
Paolo Sciunnach,
insegnante
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Esorcizzare
un nuovo conflitto. In questo momento, nel quale probabilmente si
prospetta un nuovo conflitto tra Israele e ‘Palestina’, vorrei ribadire
nuovamente alcuni punti fermi, dai quali le prospettive per un futuro
del nostro popolo in Eretz Israel non possono prescindere: Nel 167
a.e.v. il sovrano seleucide Antioco IV Epifane emanò di un decreto che
pretendeva di proibire lo studio della Torah a ogni ebreo e di imporre
l’adozione della cultura greca, profanando il Tempio di Gerusalemme e
trasformandolo in un luogo di culto ecumenico.
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Anna
Foa,
storica
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Si
fa un gran parlare di vendetta sui giornali di ieri a proposito
dell’assassinio dei due agenti di polizia di New York. Il termine,
credo usato dallo stesso assassino, è però improprio. Perchè vendetta
vuol dire, strettamente parlando, colpire colui che si considera
colpevole di qualcosa o i suoi famigliari. Vendetta implica così,
quando non sia esercitata sul diretto interessato, una concezione di
clan. Si colpiscono coloro che sono legati da un rapporto di sangue con
colui di cui ci si deve vendicare. Ma se ad essere colpiti sono
indistintamente degli innocenti, più che di vendetta potremmo parlare
di rappresaglia. Vendetta e rappresaglia sono comunque due termini che
si oppongono ambedue all’unico che in questi casi si possa e si debba
invocare, giustizia.
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Lupi solitari in Francia |
I
lupi solitari attaccano la Francia. Drammatica la notizia che giunge da
Oltralpe: ieri a Digione un uomo ha investito una decina di persone con
la sua macchina al grido di “Allah è grande”. A raccontare la cronaca,
Anais Ginori su la Repubblica: “Il bilancio è di 11 feriti tra cui un
bambino e due persone in gravi condizioni. L’uomo al volante di una
Clio ha quarant’anni e precedenti penali. Dopo aver tentato di fuggire,
è stato fermato: avrebbe rivendicato il suo gesto, urlando alle
autorità ‘In nome dei bambini della Palestina’. La dinamica non è
ancora chiara. Sembra che la macchina abbia investito persone in cinque
diversi attraversamenti pedonali”. Ginori continua spiegando come il
fatto non sia purtroppo isolato: “Venerdì un uomo era entrato in un
cornmissario a Joué-les-Tours, nel centro del paese, ferendo tre agenti
in un commissariato, prima di essere ucciso dai poliziotti.
Sull’aggressore, un ventenne francese originario del Burundi convertito
da qualche anno all’Islam, è stata aperta un’inchiesta per terrorismo”.
In entrambi i casi si sospetta che i colpevoli abbiano agito da soli: i
lupi solitari sembrano essere sbarcati in Francia.
Ismail, a tre anni nelle mani dell’Isis? Sul Corriere della Sera la
terribile vicenda del piccolo Ismail, il bambino di Belluno rapito dal
padre Ismar, che, deciso ad ‘arruolarsi’ come miliziano dell’Isis, lo
ha portato con sé. La madre, Linda Solana Herrera, avrebbe riconosciuto
il piccolo in una foto: “Con la sua felpina nera e la faccia seria, per
nulla divertita né quando compare a cavallo della motocicletta assieme
a un miliziano dell’Isis, cioè nella foto in cui sua madre lo ha
riconosciuto, né quando imbraccia un mitra (apparentemente giocattolo)
camminando per mano a un combattente come nell’immagine pubblicata ieri
in prima pagina dal Corriere del Veneto”. Mentre i carabinieri del Ros
indagano, la madre dichiara: “Prego ogni giorno perché me lo riportino
indietro”.
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le celebrazioni per i 60 anni della sinagoga
Bologna, grande festa del Tempio
Otto
Sifrei Torah dispiegati attorno alla Tevah, il pulpito. Otto come le
luci di Chanukkah, la festa che simboleggia la vittoria dell'identità
contro l'assimilazione. Un duplice momento gioioso per tutta Bologna
nel giorno in cui si celebrano i 60 anni di storia della sua sinagoga.
Settembre 1954: il presidente della Comunità ebraica Eugenio Heiman e
il rabbino capo Sergio Sierra inaugurano il Beth haKnesset progettato
da Guido Muggia. È un giorno straordinariamente significativo, un
messaggio di speranza nel futuro per una realtà che nell'abominio
nazifascista aveva perso, appena pochi anni prima, oltre un terzo dei
propri iscritti. Dicembre 2014: i loro omologhi contemporanei, Daniele
De Paz e rav Alberto Sermoneta, accolgono in sinagoga molte centinaia
di persone, tra cui il sindaco Virginio Merola, ribadendo il filo
indissolubile che lega gli ebrei bolognesi alla loro città.
Ad intervenire anche il vicepresidente dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Roberto Jarach e i rabbini Adolfo Locci (Padova),
Beniamino Goldstein (Modena) e Luciano Caro (Ferrara). Al loro fianco
l'altro vicepresidente UCEI Giulio Disegni e il consigliere dell'Unione
David Menasci mentre l'accompagnamento musicale è del prestigioso
conservatorio bolognese.
In dono a tutti i presenti un opuscolo, realizzato in collaborazione
del Dec UCEI, che raccoglie aneddoti e riflessioni attorno a questi 60
anni.
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israele
Il voto e le questioni sociali
Mentre
l'Autorità palestinese continua la sua battaglia diplomatica all'Onu,
la politica israeliana cerca di rispondere alle esigenze dei suoi
cittadini su un altro fronte, quello economico e sociale. I dati
pubblicati dal Bituah Leumi (l'istituto della previdenza sociale di
Israele) raccontano di un paese che, seppur con indicatori economici
positivi, stenta a trovare soluzioni al problema della povertà: secondo
i parametri del Bituah Leumi, infatti, 1,6 milioni di israeliani si
trovano al di sotto della soglia della povertà. Dall'indagine emerge
che il 18,6% delle famiglie israeliane nel 2013 si trovava al di sotto
di questa linea immaginaria di benessere, contro il 19,4% del 2012. Un
miglioramento si è dunque registrato ed è dovuto, spiegano
dall'istituto previdenziale, ad un incremento delle persone entrate a
far parte del mercato del lavoro e a un maggior sostegno da parte del
sistema di welfare israeliano alle fasce più deboli della società. Su
questi punti, assieme alla diminuzione del costo della vita, si
giocherà molto della campagna politica israeliana per il voto del
prossimo 17 marzo.
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qui Roma - Chanukkah 5775 Nuova luce a piazza Barberini
Una
consuetudine lunga ventisette anni quella dell’accensione della
Chanukkiah di piazza Barberini: un evento corale nel cuore di Roma,
organizzato ieri dal gruppo dei Chabad Lubavitch diretto da rav
Yitzchak Hazan, che ha riunito centinaia di persone tra ebrei
romani e non solo, turisti, curiosi e autorità. A presenziare, il
sindaco di Roma Ignazio Marino, il presidente della commissione Affari
esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, il consigliere regionale
Teresa Pietrangolini in rappresentanza di Nicola Zingaretti e
l’ambasciatore israeliano Naor Gilon. Durante il suo intervento il
sindaco Marino ha fatto riferimento allo scandalo di Mafia Capitale
dichiarando: “Roma ha bisogno di luce per reagire allo schiaffo
violento subito per quello che abbiamo letto sui giornali o ascoltato
in queste ultime settimane”. L’ambasciatore Naor Gilon è poi
intervenuto sottolineando l’eterno messaggio che la festa di Chanukkah
porta con sé, un ricordo di speranza e di ottimismo che si esplica
nella metafora della luce. Rav Hazan ha poi spiegato come sommando i
lumi che si accendono durante la festa, il numero che ne risulta è
quello del 36: “Sono 36 come le ore di luce che ci furono durante il
settimo giorno della Creazione. Il primo Shabbath del mondo ebbe
infatti tutte queste ore di luminosità e si narra che la luce che si
nascose, ritorna ogni anno con l’arrivo di Chanukkah”.
(Si ringraziano per le immagini Chani Hazan Benjaminson e Sharon Nemni)
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Otto giorni, otto luci |
VII
Candela – Lunedì sera 1 Tevet / 22
Dicembre II Rosh Chodesh
Tevet
Rabbì Elazar di Worms (Elazar ben Judah ben Kalonimos, 1176-1238)
insegna che i 36 lumi che accendiamo di Chanukkah (ad eccezione degli
otto lumi dello shammash che sono al di fuori del computo) hanno una
relazione con la luce della creazione. Nel Talmud (Chaghiggà 12a) è
detto che la luce primordiale creata il primo giorno fu nascosta da D-o
e destinata ai giusti in un futuro a venire. Inoltre, come riporta il
Talmud Yerushalmi (cap.8, halakhà 5), questa luce irradiò solo per 36
ore prima di essere nascosta. I 36 lumi di Chanukkah, dunque, sarebbero
in relazione con queste 36 ore di illuminazione della luce primordiale.
E come affermano i maestri nel Midrash Tanchumà (Parashat Noach) questa
luce fu nascosta nella Torah. In attesa della venuta messianica, quando
questa luce tornerà ad irradiare il mondo, la possiamo raggiungere
nello studio e nell’osservanza della Torà e, visivamente, nei 36 lumi
dei giorni di Chanukkah.
Adolfo
Locci, rabbino capo di
Padova
Otto giorni, otto luci. Leggi i pensieri per la luce dei giorni scorsi.
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Oltremare - Zucchero e veleni |
Le elezioni stanno alle festività come lo zucchero al veleno.
Di zucchero (e litri d’olio di accompagnamento) ci stiamo nutrendo da
una settimana, e per fortuna è quasi finita, pena aggiunte ulteriori al
giro vita. Le sufganiot di Channukkah in Israele prendono la forma di
decine di panetterie e negozi di dolci che rivoluzionano vetrine e
spazi espositivi per fare largo a bomboloni ripieni di ogni crema
possibile. Ormai quelli che fanno solo le classiche versioni con
marmellata di ciliege e zucchero a velo sono guardati con il sospetto
che si riserva ai parvenu del gourmet e agli snob esistenziali. Finita
Channukkah, i bomboloni scompaiono come non fossero mai esistiti, le
vetrine vengono rifatte nottetempo, il profumo tipico della
lievitazione, che attualmente avvolge strade e negozi, svanisce. La
settimana dopo compaiono i triangoloni di frolla anche loro ripieni,
mesi interi prima che Purim osi presentarsi con un nuovo carico
zuccherino da coma diabetico.
Per compensare tutta questa dolcezza, ci sono le elezioni.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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