
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Da
qualche settimana sto affrontando con i miei studenti la questione
della modestia, tzniut, ovvero tutto il corpus halakhico e normativo,
ma anche morale, relativo al vestirsi, al comportamento, al modo di
porsi pubblicamente, valido tanto per gli uomini che per le donne.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Va
bene. Mqondisi Duma è solo un giovane studente fra tanti, con un sito
Facebook neppure molto seguito in cui alterna comunicati politici a
auguri di compleanno e notizie sportive.
È però anche il segretario del Consiglio degli Studenti dell’Università
di Durban, Sud Africa, e come tale è fra i redattori di una richiesta
ufficiale ai vertici della stessa università affinché espellano tutti
quegli studenti ebrei che non supportano la causa del popolo
palestinese.
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La vedova di Coulibaly sponsor del Califfato |
Dopo
l’attentato all’Hypercacher opera di Amedy Coulibaly, in tanti si sono
chiesti dove fosse finita sua moglie Hayat. In un primo tempo venne
ipotizzato che la donna fosse con lui dentro al supermercato,
successivamente la si voleva scappata in Siria una manciata di giorni
prima. Ora Hayat torna a far parlare e a parlare, protagonista di una
intervista (della quale non è stata confermata la veridicità)
pubblicata sulle riviste online Dar al Islam e Dabiq. Un’arma del
Califfato, spiega il Corriere della Sera, che ha scelto come nuovo
inquietante sponsor proprio la moglie del terrorista.
Torino, libri e argenti in mostra. Sull’edizione torinese de La Stampa,
uno sguardo alla nuova mostra, inaugurata ieri alla Biblioteca
Nazionale, nella quale verranno esposti fino al 6 aprile manoscritti,
cinquecentine e argenti ebraici recentemente restaurati. L’esposizione
“Judaica Pedemontana” aperta alla presenza del presidente della
Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni mette in luce
anche testi con parole cancellate. Questo perché, spiega La Stampa, i
possessori dovevano sottoporre i propri libri alla censura cattolica.
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torino - Judaica pedemontana apre i battenti
Dagli archivi al grande pubblico,
i libri ebraici si raccontano
Il
fondo di volumi ebraici della Biblioteca Nazionale Universitaria di
Torino, per la prima volta esposti nella mostra “Judaica Pedemontana”,
ha finalmente incontrato il pubblico.
Inaugurata ieri pomeriggio a Torino e aperta fino al 6 aprile, la
mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione per i Beni Culturali
Ebraici in Italia e dalla Biblioteca Nazionale Universitaria.
Oltre ai libri, comprende argenti e tessuti ebraici antichi di
proprietà di Istituzioni e privati, che rimandano ai contenuti o alla
provenienza geografica dei volumi. Ne hanno curato l’ideazione e la
progettazione Andrea De Pasquale, direttore della Biblioteca Nazionale
di Roma, e Dario Disegni, presidente della FBCEI, che ha sottolineato
il valore della riscoperta di un vero e proprio tesoro, fruibile per la
prima volta non solo dagli studiosi ma da un vasto pubblico.
La Biblioteca Nazionale Universitaria conserva un cospicuo patrimonio
di testi ebraici, costituito da manoscritti e libri a stampa, fra cui
spiccano numerosi incunaboli e cinquecentine che, come sottolineato da
De Pasquale, non furono danneggiati dall’incendio che colpì la
biblioteca nel 1904, e per 150 anni non furono più consultati in quanto
non ci sono più stati bibliotecari in grado di parlare e leggere
l’ebraico. Ma la ricchezza di questo patrimonio, che si è dunque
conservato intatto negli anni, è dovuta in primo luogo all’interesse
della casata dei Savoia, che risale già ai primi duchi. “Emanuele
Filiberto e Carlo Alberto erano appassionati di libri in alfabeti
esotici, tra cui l’ebraico – ha continuato De Pasquale – e il Piemonte
fu un’isola felice per l’ebraismo italiano. Il loro atteggiamento di
benevolenza nei confronti degli ebrei si manifestò anche attraverso la
donazione di libri”.
La mostra è stata un’occasione per restaurare carte, pergamene e
legature di questi volumi, pur ben conservati, che in alcuni casi sono
esemplari unici per antichità e pregio, proponendosi come “un evento
lungi dall’essere effimero”, come ha evidenziato Disegni. “Essa
racchiude in sé una molteplicità di importanti significati che
rappresentano i tre obiettivi principali della Fondazione Beni
Culturali Ebraici in Italia, ossia la divulgazione di aspetti specifici
della cultura ebraica nel nostro Paese, che vanta una presenza di
Comunità ebraiche da oltre 2.200 anni, il restauro di questo patrimonio
e la promozione di attività di ricerca”. E dedicato alla ricerca sarà
il convegno internazionale sul collezionismo di libri ebraici in Europa
tra XVIII e XIX secolo che si terrà il 27 marzo, nell’ambito di
“Judaica Pedemontana”. “Quest’anno è stato definito dal Ministro Dario
Franceschini l’anno e delle biblioteche e degli archivi, e questa
mostra prova quanto questo argomento sia sentito anche dalle persone,
che hanno offerto gli argenti appartenenti alle loro famiglie”, ha
sottolineato il generale Franco Cravarezza, presidente
dell’Associazione Amici della Biblioteca Nazionale Universitaria di
Torino, che ha collaborato con l’organizzazione in particolare per gli
aspetti della comunicazione e della promozione.
All’inaugurazione era presente un pubblico ampio e interessato. In sala
tra gli altri il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Giulio Disegni, numerosi membri del Consiglio della Comunità
ebraica di Torino, il rabbino capo Ariel Di Porto e rav Alberto Somekh.
Francesca Matalon
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ancora tensioni fra politica e cultura Il Premio Israele nella bufera,
la Procura ferma Netanyahu
Nessuna
decisione concernente la composizione della giuria dell’Israel Prize
nel periodo di campagna elettorale. È la richiesta del procuratore
generale Yehuda Weinstein, che ha scritto oggi al primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu chiedendogli di porre fine alle pressioni
esercitate dallo stesso, in qualità di ministro dell’Istruzione ad
interim, per escludere dalla giuria alcune figure poco gradite per le
loro idee o posizioni politiche. Come reso noto dallo staff del
premier, Netanyahu si atterrà a questa decisione. Il caso aveva fatto
il giro del mondo anche perché, dopo l’allontanamento dei professori
Avner Holtzman e Ariel Hirschfeld (premio per la Letteratura) e del
regista Chaim Sharir (premio per la Filmografia), sei membri del
consesso avevano rassegnato le proprie dimissioni in segno di protesta
e alcuni intellettuali candidati al premio, tra cui lo scrittore David
Grossman (a detta di molti, il più accreditato per la vittoria), si
erano ritirati dalla corsa per il riconoscimento.
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conoscere l'autore di se questo è un uomo Primo Levi, la grande mostra
da Torino in tutta Italia
Continua
il successo della mostra “I mondi di Primo Levi – Una strenua
chiarezza”, che è stata vista, nelle tre settimane trascorse
dall’apertura, da circa diecimila persone. Ed è stata una visita
speciale quella condotta ieri da Fabio Levi, direttore del centro
internazionale di studi Primo Levi e curatore della mostra insieme a
Peppino Ortoleva, che ha introdotto nella Corte Medievale di Palazzo
Madama un gruppo guidato dal presidente della Fondazione per i Beni
Culturali Ebraici Dario Disegni, che si apprestava a inaugurare a poca
distanza la mostra “Judaica Pedemontana” che sarà alla Biblioteca
Nazionale fino ad aprile. Con lui, fra le varie autorità che hanno
avuto modo di apprezzare il grande lavoro svolto dal Centro studi Primo
Levi e da tutti coloro che hanno lavorato alla mostra c’erano Rossana
Rummo, responsabile della Direzione Generale per le Biblioteche, gli
Istituti Culturali e il Diritto d’autore del Ministero dei beni e delle
attività culturali, Andrea De Pasquale, ancora per pochi giorni
direttore della Biblioteca Nazionale, in partenza per Roma in seguito
alla sua recente nuova nomina e, sempre dal Mibact, Micaela Procaccia,
della Direzione Generale Archivi. Con loro Annie Sacerdoti, consigliera
della Fondazione Beni Culturali Ebraici e Guido Vitale, coordinatore
dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane.
Durante la visita, fra una spiegazione e un approfondimento, è stato
naturale per gli ospiti definire un appuntamento importante: quello di
portare la mostra presto anche a Roma, in una delle sedi del Mibact.
L’interesse per l’opera di Primo Levi e l’apprezzamento riscosso dalla
mostra hanno portato il Centro Internazionale di Studi Primo Levi a
confermarsi nella volontà di riproporre la mostra in molti altri luoghi
in Italia e non solo. La prima tappa sarà al campo di Fossoli, vicino a
Modena, nel luogo in cui Primo Levi e migliaia di altri deportati
italiani vennero concentrati dopo l’arresto per poi essere caricati sui
treni diretti ai Lager. Diverse altre destinazioni sono già previste,
ma per tutte le operazioni di organizzazione, trasporto e allestimento
della mostra in altre sedi sono necessarie delle risorse che il Centro
non è sempre in grado di sostenere da solo. Per questo è stata lanciata
una raccolta di fondi,
rivolta a tutti coloro che vogliano farsi coinvolgere nella
realizzazione di questo grande progetto, i cui dettagli sono reperibili
sul sito del Centro.
Ada Treves
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Argenti democratici |
Avere
un oggetto della propria famiglia esposto in una mostra non è
un’esperienza rara per noi ebrei che, in quanto esigua minoranza,
suscitiamo una naturale curiosità e da parte nostra cerchiamo
continuamente occasioni per farci conoscere. Nonostante questo devo
ammettere di aver provato un particolare orgoglio ieri
all’inaugurazione della mostra “Judaica Pedemontana” in un contesto
prestigioso come la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.
Questa volta non si trattava, come capita spesso nelle nostre Comunità,
di una mostra casalinga fatta di oggetti di uso quotidiano, o magari
solo di cartelli esplicativi. Questa volta gli oggetti d’argento delle
nostre famiglie, quelli che magari abbiamo sotto il naso tutti i
giorni, si trovano nell’illustre compagnia di libri molto antichi e
preziosi (come è stato spiegato ieri su queste colonne).
Anna Segre, insegnante
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Fuga dalla libertà |
Non
è facile trovare, almeno personalmente, un’affinità intellettuale o un
sim-pathos con Michel Houllebecq e con la sua Weltanschauung, espressa
ancora una volta nel suo ultimo romanzo, oltremisura discusso,
Soumission (Bompiani, 2015).
Ma al contrario di molti pensatori e giornalisti che si sono espressi
nelle ultime settimane sui maggiori quotidiani, trovo altresì scorretto
‘eleggere’ Houellebecq, pur considerando la sua marcata idiosincrasia
verso il mondo islamico, a poeta vate del neoconservatorismo
islamofobico.
Scorgo in Houellebecq, soprattutto, l’intento provocatorio
dell’anarchico (di destra), del bastian contrario, di chi come forse
Lars Von Trier e molti altri autori contemporanei, tramite il richiamo
nelle proprie opere a temi delicati e controversi, ha come scopo quello
di spingere il suo fruitore alla riflessione e ad una postura critica
del mondo in cui vive, senza obbligarlo necessariamente alla piena
accettazione del proprio punto di vista.
Francesco Moises Bassano, studente
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Educare al futuro |
“Più riusciamo a giocare con il passato, più riusciamo a giocare con il futuro”.
Così, durante una giornata di studio nella Comunità ebraica di Genova,
Silvia Guetta sintetizza uno segreti dell’educazione ebraica: viaggiare
contemporaneamente lungo le tre dimensioni del tempo e dello spazio,
attraverso la trasmissione culturale sempre mediata dalla relazione
umana, può garantire continuità e cambiamento, tradizione e innovazione.
Uno sguardo verso il futuro che porta con sé una storia fatta di emozioni, sapere e domande.
Ilana Bahbout
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