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9 dicembre 2014 - 17 Kislev 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Nonostante l’ordine divino di non chiamarsi più Yaaqòv, ma Israel, la Torah continua a chiamarlo Yaaqòv. È come se Israele non riuscisse a staccarsi da Giacobbe. Ci è proibito esplicitamente chiamare Avrahàm, Abramo, con il nome che aveva prima Avràm, ma non è avvenuta la stessa cosa per Giacobbe. Israele non sarebbe Israel se prima non fosse stato Yaaqòv. Tormentato e combattuto, Giacobbe appartiene a Israele proprio come Israele fa parte di Giacobbe. 
 
Dario
Calimani,
anglista
Chiediamo scusa ai morti. Sono passati settant’anni dalla Shoah, e ogni anno a Venezia si commemorano i deportati in una grigia domenica di dicembre. Quest’anno, malauguratamente, c’era un ponte festivo e la sinagoga – come ormai sempre più spesso negli ultimi decenni – era pressoché deserta, se non fosse stato per un gruppo di benevoli scout venuti ad assistere e a imparare. E noi abbiamo insegnato loro che il ricordo sfuma, che i morti si dimenticano, che le vacanze, anche se non c’è neve in montagna, valgono di più. Abbiamo tutti una giustificazione, naturalmente, ma la verità, quella vera, è che abbiamo fatto una scelta. E quella scelta è stata in favore dell’assenza e del relax. Del resto, non c’erano autorità da omaggiare e da cui farsi omaggiare, non c’erano nastri da tagliare, non c'erano applausi, non c’erano le foto della stampa né banchetti a cui sedersi. L’asprezza della realtà è uno schiaffo a tutti quelli che non sono tornati, a tutti quelli su cui così spesso costruiamo retorica e che alla fine non ci preoccupiamo di rispettare con il semplice gesto fisico della presenza e del ricordo di un’ora. Per fortuna i nostri giovani emigrano, così evitiamo di consegnare loro l’eredità della nostra educazione vuota. E smettiamola, almeno, di decantare la ‘memoria ebraica’. Aboliamo finalmente le false cerimonie, quelle fatte per gli occhi degli altri, e chiediamo scusa ai morti. E buone vacanze.
 
Israele, al voto a marzo
93 voti a favore e nessuno contrario: questo il responso della Knesset, il parlamento israeliano, che nella notte ha votato per lo scioglimento della legislatura e confermato per il 17 marzo 2015 la data delle elezioni anticipate. In questa prospettiva si fa intanto sentire la voce delle donne ebree ultraortodosse che chiedono maggiore rappresentatività in un paese che, ricorda Lorenzo Cremonesi (Corriere), vede già sei donne alla guida di partiti politici. Maurizio Molinari, su La Stampa, dedica invece un approfondimento alle strategie militari israeliane in Siria.

La foto icona della pace? Un fake. La celebre foto che ritrae l’abbraccio tra un bambino palestinese e un bambino israeliano, fatta circolare dopo gli accordi di Oslo, è un falso. A rivelarlo il fotoreporter Ricky Rosen, che afferma: “Era una foto simbolica, non un documento” (Messaggero, tra gli altri).

Dresda, neonazisti in piazza. Diecimila partecipanti, con preoccupanti implicazioni sociali, alla marcia contro “l’islamizzazione dell’Occidente” svoltasi ieri a Dresda. “Non gridano slogan aggressivi, vogliono ‘essere popolo’. Ma nella folla che a Dresda manifesta contro gli stranieri e il mondo islamico si mescolano gruppi neonazisti e di estrema destra”, scrive Paolo Lepri (Corriere).
 
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  davar
ieri lo scioglimento della knesset
Israele, le elezioni a marzo

La sicurezza il tema dominante
La politica israeliana è proiettata verso le elezioni del prossimo 17 marzo. Nella tarda serata di ieri è arrivata la notizia del definitivo scioglimento della Knesset e così, dopo meno di due anni, gli elettori saranno richiamati alle urne. In questi 99 giorni la campagna elettorale avrà tra i temi cardine la sicurezza, dopo la preoccupante ondata di attentati per mano del terrorismo palestinese che ha colpito il paese negli ultimi mesi. Un attacco terroristico è stato sventato questa mattina nei pressi dell'insediamento di Tekoa, nella West Bank: le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato due palestinesi che, secondo quanto riportano i media israeliani, hanno confessato di aver pianificato un attentato.
Intanto dalle Nazioni Unite è arrivata la notizia che l'Autorità palestinese ha ottenuto di diventare membro osservatore al summit del Tribunale penale internazionale, un passo ulteriore – affermano fonti palestinesi - nella strada per portare Israele davanti alla Corte per presunti crimini di guerra. Più volte, per parte israeliana, è stato sottolineato come questo iter sia di ostacolo a qualsiasi negoziato che possa portare alla pace. A fine novembre l'ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite aveva denunciato come il dibattito portato avanti dai paesi membri dell'Onu rispetto ai diritti dei palestinesi in realtà sia diventato un attacco all'esistenza di Israele.
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qui torino - i fatti del 1934
Gli ebrei antifascisti arrestati,

il ricordo dei figli e dei nipoti
L’incontro “1934 Quegli arresti di ebrei torinesi antifascisti. Il ricordo dei protagonisti nelle parole dei loro figli e nipoti”, organizzato per questa sera al Centro Sociale della Comunità ebraica di Torino in collaborazione con ’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Istoreto) e con il Museo diffuso della Resistenza è dedicato a quella stagione in cui a Torino si scatenò in un terribile crescendo l’antisemitismo fascista. La serata vedrà la partecipazione di Carlo Ginzburg, Anna Foa, Giovanni Levi, Bice Fubini e Manuel Segre Amar, figli e nipoti di coloro che vennero arrestati durante quella vicenda insieme a Chiara Colombini, dell’Istoreto, che curerà l’introduzione storica, mentre sarà Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, a condurre la serata.
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giusto tra le nazioni dal 1989
Perlasca, l'omaggio di Raanana
Le musiche di Mozart, Haydn e Strauss per onorare la memoria di un Giusto, l’indimenticato Giorgio Perlasca cui si deve – grazie a un artificio passato alla storia – la salvezza di alcune migliaia di ebrei ungheresi perseguitati da nazisti e Croci Frecciate. Nel suo ricordo, grazie alla collaborazione tra Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv e Raanana Symphonette Orchestra, quattro concerti di altissimo livello tra Petah Tikwa, Raanana e Beer Sheva con l’esecuzione di un brano inedito – His Finest Hour – appositamente dedicatogli dal compositore Moshe Zorman.
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new york - antisemitismo
Aggressione al Centro Chabad, fuori pericolo la vittima 
È fuori pericolo il ventiduenne israeliano accoltellato nella notte a Brooklyn mentre pregava all'interno della sede centrale del movimento Chabad-Lubavitch. La vittima, Levi Rosenviat, è stata aggredita da un uomo armato di coltello all'interno della sinagoga di Crown Heights, riportando ferite al collo e all'addome. A momento è ricoverato in condizioni stabili al Kings County Hospital.
È morto invece l'aggressore, il cinquantunenne Calvin Peters, raggiunto da un colpo di pistola allo stomaco, esploso da un agente di polizia di New York, intervenuto sulla scena. Le autorità escludono che si tratti di attacco terroristico mentre si tratterebbe di un crimine d'odio. Secondo quanto riporta il Daily news, l'aggressore è entrato nel famoso centro Chabad al 770 di Eastern Parkway, urlando “ucciderò gli ebrei! Voglio uccidere gli ebrei!”. Un testimone afferma di averlo visto un'ora prima dell'attacco entrare nell'edificio, affermando di essere in cerca di un libro. Poco dopo l'aggressione la polizia e le guardie di sicurezza sono intervenute e, secondo le ricostruzioni, l'uomo aveva in un primo momento abbassato il coltello per poi sollevarlo nuovamente. All'ordine degli agenti di mettere a terra l'arma, l'aggressore ha fatto resistenza, venendo poi raggiunto da un colpo di pistola allo stomaco.
Il portavoce del centro Chabad ha spiegato che durante la notte le porte dell'edificio rimangono aperte per accogliere i senzatetto. “L'accoltellamento di un ebreo alla Casa dei Chabad fa parte di un significativo aumento della violenza antisemita in Francia, Belgio, nell'Europa intera e, ovviamente, negli Stati Uniti – ha dichiarato Yaakov Hagoel, del dipartimento della World Zionist Organization che si occupa del contrasto all'antisemitismo – Le autorità americane devono prestare attenzione e iniziare a prendere provvedimenti più duri contro l'antisemitismo”.
qui trieste
Formazione, nuove prospettive
Israele, il tuo futuro è qui. Questo il titolo dell’incontro promosso da Masa Italia in collaborazione con la Comunità ebraica triestina. La giornata ha avuto inizio con una discussione guidata, presa dal programma Beit Ha’am dell’Organizzazione Sionista Mondiale, che ha voluto far confrontare i ragazzi sul proprio legame con Israele.
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pilpul
Gli sciacalli sui migranti 
Per noi che da anni denunciamo lo sfruttamento politico della questione migratoria, le intercettazioni di questi giorni chiudono il cerchio. Per noi che abbiamo continuato a invocare una discussione aperta e ragionevole sulla società e sull’apporto (necessario) degli stranieri, tante cose si fanno più chiare. Per noi che abbiamo accusato la destra, quasi al completo, di ridursi a “imprenditore politico della paura”, è doloroso scoprire che pezzi del centrosinistra in questi anni hanno lucrato sulla gestione dei migranti. Per noi che abbiamo reclamato diritti e dignità per i rom, i paria del mondo in cui viviamo, scoprire i campi nomadi come fonte di arricchimento criminale è semplicemente osceno.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Humans of Israel - Nidal
“Lavoro tredici ore al giorno cucinando in una mensa, le passo in fretta sognando ad occhi aperti. Sognare per me è necessario, senza trascurare la realtà”.
“Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?”
“Ho due grandi sogni: che mio figlio diventi un saggio, e che questa terra tormentata raggiunga pace e giustizia”.

Jonathan Misrachi

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