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4 marzo 2015 - 13 Adar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
” … Ciascuno di loro darà al Signore il riscatto della propria persona …” (Shemòt 30, 12). Rabbenu Yakòv ben Ashèr, conosciuto per la sua opera come Baal ha-Turim, ci fa notare che la parola ‘venatnù’ – ‘darà’, può essere letta da entrambe i lati. La Torah ci sta dicendo che qualsiasi importo un’uomo dia in tzedakà – beneficenza, gli tornerà in dietro. Nessuno subisce una perdita permanente dall’aiutare il prossimo.
 
David
Assael,
ricercatore
Speriamo, almeno, che il discorso di Bibi al Congresso statunitense lo aiuti a risollevare i sondaggi casalinghi, perché, per il resto, verrà ricordato per la sua inutilità e per la portata biecamente propagandistica.
Ad una simile strumentalizzazione della politica estera a fini interni era giunto solo Silvio Berlusconi, e non è un precedente lusinghiero. Resta, comunque, un punto, che, al di là dell’evidente propaganda, non ci stancheremo mai di ribadire: l’atomica all’Iran sarebbe una jattura globale di cui il mondo non ha alcun bisogno. Impossibile dare il consenso ad un Paese che ogni mattina minaccia di disintegrare un prorpio vicino di casa, davvero assurdo.
 
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Il discorso di Netanyahu
No a un accordo con l’Iran sul nucleare. Tra applausi e assenze pesanti, il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha ribadito ieri al Congresso degli Stati Uniti (sul Foglio ampi stralci del suo discorso) la sua posizione e ha lanciato un messaggio chiaro all’amministrazione del presidente Barack Obama: le trattative in corso con Teheran sono un errore e porteranno l’Iran ad ottenere la bomba nucleare, minacciando il mondo intero. Obama, come riporta Guido Olimpio sul Corriere della Sera, non ha guardato il discorso nemmeno in tv: “Nulla di nuovo, Netanyahu non ha proposto alternative”, la presa di posizione del leader dei democratici. I repubblicani invece hanno apprezzato e molto: ventitré standing ovation da parte dei presenti, ricorda sul Giornale Fiamma Nirenstein che sottolinea come l’obiettivo di Netanyahu fosse portare il Congresso americano a porre il veto su un eventuale accordo con l’Iran (sono necessari i due terzi delle Camere). E secondo Giuliano Ferrara (Il Foglio) “Bibi” è riuscito nel suo intento, mettendo nei guai Obama. Su Repubblica, Federico Rampini parla di “un leader straniero che occupa il Congresso degli Stati Uniti come palcoscenico per la campagna elettorale di casa sua, attaccando il governo del Paese che lo ospita”, ricordando come in Israele siano prossime le elezioni (17 marzo). Rampini cita l’irritazione del conservatore Robert Kagan, autorevole analista di affari internazionali, che si domanda “Che cosa è venuto a dirci Netanyahu, che non sapessimo già?”. Per James Traub, docente alla New York University (intervistato da Repubblica), si tratta di una manovra elettorale e definisce l’intervento del premier israeliano un insulto alla competenza dei negoziatori americani ma “irrilevante”, se non a inimicarsi molti democratici. D’accordo sul fatto che l’intervento in Campidoglio porterà voti a Netanyahu, Daniel Pipes, presidente del Middle East Forum (intervistato da Repubblica) ma diversa l’interpretazione degli effetti sul negoziato. Per Pipes l’appello di Netanyahu ha smontato l’accordo iraniano e potrebbe portare il Congresso a votare nuove sanzioni contro Teheran.

Italia, antisemitismo sotto osservazione. “In due mesi il numero delle denunce per episodi di intolleranza nei confronti delle comunità ebraiche è triplicato: insulti sul web, scritte offensive sui muri, profili negazionisti su Facebook, striscioni deliranti negli stadi”, scrive Repubblica riportando la preoccupazione dell’Osservatorio antisemitismo per la situazione del pregiudizio antisemita nel nostro paese, definito comunque “un’isola felice” rispetto ad altri paesi europei. “In Europa la situazione è particolarmente allarmante- spiega a Repubblica Alessandro Ruben, consigliere speciale dell’European Jewish Congress — e per questo dopo gli attentati di Parigi il nostro presidente Moshe Kantor ha chiesto alla Ue una task force contro l’antisemitismo che punti sull’istruzione e la sicurezza”. Anche Washington ha avvisato l’Europa rispetto al pericolo di nuovi episodi di violenza come in Francia e a Copenaghen.
 
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  davar
dopo il discorso di netanyahu al congresso
Israele-Usa, problemi di fiducia
Fiducia. Dovendo riassumere in una parola il discorso al Congresso degli Stati Uniti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si potrebbe scegliere “fiducia”. Quella che Netanyahu non ha mostrato nei confronti dell'amministrazione del presidente Usa Barack Obama e nella sua trattativa con l'Iran sul nucleare. Questo accordo “non ferma l'Iran nel suo cammino verso la bomba (atomica); ma apre la strada all'Iran per arrivare alla bomba”, ha dichiarato Netanyahu, “quindi perché qualcuno dovrebbe fare un accordo di questo tipo?”. Le ventitré standing ovation dei membri del Congresso presenti ieri sembrano dare ragione al primo ministro israeliano: non si può avere fiducia nel regime iraniano, almeno non finché “non smetterà di disseminare terrorismo in tutto il mondo, non fermerà le sue aggressioni ai paesi vicini e non smetterà di minacciare di distruggere Israele”, ha ribadito Netanyahu, una volta tornato in Israele dalla sua visita a Washington. “Ho avuto l'impressione che ora abbiano capito meglio (i membri del Congresso) perché questo è un cattivo accordo e quali sono le alternative giuste”, il commento del premier a ventiquattrore dal suo discorso. Non proprio il pensiero espresso da un duro editoriale del New York Times: “Il discorso di Netanyahu non offre nulla di nuovo rispetto alla sostanza, dimostrando che questa performance era diretta a provare la sua durezza in merito ai temi della sicurezza prima delle elezioni parlamentari che dovrà affrontare il 17 marzo”.
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 Entra nel vivo l'osservatorio ucei-cdec
Antisemitismo, nuovi dati
Istituita nel settembre del 2014 su mandato dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, l’Antenna antisemitismo della Fondazione Centro Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano si propone di offrire un supporto alle persone vittime o testimoni di una discriminazione oltre a un’attività di monitoraggio a beneficio delle istituzioni chiamate ad intervenire a riguardo. “Dopo una prima fase di rodaggio, il servizio sta andando finalmente a regime e mostrando tutta la sua utilità” spiega la sociologa Betti Guetta, commentando i dati dell’ultimo rapporto stilato dai ricercatori del Cdec (15 dicembre-28 febbraio): 43 le segnalazioni pervenute, sette telefoniche e 36 via mail attraverso la compilazione del formulario presente nel sito
www.osservatorioantisemitismo.it .
“È ancora presto per poter stabilire il trend dell’antisemitismo e la sua reale consistenza. Serviranno ancora dei mesi e servirà che il servizio sia ancora più capillarmente diffuso così da poter effettuare delle comparazioni scientifiche. Ma alcuni elementi confermano l’importanza dell’antenna: in primis – sottolinea la sociologa – il fatto che si raccolgano segnalazioni da diverse città italiane e non solo da Roma e Milano, nostro principale bacino d’utenza; e poi il fatto che la maggioranza degli episodi di cui veniamo a conoscenza risulti inedita al momento del contatto”.
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PURIM 2015 - LA LEZIONE DEL RAV SACKS 
Quando la gioia è terapeutica
La festa di Purim è alle porte, l’ultima corsa per la ricerca della maschera più originale è iniziata. Stasera le sinagoghe del mondo intero si riempiranno per leggere la meghillah di Ester, il libro che ripercorre le vicende degli ebrei di Persia che, perseguitati da Aman (il prototipo ante litteram dell’antisemita doc), si salvarono grazie al sacrificio della regina Ester e di suo zio Mordechai.
Si celebra con gioia, cibo e vino la salvezza e il gioco delle sorti: la fine che Aman aveva previsto per gli odiati ebrei di Susa ricadde su di lui e per ricordarlo ci si allontana dalla routine e si indossano vesti altrui. A diventare protagoniste indiscusse della lettura della Meghillah saranno le raganelle, pronte a scatenare rumori ogni volta che il nome di Aman verrà pronunciato.
Perché la gioia contraddistingue proprio Purim? A rispondere è il rav Jonathan Sacks, ex rabbino capo del Commonwealth e autorità dell’ebraismo modiale, con una nuova lezione: “Il Talmud – spiega – insegna che durante tutta la durata di Adar, il mese ebraico in cui cade Purim, bisogna aumentare gradualmente la gioia. Ma perché la simcha, la gioia, deve durare un mese intero se gli eventi che andiamo a celebrare si svolsero in tre giorni, dal 13 al 15 di Adar? Capiamo bene perché gli ebrei di quel tempo provassero gioia; il decreto che li condannava a morte era caduto e i nemici puniti, l’euforia era alle stelle”.
“Ma perché – prosegue il rav – questa gioia deve essere perpetua mentre ricordiamo questi eventi? Quello che si celebra infatti è la non riuscita del primo genocidio del popolo ebraico (il secondo se si conta anche il decreto del faraone ai tempi di Mosè che prevedeva l’uccisione dei neonati maschi). Ma siamo sicuri che la gioia sia l’emozione giusta da provare? Non dovrebbe essere più che altro il senso di sollievo?”.
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dafdaf - le ricette per purim
I montini, dolcezza triestina
Ogni comunità ha le sue tradizioni, che possono variare in maniera considerevole anche nell’arco di pochi chilometri. Se poi si tratta di cucina spesso le ricette cambiano addirittura da una famiglia all’altra. La forza della minoranza ebraica italiana, la sua straordinaria varietà, il passato glorioso che possono vantare gli ebrei della penisola passano anche e con grande vitalità dal cibo, che per ogni festa ha sue caratteristiche peculiari, legate alla ricorrenza, alla stagione, ai significati profondi che vengono ricordati nelle sinagoghe e nelle case. E che è oggetto di discussioni appassionate. E cucinare insieme ai bambini è spesso uno strumento potente di trasmissione di una identità che si declina nelle mille variazioni delle ricette tipiche dell’ebraismo italiano.
È bello allora raccontare come DafDaf, il giornale ebraico dei bambini che ha dedicato diverse pagine del numero in distribuzione in questi giorni a Purim abbia provocato una piccola e sorridente discussione fra Dora Fiandra, maestra della scuola di Trieste che ha trovato il tempo di far cucinare i dolci di Purim ai suoi allievi e Benedetta Guetta del blog labna.it, che i lettori di DafDaf conoscono come Jasmine, autrice di ricette sempre molto apprezzate dai piccoli lettori e dalle loro famiglie.
L’oggetto del contendere sono i montini, dolcetti tipici di Purim che vengono preparati a Trieste. Riproponiamo le pagine di DafDaf e lo scambio che ha provocato, un’occasione per conoscere la versione “vera” della ricetta triestina, e per scoprire come proprio le cucine degli ebrei italiani siano luoghi di passione, dove vengono tramandate tradizioni secolari e dove l’identità ebraica si afferma con gioia e vigore.

Ada Treves
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LECH LECHà 2015
Trani, la sinagoga in festa 
Un folto pubblico ha accolto ieri a Trani la riapertura della sinagoga Scolanova dopo un intenso lavoro di restauro avviato nel settembre del 2014. Costruita nel 13esimo secolo, espropriata con la forza dalla Chiesa nel Medioevo, tornata all’uso originale soltanto nel 2005, la Scolanova costituisce oggi il fulcro della vita ebraica tranese e racchiude le molte suggestioni dell’antico quartiere della Giudecca. Ad animare l’evento, momento centrale della seconda giornata del festival di cultura ebraica Lech Lechà in svolgimento nelle città di Trani e Barletta, il rabbino capo di Napoli Umberto Piperno, il presidente della Comunità ebraica partenopea Pierluigi Campagnano, il refente comunitario per la Puglia Cosimo Yehuda Pagliara, il rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout, i rappresentanti delle istituzioni locali. Tra i numerosi ospiti accorsi in sinagoga l’ambasciatore statunitense in Italia John Phillips e il console generale Colombia Barrose.
La terza giornata del festival, promosso da Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Comunità ebraica di Napoli e Regione Puglia, prevede oggi altre occasioni di incontro dedicate a giornalismo, letteratura, temi della contemporaneità. Tra gli ospiti il coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura UCEI Guido Vitale, che oggi a Trani interverrà all’interno delle sessioni “Parigi 9 gennaio 2015 e la geopolitica di un nuovo antisemitismo” e “Giornalismo italiano e Stato di Israele; cronaca, riflessione e pregiudizio”.
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qui milano
L'insegnamento dei Giusti
II valore positivo e pedagogico dei Giusti, di chi scelse e ancora oggi sceglie di lottare contro le atrocità, contro le oppressioni e i genocidi. O per dirla come Gabriele Nissim, presidente di Gariwo - Il Giardino dei Giusti, “eroi che insegnano ai nostri figli il gusto della libertà e della responsabilità”. E attorno a questa idea gravita il tema scelto quest'anno per la Giornata europea dei Giusti, che si celebrerà il prossimo 6 marzo: “Ieri e oggi, i Giusti sempre necessari”, il titolo dell'edizione 2015, apertasi ieri a Milano con la conferenza “La memoria del Bene e l’educazione alla Responsabilità”, organizzato da Gariwo assieme al corpo consolare di Milano e Lombardia e svoltasi sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio del Senato e della Camera. All'incontro, preambolo delle celebrazioni milanesi di venerdì al Monte Stella con la piantumazione di sei nuovi alberi in ricordo di altrettanti Giusti, sono intervenuti al fianco di Gabriele Nissim, il segretario generale del ministero degli Esteri Michele Valensise e il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, moderati dal giornalista Antonio Ferrari. Ad aprire l'appuntamento di Palazzo Cusani, i saluti tra gli altri del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.
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il MARKETING del Politically correct
Dillo con Nutella, ma stai cauto 
“Dillo con Nutella!” è l’ultima campagna lanciata dal marketing della crema al cioccolato e nocciola più famosa di tutti i tempi: ogni barattolo si può personalizzare con le parole più disparate. Chiunque può scrivere una parola o messaggio, postarlo sui social e poi vederlo riprodotto sul barattolo (hashtag su Twitter #nutellaseitu). Una idea che però è stata limitata da una severa censura: niente offese, turpiloqui o riferimenti sessuali. Proibite inoltre parole come ebreo e musulmano (resta però un mistero perché il termine ‘cristiano’ sia permesso e anche ‘gay’ mentre ‘lesbica’ sia stato proibito). Il veto tocca i temi e le questioni più disparate: dall’utilizzo di nomi grotteschi come quello di Hitler, a parole come ‘cancro’, ‘obesità’, ‘diabete’ e perfino ‘olio di palma’, il mitico ingrediente segreto che renderebbe il sapore della Nutella diverso da altre creme spalmabili. Il sito francese rtl spiega infatti che provando a digitare i termini vietati si riceve una segnalazione dell’errore con su scritto “ll tuo messaggio contiene una parola non conforme per le condizioni di utilizzo Nutella”. La lista nera, ha dichiarato la stessa Ferrero, produttrice della Nutella, è stata stilata per evitare che determinati concetti vengano utilizzati per sferrare attacchi a comunità e religioni. Intanto però il web risponde prontamente con gruppi sui social network con titoli come “I nomi che non troverai mai su Nutella”.
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pilpul
Ticketless - Lezione prima
In questo periodo trascorro molte ore a riordinare vecchi libri. Un esercizio, che un tempo facevo frequentemente. Come ginnastica aiuta, ma talora deprime, perché smaschera il rincretinimento senile (scopri di aver comprato un libro che possedevi già, di averne prestato un secondo, ma non ti ricordi a chi, di aver dimenticato di citarne un terzo in un lavoro che da quella citazione avrebbe tratto giovamento e così via).
Ieri è finito sotto i miei occhi increduli un libretto in uso negli asili israelitici ancora alla vigilia del 1938.
Schermata 03-2457086 alle 11.23.12In altre comunità non so, in Piemonte aveva ottima circolazione perché fatto bene; ancora oggi secondo me potrebbe venire utile nelle scuole ebraiche.


Alberto Cavaglion
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Periscopio - La Shoah in Croazia
Come avevamo annunciato su questo notiziario, lo scorso 12 febbraio, è stato dato alle stampe, per i tipi dell’Editore Tullio Pironti di Napoli, un libro di straordinario valore storico e umano, che getta un fascio di luce su una delle pagine più tenebrose della Seconda Guerra Mondiale, fino ad oggi trascurata dalla pur imponente ricerca storiografica sull’epoca: mi riferisco alle Memorie sulla Shoah in Croazia. Le testimonianze dirette dei sopravvissuti, di Paul Schreiner, a cura di Suzana Glavaš.
Non si può non essere grati, per questa iniziativa, all’Editore – una delle poche voci coraggiose e indipendenti della Campania, a cui questa terra deve molto sul piano della difesa e promozione della cultura e dello spirito critico -, alla curatrice – docente di lingua e letteratura croata, nonché nota poetessa e promotrice culturale – e, soprattutto, all’autore – oggi apprezzato ceramista, uno degli ultimi testimoni diretti dell’orrore nazifascista -, per il quale, certamente, la pubblicazione del libro deve avere rappresentato la riemersione di un dolore infinito, con il quale ha dovuto convivere per più di 70 lunghi anni.


Francesco Lucrezi, storico
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I Giusti
Ci sono persone che entrano nelle nostre vite per caso o forse è meglio chiamarlo destino.
Oggi vi racconto la storia di Gino ed Esterina Scarlatti.
Se sono qui oggi, lo devo anche a loro.
Pochi giorni prima della deportazione degli ebrei di Roma il 16 ottobre 1943, Mario e Elena Della Torre (i miei bisnonni) decisero di nascondersi con la figlia Rossana (mia nonna) e il figlio Giacomo, per paura delle persecuzioni nazi-fasciste.
Lasciarono la loro casa e si separano: Mario nascosto nel magazzino del suo negozio, i bambini ed Elena a casa di un amico. Dopo pochi giorni, Mario cominciò a temere che quel posto non fosse abbastanza sicuro per la propria famiglia e decise di cercare un rifugio migliore.
Per caso, incontrò il suo conoscente Gino Scarlatti, impiegato in una società di sigarette, che gestiva anche un piccolo laboratorio di rilegatura proprio sotto il suo appartamento
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Daniele M. Regard
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