David
Sciunnach,
rabbino
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“Queste
sono le Leggi che porrai dinnanzi a loro …” (Shemot 18, 9). Dice a
proposito di questo verso il commentatore Kòl Simchà: L’uomo deve porre
le Leggi dell’Eterno davanti a se stesso. Egli deve consacrare tutto il
suo ‘Io’ per queste fino a donare la propria anima per loro.
È per questo che la Torah dice: lifneèm – dinnanzi a loro, prima della mia stessa esistenza.
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David
Assael,
ricercatore
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In
queste giornate decisive, che potrebbero anche ridisegnare, in un
futuro non troppo remoto, la geopolitica europea, ha attirato la mia
attenzione il decreto legge del ministro dell’Interno Alfano, che fa
seguito agli attentati parigini.
La legge estenderebbe il carcere per coloro che si recano all’estero a combattere.
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Ddl negazionismo,
il Senao al voto |
Prosegue
oggi la discussione in Assemblea del Senato riguardo l’esame del
provvedimento sul reato di negazionismo (ddl n. 54). Su la Stampa si
parla di voto in aula “scontato”: il ddl infatti porta la firma di
tutti i partiti tranne quello della Lega.
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negazionismo - la legge vicina alla realtà
Il Senato: Alt all'odio
Il
primo grande passo per l’introduzione in Italia di una norma contro il
negazionismo della Shoah è stato compiuto stamane dal Senato della
Repubblica.. A larghissima maggioranza, infatti, i senatori hanno
approvato in queste ore la proposta di modifica della legge del 1975 in
merito al contrasto dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità
e crimini di guerra. Il provvedimento approvato al Senato, e che ora
passerà al vaglio della Camera, introduce un’aggravante di pena di tre
anni se i reati previsti dalla legge del ’75 – ovvero la propaganda, la
pubblica istigazione e il pubblico incitamento a commettere atti di
discriminazione razziale – si fondano in tutto o in parte sulla
negazione della Shoah, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di
guerra, come definiti dallo statuto della Corte penale internazionale.
Dopo una lunga discussione in aula, da cui era emersa tra ieri e oggi
un’ampia e trasversale adesione per l’adozione del provvedimento, si è
arrivati al voto con 234 senatori favorevoli, 3 contrari e 8 astenuti.
Soddisfazione per questo primo importante passaggio – in attesa del
voto della Camera – è stato espresso dal presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, presente in aula assieme a
una delegazione dell’UCEI e della Comunità ebraica di Roma. Con
l’approvazione al Senato della legge contro il negazionismo è stata
scritta “una pagina importante nella storia del nostro Paese”, afferma
il presidente Gattegna che ha sottolineato come l’Unione si sia
fortemente impegnata, con la collaborazione della Comunità ebraica
della Capitale, nel sostenere la necessità del provvedimento. “Un atto
di concreto contrasto ad una delle forme più sottili di diffamazione
razziale, xenofoba, antisemita e di incitazione all’odio – il commento
della senatrice del Partito Democratico Silvana Amati, prima firmataria
del Ddl – Un atto che dà finalmente seguito alle dichiarazioni che si
susseguono ogni anno in occasione del Giorno della Memoria, affinché
simili orrori non possano mai più accadere. Il negazionismo è un
inaccettabile abuso di diritto, che non può essere protetto dal diritto
alla libertà d’espressione o di ricerca, così come stabilito dalla
stessa Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”. La senatrice, nel suo
intervento davanti ai colleghi, ha richiamato i discorsi pronunciati
dal presidente dell’Unione Gattegna nel corso della Giornata della
Memoria e delle commemorazioni del 16 ottobre, ricordando le sue parole
riguardo alla pericolosità della diffusione di “nuovi nazismi e
fascismi” in Europa e nel mondo che falsificano la storia e sono
“assassini della Memoria”. A spiegare ai colleghi come la modifica non
costituisca in nessun modo limitazioni alla libertà di ricerca e non
introduca nel nostro ordinamento un reato d’opinione, il senatore Lucio
Malan, secondo firmatario del disegno di legge – di cui è relatrice la
senatrice Rosaria Capacchione -, e il presidente della Commissione
Giustizia del Senato Nitto Palma. “Si tratta solo di un’aggravante, non
dell’introduzione di un nuovo reato – ha spiegato Malan – tutte le
libertà sono pienamente salvaguardate”. Malan ha poi ricordato come sia
importante che lo stesso Parlamento che nel 1938 approvò le leggi
razziste, segnando così il destino degli ebrei italiani, approvi oggi
una legge di contrasto al negazionismo della Shoah. “Un atto positivo,
doveroso che rende questo paese più civile”, secondo il senatore. Tante
le dichiarazioni di voto favorevoli che si sono succedute, tra cui
quelle del Movimento Cinque Stelle, di cui è stata approvata una
raccomandazione che impegna il governo a impartire direttive affinché
in ambito scolastico siano approfondite tematiche relative a crimini di
guerra e genocidi. Tra i contrari, il senatore Ncd Carlo Giovanardi che
ha espresso più volte il suo no alla proposta. Per Giovanardi affidare
alla magistratura il compito di fermare i negazionisti è pericoloso;
inoltre il senatore aveva chiesto di limitare il provvedimento alla
sola Shoah senza includere i crimini contro l’umanità e i crimini di
guerra. Sconcertanti le parole di Lucio Barani, dettosi favorevole alla
modifica, che, nel suo intervento durante il dibattito di ieri, ha
paragonato la tragedia della Shoah a una presunta persecuzione politica
da parte dei magistrati durante Mani Pulite subita dall’ex presidente
del Consiglio Bettino Craxi. Contrario invece Domenico Scilipoti Isgrò,
che in una confusa citazione di storici come Renzo De Felice e del
controverso Ernst Nolte, ha rivendicato la libertà di espressione e di
ricerca, che sarebbe stata sacrificata dal disegno di legge sul
negazionismo. In ogni caso, ora la palla passa alla Camera, che
potrebbe votare il provvedimento in commissione deliberante.
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negazionismo - il presidente ucei gattegna Nuova legge, pagina importante
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
"Con l’approvazione al Senato della legge che modifica l’articolo 3
della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e
repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e
crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto
della Corte penale internazionale e considera un’aggravante di tali
crimini la negazione della Shoah, si scrive una pagina importante nella
storia del nostro Paese. Un provvedimento che costituisce un baluardo
per la difesa della libertà di tutti, mirato a colpire i falsari che
tentano di negare la Shoah, di offenderne le vittime e di colpire chi
difende il valore universale della Memoria.
La norma è il frutto di una lunga collaborazione tra le istituzioni e
le Comunità ebraiche e porterà all’attuazione anche in Italia della
Decisione Quadro Europea 2008/913/GAI, che obbliga gli Stati membri a
combattere e a sanzionare penalmente certe forme ed espressioni di
razzismo, xenofobia e dell’istigazione all’odio.
L’impegno dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in
collaborazione con la Comunità ebraica di Roma, è stato quello di
predisporre assieme al Parlamento un disegno di legge che non configuri
un reato d’opinione, ma vada a colpire atti lesivi della dignità umana.
Su questo principio si fonda il testo di legge approvato al Senato, che
costituisce un argine contro chi vuole distorcere la Storia al fine di
seminare odio e antisemitismo. Uno strumento normativo che non si
sostituisce, bensì integra il ruolo fondamentale dell’educazione,
l’unica azione in grado di prevenire che le nuove generazioni vengano
avvelenate da versioni strumentalmente alterate dei fatti storici.
A testimonianza della necessità e dell’importanza di introdurre una
legge che punisca il negazionismo, arrivata dopo anni di dibattiti e
approfondimenti, il largo sostegno ottenuto oggi dal provvedimento da
parte di tutto l’arco parlamentare, dimostrazione di come siamo di
fronte a una lotta che non ha bandiere politiche ma che coinvolge tutta
la società italiana. Non è un caso, infatti, se i primi firmatari del
Disegno di legge siano Silvana Amati, senatrice del Partito
Democratico, e Lucio Malan, senatore di Forza Italia, cui si sono
aggiunti molti altri parlamentari appartenenti a diversi schieramenti
politici a cui va la gratitudine degli ebrei italiani per l’impegno
dimostrato nel portare avanti questa battaglia.
Un sentito apprezzamento anche al presidente del Senato Piero Grasso,
il quale ha espresso più volte la necessità di adottare questa legge,
disponendo che il progetto fosse esaminato senza ritardo dal
Parlamento".
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negazionismo - la senatrice silvana amati "Una risposta all'odio"
Di
seguito l’intervento tenuto nell’aula del Senato dall’onorevole Silvana
Amati (PD), prima firmataria del disegno di legge di modifica
dell’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di
contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro
l’umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8
dello statuto della Corte penale internazionale approvato oggi a
larghissima maggioranza.
Ogni anno il Giorno della Memoria ci impone di rivalutare pienamente la nostra capacità di saper pensare e agire di conseguenza.
È un fatto che le comunità ebraiche continuino ad essere un bersaglio in Europa e nel mondo.
Pensiamo al recente attacco e ai morti del supermercato Kosher a
Parigi, alla coppia di ebrei uccisa lo scorso maggio all’entrata del
Museo ebraico di Bruxelles, ai bambini della scuola ebraica di Tolosa,
uccisi nel 2012.
Purtroppo i germi dell’antisemitismo e del razzismo sono ancora qui,
potenzialmente fertili, e scuotono le fondamenta politiche e giuridiche
del patto sorto dopo la Seconda Guerra Mondiale: il rifiuto
incondizionato degli orrori nazisti.
Quando il Supremo Comandante delle Forze Alleate Eisenhower incontrò le
vittime dei campi di concentramento, ordinò che fossero fatte foto, che
gli abitanti delle città vicine ai campi vi fossero accompagnati e che
seppellissero i morti. Voleva che rimanessero documenti, che si
registrassero le testimonianze, perché un giorno qualcuno avrebbe
potuto sostenere che quegli orrori non fossero mai avvenuti.
L’Italia, con la legge n. 211 del 2000, ha istituito il Giorno della
Memoria nella data della liberazione di Auschwitz: “al fine di
ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei
cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la
prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti
diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della
propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati (…)
affinché simili eventi non possano mai più accadere”.
Silvana Amati, Senatrice
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Ticketless
- Quella foto |
Tra i meriti di "Pagine Ebraiche”, e di questo notiziario quotidiano, ve n’è uno che non potrà sfuggire agli storici di domani.
Il ritrovamento della foto scattata poco dopo l’attentato alla Sinagoga
di Roma, con il corpo di un bambino ferito in braccio a un vigile
urbano. In quella terribile estate del 1982, ricostruita poco tempo fa
da un bel libro di Arturo Marzano e Guri Schwarz (ed. Viella), leggemmo
sui giornali – e in televisione vedemmo e ascoltammo – di tutto, ma
quella immagine, capace di parlare più di ogni parola, non ci fu dato
di vedere.
Perché? Eppure di scienza della comunicazione si riempivano la bocca
molti analisti, sedicenti esperti del dolore altrui Immagini
altrettanto crudeli se ne erano viste sui giornali, dopo l’attentato a
Della Chiesa, dopo il ritrovamento del corpo di Moro in via Caetani. La
stessa immagine riproposta in questi stessi giorni, del fratello di
Mattarella ucciso dalla mafia, era nota. La scomparsa di ‘quella foto’
conferma invece l’assenza di “un sollevamento dell’opinione pubblica”
denunciato da Arnaldo Momigliano: “Sarebbe follia concludere su una
nota di ottimismo quando accade che un bambino ebreo possa essere
assassinato nella sinagoga di Roma, come avvenne nel 1982, senza che si
manifesti un sollevamento dell’opinione pubblica”. Forse le cose stanno
cambiando, non dico un sollevamento dell’opinione pubblica, ma a tanti
anni di distanza quella reazione che all’epoca non ci fu oggi sembra
prendere corpo, per merito delle parole del nuovo Presidente della
Repubblica, ma, purtroppo, anche per conseguenza degli attentati di
Parigi.
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Giuda |
Il
successo di un romanzo può dipendere da tante cose. Dal suo valore
letterario, certamente, ma anche dalla forza di attrazione esercitata
dall’argomento trattato, dalla capacità di incuriosire, intrigare,
suggestionare i lettori. E, com’è noto, capita a tutti di interrogarsi
sui motivi della scarsa affermazione di opere ritenute di alto livello,
e della grande risonanza ottenuta da lavori giudicati invece modesti.
Ma, come si dice, il pubblico ha sempre ragione, e c’è sempre una
spiegazione per ogni successo, come per ogni insuccesso.
Il grande favore di pubblico incontrato dall’ultimo libro di Amos Oz,
“Giuda” (ed. Feltrinelli), era – in ragione del delicato argomento
trattato, e della meritata fama dell’autore – prevedibile. Eppure, esso
non appare, a mio modesto parere, tra le sue opere migliori.
Francesco Lucrezi, storico
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