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Elia Richetti,
rabbino
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La
Torah ci racconta che Ya‘aqòv, rientrato nella terra dalla quale era
scappato, compra i campi sui quali pianta le sue tende, alle porte
della città di Shekhèm. Alcuni Maestri si sono domandati perché, visto
che in quel posto si sarebbe fermato solo provvisoriamente, abbia
deciso di acquistare il terreno, e non lo abbia preso in affitto o in
assegnazione.
A questa domanda sono state date due risposte.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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La
disoccupazione nell'Unione Europea è all'11% e in Israele è al 6%; il
tasso annuale di crescita economica dell'UE è all'1% mentre in Israele
le stime variano fra il 2,5% e il 3%. Apparentemente, dunque, grande
successo a Gerusalemme, e tutto questo nonostante la guerra di Gaza e
il temporaneo crollo estivo del turismo, e la deplorevole sperequazione
dei redditi. Eppure il governo Netanytahu si dimette e in Israele si
ritorna al voto anticipato. Sulle 19 elezioni parlamentari svoltesi
fino ad oggi in Israele, solamente sette volte la Knesset è riuscita a
completare il suo mandato quadriennale.
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Israele, elezioni a marzo |
Israele.
Sono state fissate per il 17 marzo le elezioni in Israele, mentre
tornano quelli che ormai tutti i giornali chiamano “lupi solitari”.
Dopo la crisi di governo aperta dal premier Benjamin Netanyahu lo
scorso lunedì alla Knesset è stata formalizzata la crisi e appare
naufragata l’ipotesi di voto sul controverso disegno di legge di
Israele come “Stato della nazione ebraica”. (Avvenire) La riforma,
voluta dallo stesso Netanyahu, era staa contrastata dal numero due del
govemo Yair Lapid, leader del partito moderato Yesh Atid, ed ex
ministro delle Finanze, con cui Netanyahu ha dichiarato di non poter
più governare per diversi motivi. Secondo molti analisti Netanyahu
starebbe aprendo la strada a un nuovo governo più spiccatamente di
destra in cui nuovi alleati naturali saranno i due partiti ortodossi
mentre continuerà a mantenere i legami con Avigdor Lieberman e Naftali
Bennet.
Per Repubblica “La svolta ultraconservatrice è necessaria a Netanyahu:
che spera di vincere le primarie del suo partito il 6 gennaio proprio
grazie al sostegno dell’estrema destra del suo partito.”
Netanyahu ha chiesto “un chiaro mandato dal popolo di Israele”, poche
ore dopo che Lapid aveva definito il premier “un irresponsabile”
dichiarando che gli israeliani “comprendono ora che alla guida del
Governo c’è un primo ministro che non mantiene le sue promesse” mentre
sullastessa linea, Livni ha detto che “le elezioni anticipate
serviranno a rimpiazzare un Governo estremista”. (Osservatore Romano)
Ieri due israeliani sono stati accoltellati in un supermercato di
Maaleh Adumim, da un 16, proveniente da un villaggio vicino, che si è
impadronito di un coltello in vendita e ha colpito due clienti,
ferendoli non gravemente.
Stato Palestinese
Dopo Gran Bretagna, Spagna e Francia, infatti, anche il Belgio si
avvicina al riconoscimento dello Stato palestinese: il Parlamento belga
adotterà la prossima settimana una risoluzione, non vincolante per il
governo, in cui si chiede allo Stato federale di “riconoscere
ufficialmente la Palestina come Stato indipendente, soggetto al diritto
internazionale” ma solo “nel momento in cui si riterrà più opportuno”.
Antisemitismo
Lunedì mattina tre uomini incappucciati e armati hanno fatto irruzione
in un appartamento di Créteil, il Comune dell’hinterland parigino che
conta una delle più importanti comunità ebraiche di Francia. I
responsabili della violentissima aggressione sono stati fermati il
giorno stesso, e secondo gli inquirenti, si è trattato di un attacco
premeditato con gli stessi malviventi che hanno dichiarato “di
conoscere le origini ebraiche della famiglia”. Bernard Cazeneuve,
ministro francese dell’Interno, esprimendo indignazione per l’accaduto,
ha denunciato quanto avvenuto come chiara aggressione antisemita.
Davanti all’ondata di rabbia e proteste, il governo di François
Hollande ha ribadito la sua “determinazione nel lottare senza sosta
contro ogni forma di razzismo e antisemitismo”. Mentre il Crif; il
Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia,
denuncia un’”aggressione antisemita selvaggia”. (La Stampa)
Secondo i dati del servizio di protezione della comunità ebraica (Spcj)
di Francia minacce e aggressioni antisemite sono praticamente
raddoppiate ( 91%) nei primi sette mesi del 2014.
App per riparare il mondo
L’edizione annuale del premio che la Conferenza dei Rabbini Europei
dedica all’innovazione digitale ha messo in evidenza, ieri sera, come
esista una generazione di imprenditori altruisti e di talento. A
vincere l’edizione di quest’ anno, a cui hanno partecipato
parlamentari, rappresentanti delle istituzioni locali, opinion makers e
membri della Comunità ebraica di Roma sono stati il giovane belga Sacha
Nasan, l’ingegnere aereo-spaziale israeliano Meidad Pariente, e gli
editori russi Ivar Kh. Maksutoved Elena Verevkina. La serata, a cui
erano presenti il presidente dell’Ucei Renzo Gattegna, l’ambasciatore
di Israele Gideon Meir, rav Riccardo di Segni e rav Pinchas Goldsmith,
ha dimostrato come la religione possa essere alleata dell’innovazione e
non è un caso che la Conferenza dei rabbini europei abbia voluto
premiare in particolare coloro che utilizzano gli strumenti della nuova
generazione nel miglior modo possibile, in base al principio ebraico
del Tikkun Olam, per “riparare il mondo”. (Messaggero)
Un nuovo giusto per lo Yad Vashem?
Sulla Repubblica Firenze ampio spazio viene dato alla storia di Renato
Fantoni, “ultimo eroe dimenticato che negli anni della Shoah mise a
rischio la propria vita per salvare gli ebrei”, ripresa dall’articolo
di Adam Smulevich pubblicato su Pagine Ebraiche. Intellettuale
antifascista, partigiano, militante liberale, ospitò in casa sua gli
amici Eugenio Artom e Giuliana Treves, sua moglie, salvandoli così dai
nazifascisti: è già pronto un dossier per lo Yad Vashem di Gerusalemme,
che concede il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni a chi salvò
ebrei durante gli anni bui. Arriva intanto dall’Aned la conferma che
sarà a Firenze la nuova sede del Memoriale italiano di Auschwitz.
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israele - fuoriuscita di petrolio
A Eilat, ambiente minacciato
Uno
dei disastri ambientali più gravi della storia di Israele. Così il
ministro dell'Ambiente Guy Samet ha definito l'incidente che nella
notte ha causato il versamento di migliaia di metri cubi di petrolio
greggio nel deserto a Sud di Israele. La perdita si è verificata nella
notte e ha interessato una sezione dell’oleodotto che trasporta il
petrolio da Eilat, sul mar Rosso, ad Ashkelon, sul Mediterraneo.
Ottanta le persone trattate in ospedale per problemi respiratori
causati dalla fuoriuscita, per lo più cittadini giordani. Le autorità
israeliane hanno temporaneamente bloccato il traffico verso il sud del
paese. La macchia di petrolio si allunga per qualche chilometro nel
deserto, ma i danni ambientali devono ancora essere valutati. La
perdita è avvenuta nei dintorni di Beer Ora, una ventina di chilometri
a nord di Eilat, vicino alla frontiera con la Giordania. “Il petrolio
ha raggiunto la riserva naturale di Evrona causando seri danni alla
flora e alla fauna – ha dichiarato il ministro Samet – Ci vorranno
mesi, forse anni per recuperare la situazione... Questo è uno dei casi
più gravi di inquinamento mai avvenuti in Israele. Abbiamo ancora
difficoltà nel fare una stima della contaminazione”. Una disastro
ambientale, dunque, che si va ad aggiungere a una situazione politica
complicata, con lo scioglimento ieri del parlamento israeliano e
l'annuncio di elezioni anticipate previste per il prossimo 17 marzo. A
preoccupare poi, il fronte della sicurezza interna, con l'ennesimo atto
terroristico che ieri ha visto un ragazzo palestinese accoltellare due
israeliani in un supermercato di Maaleh Adumim. Leggi
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j-ciak
L'esercito delle ragazze
Abbiamo
pianto, riso, sognato con “Beaufort”, “Lebanon”, “Kippur”, “Valzer con
Bashir”, e tanti altri. Sul grande schermo i soldati israeliani ci sono
ormai familiari, ma il discorso cambia se si parla di donne-soldato. A
colmare questo strano limbo ecco allora “Zero Motivation” di Talya
Lavie - film definito, con qualche esagerazione, la risposta israeliana
al mitico “Mash” di Robert Altman – vincitore di svariati premi tra cui
quello, prestigiosissimo, dell’ultimo Tribeca Film Festival, e che da
questo week end è nelle sale americane.
“Zero Motivation” segue le vicende di un’unità di soldatesse di
stanza nel sud d’Israele e ci regala uno sguardo diverso sulla vita
militare. Sembra fuori luogo, dopo un’estate drammatica e un inverno in
cui la morsa della tensione non si attenua, ma si ride di gusto (anche
se talvolta a denti stretti) a guardare queste ragazze che nel loro
ufficio contano i giorni che le separano dal ritorno alla vita civile,
passano carte, servono caffè al capo e intanto tramano per farsi
trasferire a Tel Aviv, cantano e si dedicano ai videogames.
Antimilitarista? Chi lo sa. Ironico? Sicuramente sì.
Daniela Gross
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qui torino - il nuovo libro di federico fubini
La via di fuga dello zio Renzo
La foto di famiglia torna viva
La
presentazione al centro sociale della Comunità di Torino de "La via di
fuga", libro da poco pubblicato dall'inviato ed editorialista de la
Repubblica Federico Fubini, è stata l’occasione per una tavola rotonda
su “Grande depressione, grande recessione: parallelismi e differenze
tra la crisi degli anni '30 e l'Italia di oggi”, che ha visto gli
interventi, insieme all’autore, di Chiara Saraceno e Bruno Contini,
presentati e moderati dal vice presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Giulio Disegni. In copertina una foto di famiglia
ingiallita, scattata nella notte di fine anno del 1929, da cui è
partita la lunga ricerca di Federico Fubini sulle vicende che hanno
coinvolto i suoi parenti e in particolare il prozio Renzo, allora
venticinquenne, durante gli anni del fascismo e della Seconda guerra
mondiale. Renzo, laureato cum laude in economia con Luigi Einaudi,
grazie a una borsa di studio della Rockefeller Foundation è appena
stato a Londra e a New York, dove si è ritrovato catapultato in pieno
nel crash di Wall Street e nella grande depressione degli anni Trenta.
Due eventi che Renzo guarda e commenta non solo da economista. Gli
interessa scoprire come reagiscono le persone di fronte al crollo del
loro mondo, cosa che si è chiesto anche Federico Fubini, suo pronipote,
davanti alla crisi attuale che ha gettato la Grecia nel caos
risvegliando i germi di un fascismo latente, e che morde l'Occidente e
l'Italia in particolare. Leggi
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Setirot
- Grazie, Milano |
A
poche centinaia di metri l’uno dall’altro, sabato scorso, in pieno
centro a Milano, si sono svolti due presìdi, uno democratico e
antifascista per denunciare il raduno neonazi Hammerfest 2014 e l’altro
direi né democratico né antifascista sotto lo slogan “no Expo, no
Israele”. Modicamente affollato il primo, promosso da Anpi e Libertà e
Giustizia con l’adesione dei sindacati, dei partiti di centrosinistra,
della Comunità ebraica di Milano e di numerose associazioni tra cui
Arci, Acli, Libera; andato semi-deserto il secondo, i soliti militanti
in servizio permanente effettivo cosiddetto filo-palestinese, una
meccanica ripetizione di slogan senza senso.
Stefano Jesurum, giornalista
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Time
out - L'invito a Noa |
Chissà
se esiste un paese diverso da Israele dove, per celebrare i rapporti
diplomatici con un altro Stato, viene invitata a tenere un concerto una
cantante come Noa, così critica nei confronti della propria nazione,
tanto da essere accusata da ogni parte di slealtà. Con Israele succede,
e anche questa è una lezione per coloro che fanno del boicottaggio
cultuale uno strumento politico e che ritengono che le posizioni
politiche e quelle artistiche siano intrinsecamente legate.
Daniel Funaro
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