
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Che
follia, che sfida illogica provare ad illuminare il mondo in questi
giorni di Channukkah, in questo tempo di dicembre del 2014 nel quale
bambini in Pakistan vengono uccisi perché osano studiare, adulti
bruciati vivi perché osano insegnare e bambine in Yemen ammazzate
perché osano recarsi a scuola.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Non
sembra un esercizio futile provare a guardare la festa di Chanukkah
nella sua prospettiva storica. Al netto dell’affascinante narrazione
che ci proviene dai libri dei Maccabei (peraltro non inclusi nel canone
biblico ebraico) e dell’emozionante miracolo dell’olio, rimane il fatto
che Chanukkah è considerata dai Maestri una festività anomala.
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Il no Usa alla Giordania |
IUn
‘no’ a stelle e striscie. Dopo la proposta di risoluzione del conflitto
israelo-palestinese da parte della Giordania, che ieri l’ha presentata
al Consiglio di sicurezza dell’Onu chiedendo il ritiro di Israele ai
confini del 1967 entro il 2017, gli Stati Uniti si sono espressi
contrari. La Stampa riporta le parole del portavoce del Dipartimento di
Stato Usa Jen Psaki che ha dichiarato: “Non è una cosa che sosterremo”.
Iniziativa, quella della Giordania, condannata duramente da Israele: il
ministro per gli Affari strategici Yuval Steinitz l’ha definita “una
dichiarazione di guerra”. Su Panorama, un approfondimento della
questione dal titolo “Perché Israele non vuole i confini del ’67, nel
quale vengono citate le parole del premier Israeliano Benjamin
Netanyahu: “Non accetteremo tentativi di imporci azioni unilaterali e
scadenze. Tali mosse porterebbero islamici radicali fin nei sobborghi
di Tel Aviv e nel cuore di Gerusalemme”.
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Qui Ferrara - torah e vita Il Libro in mostra
Gli
argenti brillano nelle loro vetrine, i giochi interattivi sono ancora
tutti in ordine geometrico sui muri magnetici, l’atmosfera è silenziosa
e carica di attesa. I primi visitatori stanno per entrare al Museo
Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah per l’inaugurazione
della mostra Torah fonte di vita, che espone oggetti cerimoniali e
libri dalla collezione del Museo della Comunità ebraica di Ferrara e
rimarrà aperta fino al 31 dicembre dell’anno prossimo, permettendo per
la prima volta l’apertura permanente del primo stralcio del MEIS ancora
in costruzione. La mostra è presentata in collaborazione con la
Comunità ebraica di Ferrara, il Comune e la Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna. Prima di
addentrarsi tra le stanze della mostra e di indagare il ruolo della
Torah nella vita ebraica, i visitatori hanno assistito all’accensione
delle candele di Channukkah da parte del rabbino capo della Comunità di
Ferrara Luciano Caro e ricevuto i saluti di Massimo Maisto, assessore
alla cultura del Comune di Ferrara, e del presidente della Fondazione
MEIS Riccardo Calimani. “La costruzione del MEIS è simbolo di rinascita
per l’ebraismo italiano, e questa mostra è una tappa molto importante”,
ha affermato Calimani. “Sarebbe troppo poco limitarne la funzione
all’esposizione di oggetti bellissimi, vogliamo che il Meis diventi un
laboratorio di idee che faccia da stimolo allo sviluppo civile e
sociale”.
Francesca Matalon
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J-ciack
Topi e follie a Chanukkah
Le
candele di Chanukkah scintillano, abbiamo cantato, giocato con il
sevivon e siamo sazi di sufganiot. Momento ottimo per gustarsi un film,
anche se per trovarne uno a tema bisogna ingegnarsi. Mentre Natale è
fra i temi più sfruttati dal grande schermo – fra nuove uscite, grandi
classici e infinite variazioni – in fatto di Chanukkah il cinema è
assai più avaro e bordeggia spudorato fra pop e trash.
Tra i cult di Channukkah ci si può concedere “Otto notti di follie”
(2002) con Adam Sandler, premiato allora come peggiore attore
protagonista, pellicola ispirata al suo terribile e famosissimo
“Chanukkah Song”. In alternativa, ecco “The Hebrew Hammer” (2003), con
Adam Goldberg nei panni del vendicatore ebreo – ispirato a Giuda
Macabeo – che difende Chanukkah dal perfido figlio di Babbo Natale e
volendo ci si può regalare anche il sequel, “The Hebrew Hammer vs
Hitler”. Non granché per i cinefili, ma è festa e si può sbracare un
po’.
In alternativa, un classico di Chanukkah – quanto meno negli States – è
“Fievel sbarca in America” (1986), animazione di Don Bluth prodotta da
Spielberg, che racconta la storia di Fievel Mousekewitz, topolino che
nel 1885 fugge da Mosca con la famiglia per rifugiarsi in America.
Daniela Gross
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Chanukkah e Chagall |
Mi
trovo a visitare la mostra di Chagall a Palazzo Reale di Milano proprio
la prima sera di Chanukkah. È capitato un po’ per caso, ma il momento
mi pare particolarmente appropriato e – tra quadri noti, notissimi o
che sembrano noti tanto sono familiari – mi sento subito a casa. Ogni
festa ha la sua atmosfera e per me Chanukkah (forse per i molti
racconti di Singer ambientati durante la festa) evoca il gelo
dell’inverno, paesaggi dell’Europa orientale, villaggi come Vitebsk con
poche case magari ricoperte di neve. Chanukkah è la piccola luce che
vince sulle tenebre circostanti; ed ecco che da molti quadri della
mostra fanno capolino una o più candele accese che catturano
immediatamente l’attenzione di chi guarda.
Anna Segre, insegnante
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La luce più grande |
Chissà
perché tra tutte le feste ebraiche, Chanukkah sia diventata, specie
nella contemporaneità, una festa così popolare e ‘mainstream’ anche nel
mondo non ebraico, tanto da essere menzionata persino nella
cinematografia della Walt Disney. Sarà perché è ben identificabile con
un simbolo più tangibile e vistoso rispetto ad altri, la Chanukkiah:
più di un siddur o di un calice per il kiddush, questa menorah è
presente in quasi tutti i negozi di antiquariato, nelle piazze
cittadine d’Europa e d’America, nelle abitazioni di qualunque famiglia
osservante o assimilata. O sarà perché capita sovente in contemporanea
con altre festività non ebraiche di fine anno, o perché Ma’oz Tzur è
così gioiosa e i latkes e le sufganiyot sono veramente irresistibili, o
infine perché rappresenta senza dubbio il miracolo della sopravvivenza
di Israele nonostante tutte le persecuzioni, i pogrom, e la Shoah.
Francesco Moises Bassano, studente
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Scoprite la luce |
“Scoprite
la luce! Rivelate la luce! Se incombono su di noi i monti delle
tenebre, non tutte le scintille sono spente, sono finite. Dai monti
delle tenebre trarremo una fiamma, dalle fenditure delle rocce zaffiri
senza fine. Nelle profondità del popolo, nell’intimità del suo animo
ancora risplenderà e brillerà la Shekhinà. Orsù, tutti insieme per una
grande impresa! Scopriamo i monti delle tenebre, scopriamoli! Scopriamo
i numerosi strati di luce!” È con queste parole di H. N. Bialik, che
voglio festeggiare Chanukkah 5775.
Ilana Bahbout
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