Roberto
Della Rocca,
rabbino
|
Le
tragiche immagini dei corpi stesi delle vittime dell’attentato alla
sinagoga di Har Nof a Yerushalaim, intrise di sangue e con indosso
Tallit e Tefillìn, non mi danno pace.
Quelle vittime stavano pregando per la pace, indossavano parole di
pace, erano in un’atmosfera di pace e si stavano predisponendo a una
giornata di pace.
“…Io ho intenzioni di pace, ma quando le manifesto essi pensano alla guerra…” (Salmo 120; 7).
|
|
Dario
Calimani,
anglista
|
Questa
mattina un altro attentato a Gerusalemme, e altri morti. Non su un
campo di battaglia, ma in piena città, all’interno di una sinagoga. Si
leggono in questi giorni articoli di stampa sulle migliaia di
israeliani che hanno lasciato Israele negli ultimi anni. Non è un
argomento da celebrare, me ne rendo conto benissimo, e non è neppure
una scelta patriottica. Ma si può, è corretto, è umano considerarlo un
tradimento?
|
|
Leggi
|
|
Auschwitz, investire
per la Memoria
|
Tra
i quotidiani in edicola oggi, il Corriere della Sera riprende la
notizia rilanciata dallo spagnolo El Pais secondo cui Italia e Spagna
sarebbero gli unici due paesi a non aver contribuito al Fondo perpetuo
per salvare Auschwitz. “Mi risulta che ci siano contatti tra la
presidenza del Consiglio e il governo polacco per risolvere la
questione”, ha dichiarato Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane, interrogato dal giornalista Paolo Conti che
scrive come abbia “ragione Gattegna quando sostiene che 'la nostra
presenza è indispensabile. L'Italia fascista fu corresponsabile delle
atrocità di Auschwitz accanto all'alleata Germania nazista. II Paese di
oggi non ha una responsabilità rispetto al passato ma è doveroso che
partecipi a un progetto per evitare che tutto cada nel dimenticatoio.
Quel capitolo di storia è una tappa indispensabile nell'educazione
delle nuove generazioni. Non abbiamo alcuna motivazione legata al
rancore o all'odio. Vogliamo che la memoria resti viva, che I giovani
sappiano, che il luogo resti lì a dimostrare cosa è accaduto'”.
“Verrebbe da dire: fatelo per Primo Levi... L'Italia ha una
responsabilità primaria nelle deportazioni degli ebrei”, la
dichiarazione dello storico Marcello Pezzetti, direttore scientifico
del Museo della Shoah di Roma. A chiudere l'articolo, le considerazioni
di Conti che con amarezza commenta “la crisi economica non può stavolta
funzionare come scusa. Proprio no”.
|
|
Leggi
|
|
|
israele
Gerusalemme, torna l'orrore Netanyahu: "Reazione ferma"
“Israele
reagirà con mano pesante a questo brutale assassinio di ebrei che
erano andati a pregare e che sono stati massacrati da spregevoli
assassini. Questo attacco è il diretto risultato dell'incitamento
di Hamas e Abu Mazen che la comunità internazionale irresponsabilmente
ignora”.
Nell'imminenza della riunione del gabinetto di sicurezza convocata per
il pomeriggio il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu definisce
chiaramente mandanti e responsabilità dell'attentato alla sinagoga del
quartiere di Har Nof a Gerusalemme.
Un'azione sanguinosa, realizzata con armi da fuoco, coltelli e asce,
che ha portato all'uccisione di almeno quattro persone (oltre ai due
attentatori) e al ferimento di molte altre, alcune delle quali
ricoverate in ospedale in lotta tra la vita e le morte.
Mentre le terribili immagini della strage fanno il giro del mondo si
apprende che tra le vittime c'è anche Rabbi Moshe Twersky, direttore
della yeshivah di Har Nof.
A rivendicare l’attentato, ultimo di una lunga serie di violenze ai
danni della popolazione sraeliana perpetrate in queste settimane, il
Fronte Popolare della Liberazione della Palestina. “È una reazione
normale in risposta al crimine dell’occupazione”, si legge nel
comunicato diffuso in tarda mattinata attraverso i social network.
Secondo il portavoce di Hamas, Mushir al-Masri, "si è trattato di
una vendetta eroica e rapida per l'esecuzione di Yusuf al-Rumani”,
il conducente di autobus palestinese che ieri è stato trovato morto a
Gerusalemme e che le autorità israeliane ritengano si sia suicidato. Il
braccio armato di Hamas ha inoltre diffuso un video in cui si minaccia,
in arabo ed ebraico, che altre azioni saranno tentate (a Gerusalemme e
non solo). Due le opzioni che sono state annunciate: investimento da
parte di automobili o pugnalamento in strada. Entrambe hanno avuto una
drammatica applicazione negli scorsi giorni.
Sono infine scattate le perquisizioni nelle case degli attentatori nel
quartiere arabo di Jabel Mukaber, a Gerusalemme Est, dove si sono
verificati alcuni scontri. La polizia ha eso noti i nomi dei due
sospetti criminali: Uday e Rassan Abu Jamal. Sarebbero cugini.
Formalmente il leader dell'Anp Abu Mazen ha intanto preso le distanze
dall'azione condannando, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa
palestinese Maan, '”l'uccisione dei fedeli ebrei a Gerusalemme e
di altri civili ovunque essi siano”. Negli stessi minuti, in una
telefonata a Netanyahu, il segretario di Stato americano John Kerry ha
parlato di episodio “che non ha posto nel comportamento umano”. Lalto
rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea Federica
Mogherini ha espresso “assoluta condanna” e invitato tutte le parti “a
evitare ogni azione che possa peggiorare la situazione tramite la
provocazione o la rappresaglia" e i leader della regione “a lavorare
insieme per fare tutto il possibile per calmare immediatamente la
situazione".
a.s twitter @asmulevichmoked
|
QUI CUNEO
Davide Cavaglion (1964-2014)
L'abbraccio
di tutta la città di Cuneo si è stretto oggi attorno alla famiglia di
Davide Cavaglion e della piccola Comunità ebraica piemontese. Autorità,
cittadini, ebrei torinesi sono venuti a portare il proprio ultimo
saluto a Davide, mancato venerdì scorso, e per dimostrare la propria
vicinanza ai famigliari. Una grande folla di persone ha aspettato il
feretro davanti all'antico cimitero ebraico. La cerimonia è stata
officiata da rav Alberto Moshe Somekh. Commozione e raccoglimento per
le parole pronunciate dal fratello di Davide, Alberto, e dal rabbino
capo di Ferrara rav Luciano Caro, suo primo insegnante di ebraismo, a
cui sono seguite le orazioni funebri di Giulio Disegni, vicepresidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, del presidente della
Comunità ebraica di Torino Beppe Segre.
Leggi
|
QUI VERONA
La testimonianza di Andra
In
un’affollata aula magna giovani a confronto con la Testimone della
Shoah Andra Bucci. Un incontro, svoltosi al liceo Messedaglia, voluto e
organizzato da una rete di associazioni locali impegnate a
sensibilizzare sui temi della deportazione e della lotta per la
liberazione e in particolare dall’Istituto Storico per la Resistenza
veronese.
Andra e la sorella Tatiana hanno vissuto la realtà del campo di
sterminio di Auschwitz e si sono salvate solo perché ritenute gemelle:
per questo motivo all’arrivo nel campo di sterminio furono selezionate
per gli esperimenti di Mengele.
Il cugino Sergio Desimone fu deportato insieme a loro e, dopo essere
stato usato come cavia in una ricerca, venne assassinato insieme ad
altri 19 bambini nei sotterranei della scuola di Bullenhauser Damm ad
Amburgo.
La loro storia è raccontata nel bel libro di Titti Marrone: “Meglio non
sapere” e ha davvero dell’incredibile non solo per quello che hanno
dovuto subire: la delazione, la cattura, la prigionia alla Risiera di
San Sabba a Trieste e la deportazione, ma per quello che la vita ha
riservato loro dopo la liberazione e nel lungo percorso che le ha
ricongiunte alla famiglia.
Ho portato ad Andra i saluti della Comunità ebraica e nell’invitare gli
studenti a non dimenticare la storia delle sorelle Bucci e quella del
cugino Sergio e dei suoi compagni, uccisi dopo aver subito ogni tipo di
violenza, ho detto loro che vicende tragiche e disumane come la
deportazione e lo sterminio di ebrei, rom, omosessuali, oppositori
politici colpevoli solo di esprimere pensieri, tradizioni e culture
diverse da quelle della popolazione dominante possono purtroppo
ripresentarsi ed è pertanto indispensabile esserne sempre consapevoli e
vigili per potersi opporre a ogni fenomeno discriminatorio.
Andra ha parlato a lungo ed è riuscita a trasmettere non solo la
testimonianza di quello che ha subito e dell’orrore che ha visto e
vissuto da bambina, ma anche un messaggio di ottimismo e di possibilità
di rinascita anche dalla peggiore delle situazioni nelle quali un
essere umano possa trovarsi, come testimonia la sua presenza ieri.
I ragazzi hanno ascoltato le sue parole e le hanno rivolto alcune
domande alle quali ha risposto sempre serenamente e con la sensibilità
di chi, nonostante i tanti anni passati e la ricchezza di affetti che
la vita le ha riservato dopo la liberazione, porta nell’animo i segni
profondi di quell’esperienza.
Bruno Carmi, presidente della Comunità ebraica di Verona
|
qui torino - FALSITà STORICHE E PROPAGANDA Suscita sdegno e sconcerto
la mostra romana sui palestinesi Le
immagini falsificate della barriera protettiva che Israele è stata
costretta a innalzare per difendere la propria popolazione civile
dall’ondata di attacchi terroristici giustapposte ad arte ai monumenti
storici delle capitali europee non sono solo un goffo espediente di
cattivo gusto della mistificatoria propaganda antisraeliana. Ma anche
un’offesa inaccettabile per tutti coloro che conoscono la realtà del
Medio Oriente.
Eppure fino a quando erano esposte negli scorsi giorni a Roma nella
sale di Montecitorio, con un manifesto che vanta fra l’altro l’adesione
all’iniziativa del Quirinale, della Camera dei deputati, del ministero
degli Affari esteri, del Comune di Roma, della Compagnia di San Paolo,
dell’Unesco e di varie rappresentanze diplomatiche occidentali, a quel
video nessuno aveva prestato attenzione. E tantomeno ai testi che
attribuivano falsificando la storia le responsabilità del massacro di
Sabra e Chatila alle truppe israeliane in Libano.
Ora che l’esposizione è stata trasferita a Torino chi fino a ieri aveva
preferito tacere o non si era reso conto della realtà comincia ad
aprire gli occhi ed entra in gioco in una polemica che molti nel
capoluogo piemontese vedono piuttosto come merce di importazione.
La mostra realizzata dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati
palestinesi (United Nations Relief and Works Agency for Palestine
Refugees in the Near East UNRWA), ha traslocato da Roma e ha aperto
infatti da pochi giorni a Torino. “Il lungo viaggio della popolazione
palestinese rifugiata”, questo il suo titolo, sta suscitando grandi
perplessità e parecchi malumori non solo per i suoi contenuti, ma anche
per la sede che la ospita: si tratta infatti del Museo Diffuso della
Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della
Libertà, un ente centrale nel tessuto culturale cittadino, capofila
delle istituzioni che organizzano le attività per il Giorno della
Memoria e che con la Comunità ebraica ha un rapporto basato su
collaborazione e fiducia reciproca.
Leggi
|
qui parigi
Serge Moscovici (1925-2014)
La
Francia saluta il sociologo e filosofo Serge
Moscovici, direttore del Laboratorio Europeo di Psicologia Sociale e
co-fondatore della Casa delle scienze dell’uomo parigina. Nato a Braila
in Romania nel 1925 da una famiglia ebraica (suo padre faceva il
mercante di grano), nel 1938 fu espulso dalla scuola che frequentava a
Bucarest e l’anno seguente, dopo essersi avvicinato alla corrente
comunista, iniziò la sua attività clandestina. Nel ’41 per volere del
“condottiere” Ion Antonescu fu recluso in un campo di lavoro e liberato
successivamente dall’armata sovietica. Dopo la disillusione nei
confronti del comunismo russo, si avvicina all’ideologia sionista,
entrando anche in contatto con chi partiva verso la Palestina.
Abbandonata la Romania, parte alla volta di Parigi, diventando amico di
intellettuali e poeti del calibro di Paul Celan e inizia a studiare
psicologia alla Sorbona. “Filosofo delle scienze, antropologo, tra i
più importanti teorici dell’ecologia e il più eminente specialista di
psicologia sociale, Serge Moscovici professa il nomadismo come
necessità fondamentale per la sua ricerca”, lo ricorda Le Monde.
Leggi
|
Tor Sapienza
|
Ho
fatto un’operazione semplice semplice: interrogare il sito di
informazione ebraica Moked.it, il più ricco e partecipato che c’è in
Italia, alla voce “Tor Sapienza”. Sapete quante voci sono uscite? 0
(zero!). Se la tecnologia non mi inganna mi pare un dato molto
interessante (leggi: inquietante).
Venerdì scorso ho passato il pomeriggio proprio lì, in questa periferia
Est di Roma ormai tristemente nota a livello nazionale. Ci sono andato
come militante politico e come cittadino, consapevole della mia
inutilità e pur convinto che occorresse essere presente. Di lì a poco è
arrivato il sindaco Ignazio Marino, ma prima delle sirene spiegate non
sapevo della sua visita. Nei giorni scorsi abbiamo letto molti commenti
interessanti, e quindi non è agevole evitare le banalità.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
Leggi
|
|
Humans of Israel - Raz
|
“Ho
due passioni: gli animali e la fotografia. Attraverso la fotografia
cerco di esprimere il significato di un momento. Il gusto di catturare
un attimo, il desiderio di emozionare chi guarderà l’immagine sono le
ragioni che mi spingono a cercare le situazioni più estreme. Questa terra
si trova a cavallo di tre continenti: Asia, Europa e Africa. Per tutti
i tipi di animali è un luogo ideale dove stare, per le migrazioni degli
uccelli in particolare. Il mio sogno è di riprenderli tutti!” “Qual è
la tua fotografia preferita?”
“Non ne ho una, è come chiedere a un padre quale sia il suo figlio preferito”.
Jonathan Misrachi
|
|
|