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26 novembre 2014 - 4 Kislev 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“Yakòv usci da Beèr Sheva per recarsi a Charàn…” (Bereshìt 28, 1). Il grande Rabbì Menachem Mendel Schneerson, settimo Rebbe di Lubavitc, ci fa notare che Yakòv non va a Charàn solo per salvarsi da suo fratello Esàv. Bensì egli parte anche con un obbiettivo positivo, cioè quello di sposarsi e di creare le basi per il futuro popolo d’Israele. Infatti gran parte dei figli di Yakòv nasceranno a Charàn, ed è grazie a questo suo esilio a Charàn che Yakòv riuscirà ad arrivare ad una completa integrità.
 
Davide
Assael,
ricercatore
Diciamo la verità, il riconoscimento di Israele come Stato ebraico è la scoperta dell’acqua calda, nel senso che la definizione di “Stato ebraico” è diventata sinonimo di Israele persino nei media occidentali. Ci sono da aggiungere, però, almeno due elementi: l’ebraicità dello stato non può e non deve entrare in conflitto con il tasso di democrazia nel Paese, che, se è democratico, lo è proprio in quanto ebraico.
 
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L'identità di Israele,
voci a confronto
Israele: arriva anche sui quotidiani italiani la discussione in corso in questi giorni sul progetto di legge che propone di riconoscere il carattere ebraico dello Stato. Mario Pirani, su la Repubblica, in un approfondimento intitolato “La Nazione ebraica a uso elettorale” spiega come Netanyahu stia affrontando nuovamente un principio sancito nella dichiarazione di Ben Gurion, la quale però non era mai stata convertita in un legge costituzionale: lo Stato di Israele, ancora oggi, non ha una costituzione. Secondo Pirani le motivazioni sono due: una profonda, che definisce “l’esaltazione di una ossessione religiosa ha portato ad una radicalizzazione degli estremismi” e una più politica, collegata alla fatica di un governo “usurato” che si prepara a nuove elezioni.
E sono diverse le personalità israeliane che spingono per una sorta di nuova costituente in cui tutte le parti politiche possano identificarsi, “Un percorso difficile di crescita a cui Ben Gurion aveva inizialmente rinunciato, sapendo quanto sarebbe stato complicato mettere insieme le variegate parti della società ebraica”.

Intanto due relatori delle Nazioni Unite chiedono che Gerusalemme ponga fine alle demolizioni punitive di case di palestinesi accusati di atti di violenza in Israele e nei Territori occupati, denunciando queste forme di castigo collettivo come rappresaglie contrarie al diritto internazionale. (Avvenire)
 
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  davar
israele - dibattito sulla proposta del governo
Il presidente Rivlin non crede

a leggi sull'identità dello Stato
“Qual è l'obiettivo di questa legge?”. Il tono del presidente di Israele Reuven Rivlin è polemico. Parla dal palco della Conferenza dell'avvocatura generale che si tiene ad Eilat. Parla a un pubblico di giuristi ma le sue parole sono indirizzate a Gerusalemme. A Rivlin, la più alta carica dello Stato, il disegno di legge varato dal governo domenica scorsa non piace affatto. E anche lui scende ufficialmente in campo contro il disegno di legge che vuole ribadire che Israele ''è lo Stato nazionale del popolo ebraico''. Per Rivlin questa proposta non solo è superflua ma appare controproducente. E lo ha fatto sapere al primo ministro Benjamin Netanyahu ieri sera, in un discorso pubblico. Ora il capo di governo dovrà fare i conti non solo con una parte del suo esecutivo (i ministri Yair Lapid e Tzipi Livni sono fortemente contrari alla legge che la prossima settimana dovrebbe essere votata alla Knesset) ma anche con il presidente di Israele, uomo a lungo colonna portante del Likud e pertanto ascrivibile alla stessa ala politica di Netanyahu.
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daf daf
Valori e numeri per i più piccoli
Dopo l’uscita dedicata al suo quarto compleanno e lo speciale poesia, DafDaf arriva all’appuntamento con il numero 51 presentando le prime novità della stagione: due nuove rubriche, infatti, curate dalla redazione, raccontano ai giovani lettori i valori ebraici messi in gioco dalle scienze economiche e... i mostri! Due scelte particolari, forse, dettate dalla volontà di evitare ogni superficialità: l’economia è importante per tutti, grandi e piccoli che siano, e nella tradizione ebraica ci sono molte regole e principi che insegnano come comportarsi nei rapporti economici con gli altri. La scelta dei mostri, invece, è stata suggerita dal crescente successo di Halloween anche in Italia, che porta sempre più bambini a mascherarsi da mostri, vampiri e morti viventi. Per l’ebraismo neanche le creature più paurose hanno una valenza scevra di valori positivi, e parlare del Golem, per esempio, è un modo per chiedersi se i mostri possono forse servire per farci cambiare, per portarci a vedere le cose in un modo tutto nuovo.
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israele - Holon fashion week
Se la moda sposa la tecnologia
Apre i battenti la Holon Fashion Week, una delle settimane più accattivanti per ogni fashion dreamer israeliano che si rispetti: giunta al settimo anno, ospita lezioni, workshop e incontri straordinari con personaggi di spicco del mondo della moda. Un’opportunità per buttare un occhio oltre i confini del paese ma anche per fare il bilancio della patinata industria fashion d’Israele, protagonista di un’inarrestabile crescita. Quasi automatica la scelta di Holon come location; la città nei pressi di Tel Aviv sede di uno dei musei di design più accattivanti del mondo e del quale Ron Arad, designer, artista e visionario, è il cavallo di battaglia. Attesissimo l’incontro dedicato a Fash&Tech, il felice matrimonio tra moda e progresso di casa a Tel Aviv, che analizza come start up e tecnologie modellano i nuovi contorni dello stile. A dedicare ampio spazio sull’argomento, Simone Somekh, che nell’ultimo dossier “Moda e Modi” di Pagine Ebraiche di dicembre in distribuzione ci guida in un viaggio fluorescente ed high tech made in Israel.

Israele è un melting pot intelligente: c’è di tutto e di più ma in qualche modo i tasselli finiscono quasi sempre per aggregarsi nel migliore dei modi. In un panorama di diversità e scambio, risulta naturale la nascita di collaborazioni tra persone e settori che, almeno all’apparenza, non hanno nulla in comune. La forza d’Israele sta nel creare dei connubi “smart”, in modo che ogni loro componente possa uscirne arricchita e non il contrario, come purtroppo spesso accade. Uno dei connubi più accattivanti made in Tel Aviv negli ultimi anni è quello tra moda e tecnologia. Fash&Tech, questa la sigla con cui in città ci si riferisce alla neonata tendenza, nasce dalla collaborazione tra geni della tecnologia e fashion victims, due categorie di persone che a Tel Aviv abbondano.


Simone Somekh
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qui pisa - Nessiah
A confronto sulla spiritualità
Esplorare le cinque dimensioni sensoriali aggiungendone una sesta legata alla sfera mistica e spirituale. Dopo 18 anni di successi, dopo aver portato migliaia di spettatori alla scoperta di numerose tradizioni ebraiche locali, il festival Nessiah (30 novembre-14 dicembre 2014) organizzato dalla Comunità ebraica di Pisa con direzione artistica di Andrea Gottfried si apre quest'anno a una nuova sfida.
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qui torino
Dieci anni di arte e progetti
Animatore della vita culturale torinese, romana e israeliana il gallerista Ermanno Tedeschi, noto anche per le sue collezioni d’arte contemporanea, festeggia in questi giorni l’uscita del libro “Work in progress. Dieci anni di Ermanno Tedeschi Gallery…e oltre” pubblicato dalla casa editrice Silvio Zamorani. Volume che raccoglie dieci anni di attività improntati alla valorizzazione dell’eccellenza culturale ebraica e israeliana e che è stato al centro, con grande successo di pubblico, di una presentazione nella cornice del Circolo dei lettori di Torino. Catalogo-compendio che si addentra tra le opere e tra le personalità degli artisti più significativi con cui Tedeschi ha lavorato in questa decade, l’opera sarà presentata – una nuova volta – al Maxxi di Roma (4 dicembre), alla Triennale di Milano (29 gennaio) e dall’8 al 12 febbraio, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, alla rassegna Bookfair di Gerusalemme.
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pilpul
Humans of Israel - Emmanuel
“Geograficamente parlando, in Israele, ci sono solo due stagioni: maledettamente caldo e maledettamente freddo. Maledettamente caldo va da marzo a novembre. Maledettamente freddo comprende i tre mesi che stiamo per affrontare, e sono l’incubo più grande degli abitanti di questo posto. Perché ci coglie sempre impreparati, è difficile trovare un maglione o un ombrello fra canottiere e costumi da bagno. Nella mentalità mediorientale è sempre estate. Il buio presto, l’odore di umido e il cielo grigio ci trasportano temporaneamente in un altro continente immaginario.”

Jonathan Misrachi
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Periscopio - Identità di uno Stato
Il disegno di legge, recentemente approvato a maggioranza dal governo israeliano, sul carattere ebraico dello Stato d’Israele, va interpretato su due piani distinti: uno, per così dire, interno, ossia relativo all’assetto giuridico e istituzionale del Paese, e a ciò che esso significa nei confronti dei suoi cittadini, e uno esterno, legato al difficile rapporto che Israele deve gestire nei confronti dei suoi vicini, nonché del complesso della comunità internazionale. I due piani, ovviamente, sono connessi, ma è comunque opportuno tracciare una linea di demarcazione, che esiste, ed è molto rilevante. Sul primo piano, si potrebbe dire che la legge in questione non dice nulla di nuovo, essendo il carattere ebraico di Israele definito con la massima chiarezza nella Dichiarazione d’Indipendenza (che, sul piano storico e giuridico, assume un valore normativo addirittura superiore a quello di una Carta Costituzionale), in numerose leggi dello stato, ordinarie e Fondamentali, e in molte sentenze della Corte Suprema e di altri tribunali. Ma non ci sarebbe neanche bisogno di tutti questi documenti legali – che pur ci sono: molti ed espliciti – per dare fondamento a tale principio, che è semplicemente intrinseco all’ideale sionista: esso è scolpito in ogni rigo dello ‘Judenstaat’ di Theodor Herzl, e, ancor prima, in ogni lettera della formula recitata, nei secoli, la sera di Pesach, da tutti gli ebrei del mondo, “l’anno prossimo a Gerusalemme”,

Francesco Lucrezi, storico
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