficiale, a partire dalla data di nascita.
Modiano, infatti, per almeno una decina d’anni dopo la pubblicazione
della sua prima opera – “La Place de l’Étoile”, 1968 – ha continuato a
dichiararsi nato nel 1947, quasi a distanziarsi il più possibile dalla
fine della seconda guerra mondiale. Con i suoi romanzi spesso brevi,
malinconici, quasi sfuggenti, ha per tutta la vita girato
ossessivamente intorno alla storia più sotterranea, oscura e
inconfessata del Novecento a cavallo fra il periodo dell’occupazione
nazista e il presente, tornando continuamente sullo stesso tema, sugli
stessi luoghi, sugli stessi oggetti, a comporre un unico grande
affresco.
(nella foto il padre di Patrick, Alberto Modiano, nel 1930)
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Pensare il radicalismo islamico |
Che
il radicalismo islamista si nutra di una concezione totalitaria delle
relazioni sociali, dei rapporti tra esseri umani, è un dato
incontrovertibile. Cosa implica questa affermazione? Che esso ritiene
gli individui dei meri prolungamenti della propria “comunità”, di un
organismo collettivo al quale tutto va ricondotto e, se necessario,
nell’eventualità, sacrificato. Se lo intendiamo come un regime
politico, allora il riferimento è ai fascismi e al nazismo; se lo
vediamo come movimento, allora il rimando è ad una concezione del
comunismo che trovava nel bolscevismo il suo completamento. Laddove,
però, alla ferrea dialettica tra avanguardie e collettività
quest’ultimo assommava il discorso sulla “rivoluzione” come atto
perennemente incompiuto. Non si tratta di progenitori diretti, né di
precedenti storici, ma modelli antesignani di una qualche rilevanza,
sia pure nelle infinite diversità delle traiettorie concrete.
Claudio Vercelli
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Nugae
- Corsette chic |
Mangiare
cioccolata, togliere gli scarponi dopo una giornata di sci, fare
l’acquisto dei sogni a un prezzo scontato, guardare la pioggia
incessante fuori dalla finestra, ci sono alcune cose che effettivamente
sono universalmente connotate come positive. Ma no, adesso va più di
moda dire: “Non c’è niente che mi piaccia più di una bella corsetta”.
Apparentemente ci si sente liberi, leggeri, felici, e non affaticati,
indolenziti, sudati come un tempo. Ma per favore.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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