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7 novembre 2014 - 14 Cheshvan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Gli attentati delle ultime settimane, compiuti a Gerusalemme, sono una costante fonte di lacrime e dolore perché ogni ora che passa consegna alla morte uno dei feriti gravi. Posso permettermi il terribile lusso giornalistico di non contare i morti perché non offro la precisione delle notizie, quanto piuttosto il dramma di una riflessione tra il numero ed il dolore di tutte le vittime. Tre di queste erano una bimba di tre mesi, Chaia  Zissel Baruch zl, una ventiduenne, Karen Yemima Musqara zl, ebrea discendente di anusim, ebrei divenuti cristiani con le persecuzioni dell’Inquisizione Spagnola iniziate cinque secoli fa ed un poliziotto druso, Jedan Assad zl di trentotto anni.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Non si può più sopportare. Non è ammissibile ed è segno della permanenza inquietante di un antisemitismo sottotraccia. Parlo della continua, reiterata, intramontabile affermazione che si legge costantemente nelle biografie di personaggi di rilievo che hanno la ventura di essere ebrei. Ma non lo sono mai. Sono sempre “di origine ebraica”, oppure “di origini israelitiche”. Ripeto: nonostante non si tratti di per sé di un insulto, è un linguaggio reticente che non è accettabile. Non esiste, infatti, una reciprocità.
 
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Gli applausi di Grossman
David Grossman torna protagonista in Italia. Il Corriere della Sera dedica al celebre scrittore israeliano – che il prossimo 13 novembre aprirà a Milano il festival letterario BookCity – la copertina del settimanale Sette: all’interno, una lunga intervista, firmata da Alessandro Vigna, presenta l’ultimo libro di Grossman, Applausi a scena vuota (Mondadori) di cui Repubblica riporta una breve anticipazione. “Il protagonista è Dova’le, diminutivo di Dov che in ebraico significa orso, ed è un comico – scrive nella sua recensione su Repubblica Wlodek Goldkorn – Ma è un comico sgraziato, scorbutico, talvolta pericoloso per gli altri, come può essere appunto un orso”. Attraverso Dova’le, Grossman racconta se stesso e la realtà israeliana, su cui si sofferma a lungo nel corso dell’intervista al Corriere. Rispetto al conflitto, parla di un’armatura di cinismo che avvolge israeliani e palestinesi, ormai scettici su una prospettiva di pace. “Il primo, e il peggiore, esempio di questo – afferma Grossman – è il nostro primo ministro, Benjamin Netaniahu. Persona di talento, ma senza visione, concentrata solo sul prevenire la guerra. L’incapacità di credere in una situazione migliore è rinizio della sconfitta”. Ancora sul conflitto, a causa del quale Grossman ha perso un figlio, lo scrittore suggerisce come via per combattere il fanatismo di Hamas e il suo successo a Gaza, la possibilità di trovare un accordo in Cisgiordania. “Hamas agisce in modo brutale verso gli stessi palestinesi – afferma il romanziere – Possiamo stemperare il sostegno che riceve, se i palestinesi della Striscia vedono che quelli della Cisgiordania ottengono buone condizioni di vita. Se non vicano più dentro l’ombra dell’occupazione, se i loro figli possono crescere meglio, se la prosperità è una realtà possibile!”.
Rimanendo in tema rispetto alle questioni mediorientali, Israele ha appreso che la Corte Penale Internazionale non si occuperà del caso Mavi Marmara, l’episodio che nel 2010 vide coinvolti gli attivisti di una delle navi della Freedom Flottilla e le forze armate israeliane. Nove persone, di nazionalità turca, rimasero uccise nello scontro, aprendo una crisi diplomatica tra Israele e Turchia,come ricorda la Stampa. Avvenire, invece, parla dell’impegno del primo ministro Netanyahu a mantenere la calma a Gerusalemme, sconvolta nelle ultime settimane da rivolte e da due attentanti, uno compiuto lo mercoledì contro su cui, come racconta l’Osservatore Romano, è arrivata la condanna del segretario Usa John Kerry. Il Monte del Tempio, o Spianata delle Moschee, è il luogo a più alta tensione. “Netanyahu ha parlato ieri con il re di Giordania Abdallah – scrive Avvenire, che – ribadendo l’impegno di Israele a ‘non modificare lo status quo’ che impedisce agli ebrei di pregare sulla Spianata, come invece vorrebbe la destra religiosa”. Ancora su Israele, Fabio Scuto sul Venerdì di Repubblica racconta il mondo haredi israeliano, prendendo spunto dal recente rifiuto di alcuni ultraortodossi di sedersi accanto a delle donne su di un volo della compagnia El Al. Nell’articolo, che non sembra voler approfondire la complessità del mondo Haredi, diverse inesattezze. Tra cui l’affermazione che gli ultraortodossi rappresenterebbero un terzo della popolazione israeliana mentre i dati parlano del 10%.
 
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  davar
QUI NAPOLI
Comunità ebraica in mostra
150 anni di identità e storia

Dall’infamante editto di espulsione promulgato dai regnanti spagnoli alla scintilla che tornò a brillare tre secoli dopo grazie alla famiglia Rothschild, dall’incubo nazifascista ai nuovi progetti di futuro. Traccia un raggio ampio la mostra “La Comunità Ebraica di Napoli, 1864 – 2014: 150 anni di storia” che si inaugura mercoledì 12 novembre nella città partenopea (la sede è quella, altamente simbolica, della Biblioteca Nazionale) con il sostegno della Presidenza della Repubblica e il patrocinio della Regione Campania, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione Beni Culturali Ebraici. Curata da Giancarlo Lacerenza del Centro di Studi Ebraici L’Orientale, la mostra – con un secondo momento espositivo in programma presso l’Archivio di Stato (14 gennaio-28 febbraio) – si sviluppa per ambiti tematici e si apre con l’esposizione di arredi liturgici e varia documentazione a stampa che dal Quattrocento ci porta fino all’avvento in città della celebre famiglia di banchieri cui si deve, nel 1821, l’avvio di una vera e propria rinascita ebraica. Furono infatti i Rothschild a prendere per primi in affitto i locali di via Cappella Vecchia dove ha ancora oggi sede la sinagoga e a fondare un ospedale israelitico a Porta Posillipo. I pannelli successivi illustrano invece la vita culturale e religiosa della Comunità (quella formalmente istituita nel 1864) insieme alle grandi avventure commerciali dei suoi protagonisti: il primo negozio in città di battitura e scrittura a macchina The Empire, della famiglia Soria (nell'immagine), la prima sala cinematografica di Mario Recanati, la Fabbrica di Biancheria Finissima Salvadore Campagnano, il Setificio Sinigallia, la ditta Samia o la Pace Cagli. Rilievo viene inoltre dato ai documenti sulla famiglia Ascarelli con riferimento particolare alla figura di Giorgio, fondatore nel 1926 dell’Associazione Calcio Napoli.
Soddisfazione è espressa dal presidente della Comunità ebraica Pierluigi Campagnano: "Questa mostra - afferma - è il coronamento di un percorso iniziato lo scorso anno con la visita del presidente Napolitano a Villa Pignatelli in occasione delle celebrazioni della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Un ringraziamento va al dottor Lacerenza per la qualità e l'intensità del suo lavoro. Il risultato che si è ottenuto è infatti egregio, grazie anche all'aiuto dei volontari che ci hanno dato una mano". Mercoledì, al suo fianco, anche il consigliere UCEI Sandro Temin.
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israele - la visita del ministro degli esteri ue  
Mogherini e il ruolo dell'Europa
È necessario e urgente che riprendano i colloqui di pace. Questo il messaggio portato dell'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione Europea Federica Mogherini al primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu. Come sua prima missione diplomatica nelle vesti di Lady Pesc, Mogherini ha infatti deciso di visitare Israele e la Striscia di Gaza, cercando di rilanciare il ruolo dell'Europa in possibili negoziati tra le due parti. “Sembra poterci essere la volontà politica di riaprire i colloqui di pace e fare in modo che questi colloqui portino a risultati concreti”, ha dichiarato Mogherini che ha condannato i recenti attacchi terroristici a Gerusalemme. A riguardo, di questa mattina la notizia della morte di Shalom Ba’adani, diciassettenne studente di yeshiva, investito nella Capitale israeliana mercoledì scorso da un terrorista palestinese (ieri invece i funerali dell'altra vittima, Jedan Assad). A Gerusalemme, la tensione resta alta e in merito si è espresso anche il rabbino capo sefardita di Israele Itzhak Yosef. “ Gli ebrei non devono andare al Monte del Tempio e provocare i terroristi arabi”, ha dichiarato rav Yosef, secondo quanto riportano i siti di informazione israeliani. Sulla questione, il premier Netanyahu si è impegnato a “mantenere lo status quo del luogo” mentre su Gerusalemme ha voluto ribadire a Mogherini che “non è un insediamento ma la nostra capitale”.
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memoria - a trieste il laboratorio
Rendere giustizia al passato
Ristabilire la Memoria significa lavorare per un futuro migliore, ma anche rendere giustizia. Nell’estrema ricchezza di esperienze e testimonianze che stanno emergendo nel convegno interdisciplinare Il valore del ricordo. La perdita dei beni e la Memoria, che giunge oggi alla sua giornata conclusiva, si è discusso di cultura della Memoria anche nei suoi fondamentali risvolti economici e sociologici.
È toccato al direttore scientifico del Centro di documentazione ebraica contemporanea Michele Sarfatti, mettere in luce quanto il lavoro riparatorio del legislatore, anche quando animato dalle migliori intenzioni, per raggiungere un risultato deve essere necessariamente supportato da una solida base di conoscenza storica e sociale. Attraverso l’esempio delle norme, rimaste in larga misura lettera morta, che attribuiscono all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane i beni degli ebrei morti senza eredi nelle persecuzioni e nello sterminio, lo storico ha posto in evidenza il problema di dare effettiva applicazione di processi delicatissimi che non possono essere esclusivamente affidati alla gestione delle macchina dell’amministrazione statale.
La sua relazione (I beni sottratti agli ebrei in Italia nel 1938-1945 e la Commissione Anselmi del 1998-2001) ha affrontato temi che non sono solo di particolare interesse per gli ebrei italiani, ma dell’intera società italiana là dove si intende generare una nuova consapevolezza di quello che è stato e di trasmettere attraverso le generazioni quel patrimonio di conoscenze che deve essere posto a garanzia della democrazia e della società civile.
Nel corso della giornata, fra i tanti interventi di questo importante spazio di confronto sui temi della Memoria, fortemente voluto dallo storico Giacomo Todeschini, dell’Università di Trieste e coordinato nella sua seconda giornata da Alessandro Treves, della Scuola superiore di studi avanzati di Trieste, Roberto Spazzali dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia e Gloria Nemec, dell’Istituto regionale per la cultura istriana, lo spettro dei temi trattati si è ulteriormente allargato rispetto ai vasti orizzonti già delineati nella precedente giornata dei lavori.

(nell’immagine il tavolo dei relatori durante l’intervento di Michele Sarfatti)
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memoria - a trieste il laboratorio
Il dolore della perdita
Appartenenze: Proprietà e beni in senso lato, materiali e immateriali. Di questo si è parlato per tutto il pomeriggio durante la terza sessione, moderata da Marta Verginella dell’Università di Lubiana (Slo), della prima giornata al convegno internazionale “Il valore del ricordo. La perdita dei beni e la memoria” in corso a Trieste presso il Magazzino delle Idee. Partendo dalle vicende vissute in città, attraverso l’analisi fatta dallo storico Franco Cecotti sui beni abbandonati dai “regnicoli”, i cittadini di lingua italiana provenienti dal Regno d’Italia, e spostandosi poi nella ex Yugoslavia con il racconto dell'antropologa Nina Vodopivec delle lacerazioni vissute dalla popolazione.
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QUI ROMA - L'APPELLO DEL RAV DI SEGNI
“L'Unione Europea si impegni per tutelare i diritti religiosi"
Un fermo appello perché l'Unione Europea si impegni contro ogni forma di pregiudizio e per la tutela dei diritti religiosi. A lanciarlo il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni in occasione di un incontro con il leader del Partito Popolare a Bruxelles Manfred Weber e con il suo vice Antonio Tajani. "Le questioni su cui la comunità ebraiche vogliano sensibilizzare l'Unione Europea – ha affermato il rav – sono l'aumento dell'antisemitismo in Europa e le minacce che vengono da varie fonti alla libertà religiosa. Mi riferisco in particolare agli attacchi alla circoncisione e alla macellazione rituale. Sono attacchi mirati alle comunità islamiche che però si ritorcono anche contro gli ebrei”.
Tra gli eventi che nel recente passato hanno suscitato maggiore preoccupazione il voto dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (ente consultivo con grande influenza sui vertici della UE) che, in un documento approvato a larga maggioranza nell'ottobre 2013, aveva messo sullo stesso piano la pratica della circoncisione alle mutilazioni genitali femminili.
“Una decisione molto grave e allarmante. Ad essere violato – si era espresso allora rav Di Segni – è un rapporto di fiducia millenario tra l’Europa e le religioni ebraica e musulmana con il superamento di limiti che, anche nei momenti più bui, non stati toccati. All’origine vi è una totale incomprensione dei diritti religiosi”. 

qui firenze
Una marcia per la Memoria
Partenza in piazza Duomo, arrivo nel giardino antistante la sinagoga. Molte centinaia, anche quest’anno, i fiorentini che hanno preso parte al corteo per la Memoria organizzato da Comunità ebraica e Comunità di Sant’Egidio per ricordare gli oltre 300 ebrei che dal capoluogo toscano furono deportati ad Auschwitz Birkenau. La commemorazione, partecipata da varie comunità religiose , ha visto gli interventi della presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli, del rabbino capo Joseph Levi, del portavoce di Sant’Egidio Michele Brancale e dell’assessore comunale Sara Funaro. “Un grazie particolare alla Comunità di Sant’Egidio e a tutte le comunità religiose presenti. La memoria richiama alla mente un passato che ci serve oggi perché ciò non accada più per nessun popolo”, le parole dell’assessore Funaro.
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pilpul
Libri di carta e doppie identità
“Forse un giorno noi ebrei, per poter leggere durante lo Shabbat e le feste, resteremo gli unici a usare i libri di carta, così come oggi siamo rimasti gli unici a scrivere a mano su rotoli di pergamena.” Una considerazione che emerge spontaneamente in occasione dell’apertura di una libreria, impresa apparentemente azzardata (ma noi ebrei, oltre ad essere quelli che in alcuni giorni dell’anno possono leggere solo libri di carta, siamo anche quelli abituati a vedere la riuscita di imprese controcorrente che all’inizio appaiono azzardate).

Anna Segre, insegnante
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Vai e vivrai
Dekh Lekhà. “Va' via dal tuo paese [...] Farò di te una grande nazione”. Come Va' e vivrai, va' e ti realizzerai, va' e avrai un domani migliore. Simile alla voce che spinge il migrante, anche contemporaneo, a lasciare il proprio paese, la propria pur instabile sicurezza nella speranza di trovare altrove qualcosa di più desiderabile, o una vita che non sia solamente mera sopravvivenza.

Francesco Moises Bassano, studente
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Sodoma
Se Sodoma ha dovuto fare i conti con la propria incapacità di essere ospitali, che l'ha portata all'autodistruzione, mi chiedo noi, nelle nostre Comunità e società civile.. quanto siamo lontani da Sodoma?

Ilana Bahbout
 




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