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22 dicembre 2014 - 30 Kislev 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
Esorcizzare un nuovo conflitto. In questo momento, nel quale probabilmente si prospetta un nuovo conflitto tra Israele e ‘Palestina’, vorrei ribadire nuovamente alcuni punti fermi, dai quali le prospettive per un futuro del nostro popolo in Eretz Israel non possono prescindere: Nel 167 a.e.v. il sovrano seleucide Antioco IV Epifane emanò di un decreto che pretendeva di proibire lo studio della Torah a ogni ebreo e di imporre l’adozione della cultura greca, profanando il Tempio di Gerusalemme e trasformandolo in un luogo di culto ecumenico.
 
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Anna
Foa,
storica
Si fa un gran parlare di vendetta sui giornali di ieri a proposito dell’assassinio dei due agenti di polizia di New York. Il termine, credo usato dallo stesso assassino, è però improprio. Perchè vendetta vuol dire, strettamente parlando, colpire colui che si considera colpevole di qualcosa o i suoi famigliari. Vendetta implica così, quando non sia esercitata sul diretto interessato, una concezione di clan. Si colpiscono coloro che sono legati da un rapporto di sangue con colui di cui ci si deve vendicare. Ma se ad essere colpiti sono indistintamente degli innocenti, più che di vendetta potremmo parlare di rappresaglia. Vendetta e rappresaglia sono comunque due termini che si oppongono ambedue all’unico che in questi casi si possa e si debba invocare, giustizia.
 
 
 
Lupi solitari in Francia
I lupi solitari attaccano la Francia. Drammatica la notizia che giunge da Oltralpe: ieri a Digione un uomo ha investito una decina di persone con la sua macchina al grido di “Allah è grande”. A raccontare la cronaca, Anais Ginori su la Repubblica: “Il bilancio è di 11 feriti tra cui un bambino e due persone in gravi condizioni. L’uomo al volante di una Clio ha quarant’anni e precedenti penali. Dopo aver tentato di fuggire, è stato fermato: avrebbe rivendicato il suo gesto, urlando alle autorità ‘In nome dei bambini della Palestina’. La dinamica non è ancora chiara. Sembra che la macchina abbia investito persone in cinque diversi attraversamenti pedonali”. Ginori continua spiegando come il fatto non sia purtroppo isolato: “Venerdì un uomo era entrato in un cornmissario a Joué-les-Tours, nel centro del paese, ferendo tre agenti in un commissariato, prima di essere ucciso dai poliziotti. Sull’aggressore, un ventenne francese originario del Burundi convertito da qualche anno all’Islam, è stata aperta un’inchiesta per terrorismo”. In entrambi i casi si sospetta che i colpevoli abbiano agito da soli: i lupi solitari sembrano essere sbarcati in Francia.

Ismail, a tre anni nelle mani dell’Isis? Sul Corriere della Sera la terribile vicenda del piccolo Ismail, il bambino di Belluno rapito dal padre Ismar, che, deciso ad ‘arruolarsi’ come miliziano dell’Isis, lo ha portato con sé. La madre, Linda Solana Herrera, avrebbe riconosciuto il piccolo in una foto: “Con la sua felpina nera e la faccia seria, per nulla divertita né quando compare a cavallo della motocicletta assieme a un miliziano dell’Isis, cioè nella foto in cui sua madre lo ha riconosciuto, né quando imbraccia un mitra (apparentemente giocattolo) camminando per mano a un combattente come nell’immagine pubblicata ieri in prima pagina dal Corriere del Veneto”. Mentre i carabinieri del Ros indagano, la madre dichiara: “Prego ogni giorno perché me lo riportino indietro”.
 
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  davar
le celebrazioni per i 60 anni della sinagoga
Bologna, grande festa del Tempio
Otto Sifrei Torah dispiegati attorno alla Tevah, il pulpito. Otto come le luci di Chanukkah, la festa che simboleggia la vittoria dell'identità contro l'assimilazione. Un duplice momento gioioso per tutta Bologna nel giorno in cui si celebrano i 60 anni di storia della sua sinagoga.
Settembre 1954: il presidente della Comunità ebraica Eugenio Heiman e il rabbino capo Sergio Sierra inaugurano il Beth haKnesset progettato da Guido Muggia. È un giorno straordinariamente significativo, un messaggio di speranza nel futuro per una realtà che nell'abominio nazifascista aveva perso, appena pochi anni prima, oltre un terzo dei propri iscritti. Dicembre 2014: i loro omologhi contemporanei, Daniele De Paz e rav Alberto Sermoneta, accolgono in sinagoga molte centinaia di persone, tra cui il sindaco Virginio Merola, ribadendo il filo indissolubile che lega gli ebrei bolognesi alla loro città.
Ad intervenire anche il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach e i rabbini Adolfo Locci (Padova), Beniamino Goldstein (Modena) e Luciano Caro (Ferrara). Al loro fianco l'altro vicepresidente UCEI Giulio Disegni e il consigliere dell'Unione David Menasci mentre l'accompagnamento musicale è del prestigioso conservatorio bolognese.
In dono a tutti i presenti un opuscolo, realizzato in collaborazione del Dec UCEI, che raccoglie aneddoti e riflessioni attorno a questi 60 anni.
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israele
Il voto e le questioni sociali
Mentre l'Autorità palestinese continua la sua battaglia diplomatica all'Onu, la politica israeliana cerca di rispondere alle esigenze dei suoi cittadini su un altro fronte, quello economico e sociale. I dati pubblicati dal Bituah Leumi (l'istituto della previdenza sociale di Israele) raccontano di un paese che, seppur con indicatori economici positivi, stenta a trovare soluzioni al problema della povertà: secondo i parametri del Bituah Leumi, infatti, 1,6 milioni di israeliani si trovano al di sotto della soglia della povertà. Dall'indagine emerge che il 18,6% delle famiglie israeliane nel 2013 si trovava al di sotto di questa linea immaginaria di benessere, contro il 19,4% del 2012. Un miglioramento si è dunque registrato ed è dovuto, spiegano dall'istituto previdenziale, ad un incremento delle persone entrate a far parte del mercato del lavoro e a un maggior sostegno da parte del sistema di welfare israeliano alle fasce più deboli della società. Su questi punti, assieme alla diminuzione del costo della vita, si giocherà molto della campagna politica israeliana per il voto del prossimo 17 marzo.
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informazione - international edition
Il successo di Roberto Benigni
Cosa pensano i rabbini italiani della performance di Roberto Benigni dedicata ai Dieci Comandamenti? Ad aprire l’edizione settimanale di Pagine Ebraiche International è proprio l’enorme successo del comico toscano, vincitore del Premio Oscar per il suo racconto della Shoah nel film “La vita è bella”, e i commenti dei rabbanim che sottolineano la ricchezza dei riferimenti ebraici presenti nella narrazione di Benigni. “Ormai le cose serie si ascoltano solo dai comici” il tweet del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. A proposito di Roma, per il pubblico internazionale anche un approfondimento sul nuovo progetto che al museo ebraico della città offre una ricostruzione dell’antico ghetto, le sue strade, palazzo, pittoresche atmosfere. Infine sulla newsletter anche la presentazione dell’ultimo numero di DafDaf il giornale ebraico dei bambini. Per le rubriche, inizia questa settimana a essere proposta in lingua inglese l’appuntamento con Humans of Israel, foto e brevi ritratti dei volti e delle storie di Israele, a cura di Jonathan Misrachi.


Rossella Tercatin
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qui Roma - Chanukkah 5775
Nuova luce a piazza Barberini
Una consuetudine lunga ventisette anni quella dell’accensione della Chanukkiah di piazza Barberini: un evento corale nel cuore di Roma, organizzato ieri dal gruppo dei Chabad Lubavitch diretto da rav Yitzchak Hazan, che ha riunito centinaia di persone tra ebrei romani e non solo, turisti, curiosi e autorità. A presenziare, il sindaco di Roma Ignazio Marino, il presidente della commissione Affari esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, il consigliere regionale Teresa Pietrangolini in rappresentanza di Nicola Zingaretti e l’ambasciatore israeliano Naor Gilon. Durante il suo intervento il sindaco Marino ha fatto riferimento allo scandalo di Mafia Capitale dichiarando: “Roma ha bisogno di luce per reagire allo schiaffo violento subito per quello che abbiamo letto sui giornali o ascoltato in queste ultime settimane”. L’ambasciatore Naor Gilon è poi intervenuto sottolineando l’eterno messaggio che la festa di Chanukkah porta con sé, un ricordo di speranza e di ottimismo che si esplica nella metafora della luce. Rav Hazan ha poi spiegato come sommando i lumi che si accendono durante la festa, il numero che ne risulta è quello del 36: “Sono 36 come le ore di luce che ci furono durante il settimo giorno della Creazione. Il primo Shabbath del mondo ebbe infatti tutte queste ore di luminosità e si narra che la luce che si nascose, ritorna ogni anno con l’arrivo di Chanukkah”.


(Si ringraziano per le immagini Chani Hazan Benjaminson e Sharon Nemni)
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qui firenze - architettura religiosa
Voci a confronto
Assonanze e differenze. Uno stimolante confronto sull’architettura religiosa, ospitato nei locali della Comunità ebraica, nella prospettiva di tre addetti ai lavori: Osama Rashid, Ulisse Tramonti e Renzo Funaro. Coordinati da Giuseppe Burschtein, gli oratori hanno animato un confronto che verteva su tematiche di grande attualità nel dibattito pubblico, non ultimo i progetti presentati (o in fase di sviluppo) per la costruzione di nuove moschee in molte città d’Italia. “Un argomento antico affrontato in modo nuovo. Un confronto utile che si inserisce appieno nell’attualità” rileva Funaro, attuale vicepresidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia oltre che presidente dell’Opera del Tempio Ebraico di Firenze.
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qui casale monferrato - chanukkah 5775
Menoroth ad arte
Il Sono venuti in tanti, Casalesi e non, a festeggiare Chanukkah attorno alla Sinagoga di vicolo Salomone Olper, l’unica al mondo che sotto le sue mura ospita un intero museo dedicato a questa festa ebraica e al suo simbolo più evidente: i candelabri a otto braccia chiamate Chanukkioth. E così questa giornata, che per di più capita a ridosso di Natale, acquista per la Comunità monferrina una duplice valenza: da una parte, si invitano amici da ogni parte, anche delle altre religioni monoteiste, a festeggiare quelle luci che diventano un messaggio di speranza, dall’altra è un momento in cui altre lampade e altri artisti vanno ad aggiungersi a quelli già presenti ad un museo che ospita i più grandi nomi dell’arte contemporanea. Del resto come ha spiegato il vicepresidente della Comunità Elio Carmi: “Le Chanukkioth sono sempre state liberamente interpretate e persino durante la Shoah nei campi di concentramento chi voleva celebrare Chanukkah si ingegnava a costruirle in vari modi”.

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qui firenze - chanukkah 5775
Una luce collettiva
L’appuntamento era sotto il porticato della sinagoga. Ciascun iscritto chiamato a portare con sé una Chanukkiah da casa per celebrare, tutti assieme, una serata di luce. Un modo nuovo per festeggiare Chanukkah che ha raccolto molti consensi all’interno della Comunità ebraica fiorentina. Adulti e bambini – chi con un candelabro, chi anche solo con la voglia di cantare Maotzur – l’iniziativa si è rivelata un successo. Con il calore della luce emanato dall’accensione collettiva e con il profumo delle tante sufganiot che si è diffuso oltre il cancello di via Farini. Tra gli ospiti anche il consigliere UCEI Ariel Dello Strologo, attuale vicepresidente della Comunità ebraica di Genova.

qui  vercelli - chanukkah 5775
Una lezione luminosa
Domenica 21 dicembre si è svolto un grande evento al Tempio Israelitico di Vercelli, luogo d’eccellenza culturale e religiosa della città. Il pomeriggio freddo e nebbioso è stato illuminato da Rav Ariel Di Porto, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Torino, accolto dal presidente della Comunità ebraica Rossella Bottini Treves, e da molti iscritti e amici che hanno festeggiato insieme la sesta accensione dei Lumi di Chanukkah 5775. Rav Ariel Di Porto, insediatosi nello scorso novembre a Torino, ha accompagnato i partecipanti nella Festa delle Luci con Minchà, ‘Arvith, l’accensione dei lumi e una lezione su Chanukkah, in un Tempio in cui il buio ha lasciato spazio alla luce della Chanukkiah e alle voci del Rabbino e di Shemuel e Baruch Lampronti.
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pilpul
 Otto giorni, otto luci
VII Candela – Lunedì sera 1 Tevet / 22 Dicembre       II Rosh Chodesh Tevet                                         Rabbì Elazar di Worms (Elazar ben Judah ben Kalonimos, 1176-1238) insegna che i 36 lumi che accendiamo di Chanukkah (ad eccezione degli otto lumi dello shammash che sono al di fuori del computo) hanno una relazione con la luce della creazione. Nel Talmud (Chaghiggà 12a) è detto che la luce primordiale creata il primo giorno fu nascosta da D-o e destinata ai giusti in un futuro a venire. Inoltre, come riporta il Talmud Yerushalmi (cap.8, halakhà 5), questa luce irradiò solo per 36 ore prima di essere nascosta. I 36 lumi di Chanukkah, dunque, sarebbero in relazione con queste 36 ore di illuminazione della luce primordiale. E come affermano i maestri nel Midrash Tanchumà (Parashat Noach) questa luce fu nascosta nella Torah. In attesa della venuta messianica, quando questa luce tornerà ad irradiare il mondo, la possiamo raggiungere nello studio e nell’osservanza della Torà e, visivamente, nei 36 lumi dei giorni di Chanukkah.

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova                                            Otto giorni, otto luci. Leggi i pensieri per la luce dei giorni scorsi.


Oltremare - Zucchero e veleni
Le elezioni stanno alle festività come lo zucchero al veleno.
Di zucchero (e litri d’olio di accompagnamento) ci stiamo nutrendo da una settimana, e per fortuna è quasi finita, pena aggiunte ulteriori al giro vita. Le sufganiot di Channukkah in Israele prendono la forma di decine di panetterie e negozi di dolci che rivoluzionano vetrine e spazi espositivi per fare largo a bomboloni ripieni di ogni crema possibile. Ormai quelli che fanno solo le classiche versioni con marmellata di ciliege e zucchero a velo sono guardati con il sospetto che si riserva ai parvenu del gourmet e agli snob esistenziali. Finita Channukkah, i bomboloni scompaiono come non fossero mai esistiti, le vetrine vengono rifatte nottetempo, il profumo tipico della lievitazione, che attualmente avvolge strade e negozi, svanisce. La settimana dopo compaiono i triangoloni di frolla anche loro ripieni, mesi interi prima che Purim osi presentarsi con un nuovo carico zuccherino da coma diabetico.
Per compensare tutta questa dolcezza, ci sono le elezioni.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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