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21 ottobre 2014 - 27 Tishri 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
La rinnovata ricongiunzione dell’ultima parola della Torah, Israel, con la prima parola Bereshìt, in principio, ci  ricorda costantemente che il nostro lavoro non è mai finito e che vivere è un ricominciamento continuo.
 
Dario
Calimani,
anglista
Non sono sicuro che Il mercante di Venezia sia un dramma univocamente antisemita. Quel che è certo però è che la regia di Valerio Binasco (con Silvio Orlando nei panni di Shylock) non mostra né empatia né alcuna comprensione delle ragioni del testo (e di Shylock). Come nelle peggiori letture di questa ‘commedia’ shakespeariana, Shylock è una caricatura, con la sua calcata e fastidiosa pronuncia simil-yiddish e con la kippà in testa solo quando al processo pretende la libbra di carne, a sottolineare il carattere assolutamente ebraico, ‘religioso’, della crudeltà e della vendetta.
 
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Il Memoriale della Shoah
e le immagini inedite
“Il Museo della Shoah così non si era mai visto. L'immagine inedita, pubblicata dal mensile Pagine ebraiche, svela come il Museo sarà inserito nell'area adiacente alla residenza di Mussolini. E racconta quale sarà l'impatto anche nel contesto circostante”. Sul Corriere della Sera Alessandro Capponi racconta, dando un'anticipazione del numero di novembre di Pagine Ebraiche, la configurazione che avrà il Museo della Shoah della Capitale. “'Roma avrà il suo Museo della Shoah e la struttura, fondamentale per l'intera società italiana, troverà sede nell'area di Villa Torlonia': è l'incipit dell'articolo di Adam Smulevich su Pagine ebraiche – scrive Capponi - che mostra dunque anche il futuro prossimo dell'area”. Dall'articolo di Pagine Ebraiche, il giornalista del Corriere riprende anche le parole dell'architetto Luca Zevi, responsabile del progetto del Museo della Shoah. 
Slogan anti-immigrati, nuovi e preoccupanti alleanze in Europa, espulsioni interne. Beppe Grillo continua la sua campagna populista alla guida del Movimento Cinque Stelle e, al parlamento europeo, per far rinascere il gruppo euroscettico “abbraccia con Nigel Farage il polacco Robert Jaros Iwaszkiewicz” (Repubblica). Uno che, difendendo il leader negazionista del suo partito Knp , affermava: “Ha semplicemente detto che non ci sono prove che Hitler fosse a conoscenza dell'Olocausto”. Alleanze pericolose a Bruxelles che sembrano aver diviso i rappresentanti del Movimento in Europa. “Un passo verso destra – scrive il Corriere della Sera - che starebbe già creando malumori tra gli eurodeputati”.
Su Repubblica, Gabriele Isman riporta la notizia della decisione del Museo di Auschwitz di far rimpatriare l'installazione italiana presente al memoriale. E l'Aned, come conferma la consigliera Grazia Di Veroli, sta già lavorando per trovare all'opera una nuova ubicazione. In merito ai lavori sulla sezione italiana del memoriale di Auschwitz, Isman riporta le parole di Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma: “Con la mediazione del governo – il virgolettato di Pacifici ripreso da Repubblica - si è trovata la soluzione per quel memoriale che, a parte una scritta di Primo Levi, nulla racconta della deportazione italiana. Ora sarà possibile costruire un comitato con l'Unione delle comunità ebraiche italiane per sviluppare un'opera di narrazione sul modello di quelle che vediamo qui per altri Paesi come la Francia”.
“Riconoscere lo Stato di Palestina?”, il quesito a cui risponde Furio Colombo sul Fatto Quotidiano, riflettendo sulla recente mozione del Parlamento britannico in cui si chiedeva appunto il riconoscimento dello Stato palestinese. “I deputati inglesi hanno detto una cosa impossibile nelle relazioni internazionali, una cosa che non ha niente a che fare con la politica di Netanyahu – scrive Colombo - Si sono impegnati nel riconoscimento di uno Stato che, al momento, continua a rinnovare il proposito di distruggere l'altro Stato. Purtroppo (e senza contare le bandiere nere dell'Isis che sventolano poco lontano) la tragedia continua”.
“Usa, ai nazisti espulsi la pensione di Stato in cambio dell'oblio”, titola La Stampa sul caso che ha investito gli Stati Uniti in queste ore. Secondo le ricostruzioni dell'Associated Press, la Casa Bianca avrebbe negoziato negli anni '70 con decine di criminali nazisti, arrivati nel paese dopo la seconda guerra mondiale: in cambio della loro fuoriuscita volontaria dal suolo americano e del loro silenzio, il governo di Washington avrebbe infatti pagato laute pensioni ai criminali nazisti (tra cui Martin Hartmann e Jakob Denzinger, ex guardie nazista del campo di concentramento di Auschwitz ) oramai fuori dal paese.
 
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  davar
su pagine ebraiche le immagini inedite
La Memoria trova casa
Villa Torlonia si fa realtà

Immagini inedite che mostrano e consentono di visualizzare chiaramente la collocazione del museo della Shoah nel contesto della Villa Torlonia, articoli che ricostruiscono la complessa vicenda e un intervento dell’architetto Luca Zevi, che firma il progetto e presenta al lettore le caratteristiche architettoniche della sede. Il numero di Pagine Ebraiche di novembre da oggi in distribuzione offre molti spunti di riflessione e di conoscenza sull’iniziativa rilanciata dal sindaco di Roma Marino, che ha annunciato la posa della prima pietra per il prossimo 27 gennaio. Il materiale in pubblicazione è stato fra l’altro ripreso con evidenza anche dal Corriere della Sera di stamane.

Roma avrà il suo Museo della Shoah e la struttura, fondamentale per l’intera società italiana, troverà sede come previsto nell’area di Villa Torlonia. A stabilirlo, con voto unanime, il Collegio dei Soci Fondatori del Museo riunitosi in Campidoglio a metà ottobre. “Si tratta di una scelta che porterà la città di Roma a dotarsi di una struttura di respiro internazionale per trasmettere la memoria di ciò che è stato e far sì che determinate dinamiche di violenza e sopraffazione, contro chiunque siano rivolte, non abbiano a ripetersi in futuro”, commenta il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Il Museo sorgerà infatti nell’area adiacente alla residenza romana di Benito Mussolini, che a Villa Torlonia soggiornò dal 1925 al 1943 e vi prese le decisioni più importanti che portarono il paese sull’orlo dell’abisso e gli ebrei italiani in condizioni di totale annullamento dei loro diritti. Ma non basta. Una sede temporanea alla Casina dei Vallati nell’area del Vecchio Ghetto sarà aperta subito; l’esecuzione del progetto originario di Villa Torlonia seguirà invece nei tempi più rapidi con la posa della prima pietra per il 27 gennaio 2015, data in cui ricorreranno i 70 anni dalla liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz Birkenau. Dopo mesi complessi e tortuosi il Museo della Shoah di Roma prende in questi giorni la strada per la sua definitiva realizzazione.
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l'intervento di luca zevi
Quale progetto per la Memoria
Il “giallo” che, a partire dalla fine di luglio, ha caratterizzato la vicenda del Museo Nazionale della Shoah di Roma si è concluso con il migliore degli esiti, attraverso una composizione fra due posizioni che sembravano inconciliabili e che solo grazie alla disponibilità e all’impegno del Comune di Roma hanno potuto trovare un momento alto di sintesi: il progetto del Museo della Shoah nell’area di Villa Torlonia – frutto di un impegno decennale congiunto di Regione Lazio, Provincia e Comune di Roma, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Comunità di Roma e Associazione Figli della Shoah e giunto alla fase di aggiudicazione della gara d’appalto per la costruzione – verrà realizzato nei tempi più rapidi possibili; la richiesta di una sede nella quale far vivere fin da subito questa realtà museale in fieri, avanzata da alcuni ex-deportati, viene pienamente soddisfatta dalla concessione della Palazzina dei Vallati in piazza 16 ottobre.

Un “lieto fine”, che consente di tornare a ragionare serenamente sul Museo della Shoah anche cercando di far luce sull’oggetto della contesa estiva, oscurato dallo scontro fra argomentazioni contrapposte. In realtà l’alternativa fra la sede prestabilita – un lotto limitrofo a Villa Torlonia – e le alternative ventilate – un centro commerciale all’EUR, soprattutto – non è mai esistita.

Luca Zevi, Pagine Ebraiche novembre 2014
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24 ottobre, anche in italia lo Shabbat Project 
Un giorno per stare insieme
“Uno per tutti, tutti per uno, si potrebbe così intitolare il progetto, partito l’anno scorso dalle comunità ebraiche del Sud Africa, con il fine di coinvolgere tutti gli ebrei in una cerchia sempre più ampia di comunità, a vivere e osservare, tutti insieme, uno Shabbat all’anno, in un clima di amicizia, di accoglienza e condivisione di esperienze, emozioni e sentimenti”. Così rav Giuseppe Momigliano, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, introduce sul numero di Pagine Ebraiche di settembre lo Shabbat Project che sarà il protagonista i prossimi 24 e 25 ottobre, un’iniziativa mondiale supportata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane attraverso l’Assemblea rabbinica e il Dipartimento Educazione e Cultura. Uno Shabbat Noach diverso da tutti gli altri, che si apre a ricevere persone in tante e diverse comunità ebraiche del mondo, “condividendo – continua rav Momigliano – preparativi e progetti, dalla preparazione delle challoth, all’organizzazione dei pasti festivi, dalla predisposizione di attività, consone al particolare carattere dello Shabbat, che coinvolgano nel corso della giornata tutte le diverse fasce d’età, fino alla cerimonia conclusiva dell’havdalah”.
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israele
Gerusalemme, verso l'elezione
dei nuovi rabbini capo

Verranno eletti oggi i due nuovi rabbini capi, ashkenazita e sefardita, di Gerusalemme. La votazione avverrà nel pomeriggio tra le 4 e le 7 (ora israeliana) e i risultati saranno comunicati subito dopo. A esprimere la preferenza è un'assemblea di 48 membri, che comprende 24 rappresentanti del Consiglio cittadino, 12 rappresentanti designati dal Ministero per i servizi religiosi, e 12 rappresentanti designati da diverse sinagoghe della città. Nell'elezione, fortemente influenzata dalla politica, al momento sono dati per favoriti Arye Stern per la posizione di rabbino capo ashkenazita e Shlomo Amar per quella di rabbino capo sefardita. Rav Stern, candidato di corrente sionista religiosa, ha ottenuto il sostegno politico del partito HaBayit HaYehudi. Candidato per la medesima posizione, sostenuto dai partiti haredi, rav Moshe Haim Lau, figlio dell'ex rabbino capo d'Israele Yisrael Meir Lau e fratello dell'attuale rabbino capo di Tel Aviv David Lau. Per quanto riguarda la parte sefardita, rav Amar ha presentato la sua candidatura solo due settimane fa. Nonostante di corrente haredi, il leader del partito Bayit Yehudi Naftali Bennet e il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat hanno deciso di sostenerlo. Secondo quanto riporta il Jerusalem Post, la decisione sarebbe stata presa per sfavorire gli altri candidati Shmuel Eliyahu, di corrente sionista religiosa, e rav Haim Amsalem, sostenuto dai partiti liberali. Amar è inoltre riuscito ad ottenere il sostegno di Shas, garantendosi una vittoria quasi assicurata.
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Emergenza in liguria
L'impegno dell'Italia ebraica
Un furgone carico di mezzi di prima necessità raccolto in pochi giorni dalla Comunità ebraica di Merano e dalla locale sezione Adei con il contributo di amici e iscritti. È il sostegno arrivato in queste ore alla popolazione di Ponte di Savignone, comune ligure colpito dalla terribile alluvione degli scorsi giorni. Nel furgone, tra i vari aiuti, coperte, lenzuola, sacchi a pelo, biancheria, giocattoli.
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MEMORIA - festival del cinema di roma
Shoah, elaborare il dolore
“Un documentario che vuole indagare nelle emozioni di tutti i protagonisti coinvolti”. Così il regista Beppe Tufarulo definisce “I figli della Shoah – Un viaggio nell'animo dei figli della Shoah”, film scritto da Cesare Israel Moscati e prodotto da Ippolito Leotta per Global Vision Group con Rai Cinema. Questa sera la proiezione in anteprima, al cinema Barberini (l'ingresso è su invito), nell'ambito del Festival Internazionale del Film di Roma.
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qui roma
Artisti per la Memoria
Colori, parole e musica per ricordare l'orrore del 16 ottobre 1943, data in cui i nazisti catturarono 1023 ebrei romani per deportarli nei campi di sterminio nazisti. È il senso dell'iniziativa “Artisti per la Memoria” svoltasi ieri sera presso il Centro Ebraico Il Pitigliani con esposizione di opere, letture di poesie e l'accompagnamento musicale del violino di Marco Valabrega. Protagonisti, tra gli altri, Alice Werblowski, Nadia Werba, Lillo Bartoloni, Eva Fisher, Ariela Bohm, Georges De Canino e Franca Sonnino. Tra gli autori che sono stati letti, invece, figurano Primo Levi, Edith Bruck, Anna Segre e Roberto Piperno.
 

pilpul

Il Sinodo e noi
Si è chiusa la prima fase dei lavori del Sinodo dedicato alla famiglia. Dopo giorni di discussioni è stata divulgata una relazione che non nasconde i punti controversi, i dissensi e persino i voti sui singoli punti. Due sono state le questioni più dibattute anche sui mezzi di informazione: l’atteggiamento da tenere nei confronti degli omosessuali e la possibilità o meno per i divorziati risposati di far parte della comunità ecclesiale. Ovviamente si tratta di problematiche attualissime se pensiamo alla società in cui viviamo.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Il dottor Morte
Che fine ha fatto il dottor Morte? Un nuovo libro cerca di fare chiarezza (definitivamente?) sulla sorte del criminale nazista Aribert Heim: Il dottor Morte. Storia della caccia al medico boia di Mauthausen, di Nicholas Kulish e Souad Mekhennet, due giornalisti del New York Times (Mondadori, pp. 300). L’ex membro delle Waffen SS, austriaco, fu medico nei lager di Buchenwald e di Mauthausen e nel dopoguerra venne accusato da diversi sopravvissuti di varie nefandezze, come l’asportazione di organi a pazienti sani, la sperimentazione di veleni e farmaci sui deportati e l’uccisione dei pazienti iniettando loro benzina nel cuore (conservava il loro teschio come trofeo sulla sua scrivania).

Mario Avagliano
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