Elia Richetti,
rabbino
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È
noto che Ya‘aqòv, coricandosi nel luogo ove sarebbe poi sorto il
Santuario, prese diverse pietre (la tradizione afferma che erano
dodici) da mettere intorno alla sua testa. Quando si svegliò alla
mattina, prese “la pietra” che aveva posto al suo capo e la eresse come
stele commemorativa della sua promessa. Da qui risulta che la pietra
era una sola, e non diverse! Il Midràsh risolve il problema affermando
che le pietre, volendo ognuna essere quella su cui il Patriarca avrebbe
posato la testa, si fusero in una sola.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Il
piano di spartizione della Palestina votato a larga maggioranza
dall’assemblea dell’ONU il 29 novembre 1947, alla Parte I A dice:
“Verranno stabiliti in Palestina Stati indipendenti, Arabo e Ebraico, e
il Regime Internazionale Speciale per la Città di Gerusalemme (…) in
ogni caso non oltre il 1 Ottobre 1948. I confini dello Stato Arabo,
dello Stato Ebraico, e della Città di Gerusalemme saranno come
descritto nelle Parti II e III più sotto”.
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MILANO
- In corso la seconda sessione della giornata in onore di George
Tabori, protagonista del mondo letterario e teatrale del Novecento.
L’evento è organizzato dal Dipartimento di Lingue e Letterature
Straniere dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con
Piccolo Teatro di Milano, Consolato Generale d’Ungheria di Milano,
Forum Austriaco di Cultura di Milano, Goethe-Institut Mailand, Comunità
Ebraica di Milano. Al Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro di Milano
(via Rovello 2), sulla base di una drammaturgia di Laura Forti, ha
luogo una lettura di testi di Tabori. A partire dalle 18:00, gli attori
Gilberto Colla, Enrico Fink e Karina Arutyunyan rievocano la figura e
l’opera del maestro.
MILANO - Rav Irving Yitz Greenberg, Blu Greenberg e Pierre Lenhardt
saranno i protagonisti oggi alle 18.30 dell'incontro La Bibbia, il
dialogo ebraico-cristiano e il futuro dell'Occidente. L'evento,
promosso dall'Amicizia ebraico-cristiana di Milano Carlo Maria Martini,
si terrà presso la Sala del rettorato dell'Università degli Studi
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Israele, nuove tensioni
tra Rivlin e Netanyahu
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Rivlin vs Netanyahu.
Il disegno di legge sull'ebraicità dello Stato è il tema del momento e
ieri, in Israele, ha portato ad una aperta contrapposizione tra il
presidente della Repubblica Reuven Rivlin e il primo ministro Benjamin
Netanyahu. “La nuova legge non rafforzerà lo Stato ebraico di Israele,
ma anzi lo indebolirà”, le affermazioni di Rivlin oggi riportate da
Repubblica.
Stato palestinese, tre motivi per dire no.
Ancora voci di intellettuali a confronto sul riconoscimento dello Stato
palestinese da parte dei governi europei. Sul Corriere della sera
Bernard-Henri Levy elenca tre motivi per cui il parlamento francese
dovrebbe evitare questo passo. Il tutto nella convizione che senza una
condivisione delle responsabilità tra i due popoli “non ci potrà essere
una condivisione del territorio”.
Una nuova intifada?
Andrea Riccardi, su Famiglia Cristiana, fa il punto sulle ultime
tensioni e afferma la centralità di Unione Europea e Stati Uniti per
evitare una contrapposizione sempre più aperta tra israeliani e
palestinesi.
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iSRAELE
Smantellata cellula di Hamas, uno stadio tra i suoi obiettivi
Miravano
a seminare il terrore in Israele. Tra i loro piani, organizzare un
attentato al Teddy Stadium di Gerusalemme, il cuore calcistico della
squadra del Beitar. Oltre una trentina di terroristi legati a Hamas
sono stati arrestati nel corso del mese di settembre in un'operazione
coordinata dallo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna israeliano,
in collaborazione con unità dell'esercito. A darne conferma oggi alcuni
esponenti dello Shin Bet che hanno spiegato come la rete terroristica
facesse capo a una cellula di Hamas stanziata in Turchia. Nel corso
delle indagini sono stati requisiti ordigni esplosivi, fucili d'assalto
M-16 e munizioni. Tra gli arrestati, diversi palestinesi della West
Bank, due giordani e un cittadino del Kuwait. Secondo lo Shin Bet, a
maggior parte dei miliziani era stata reclutata mentre studiava in
Giordania e poi addestrata in Siria o nella Striscia di Gaza, raggiunta
attraverso i tunnel del Sinai.
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pagine ebraiche di dicembre
Moda, modi e tocco ebraico
Dalle
novità sulla kasherut alla cronaca del vertice Osce per contrastare
l'antisemitismo, dalle risorse nascoste di Wikipedia al commento sulle
conversioni, fino alle ultime tendenze: il numero di dicembre di Pagine
Ebraiche arriva carico di spunti inediti e storie appassionanti. Si
comincia con il primo dossier dedicato alla moda, che con la sua
entrata in scena ha scelto tre temi: il rapporto degli haredim con
l'universo fashion e la cultura e il principio ebraico della modestia
(tzniut), spiegato dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, rav
Alberto Moshe Somekh e il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib. Si
passa poi al Jewish Style; un mix di racconti patinati del mondo
ebraico: dall'iconico cappello Borsalino a Gerusalemme, al fenomeno Bar
Mitzvah. Grande spazio infine a Tel Aviv, la nuova metropoli che non
dorme mai e che coniuga moda e high tech. L'intervista del mese è
dedicata a Micol Zanzuri, la mente creaiva dietro il sito di e-commerce
Styligion e sempre alla ricerca di stilisti emergenti da scovare.
Francesca Matalon infine firma un articolo su Adi Heyman, fashion
blogger made in Upper East Side che coniuga il gusto da fashion victim
con la tzniut.
La conferenza dell'Osce tenutasi a Berlino per discutere dopo dieci
anni delle sfide per contrastare l'antisemitismo viene raccontata da
quattro esponenti del mondo ebraico: il vicepresidente dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, Daniel Citone del Bene
Berith Europe, Talia Bidussa dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia e Lisa
Palmieri Billig dell'American Jewish Committee. Questa è stata inoltre
l'occasione di incontro tra il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e
quello edesco Frank Walter Steinmeier.
Momento importante per la Comunità Ebraica di Torino che ha visto
l'insediamento del nuovo rabbino capo Ariel Di Porto, che ha visto la
partecipazione numerosa al convegno di bioetica tenutosi il giorno
stesso. La cronaca a pagina 4 racconta il calore dell'accoglienza
riservata al rav "che ha saputo guadagnarsi affetto e stima in poche
settimane".
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MODA E MODI - LA RASSEGNA DI HOLON
Le nuove frontiere del fashion
Moda
è scambio, dialogo, discussione. Moda è un’idea in continuo movimento –
a volte in evoluzione, altre in regressione, altre ancora portando ad
una vera e propria rivoluzione.
Nonostante quando si pensa alla parola “moda” ci si immagini una
sfilata parigina o un cartellone pubblicitario affisso in Times Square,
la moda è uno spazio artistico multiforme e controverso, che va
studiato e capito quasi come una scienza. Non a caso, al cuore della
Holon Fashion Week – tenutasi questa settimana nella città israeliana
di Holon – non vi sono sfilate, bensì una serie di conferenze e
workshop. Al posto della passerella vi è un palco e al posto delle
modelle vi sono pannelli di esperti di ogni campo della moda, dal
design al marketing.
Obiettivo della Holon Fashion Week 2014, giunta alla sua settima
edizione, è analizzare il processo creativo in un’era storica
fortemente caratterizzata dalla tecnologia; un periodo in cui l’eccesso
di informazioni, provenienti da ogni direzione, rende difficile
l’assorbimento di ciò che è rilevante e la creazione di prodotti
originali. I nuovi strumenti, però, esistono e ignorarli è impossibile;
sfruttarli in maniera intelligente deve essere l’obiettivo di ogni
designer.
Alla serata d’apertura dei Fashion Awards, durante i quali sono stati
premiati i maggiori stilisti israeliani, sono seguiti tre giorni
d’incontri e lezioni svoltisi tra Holon e Tel Aviv.
Simone Somekh
(La foto è di Sharon Derhy / Design Museum Holon)
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Setirot
- Fare, desiderare |
Forse
voglio solamente persuadere me stesso a non perdere la speranza più di
quanto voglia convincere chi mi legge della medesima cosa. Quindi – per
la serie pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà – dopo
le parole di Ágnes Heller della scorsa settimana, una affermazione di
Gustav Landauer ricordata dall’amico Martub Buber: «Fare il possibile,
desiderare l’impossibile».
Stefano Jesurum, giornalista
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Time
out - Stato ebraico |
Si
potrà discutere sui tempi e sui modi, ma sulla ragione di principio
faccio fatica a comprendere le perplessità di chi nega il diritto ad
Israele di definirsi per legge uno Stato ebraico. Gli Stati nazionali
sono per loro natura fondati su una ragion d’essere culturale, su un
comune sentire che giustifica e legittima il patto politico tra
cittadini. L’ispirazione culturale alla Legge ebraica e alla sua storia
rientra perfettamente in questi canoni e non differenzia minimamente
Israele da altre democrazie, anzi la rende più simile ai paesi europei.
Ed è una barzelletta poco divertente l’ipotesi che la rivendicazione
d’essere uno Stato ebraico possa minare la democrazia del paese. ashà
di Kòrach non è
chiaro se la rivolta sia stata determinata da problemi ideologici.
Daniel Funaro
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